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Celluloidi italiane

Inviato: venerdì 2 giugno 2017, 16:15
da fufluns
Celluloid Italian pens ©FP.jpg
Guardo queste bellissime celluloidi “Made in Italy” e mi rammarico per non aver contribuito maggiormente in passato al successo commerciale della Omas, acquistando qualche penna in più. Ricordo quando, con la azienda già in difficoltà, uscì la bellissima Ogiva in celluloide Arco, disponibile con una varietà di pennini, tra i quali uno extra-flessibile. Mi pare ricordare che costasse, nuova, intorno ai 600 Euro. Certo non era una penna economica, ma oggi, pochi anni dopo la sua uscita e dopo il fallimento di Omas, vedo vendere in rete la Omas Ogiva Arco a piú di 1000 dollari, senza fiatare. Non posso fare a meno di chiedermi, come comunità, per quale ragione, se siamo disposti oggi ad acquistarla per 1000 Euro, non abbiamo acquistato queste bellissime penne quando valevano – nuove di zecca – la metà, e avremmo così sostenuto l’impresa bolognese.

Guardo la celluloide di incredibile bellezza della Montegrappa Extra, in bambù, in tartaruga… Montegrappa ha fatto penne di straordinarie celluloidi rosse, blu, gialle!!!, turchesi, arancioni, marmorizzate. Colori unici e bellissimi. Mi chiedo se non sia il momento di appoggiare Montegrappa perché non dobbiamo, tra qualche anno, rimpiangere non averlo fatto, e non avere allora soldini a sufficienza per comprare una Extra 1930 divenuta rara…

Cito Montegrappa perché ne conosco i prodotti, ma vi sono altre aziende in Italia che producono penne dalla fama straordinaria, delle quali come comunità dovremmo essere patrocinatori.

Chissà, quest’anno, o l’anno prossimo, se sarò stato bravo, se mi sarò comportato bene, potrei concedermi il lusso straordinario di una Montegrappa Extra Otto: mi piace molto quella fatta con una celluloide che chiamano “Linee brillanti”, una specie di Arco in grigio…

Celluloidi italiane

Inviato: venerdì 2 giugno 2017, 16:31
da musicamusica
Magnifiche !

Celluloidi italiane

Inviato: venerdì 2 giugno 2017, 18:04
da DerAlte
fufluns ha scritto:Non posso fare a meno di chiedermi, come comunità, per quale ragione, se siamo disposti oggi ad acquistarla per 1000 Euro, non abbiamo acquistato queste bellissime penne quando valevano – nuove di zecca – la metà, e avremmo così sostenuto l’impresa bolognese.
«Noi non apprezziamo il valore di ciò che abbiamo mentre lo godiamo; ma quando ci manca o lo abbiamo perduto, allora ne spremiamo il valore.»
William Shakespeare, Much Ado About Nothing, 1599

Celluloidi italiane

Inviato: venerdì 2 giugno 2017, 21:48
da Colombre
Tu hai ragione. Per quanto mi riguarda sono semplicemente entrato troppo tardi in questo fantastico mondo. :oops:

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Inviato: sabato 3 giugno 2017, 12:57
da fab66
Io forse vado controcorrente, non so..... però a me sembravano molto care già in partenza, come se fossero destinate ad un mercato di nicchia, ma magari ero io che in quel momento non ero pronto.......
E comunque poi, quando ho fatto il primo passo "importante", ho preferito le celluloidi d'epoca, sinceramente è tutta un'altra sensazione usarle.

Celluloidi italiane

Inviato: sabato 3 giugno 2017, 13:21
da DerAlte
fab66 ha scritto:Io forse vado controcorrente, non so..... però a me sembravano molto care già in partenza, come se fossero destinate ad un mercato di nicchia, ma magari ero io che in quel momento non ero pronto.......
Perfettamente d'accordo, il problema è che con buona probabilità non ci sono i numeri, prima che il mercato degli strumenti di scrittura fosse inondato dalle biro a basso costo, la stilografica, anche nella sua declinazione economica, era l'unico strumento di scrittura pratico.
Oggigiorno non è più così, le aziende hanno numeri striminziti ed i costi fissi (oggi guarda caso è il tax freedom day) vanno spalmati sui prodotti.
Vista in quest'ottica le penne Omas, forse, non erano poi così care, anche se probabilmente il cliente finale trovava il valore intrinseco sproporzionato rispetto al prezzo.
Nicolò

Celluloidi italiane

Inviato: domenica 4 giugno 2017, 21:32
da Giotto
Colombre ha scritto:Tu hai ragione. Per quanto mi riguarda sono semplicemente entrato troppo tardi in questo fantastico mondo. :oops:
Lo stesso per me.
Certo, una cifra in più sullo stipendio avrebbe aiutato ;)

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Inviato: lunedì 5 giugno 2017, 11:33
da grafomane
Le penne della foto sono effettivamente spettacolari... però qui si parla di alcune centinaia di euro come se fossero bruscolini... capisco che un acquisto oculato è anche un buon investimento, oltre alla soddisfazione di aver acquistato un oggetto bello e di qualità, e di aver sostenuto un'azienda italiana in un momento difficile. Però ci vorrebbe un secondo stipendio da destinare solo a queste cose, per quel che mi riguarda...

