Fino all'ultima goccia
- piccardi
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Fino all'ultima goccia
Inizio con questo articolo una serie di articoli (in parallelo sul blog) dedicata alla capacità delle varie boccette di inchiostro. Non tanto la loro capacità nominale, che si trova indicata sulle confezioni e che daremo per buona, quanto quella di farvi consumare l’inchiostro “fino all’ultima goccia“.
Capita spesso infatti di sentir propagandare una boccetta o un calamaio come dotati di una forma, o di un accessorio, o di qualche altro accorgimento ingegnoso magnificati come in grado di farvi consumare tutto l’inchiostro, fino all’ultima goccia. Cosa che forse può esser vero se usate una rientrante e tirate via l’inchiostro con una siringa (e forse anche se usate una snorkel pen), ma che in genere non lo è affatto.
Pertanto si è deciso di misurare quanto una boccetta di inchiostro sia davvero in grado di farvi caricare lo stesso sprecandone il meno possibile, semplicemente misurando quanto ne resta dentro una volta che non si è più in grado di caricarne altro. Il tutto valutando quando questo si può ottenere senza dover far nulla (caricamento ordinario), oppure usando la boccetta in posizione normale ma stando attenti a posizionare la penna per migliorare il pescaggio (caricamento attento), o usando le caratteristiche specifiche della boccetta (caricamento specifico), ed infine cercando di recuperare più inchiostro possibile anche con manovre tutt'altro che comode e scevre da rischio (caricamento acrobatico).
Per dare un senso alla misura e renderla il più riproducibile possibile il confronto è partito dallo scegliere una penna da usare come esemplare di riferimento. Si è ovviamente evitata una snorkel pen: sarebbe stato troppo comodo per le boccette di inchiostro. La prima scelta è caduta su una Pelikan 140, che ha un pennino aperto di dimensioni ordinarie (lunghezza 1,82 cm) molto simile come dimensione a quello della gran parte delle penne di fascia economica. Dato però che questo pennino ha dimensioni abbastanza ridotte, se è deciso di usare anche una seconda penna di riferimento, una Duofold, con un pennino più grande (lunghezza 2,34 cm) , di dimensioni analoghe a quelle di un Jowo o Bock #6.
In questo modo si potranno avere delle misure abbastanza generiche e valide per la gran parte delle penne (dal medio/piccolo, al medio/grande), anche se il valore delle stesse è comunque da utilizzare sempre in maniera "relativa", usando il confronto dei risultati fra boccette diverse.
Per eseguire la misura si è sempre iniziato pesando la boccetta di inchiostro lavata, asciutta e senza tappo. Questo è il valore di base che si è sottratto per determinare il residuo. La si è poi riempita di acqua e progressivamente svuotata caricando la penna. Si è usata una bilancia con precisione del centigrammo per pesarla dopo ogni estrazione.
Per determinare l'esaurimento delle varie capacità di carico, oltre a vedere il livello di carica della penna osservando la presenza di aria nel serbatoio, si è pesato anch'essa ad ogni ricarica, verificando la quantità di inchiostro caricato rispetto alla capacità nominale della penna in modo da verificare anche numericamente il sopraggiungere dell'esaurimento della capacità di caricare la penna. Una volta rilevato che non era più possibile avere un caricamento significativo si è usato il peso della boccetta con il residuo per determinare la capacità di carico (sottraendo il peso a vuoto).
Per semplicità si è assunto l'equivalenza 1g => 1ml (la differenza è al di sotto dell'errore sistematico delle misure).
Si pubblicheranno negli articoli della serie i risultati delle varie misure, inserendo su una apposita pagina del wiki, questa:
https://www.fountainpen.it/Capacit%C3%A ... inchiostro
una tabella riassuntiva dei risultati raggiunti.
Simone
PS Aggiunta di chiarimento dopo la pubblicazione delle prime misure:
Si misura lo svuotamento della boccetta con pesature successive del peso della stessa dopo ogni estrazione.
La misura del peso della penna carica non serve a determinare quanto si toglie dalla boccetta (per cui non si misura la penna una volta scaricata prima di riempirla un'altra volta).
