Le persone non sanno più leggere un testo

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Hiroshi

Le persone non sanno più leggere un testo

Messaggio da Hiroshi »

Titolo piuttosto lapidario, ma che riassume una convinzione che si consolida in me sempre di più di giorno in giorno: spesso le persone non riescono più a leggere e comprendere un testo mediamente complesso. Non sto parlando di prosa letteraria, né di poesia, ma di un banale testo informativo che presenti un minimo di lunghezza e complessità.
Me ne rendo conto quotidianamente, nella relazione con enti, uffici, o con le persone in generale. Scrivo email di richiesta sintetiche, ben articolate in punti, e arrivano risposte non perfettamente pertinenti su alcuni soli dei punti che ho elencato.
Ho l'impressione che tutto debba essere telegrafico, immediato, contenuto in poche parole come spesso il senso di un articolo lo è in una delle news di Google. Mi rendo conto che c'è un senso di spavento verso il testo, e non sto parlando di un testo letterario o per addetti ai lavori. Mi pare che in genere venga letto qualcosa qua e là, soprattutto nella prima parte, poi l'attenzione cala drasticamente e il resto è inesorabilmente perso.
E questo dà origine a incomprensioni, fraintendimenti, e semplicemente buona parte del messaggio non arriva al destinatario.
Sono stato un po' brutale in questa analisi, ma ogni giorno ne ricevo conferma.
Che cosa ne pensate?
Stando così le cose, c'è poco da lamentarsi sulla crisi dell'editoria. Stamattina ho letto un articolo che smonta le tesi sulla pandemia nata in laboratorio. Al di là dell'aspetto scientifico, si tratta di un articolo ben strutturato, che ricostruisce meticolosamente la storia con dati oggettivi, ed entra in aspetti scientifici comprensibili però a chi abbia un minimo di background culturale. Mi ha fatto piacere trovare un articolo di spessore e di qualità, e necessariamente lungo, ma mi chiedo purtroppo quanti si fermerebbero al primo paragrafo!
Mi torna in mente un comico che negli anni Duemila diceva di mandare in onda un telegiornale in forma ridotta per venire incontro alle capacità dei propri ascoltatori... in parte è così. Anziché innalzare, stimolando lo sforzo, si abbassa per dare in pasto un omogeneizzato.
Un collega diceva che le cose più importanti di ingegneria le ha imparate da Topolino. In effetti il Topolino degli anni 80 aveva comunque un linguaggio adatto ai bambini ma non banale, arricchito da parole anche desuete che potevano stimolare la curiosità. Vidi ad esempio scritta la parola "latore" ben prima che affrontassi gli studi di latino al liceo.
Quadro desolante? Da parte mia cercherò di continuare ad attingere alla meravigliosa varietà di parole del nostro linguaggio, assieme a buone letture.
E mi si rivolta lo stomaco quando sento i mille usi del "piuttosto che" o qualcuno parla di utenti "skillati"... (ma gli inglesismi sono stati già trattati in un argomento del forum, così vado...Off Topic!)
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codibugnolo
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Messaggio da codibugnolo »

Giusto per confermare la tua tesi ti rispondo in modo telegrafico: è la comunicazione del terzo millennio, il web, i social (a proposito di inglesismi). Sembra che proprio non ci sia rimedio. Per quel che mi riguarda, come mi sembra di capire anche per te, non mi adeguo, leggo e seleziono con cura le letture, cerco di ritagliarmi un tempo per il pensiero (e anche per la scrittura, che aiuta) tutti i giorni.
Non sarà un caso che, anche per reazione, mi appassionano le cose durevoli ed "eterne" (penne stilografiche incluse)
Grazie per il tuo post
Giorgio
Ultima modifica di codibugnolo il martedì 28 aprile 2020, 13:42, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da HoodedNib »

Hiroshi ha scritto: martedì 28 aprile 2020, 12:45
Mi torna in mente un comico che negli anni Duemila diceva di mandare in onda un telegiornale in forma ridotta per venire incontro alle capacità dei propri ascoltatori...
"Questo Telegiornale andra' in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacita' mentali" - Daniele Luttazzi
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Messaggio da ASTROLUX »

Ritengo che l'italiano sia una lingua viva, che si arricchisce di nuovi vocaboli e di mutate forme grammaticali, oggi certamente non parliamo più la lingua di Dante e Petrarca.
Ovviamente si può evitare di usare inglesismi (alcuni sono veramente orribili), ma non si può impedire agli altri di usarli e di renderli parte dell'idioma corrente.

