Buongiorno, questo è quello che vedo dalle finestre della soffitta, l'effetto reticella è dovuto alla zanzariera. Nella zona dove manca l'erba ho riportato della terra per aggiustare la pendenza, adesso con le piogge lei ricrescerà in fretta. Ometto il quarto lato per rispetto del vicino ma vi assicuro che è altrettanto verde. Fra un po' i gelsomini cominceranno a spandere il loro profumo come pure le acacie e i tigli.
mandi
Riccardo
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie (G.U.)
Silemar ha scritto: ↑sabato 2 maggio 2020, 9:16
Se continuate a mostrare queste foto, badate che pubblico quella del mio corpulento dirimpettaio in mutande e canotta!
Enrica
"Non essere mai codardo o crudele. Cerca di essere sempre gentile, ma non smettere mai di essere buono." Doctor Who
Costretti per anni a reiterare esperienze di cui in molti avrebbero fatto volentieri a meno, eccoci qui, primo maggio del 2020, terz’ultimo giorno di fase Uno del calendario pandemico, ad ammirare il nulla siderale dell’ennesimo Ponte festivo andato a male, sprecato, gettato al vento.
D’altronde, ai tempi remoti del pre-distanziamento sociale, quando era proprio impossibile evitare i break aziendali, chi non ha mai provato risentimento sociale per il collega che ai primi di gennaio ti braccava e tra un caffè alla macchinetta, chiedeva a bruciapelo: e tu tra Pasqua e primo maggio che farai? Pronto a sciorinare la sua combinazione vincente mare/monti a schema libero. Un Bartezzaghi del desiderio vacanziero che poteva portare i veri professionisti a unire le Pasque “alte” con i due giugno della Repubblica. Poi, un passetto e l’estate era fatta.
E pazienza se le Pasquette, i 25 aprile, i primi maggio era tutto un partire intelligente, un cercare parcheggio anche abusivo, un prenotare tavoli vista mare “è l’ultimo però, signore, non so se riesco...”, un confermare notti con colazioni bio e a km zero. Pazienza se, non avendo organizzato nulla per tempo, ti svegliavi ansioso.
Erano quelli i giorni dei Ponti da realizzare a tutti i costi, derogando dalle procedure quotidiane, per poi tornare - spesso distrutto e lievemente impoverito - al quotidiano che allora, prima che un pipistrello inconsapevole giocasse col nostro destino, in molti disprezzavano e cercavano di fuggire. Era il regno dei “bollini rossi sulle autostrade”, dei servizi tg sui “primi bagni a Mondello”, o “in Salento” e delle ultime nevi dove “ancora si scia”, oppure delle “città d’arte”.
Era il reame infido e velenoso del Super Ego, a cui oggi, che responsabilmente siamo liberi di non fare nulla, di fissare uno scorcio domestico davvero amato, un parchetto urbano o un taglio di tetti da una finestra dimenticata, si oppone, per il bene sanitario di tutti, il vituperato e mai tanto agognato Super Stato.
non è mia, ma è buona lo stesso (sempre parlando di finetre).
Umberto
Se la democrazia declina è perché la lasciamo declinare. Benedetto Croce