Questa misura infatti non sarebbe mai precisa (mentre la differenza di peso della boccetta lo è) perché non è possibile ripartire da una condizione iniziale di penna scarica perfettamente identica ad ogni ciclo, almeno non in maniera pratica (per avere una misura precisa si dovrebbe svuotare e fare asciugare completamente la penna ad ogni ricarica).
Per questo si potranno notare nelle tabelle quantità di liquido estratto diverse pure in presenza dello stesso peso della penna carica: semplicemente in alcuni casi lo scaricamento della penna prima della ricarica è stato meno completo che in altri e si è caricato meno dalla boccetta.
Ma qui quello che interessa è quanto resta nella boccetta quando non si riesce a caricare più adeguatamente la penna. La misura della penna carica serve solo a identificare quando non si riesce più ad avere una carica adeguata rispetto alla capacità misurata (in maniera indipendente) della penna.
Ma questa è un'altra storia (che sta su https://www.fountainpen.it/Capacità_dei ... aricamento), e su cui tornerò con un'altra serie di articoli.
Capita spesso infatti di sentir propagandare una boccetta o un calamaio come dotati di una forma, o di un accessorio, o di qualche altro accorgimento ingegnoso magnificati come in grado di farvi consumare tutto l’inchiostro, fino all’ultima goccia. Cosa che forse può esser vero se usate una rientrante e tirate via l’inchiostro con una siringa (e forse anche se usate una snorkel pen), ma che in genere non lo è affatto.
Pertanto si è deciso di misurare quanto una boccetta di inchiostro sia davvero in grado di farvi caricare lo stesso sprecandone il meno possibile, semplicemente misurando quanto ne resta dentro una volta che non si è più in grado di caricarne altro. Il tutto valutando quando questo si può ottenere senza dover far nulla (caricamento ordinario), oppure usando la boccetta in posizione normale ma stando attenti a posizionare la penna per migliorare il pescaggio (caricamento attento), o usando le caratteristiche specifiche della boccetta (caricamento specifico), ed infine cercando di recuperare più inchiostro possibile anche con manovre tutt'altro che comode e scevre da rischio (caricamento acrobatico).
Per dare un senso alla misura e renderla il più riproducibile possibile il confronto è partito dallo scegliere una penna da usare come esemplare di riferimento. Si è ovviamente evitata una snorkel pen: sarebbe stato troppo comodo per le boccette di inchiostro. La prima scelta è caduta su una Pelikan 140, che ha un pennino aperto di dimensioni ordinarie (lunghezza 1,82 cm) molto simile come dimensione a quello della gran parte delle penne di fascia economica. Dato però che questo pennino ha dimensioni abbastanza ridotte, se è deciso di usare anche una seconda penna di riferimento, una Duofold, con un pennino più grande (lunghezza 2,34 cm) , di dimensioni analoghe a quelle di un Jowo o Bock #6.
In questo modo si potranno avere delle misure abbastanza generiche e valide per la gran parte delle penne (dal medio/piccolo, al medio/grande), anche se il valore delle stesse è comunque da utilizzare sempre in maniera "relativa", usando il confronto dei risultati fra boccette diverse.
Per eseguire la misura si è sempre iniziato pesando la boccetta di inchiostro lavata, asciutta e senza tappo. Questo è il valore di base che si è sottratto per determinare il residuo. La si è poi riempita di acqua e progressivamente svuotata caricando la penna. Si è usata una bilancia con precisione del centigrammo per pesarla dopo ogni estrazione.
Per determinare l'esaurimento delle varie capacità di carico, oltre a vedere il livello di carica della penna osservando la presenza di aria nel serbatoio, si è pesato anch'essa ad ogni ricarica, verificando la quantità di inchiostro caricato rispetto alla capacità nominale della penna in modo da verificare anche numericamente il sopraggiungere dell'esaurimento della capacità di caricare la penna. Una volta rilevato che non era più possibile avere un caricamento significativo si è usato il peso della boccetta con il residuo per determinare la capacità di carico (sottraendo il peso a vuoto).
Per semplicità si è assunto l'equivalenza 1g => 1ml (la differenza è al di sotto dell'errore sistematico delle misure).
Si pubblicheranno negli articoli della serie i risultati delle varie misure, inserendo su una apposita pagina del wiki, questa:
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Simone
PS Aggiunta di chiarimento dopo la pubblicazione delle prime misure:
Si misura lo svuotamento della boccetta con pesature successive del peso della stessa dopo ogni estrazione.