La lunghezza di un testo, a mio avviso, dovrebbe essere proporzionale al contenuto di idee del testo stesso :lol: .
La prolissità e l'uso della retorica, possono distrarre dal tema trattato, tanto da essere, troppo spesso usate, per abbassare le difese mentali ed infilare nel cervello delle persone la proprie opinioni, facendole passare per verità assolute.

Tipica espressione del brutto giornalismo nostrano : "Il paese attraversa un periodo di profonda crisi dei valori morali... lo ha affermato il Tal dei Tali."
L'espressione, così formulata, viene recepita dal nostro cervello come una affermazione, non come un' opinione di Tal dei Tali.
Basterebbe modificare, in questo modo, la frase:
" E' opinine di Tal dei Tali, che il paese attraversi un periodo di profonda crisi dei valori morali". Il tutto assume un differente significato.

Forse un linguaggio più asciutto, che non significa povero, ci permette di evitare tutte quelle trappole mentali, che ci vengono tese frequentemente.
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
Lao Tsu
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Messaggio da Monet63 »

Hiroshi ha scritto: martedì 28 aprile 2020, 12:45 Che cosa ne pensate?
Penso che tu abbia ragione.
Penso anche che si stia andando verso il passaggio successivo: l'eliminazione della parola, sostituita da immaginette varie e assortite, da pescare in un calderone di millemila immaginette assortite e varie. Ho visto gente che, dopo aver subito un lutto in famiglia, non ha ricevuto le classiche due righe di condoglianze, ma una gif con un occhio lacrimoso, così non si deve neanche penare per mettere insieme due parole in croce. Altro che leggere, o addirittura scrivere...
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Messaggio da Automedonte »

Purtroppo quanto scritto è una triste realtà, però non c'è da sorprendersi visto che la maggior parte della gente scrive solo sui social che hanno un limite nel numero di parole utilizzabili.
Questo ha portato alla deplorevole abitudine di abbreviare tutto per far entrare lo scritto all'interno dei limiti e poi questa abitudine resta anche quando non sarebbe necessario.
Di converso chi riceve il messaggio si è abituato a leggere frasi brevi o "emoticon" che esprimono il concetto e quindi non ha la paienza,la voglia e neanche più la capacità di leggere una pagina intera perchè si distrae.

Quante volte si vede scritto X invece di per, Xché-perché, msg-messaggio, dx-destra e via dicendo anche quando non sarebbe necessario all'interno magari di una email o una lettera di lavoro.

E' un "brutto" segno dei tempi 8-) (e mettiamola una emoticon)
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Messaggio da Davide127 »

Hiroshi ha scritto: martedì 28 aprile 2020, 12:45
Che cosa ne pensate?
Ti do ragione. Ho notato anche io, avendo a disposizione una quantitá di tempo non illimitata, che per esempio, di mattina, leggendo il giornale sul telefonino, lo leggo a spezzoni. In generale tendo ad accorciare i tempismi su tutto, e questo purtroppo include anche la lettura... Essendo abituato a messaggi brevi, con il contenuto piazzato in modo che si capisca a prima vista (WhatsApp & co.), mi passa la voglia di stare li a leggere piú del necessario per trarne l´informazione che necessito.
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Messaggio da sussak »

Automedonte ha scritto: martedì 28 aprile 2020, 15:03
Quante volte si vede scritto X invece di per, Xché-perché, msg-messaggio, dx-destra e via dicendo anche quando non sarebbe necessario all'interno magari di una email o una lettera di lavoro.

