PennaMagazine Annuario Limited Edition

Note storiche sulle penne stilografiche e sui loro produttori. Aneddoti e curiosità.
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gpaolo
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PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da gpaolo »

Forse a qualcuno interessa rifarsi gli occhi con le attuali LE? Ce n'è per tutti i gusti, ma... occhio al portafogli!

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Re: PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da piccardi »

Sarà che son fissato con l'antico, ma per i miei gusti di tutte quante se ne salvano forse un paio... e non le considerei comunque dei capolavori...

Ciao
Simone
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Re: PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da fabbale09 »

ABORROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!

Roba kitch da sultano arabo.

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piccardi
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Re: PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da piccardi »

Mah, io non sarei così drastico..., un paio di penne decenti ci sono. La divina proporzione della visconti a me non dispiace (quella nera), la caran d'ache del 2006 ha una linea abbastanza semplice e gradevole. Le faber-castell non sono poi così brutte (ma neanche tanto belle...)

Però è vero che tutto il resto va dalla schifezza assoluta (la Ancora è davvero ridotta male per produrre delle pacchianerie simili), alla sagra del kitch, fino alla riedizione con poco senso (e costo spropositato) di modelli storici che hanno ben più valore e significato in originale (e magari costano anche meno...).

L'unica penna in edizione limitata che continua piacermi ancora è la Hemingway della Montblanc, nonostante alla fine non sia nulla di più di una 139 rivisitata. Ma da quella sono andati sempre peggio ...

Ciao
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Re: PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da fabbale09 »

E' vero Simone, forse ho un pò esagerato, però mi piange il cuore vedere quella roba e "l'ipotetico" giro di soldi che ci sta dietro.

Dico "ipotetico" perchè poi alla fine non so quanti veramente sono disposti a spendere tanti soldi per penne del genere.
Io non dico di "intripparsi" sempre ed in continuazione con le vintage fp (come purtroppo accade a me), però, a tutto c'è un limite.

Alcune delle penne che vedo, senza fare nomi, sono forse buone per girare la polenta o il caffè: con tutti gli orpelli che ci sono, non credo che sia ben bilanciate per una scrittura idonea.
Scrivere con una penna senza cappuccio calzato, per me è un'eresia!!!!!

Pennini e sistemi di caricamento particolari????
Deja vu sul mondo vintage - quindi, in sostanza, cosa portano di nuovo queste penne???

Solo il fatto che vengono spacciate come serie limitate e forse psicologicamente il collezionista crede di essere uno dei pochi fortunati a possedere quel modello???
Io anche su questo fatto sono molto scettico; parliamo di prodotti, di Aziende che li fabbricano per vendere e che hanno bisogno di vendere...
Siamo sicuri che ne esistono solo per esempio 1.000 pezzi???
Oggi se andiamo sul web e ci mettiamo a fare qualche conto ipotetico, di alcune serie che spacciano per limitate, mi sembra che ci siano in visione molti più pezzi di quanti quelli dichiarati!!!!

Del resto, un simile pensiero ricorre anche per un modello vintage della CONWAY STEWART (la floral) di cui hanno sempre dichiarato una produzione di 20.000 pezzi ca. mi sembra nel 1945 circa, ma poi fino a oggi in giro se ne sono visti molti di più!!!

Diverso il capitolo per esempio sugli orologi, dove la dichiarazione di una serie limitata o di una "bassa produzione", dalle Aziende serie tipo PATEK, ROLEX, OMEGA... è certificata dai registri dell'Azienda.

Nel mondo delle penne, mi sembra che abbia fatto qualche cosa solo MONT BLANC o sbaglio?
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Re: PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da gpaolo »

Premettendo che anch'io ormai ho lo sguardo rivolto al passato (sarà che sto invecchiando...) però dobbiamo ammettere che almeno c'è stimolo nella ricerca di nuovi materiali, tipologia di lavorazioni, ecc.
Io comunque credevo che Edizione Limitata fosse sinonimo di lavorazione o finitura artigianale, quindi qualità eccelsa fornita da mastri costruttori: non è così?
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Re: PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da Giardino Italiano »

fabbale09 ha scritto:Diverso il capitolo per esempio sugli orologi, dove la dichiarazione di una serie limitata o di una "bassa produzione", dalle Aziende serie tipo PATEK, ROLEX, OMEGA... è certificata dai registri dell'Azienda.
Nel mondo delle penne, mi sembra che abbia fatto qualche cosa solo MONT BLANC o sbaglio?
Io credo che tutte le aziende che fanno edizioni limitate debbano tenere il registro.
Perlomeno, tutte quelle con cui tratto io, (quindi Aurora, Visconti, Stipula, Marlen, Delta) so per certo che ogni singola penna è registrata.
Mi è capitato per esempio di chiamare un'azienda (Visconti, mi sembra) per chiedere un numero specifico di un certo modello, e dopo aver consultato il registro mi hanno saputo dire che l'avevano venduta 3 anni prima proprio a me, tra l'altro :)
Le penne in circolazione sembrano sempre tante perchè comunque non vengono comprate e vendute in continuazione, molte restano lì per anni, altre cambiano di mano e poi tornano in vendita; e comunque 1.000 o 2.000 sono tante, anche distribuite in tutto il mondo!
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Re: PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da piccardi »