La misura del peso della penna carica non serve a determinare quanto si toglie dalla boccetta (per cui non si misura la penna una volta scaricata prima di riempirla un'altra volta).
Questa misura infatti non sarebbe mai precisa (mentre la differenza di peso della boccetta lo è) perché non è possibile ripartire da una condizione iniziale di penna scarica perfettamente identica ad ogni ciclo, almeno non in maniera pratica (per avere una misura precisa si dovrebbe svuotare e fare asciugare completamente la penna ad ogni ricarica).
Per questo si potranno notare nelle tabelle quantità di liquido estratto diverse pure in presenza dello stesso peso della penna carica: semplicemente in alcuni casi lo scaricamento della penna prima della ricarica è stato meno completo che in altri e si è caricato meno dalla boccetta.
Ma qui quello che interessa è quanto resta nella boccetta quando non si riesce a caricare più adeguatamente la penna. La misura della penna carica serve solo a identificare quando non si riesce più ad avere una carica adeguata rispetto alla capacità misurata (in maniera indipendente) della penna.
Ma questa è un'altra storia (che sta su https://www.fountainpen.it/Capacità_dei ... aricamento), e su cui tornerò con un'altra serie di articoli.
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e per aiutare chi non trova un termine:
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- maxpop 55
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Fino all'ultima goccia
Grazie Simone, finalmente potremo sapere quale boccetta usare per consumare quanto più inchiostro è possibile senza fare acrobazie che finiscono sempre col ridurci ad una macchia d'inchiostro.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
- Linos
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Ottima iniziativa , mi domandavo in questi giorni del perchè la maggior parte delle boccette sono tutte basse e larghe costringendo ad acrobazie per caricare le penne
- sussak
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Perchè un volume basso e largo ha un baricentro più basso di uno alto e stretto.
Umberto
Se la democrazia declina è perché la lasciamo declinare. Benedetto Croce
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Uao, che lavoro certosino! Sono curiosissima di leggere gli articoli!
- Ottorino
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Fino all'ultima goccia
Prova un calamaio Aurora attuale o un noodler, o peggio un diamine.
Alti e stretti: e poi dimmi come ti conci le mani, soprattutto quando il tappo è stretto e l'inchiostro in fondo.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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- nello56
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Grazie a tutti coloro che hanno partecipato a questa iniziativa
ed a Simone che l'ha resa nota.
Sarà interessante vedere e valutare questi dati.
Potrebbe diventare una pratica comune riciclare determinati contenitori piuttosto che altri
per riempirli con i ns. inchiostri preferiti, in alternativa alla pericolosa pratica
dei caricamenti "acrobatici" di fine boccetta!
Nello
ed a Simone che l'ha resa nota.
Sarà interessante vedere e valutare questi dati.
Potrebbe diventare una pratica comune riciclare determinati contenitori piuttosto che altri
per riempirli con i ns. inchiostri preferiti, in alternativa alla pericolosa pratica
dei caricamenti "acrobatici" di fine boccetta!
Nello
chiamo quel medico inglese? Sir Inga?
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Io apprezzo molto il calamaio Lamy T52: che è largo e basso, ma ha l'ampolla di pescaggio.
Francesco
- Linos
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Ottima idea, anche nelle intenzioni di Pelikan credo che ci fosse l'idea di sfruttare appieno l' estrazione, peccato che le dimensioni ne riducano gli intenti.
- jebstuart
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Fino all'ultima goccia
In pratica i calamai ideali, per sporcarsi meno e pescare di più con opportune inclinazioni sarebbero di questo tipo...
Mauro
- geko
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- Iscritto il: martedì 18 settembre 2018, 9:44
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- Il mio inchiostro preferito: Platinum blu nero
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- Località: BZ & TN
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Fino all'ultima goccia
Ottima iniziativa che seguirò con interesse.
Grazie.
Se mi è permesso vorrei segnalare solo un piccolo refuso tipografico:
Grazie.
Se mi è permesso vorrei segnalare solo un piccolo refuso tipografico:
Per eseguire misura la misura si è sempre iniziato pesando la boccetta ...
Per concludere e terminarla con un'indagine che la mancanza di idonei risultati rende quanto mai penosa, dobbiamo dire che, da qualunque parte si esamini la questione, non c'è nulla in comune fra gli asparagi e l'immortalità dell'anima.