E' un "brutto" segno dei tempi 8-) (e mettiamola una emoticon)
Concordo. Molte persone non sanno più leggere perchè altrettante non sanno più scrivere.
Molte altre, quando scrivono, pare che lo facciano per se stesse e non per essere lette.
In letteratura si potrebbe fare un raffronto fra un testo di Arbasino ed uno di Simenon.
Umberto

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Messaggio da valhalla »

C'è da considerare anche che la lettura di testi lunghi non è per niente facilitata da molti degli strumenti usati online.

Ad esempio, ci sono degli studi¹ che mostrano come la larghezza ideale di un testo sia attorno ai 66 caratteri per riga: righe più lunghe richiedono un maggior numero di movimenti dell'occhio, nel corso dei quali è facile sbagliare riga e trovarsi a dover rileggere l'ultimo pezzo. Per fare un confronto, sul mio monitor relativamente stretto, una riga a caso in questo thread era di 118 caratteri.

Non avendo controllo sulla larghezza, una cosa che può aiutare è spezzare il discorso in paragrafi separati da una riga vuota: anche questo aiuta ad indirizzare lo sguardo e a prevenire intoppi nel flusso di lettura.

La tipografia è un'arte scientifica che suggerisce molti di questi accorgimenti; non è il mio lavoro e non li conosco tutti, ma immagino che con qualche buona ricerca su internet se ne possano trovare.

Non è una cosa che impedisca la lettura, causa solo maggiore affaticamento; se il testo è interessante e/o avvincente si continua a leggere senza problemi, ma se si tratta magari della mail del capo che mi ordina di fare cose alle 16:45 del venerdì pomeriggio, quando so che lui se ne è già andato a fare il giro dei locali, l'irritazione nel leggere un testo faticoso (e nel quale si sa che non è stato fatto il minimo sforzo per aiutare la lettura) toglie ulteriore concentrazione e la voglia di fare qualunque sforzo di comprensione passa.

¹ https://baymard.com/blog/line-length-readability trovato su https://en.wikibooks.org/wiki/LaTeX/Pag ... ite_note-2

P.S. il mio orario di lavoro al venerdì non finisce alle 17:00 e nessuno dei miei capi a quell'ora è a fare il giro dei locali (credo che dalle loro parti sia troppo presto :D ), la situazione descritta è puramente ipotetica e/o basata su capi altrui :D
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Messaggio da Spiller84 »

Purtroppo anche la non abitudine a leggere libri mina la capacità di leggere e comprendere un testo lungo e articolato. Per l'aspetto linguistico, aggiungo che le lingue sono vive e mutabili, la lingua la fa l'uso. Se così non fosse, in Italia parleremmo ancora latino. Invece la lingua italiana si è modificata nel corso dei tempi, e arricchita di calchi semantici e prestiti linguistici, dovuti all'avvento di nuove tecnologie ad esempio, e dal nuovo uso di altre. Basti pensare al computer, voi come lo chiamereste il mouse senza attingere dall'inglese? Eppure il cursore dello stesso, prende il nome dal latino, dal messaggero della roma antica, il cursor. Prestiti, calchi, nuovi usi della lingua, e dei gerghi settoriali innovano la lingua stessa portandola ad esprimere sempre nuovi significati senza dover ricorrere a perifrasi. Quando il termine italiano esiste, lo preferisco, ma al contempo, preferisco usare un lessema straniero se mi permette di evitare parafrasi che renderebberoil messaggio più difficile di quello che dovrebbe essere o che vorrei.
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Ottorino
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Messaggio da Ottorino »

Quindi i sacri "80 caratteri" degli "editors" son gia' troppi ?
Scorcio senz'altro, anche se con 5 caratteri in più non la vedo tragica.