gpaolo ha scritto:Premettendo che anch'io ormai ho lo sguardo rivolto al passato (sarà che sto invecchiando...) però dobbiamo ammettere che almeno c'è stimolo nella ricerca di nuovi materiali, tipologia di lavorazioni, ecc.
Io comunque credevo che Edizione Limitata fosse sinonimo di lavorazione o finitura artigianale, quindi qualità eccelsa fornita da mastri costruttori: non è così?
Mah, per quel che vedo io (ma sono leggermente estremista) mi pare che le edizioni limitate servano per lo più per attirare un certo segmento di collezionisti ed invogliarli a spendere un sacco di soldi per comprare un'altra penna da mettere in un cassetto e guardarsi bene dall'usare.

Di innovazione tecnica ne ho vista ben poca, non mi viene in mente nessuna edizione limitata (tranne forse la Florentia citata prima, con quello che poi la Visconti avrebbe chiamato Twin Tank) che abbia introdotto una qualche innovazione tecnica significativa.

Sui nuovi materiali poi ho ancora più dubbi, fare una penna con il legno delle botti di champagne potrà anche essere ricerca sui materiali, ma per me resta solo un inutile ed altamente discutibile esercizio di stile, riuscito anche poco bene, dato che a quanto mi dicono il suddetto legno tende a macchiarsi con nulla.

Sulla artigianalità poi ho qualche dubbio, la gran parte mi paiono prodotti industriali forse un po' più curati della media, talvolta "arricchiti" da "materiali preziosi" (ma neanche sempre, le Montblanc della serie degli scrittori ad esempio son fatte con materiali assolutamente ordinari) per ottenere quasi sempre soltanto un effetto di pacchianeria avanzata.

Ciao
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Re: PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da Arizona »

gpaolo ha scritto:Forse a qualcuno interessa rifarsi gli occhi con le attuali LE? Ce n'è per tutti i gusti, ma... occhio al portafogli!
Scusate ma...quale modesto utilizzatore di penne stilografiche - parlo di vero utilizzo - trovo che sono delle esagerazioni in tutti i sensi, soprattutto se penso a chi ha difficoltà a "sbarcare il lunario"...per non parlare poi delle descrizioni. E' senza dubbio un mio parere personale.
Preferisco comunque il vissuto: gli ovvi motivi li ho spiegati da qualche altra parte...

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Re: PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da fabbale09 »

Ecco, è vero, forse la VISCONTI è delle poche Aziende attuali che almeno per il mio gusto, vale seguire.

Certamente più interessanti le prime produzioni dove il rispolvero della celluloide accompaganto ad innovazioni interessanti ha trovato molto riscontro.

Oggi mi sembra però ormai allineata al resto della massa, purtroppo...

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Re: PennaMagazine Annuario Limited Edition

Messaggio da piccardi »

fabbale09 ha scritto:Ecco, è vero, forse la VISCONTI è delle poche Aziende attuali che almeno per il mio gusto, vale seguire.

Certamente più interessanti le prime produzioni dove il rispolvero della celluloide accompaganto ad innovazioni interessanti ha trovato molto riscontro.

Oggi mi sembra però ormai allineata al resto della massa, purtroppo...

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Io devo dire che, cercando penne usabili, mi son trovato abbastanza bene con le Lamy (che almeno stilisticamente son decenti) e con la Pilot, che fa stilografiche da due lire che scrivon benissimo. Il resto difficilmente riesce ad attirarmi, e men che meno le edizioni limitate. La Visconti ha fatto alcune penne veramente belle (la mia preferita è la Manhattan), ma poi ha incominciato a buttarsi anche lei nella tendenza delle edizioni limitate e gli ultimi modelli non mi convincono troppo.

Ciao
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Arizona ha scritto:
gpaolo ha scritto:Forse a qualcuno interessa rifarsi gli occhi con le attuali LE? Ce n'è per tutti i gusti, ma... occhio al portafogli!
Scusate ma...quale modesto utilizzatore di penne stilografiche - parlo di vero utilizzo - trovo che sono delle esagerazioni in tutti i sensi, soprattutto se penso a chi ha difficoltà a "sbarcare il lunario"...per non parlare poi delle descrizioni. E' senza dubbio un mio parere personale.
Preferisco comunque il vissuto: gli ovvi motivi li ho spiegati da qualche altra parte...

Adriano
Credo che lo scopo di chi produce quelle penne non sia quello di vendere a chi cerca di sbarcare il lunario, ma a chi cerca di darsi un tono con l'oggetto "esclusivo".

A me non interessano per nulla, e casomai sono portato a notare che se devo giudicare da cosa gli viene proposto questi "palati raffinati" devono avere davvero un pessimo gusto: in quei cataloghi ci sono in assoluto le penne più brutte che abbia mai visto...

Simone
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