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Fumetti, che passione!

Per fare due chiacchiere insieme su argomenti vari
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tomcar
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Messaggio da tomcar »

Miata ha scritto: mercoledì 10 giugno 2020, 7:42
calli1958 ha scritto: martedì 9 giugno 2020, 23:14 Non dico affatto che non sia arte...molto più semplicemente è un'arte che non mi piace. Non è che tutto ciò che è definito arte debba per forza piacere, non credi?
Una premessa: non prendere il mio intervento come un tentativo di farti dire "ok, forse mi potrebbero piacere anche i manga" perché non è questa la mia intenzione, anzi!

Mi premeva però specificare a chi non li conosce, una distinzione tra i vari fumetti giapponesi, al solo scopo di informativo.

Il termine manga (immagini divertenti), identifica i fumetti giapponesi da cui derivano anche molti dei cartoni animati (anime). Non ci addentriamo nei vari sottogeneri perché sono fin troppi.
Ma esistono anche i gekika (immagini drammatiche) che sono fumetti per adulti, e con questa definizione si intende fumetti le cui tematiche abbracciano problemi sociali, o storie violente e drammatiche, e che negli anni '60 erano quasi uno strumento di protesta politica.

Allego tre tavole per rendere l'idea di quanto possano essere differenti i vari fumetti giapponesi.
Esasperando il paragone, dico che anche Cocco Bill è italiano ma non somiglia ad un Dylan Dog.


dragon ball.jpg
Qui la resa della dinamicità ha un ruolo chiave (non che la compessità della trama sia da meno).


l'uomo che cammina.jpg
Notare la cura dei dettagli degli sfondi e delle ambientazioni. In questa opera in particolare, sono quasi assenti i dialoghi.


L'uomo senza talento.jpg
Gekika. Per essere questo tipo di magaka non serviva nemmeno particolare bravura o tecnica, era il contenuto quello che contava.
Come dice Miata, giudicare un media in generale non è possibile. Sarebbe come dire “non mi piace il cinema” solo perché si sono visti solo i film dei Vanzina.
Manga definisce il media. Come da noi la parola “fumetto” o “teatro”. All’interno dei quali sono presenti infiniti generi e stili narrativi. In Giappone la cultura fumettistica permea la società molto più della nostra: tutti leggono manga, ognuno ha il suo genere. Si parla di milioni e milioni di copie vendute ogni settimana. In Europa e negli USA non sono nemmeno lontanamente diffusi come in Giappone. Certo è che i loro fumetti, come è normale che sia, sono molto ancorati alla loro cultura e ai loro stili narrativi quindi è abbastanza normale che qualcuno li senta “lontani da sè” e ci si accosti ad essi con estrema difficoltà e perplessità. A me che amo molto il cinema, ad esempio, non piace il cinema indiano popolare.
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Messaggio da calli1958 »

Miata ha scritto: mercoledì 10 giugno 2020, 7:42

Mi premeva però specificare a chi non li conosce, una distinzione tra i vari fumetti giapponesi, al solo scopo di informativo (distinzione che mi pare di capire tu conosca già)

Il termine manga (immagini divertenti), identifica i fumetti giapponesi da cui derivano anche molti dei cartoni animati (anime). Non ci addentriamo nei vari sottogeneri perché sono fin troppi.
Ma esistono anche i gekika (immagini drammatiche) che sono fumetti per adulti, e con questa definizione si intende fumetti le cui tematiche abbracciano problemi sociali, o storie violente e drammatiche, e che negli anni '60 erano quasi uno strumento di protesta politica.

Allego tre tavole per rendere l'idea di quanto possano essere differenti i vari fumetti giapponesi.
Esasperando il paragone, dico che anche Cocco Bill è italiano ma non somiglia ad un Dylan Dog.


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Gekika. Per essere questo tipo di magaka non serviva nemmeno particolare bravura o tecnica, era il contenuto quello che contava.
Ti ringrazio per la precisazione e per le tre tavole di esempio, che mi offrono l'opportunità di spiegarmi meglio (considerato che non ho conoscenza dei fumetti giapponesi), lasciando da parte la valutazione artistica:
- la prima tavola è esattamente il tipo di "manga" che personalmente mi irrita (solo a vederlo) per tutte le sue componenti: tipo di personaggi disegno, fisionomie, dinamicità, ecc., tutto insomma!
- la seconda tavola non mi attrae ma è digeribile; dipenderà poi dall'insieme se è di gradimento (tratto, storia, ecc.)
- la terza tavola è neutra (come dici tu, dipenderà dalla storia) ma se devo scegliere fra le tre opterei sicuramente per questa.
Naturalmente la mia è un'opinione assolutamente personale, non un giudizio sul "valore" di questo genere di fumetti: per fortuna le persone sono di tanti tipi e... i fumetti anche, così si può scegliere ;)
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Messaggio da schnier »

Ma Dylan Dog? Non piace a nessuno?
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Messaggio da Miata »

schnier ha scritto: sabato 13 giugno 2020, 13:18 Ma Dylan Dog? Non piace a nessuno?
A me! Ho letto la collezione di mio fratello, che da bambina guardavo con timore. In realtà mi sono fermata poco dopo il n°50 (mi pare)...
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Messaggio da blaustern »