-
- Pulsante di Fondo
- Messaggi: 307
- Iscritto il: lunedì 12 agosto 2013, 8:55
- La mia penna preferita: OMAS Extra Lucens L.E. 159/331
- Il mio inchiostro preferito: attualmente -> Visconti blu
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- Località: Derry
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Fino all'ultima goccia
OT monde ON
Ciao,
approfitto dell'apertura di questo thread per porre una domanda (in sospeso da tempo) ma che ho sempre ritenuta banale, perciò non degna di un nuovo topic.
Il contenitore del calamaio Visconti (almeno, quello recente) è in resina trasparente ed è poggiato su un supporto, ugualmente in resina, ma di un colore che richiama quello dell'inchiostro. Ebbene, capovolgendo il supporto, si nota al centro una sezione circolare in rilievo. Al suo interno vi è di una filettatura di 3.5 cm di diametro. La filettatura del tappo del calamaio è invece 2.5 cm ca.: dunque è da escludere una qualsiasi compatibilità fra le due.
Lì per lì ho pensato, dati i noti problemi di equilibrio di questo calamaio, che la filettatura più grande fosse predisposta per avvitarvi la base del calamaio. Ma quest'ultima è quadrangolare (o ottagonale se si considerano gli spigoli tagliati), perciò la funzione di questa filettatura resta per me tuttora oscura....Qualcuno può fornirmi delucidazioni in merito?
Aggiungo infine, che è mia abitudine conservare ogni calamaio Visconti col relativo involucro. Ma, al contrario di come viene presentato nel packaging, io uso capovolgere l'involucro (dunque col supporto in resina colorata in alto, anziché in basso) così da evitare di ribaltare il calamaio durante il caricamento.
OT mode OFF
Ciao,
approfitto dell'apertura di questo thread per porre una domanda (in sospeso da tempo) ma che ho sempre ritenuta banale, perciò non degna di un nuovo topic.
Il contenitore del calamaio Visconti (almeno, quello recente) è in resina trasparente ed è poggiato su un supporto, ugualmente in resina, ma di un colore che richiama quello dell'inchiostro. Ebbene, capovolgendo il supporto, si nota al centro una sezione circolare in rilievo. Al suo interno vi è di una filettatura di 3.5 cm di diametro. La filettatura del tappo del calamaio è invece 2.5 cm ca.: dunque è da escludere una qualsiasi compatibilità fra le due.
Lì per lì ho pensato, dati i noti problemi di equilibrio di questo calamaio, che la filettatura più grande fosse predisposta per avvitarvi la base del calamaio. Ma quest'ultima è quadrangolare (o ottagonale se si considerano gli spigoli tagliati), perciò la funzione di questa filettatura resta per me tuttora oscura....Qualcuno può fornirmi delucidazioni in merito?
Aggiungo infine, che è mia abitudine conservare ogni calamaio Visconti col relativo involucro. Ma, al contrario di come viene presentato nel packaging, io uso capovolgere l'involucro (dunque col supporto in resina colorata in alto, anziché in basso) così da evitare di ribaltare il calamaio durante il caricamento.
OT mode OFF
Aineias
- Ottorino
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Fino all'ultima goccia
Mi pare che sia fatto per stare in una sede ben piu' largadati i noti problemi di equilibrio di questo calamaio
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
- calli1958
- Calligrafo
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- Misura preferita del pennino: Flessibile
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Fino all'ultima goccia
M'intrometto, nonostante abbia una conoscenza molto scarsa di stilografiche e ancora meno di calamai, perché leggendo questo argomento mi sono ricordato del calamaio MontBlanc che usavo alcuni decenni or sono; aveva l'ampolla di ricarica "separata" dal resto del calamaio e una "bocca" sufficientemente larga per consentirmi una comoda ricarica senza sporcarmi.
Non so se li fanno ancora allo stesso modo; trovo che fossero una buona soluzione (costo a parte).
Grazie per avermelo fatto ricordare ....e con il calamaio anche gli anni di "allora".
Non so se li fanno ancora allo stesso modo; trovo che fossero una buona soluzione (costo a parte).
Grazie per avermelo fatto ricordare ....e con il calamaio anche gli anni di "allora".