Sono d'accordo con la nefandezza del "testo liquido". Gli a capo automatici degli editor mi fanno venire il malditesta.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Messaggio da valhalla »

Ottorino ha scritto: martedì 28 aprile 2020, 16:20 Quindi i sacri "80 caratteri" degli "editors" son gia' troppi ?
Scorcio senz'altro, anche se con 5 caratteri in più non la vedo tragica.
beh, se si parla di codice sorgente di programmi è raro che tutte le righe arrivino costantemente all'ultima colonna (anzi, c'è molta varietà nelle lunghezze, di solito). Se non ricordo male nelle email la lunghezza di riga consigliata dalla netiquette è 72 caratteri (o erano 74?); anche lì le ragioni sono storiche piuttosto che tipografiche, ma il risultato è una buona approssimazione dell'ideale, soprattutto considerando che questi sono valori massimi e non medi.

Comunque il numero 66 è una lunghezza media, le righe di testo non hanno (quasi) mai la stessa lunghezza e non è che una riga da 67 lettere improvvisamente diventa illeggibile: una da 86 comincia a stancare di più, una da 106 ancora di più e a salire…
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Messaggio da maylota »

Temo di essere quasi del tutto OT, ma io ho notato che da qualche anno faccio veramente fatica a capire bene i testi scritti a mano. Nel mio ambiente di lavoro sono ormai veramente rari, anche perchè l'ossessione "paperless" ti fa vergognare anche solo di avvicinarti alla stampante e se non hai documenti su carta è dura che qualcuno ci scriva sopra una nota... Fuori dal lavoro e tralasciando le mie note e la lista della spesa di mia moglie (che non fa testo perchè è da sempre che faccio finta di non capire la grafia), le occasioni di decifrare la grafia altrui son sempre più scarse.

Come iscritto da poco e per giunta chiuso in casa dal virus, sto leggendo molti dei thread di questo forum e l'ho notato nelle prove delle penne: appena si esce da "the quick brown fox...", faccio fatica.

Come detto prima, perdonate l'OT.
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Messaggio da jebstuart »

Sono assolutamente d'accordo con quanto scritto da Hiroshi.

Se mando una mail nella quale (pur facendo la massima attenzione ad una costruzione sintattica snella ed essenziale e ad una lunghezza dello scritto che non ecceda le 15-20 righe) non mi limito semplicemente a riferire ma tento di argomentare, in oltre la metà dei casi le risposte che ricevo rivelano che l'interlocutore o non ha letto tutto il testo oppure l'ha letto ma non ha colto diversi passaggi.
Dal momento che nel mio lavoro la maggioranza degli interlocutori ha cultura post-universitaria, non credo che si tratti di una limitazione di comprensione, ma di una vera e propria pigrizia nel leggere.
Di contro, tutti comprendono e rispondono ai WhatsApp, per quanto minimalisti e spesso criptici. Ma si sa che un messaggino consta in media di una decina di parole.

D'altra parte, ricordate le pubblicità degli anni 60 e 70? Erano veri e propri cortometraggi, con una sceneggiatura ed un fitto parlato.
Paragonateli alle attuali clip, ad esempio, dei profumi. Una serie di disordinate ed incalzanti immagini ad alto contenuto emotivo (culturisti con ali da angelo, donne con la coda, sirene che saltellano sul bagnasciuga, centauri che scagliano improbabili frecce verso l'orizzonte) in cui non c'è manco una parola se non, alla fine, una voce roca che dice qualcosa di incomprensibile in francese...

I pubblicitari hanno capito bene che oggi nessuno vuole pensare, e la parola - scritta o parlata - va decrittata. Troppa fatica.
Meglio subire le immagini, in una specie di stupro mentale.
Mauro
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Messaggio da Miata »

Io sono ancora più pessimista di voi; il problema per me non sta solo nella lettura, ma nella soglia di attenzione.
Essendo oggi sempre più bombardati da colori, musica, video in HD, 4k, 5G (no scherzo dai) la "semplice" realtà rischia di diventare troppo poco per il nostro cervello, per esserne rapito e restare concentrato. Un po' come chi è abituato a mangiare cibi molto sapidi e trova insapore gli ortaggi e le verdure.

P.s. nelle e-mail di lavoro, ogni tre domande fatte, ricevo risposta a una e mezza.
Florinda
"Non abbiate nelle vostre case nulla che non sapete essere utile o che non ritenete essere bello" William Morris
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