AinNithael ha scritto: martedì 9 giugno 2020, 22:40 Ehm... sebbene creda di capire cosa intendevi, io non accosterei "banalmente" ai disegni di "Topolino". Come hai scritto, Hiver77, erano e sono riconoscibilissimi e alcuni avevano (e hanno, es. Silvia Ziche) un tratto strepitosamente espressivo nonostante "la gabbia" dei personaggi.
Silvia Ziche! 😍
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Messaggio da thepanz66 »

personalmente, tra i tanti, apprezzo la scuola argentina, portata in Italia dall'editoriale Eura (Lanciostory, Skorpio), che ha anche introdotto dei mensili negli anni '90 molto interessanti (Comic Art, l'Eternauta (dall'omonima storia)):

di questi menzione d'onore allo sceneggiatore Wood, che in accoppiata con il disegnatore Gomez ha segnato i tratti migliori della storia di Dago, ambientata nel 1500.

particolare menzione d'onore al "nostro" Milo Manara,

per affetto ricordo negli anni '70 (io sono del 66), i Supereroi pubblicati in Italia dall'editoriale Corno. (disegnatori Buscema, Kirby, sotto la regia del grande Stan Lee).

questi sono i primi che mi vengono in mente, grandi esponenti di un mondo meraviglioso :clap:
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Messaggio da tomcar »

Eternauta, Lancio Story e successivamente Comic Art hanno portato in Italia veri e propri capolavori assoluti. Pubblicati in modo alquanto discutibile, ma senza di loro non li avremmo probabilmente mai letti. Altri tempi, nei quali andava bene pressoché tutto. L’importante era riuscire a leggerli. Aggiungerei la rivista Linus, nel suo genere, sicuramente innovativa e fondamentale. La Rizzoli stessa, nonostante abbia massacrato editorialmente diversi capolavori come Watchmen di Alan Moore o The Dark Knight Returns di Frank Miller, ha formato lettori e operatori del settore pubblicando grandi maestri e opere che sono rimaste nella storia del fumetto. Menzione speciale per l’editore Cenisio che ha avuto il merito di farmi conoscere gli eroi DC Comics che oggi mi garantiscono sostentamento economico 😂
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Messaggio da AinNithael »

E Alter Alter. Dentro a Linus o ad Alter ho conosciuto Watchmen. E Metal Urlant, e... Mamma mia... tempi meravigliosi
L'edicolante mi faceva un regalo a Natale (non scherzo)
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AinNithael ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 15:37 E Alter Alter. Dentro a Linus o ad Alter ho conosciuto Watchmen. E Metal Urlant, e... Mamma mia... tempi meravigliosi
L'edicolante mi faceva un regalo a Natale (non scherzo)
Bravo a ricordarlo. Pensa che io ci ho passato talmente tanto tempo in edicola che ho finito per lavorarci. 😂
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tomcar ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 21:05
AinNithael ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 15:37 E Alter Alter. Dentro a Linus o ad Alter ho conosciuto Watchmen. E Metal Urlant, e... Mamma mia... tempi meravigliosi
L'edicolante mi faceva un regalo a Natale (non scherzo)
Bravo a ricordarlo. Pensa che io ci ho passato talmente tanto tempo in edicola che ho finito per lavorarci. 😂
E fai regali a Natale a chi ogni mese ci lascia come me all'epoca, mezzo stipendio in fumetti? :-)
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Messaggio da Polemarco »

Pensate che infanzia difficile: i miei non volevano che leggessi fumetti !
Solo libri.
Roba da Tribunale per i Minorenni con sospensione immediata della responsabilità genitoriale (allora si chiamava patria postestà, poi potestà parentale)
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AinNithael ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 22:40
tomcar ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 21:05

Bravo a ricordarlo. Pensa che io ci ho passato talmente tanto tempo in edicola che ho finito per lavorarci. 😂
E fai regali a Natale a chi ogni mese ci lascia come me all'epoca, mezzo stipendio in fumetti? :-)
Beh poi sono finito a fare fumetti per la Panini, ma dopo molti anni. Sì faccio regali a Natale ma li pago come tutti, con un po’ di sconto, ma li pago 😂
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Polemarco ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 23:28 Pensate che infanzia difficile: i miei non volevano che leggessi fumetti !
Solo libri.
Roba da Tribunale per i Minorenni con sospensione immediata della responsabilità genitoriale (allora si chiamava patria postestà, poi potestà parentale)
Polemarco
No, terribile! :o
Certe cose non le capisco, se uno legge, in genere legge di tutto, al limite è questione di trovare il libro/genere "giusto".
Quindi perchè negare i fumetti ad un bambino? Almeno avrebbero potuto concederti un'oretta al giorno di svago e il resto libri...
Ti sei rifatto "da grande"?
Chiara

"Una grande scoperta risolve un grande problema, ma nella soluzione di qualsiasi problema c'è un pizzico di scoperta."
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Polemarco ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 23:28 Pensate che infanzia difficile: i miei non volevano che leggessi fumetti !
Solo libri.
Roba da Tribunale per i Minorenni con sospensione immediata della responsabilità genitoriale (allora si chiamava patria postestà, poi potestà parentale)
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Cavolo. Avevo qualche compagno di classe nella tua stessa situazione. I genitori consideravano i fumetti come sciocchezze da evitare. Non dev’essere stato semplice.
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Messaggio da Polemarco »

A tutto si accompagnava il divieto della lettura di autori stranieri non tanto per un malinteso senso di italianità ma per evitare i traduttori non sempre all’altezza. E un disinteresse totale per la musica e il calcio. Insomma: a dieci anni avevo letto tutta l’enciclopedia Conoscere. In seconda elentare quando la maestra ci disse di scrivere uno strumento che iniziava con la T io scrissi “termocauterio” (ero terrorizzato dall’appendicite) e poi le spiegai come si adoperava durante l’operazione chirurgica. La maestra chiamò mia madre e le disse che si doveva preoccupare ... 😂
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