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La scrittura nella scuola italiana

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enricovp
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Messaggio da enricovp »

Buongiorno a tutti,
a causa di un cambio lavorativo ho ripreso più in mano la penna e adesso ho cinque lamy (da F a 1.9) e un'Aurora 88 big :lol:
Complice un corso di calligrafia per migliorare la mia cacografia, ho iniziato a leggere in merito all'insegnamento della scrittura nella scuola italiana.
Ho iniziato nel 1990-91 in una scuola confessionale e vi è stata una progressione matita-penna cancellabile-stilografica; insegnamento, il corsivo inglese ma dritto, non inclinato.
Voi? Qual'è la vostra storia di apprendimento della scrittura?
Un caro saluto
Enrico
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Massimo59
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Messaggio da Massimo59 »

Non so cosa risponderti, o meglio, ai miei tempi, anni 60, a scuola si scriveva con il pennino nella cannuccia e l'inchiostro nel calamaio del banco, che la maestra di volta in volta rabboccava. I più fortunati, come me, avevano una stilografica; la mia, una Pelikan 120 ereditata da mio fratello, che spesso perdeva macchiando fogli, quaderni, banco e grembiule. C'era il voto nella bella scrittura, e personalmente penso che sia stato un guaio toglierlo.
enricovp
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Messaggio da enricovp »

Massimo59 ha scritto: lunedì 19 ottobre 2020, 19:59 Non so cosa risponderti, o meglio, ai miei tempi, anni 60, a scuola si scriveva con il pennino nella cannuccia e l'inchiostro nel calamaio del banco, che la maestra di volta in volta rabboccava. I più fortunati, come me, avevano una stilografica; la mia, una Pelikan 120 ereditata da mio fratello, che spesso perdeva macchiando fogli, quaderni, banco e grembiule. C'era il voto nella bella scrittura, e personalmente penso che sia stato un guaio toglierlo.
sono perfettamente d’accordo, penso che l’insegnamento della calligrafia sia fondamentale...
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jebstuart
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Messaggio da jebstuart »

Scrivevo anch'io con la cannuccia, fino alla seconda elementare. Ed erano punizioni corporali se non si scriveva bene, o almeno se non si dava l'idea di tentarci.
Inutile censire quello stile educativo col senno di oggi. Era un'altra Italia.
Alcune piccole cose potevano e dovevano essere salvate, però, dalla smania di progresso. E sicuramente il bel scrivere (nella sostanza e nella forma) con esse.
Mauro
Egil
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Messaggio da Egil »

Io ho una storia molto più recente (purtroppo), essendo ancora studente, per poco si spera.
La mia storia con la scrittura è sempre stata abbastanza travagliata, ho iniziato con la matita per poi passare alla penna cancellabile ed infine le classiche biro, ma da quando in seconda ci hanno insegnato il corsivo, beh me ne sono innamorato.
Un innamoramento per la scrittura che molto velocemente mi hanno fatto passare, esigendo moltissimi temi che trovavo aridi e assai poco stimolanti.
Per fortuna al terzo anno del liceo ho avuto una professoressa che ha saputo farmi apprezzare la letteratura italiana come mai nessuno prima riaccendendomi quell'amore sopito per la scrittura.
Così leggendo il sommo poeta ho ripreso a scrivere per diletto, ma senza mai riuscire a modificare quella brutta grafia che ormai mi era diventata così naturale.
Qualche anno dopo, stanco dei crampi e delle penne usa e getta che non riuscivano a darmi quella soddisfazione che cercavo nello scrivere, ho preso in mano una stilografica di mio padre ed ho iniziato ad usarla senza bene sapere cosa realmente fosse.
Vedendo questa mia passione, mio padre decise di regalarmi quella penna ed entrai così in questo mondo.
Sono passati solo 3 anni da quando ho impugnato quella stilografica, ma piano piano sto ancora cercando di rendere la mia grafia soddisfacente, compito che sto trovando arduo non avendo più tante occasioni come prima per scrivere
Little
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Messaggio da Little »

La mia storia? Abbastanza triste visto che non c'è stata...
Non che non mi abbiano insegnato a scrivere... Ricordo le pagine piene di lettere e ricordo che in particolare la f mi stava antipatica... Il fatto è che la calligrafia è una cosa diversa e immagino non basti mettere un bambino davanti a delle lettere dicendogli di copiare il segno grafico per fargli capire come si scrive... Sbaglio?

La mia vera svolta c'è stata una volta finita l'università e una volta comprato e seguito un libro di calligrafia.. Prima non sapevo scrivere :(
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balthazar
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Messaggio da balthazar »

Little ha scritto: martedì 20 ottobre 2020, 8:11 Il fatto è che la calligrafia è una cosa diversa e immagino non basti mettere un bambino davanti a delle lettere dicendogli di copiare il segno grafico per fargli capire come si scrive... Sbaglio?