Celluloidi italiane

Inviato: lunedì 5 giugno 2017, 17:04
da fab66
Sul buon investimento riguardo le penne moderne ho i miei dubbi....... salvo casi eclatanti ovviamente (Hemingway uscita ad 800.000 mila lire ed ora venduta anche sui 2000 euro...).
Il problema è che non tutte le L.E. poi tengono il mercato, senza considerare come già scritto che non è che tutti hanno uno stipendio da dedicare a penne o altri vizietti :wtf:

Celluloidi italiane

Inviato: lunedì 5 giugno 2017, 17:47
da DerAlte
fab66 ha scritto:Sul buon investimento riguardo le penne moderne ho i miei dubbi....... salvo casi eclatanti ovviamente (Hemingway uscita ad 800.000 mila lire ed ora venduta anche sui 2000 euro...).
Il problema è che non tutte le L.E. poi tengono il mercato, senza considerare come già scritto che non è che tutti hanno uno stipendio da dedicare a penne o altri vizietti :wtf:
Concordo, ma poi si acquista per piacere o per calcolo o speculazione?
Ma anche ad averlo uno stipendio da dedicare, poi ognuno si ritaglia delle priorità.
In passato ho avuto colleghi che hanno speso per le proprie passioni nei modi più disparati: chi ha acquistato biciclette da migliaia di euro e non riusciva a capacitarsi di chi non spendesse almeno 2000 euro, soglia sotto la quale, a suo dire, non si sarebbe potuto acquistare un mezzo performante, chi appassionato di fotografia, ha messo su un corredo Leica a cui ha aggiunto uno scanner Imacon dal prezzo proibitivo, chi patito di Hi-Fi, ha acquistato costosissimi amplificatori, una mia collega appassionata di ippica si è persino comprata un cavallo, e l'elenco potrebbe continuare.
L’acquisto di una penna da migliaia di euro potrebbe essere un’esperienza gratificante per una persona e folle per un’altra.
Nicolò

Celluloidi italiane

Inviato: martedì 6 giugno 2017, 15:12
da Max1266
In altri interventi ho gia' detto di essermi pentito di non aver acquistato le ultime OMAS Arco brown, che avevano un prezzo alto ma in linea con la concorrenza (tipo MB 146), purtroppo in quegli anni ero preso di piu' dagli orologi.
Il fatto che oggi si trovino alcune Arco in vendita a 1.000 e piu' USD e che si vendono non mi stupisce, perche' si tratta di un prodotto che non fanno piu', quindi chi la vuole la deve pagare.
Riguardo alle Montegrappa il discorso a mio avviso e' diverso; come ho scritto 2 giorni fa nel post Montegrappa Armonia, la Extra 1930 Bamboo e la Extra Otto L.E. Shiny Lines Grey sono penne che io acquisterei, se costassero la meta'. La qualita' delle 2 penne e' fuori discussione, ma il costo (rispettivamente 1.200 e 1.500 Euro) e' decisamente eccessivo.
Massimo

Celluloidi italiane

Inviato: giovedì 8 giugno 2017, 23:34
da Agente3
Hai preso in considerazione una celluloide Delta collezione Corsani?

Celluloidi italiane

Inviato: mercoledì 13 gennaio 2021, 15:54
da jackfountain
Che penne stupende

Celluloidi italiane

Inviato: sabato 3 aprile 2021, 1:24
da drepic
mi avete fatto sognare con questa bella discussione ed immagini di penne da sogno.
vorrei solo riprendere il discorso delle "passioni" . tranne se non si è un riccastro, quante bicilette ti puoi comprare ed usare? quante macchine fotografiche ti puoi comprare ed usare ? quindi alla fine si può spendere di più . ma a chi piacciono le penne, spesso ne ha decine e decine e continua a comprarne . è un esborso diverso, continuativo ed alla fine forse anche più oneroso .....

Celluloidi italiane

Inviato: sabato 3 aprile 2021, 13:36
da Bons
fufluns ha scritto: venerdì 2 giugno 2017, 16:15 Cito Montegrappa perché ne conosco i prodotti, ma vi sono altre aziende in Italia che producono penne dalla fama straordinaria, delle quali come comunità dovremmo essere patrocinatori.
Non sono madre Teresa di Calcutta (anche perché sarei dovuto essere albanese, buono, piccolino, magrissimo, donna, suora e pure morto) e la carità la faccio con chi ne ha bisogno e quando posso permettermelo.
Chi fa penne a prezzi da gioielleria può cavarsela da solo, e se non ce la fa... ca##i suoi.
Quando sono col qulo (TM Phrancesco ;) ) per terra, non è che Montegrappa o chi altri viene a darmi una mano.