Spesso era proprio così che facevano :lol: Anche io fino alla quinta elementare ho usato cannuccia (che - non so perchè - chiamavamo astuccio) e pennino ad intinzione. Avevamo un quaderno di "bella scrittura" che non portavamo a casa ma che veniva custodito dalla suora in un armadietto chiuso a chiave che conteneva anche altri articoli di cancelleria, tra i quali la mitica bottiglia di inchiostro che serviva per i rabbocchi ai nostri calamai individuali. Poi, alle medie ed alle superiori, la biro ma mi sono sempre tenuto "attaccato" agli inchiostri usando tiralinee e penne tecniche dei miei fratelli maggiori per fare disegni. Ho poi studiato da geometra ... il CAD era ancora di là da venire :D La prima stilografica che acquistai - all'età di circa diciassette anni - fu una Sheaffer con fusto e cappuccio in acciaio che mi attirò per la bellezza del pennino ma che non volle - o non seppi far - mai scrivere bene. Il resto ... alle prossime puntate :D
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Tribbo
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Messaggio da Tribbo »

Anche io faccio parte della folta schiera di persone totalmente inabili alla scrittura intellegibile.... sempre usato la prima pennaccia disponibile e mai avuto la più piccola lezione di calligrafia

Ben ricordo i giudizi dei miei insegnanti in merito alla mia grafia nelle valutazioni dei miei dettati... "disordinato" pessima scrittura" e via discorrendo
Spiller84
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Messaggio da Spiller84 »

Mi iscrivo al club di "quelli con pessima grafia". Ho iniziato il mio approccio al corsivo con quelle odiose Replay cancellabili beige. Più scorrevole un qualsiasi pezzo di legno intinto nell'inchiostro.

Ho sempre avuto una scrittura in antitesi col mio modo di essere, la mia grafia è nervosa, piccola e spigolosa. Con le stilografiche mi piace molto scrivere, ma mantengo la pessima grafia, almeno usando pennini dal tratto più spesso sono costretto ad ingrandire la grafia, e mi vale come allenamento.

I commenti dei prof a scuola sui miei temi erano riassumibili a "ottimo contenuto, ma che fatica leggere". Invece, per la matematica era la grafia perfetta. Mi sono poi laureato in lingue, sforzandomi di scrivere in maniera leggibile agli esami, o abbandonando il corsivo.
Mi sarebbe proprio servito l'insegnamento della calligrafia come si faceva una volta a scuola.
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

Io ho iniziato, nel 1969, con la biro. In Italia non c'era la stessa situazione ovunque, ma a Taranto (la città dove sono nato) le scuole adottarono le biro molto presto: nel 1966 so per certo che da noi già si usavano, forse prima, ma non ho dati.
In ogni caso, in terza elementare ebbi la prima stilografica, caricamento a stantuffo (molto semplice), cappuccio in lamierino leggero e pennino con punta ritorta. Ricordo che rimanevo quarti d'ora a guardare in trasparenza l'inchiostro blu nel serbatoio, che mi sembrava la cosa pìù bella del mondo. Di tanto in tanto mia mamma mi richiamava con un "finisci i compiti, sogni dopo".
Ho sempre avuto una grafia decente, assolutamente ben leggibile. Ho sempre alternato il corsivo con alcune varianti, quando l'ho ritenuto necessario o vantaggioso ai fini della lettura. Ho sempre scritto indifferentemente con inclinazione o diritto, anche lì a seconda di ciò che ritenevo opportuno, mischiando eventualmente le due cose per motivi estetici ed espressivi (esempio, titoli sottolineati in caratteri diritti, corsivo inclinato).
Pur amando moltissime le stilografiche, non disdegno altri tipi di inchiostro, che posso scegliere se la qualità della carta usata me lo suggerisce: personalmente trovo più gradevole una pagina scritta con inchiostro biro piuttosto che una fatta di carta non adatta sulla quale ci si ostina a usare la stilografica, snaturando tratto e resa dell'inchiostro. Per le biro e le gel ho le mie preferenze, ma sono piuttosto elastico: devono semplicemente scrivere bene, e apprezzo penne anche molto economiche.
Non uso i roller tradizionali: se posso permettermi un inchiostro liquido, allora mi serve una stilografica, non un roller.
:wave:
L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
enricovp
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Messaggio da enricovp »

Grazie per aver condiviso le Vostre esperienze. Ricordo un’attenzione (ma relativamente blanda) alla grafia. Unica pretesa, l’uso della stilografica dalla II o III elementare. I banchi erano “antichi” con ancora i buchi per i calamai. Mi ricordo sempre la definizione della mia grafia come quella di una gallina zoppa :shifty: però che splendido lavoro deve essere il Maestro elementare non fosse che è così poco riconosciuto (e, secondo me, il/la maestro/a unica non era poi così male). Oggi mi pento di quando, in allora, c’era tempo per essere attenti alla grafia mentre oggi è tutto uno scrivere di corsa
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