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casi della vita e del commercio

Inviato: giovedì 14 marzo 2019, 11:13
da Linos
Mi è sempre piaciuta questa massima, l'ho letta per la prima volta anni fa su di un catalogo della Chronoswis, era riferita ai commessi, a maggior ragione è valida per i proprietari http://www.riccardoperini.com/marketing-sorriso.php

casi della vita e del commercio

Inviato: giovedì 14 marzo 2019, 12:12
da Stormwolfie
Ottorino ha scritto: giovedì 14 marzo 2019, 9:22 Provocazione per amor di discussione e sguardo "divertito" ovvero che diverge e vede le cose da altra prospettiva: ormai preferiamo interagire con un programma invece che con delle persone per quanto sgradevoli.
Effettivamente la tua considerazione mi lascia una sensazione di amarezza. Io preferisco di gran lunga i negozi fisici e le persone fisiche agli acquisti online. Se non ci fossero uno o due negozi di penne con persone favolose, qui a Roma sarebbe una tragedia. Mi dispiace che in posti "storici" che potrebbero vantare la frequenza di appassionati abbiano atteggiamenti che farebbero fuggire chiunque. Non ti nascondo che il negozio è talmente bello che insisterò affinchè la proprietà investa in un corso di crescita personale per i dipendenti:-)

casi della vita e del commercio

Inviato: giovedì 14 marzo 2019, 12:57
da sussak
Il problema di Milano credo sia duplice.
-Il negozio di cui parlavo all'inizio ha una storia quasi centenaria; può darsi che il personale, magari assunto molto tempo fa, ci sia invecchiato dentro ed accusi la stanchezza e la noia degli anni, per la ripetività delle giornate dietro il banco.
-la città si sta internazionalizzando con una velocità sorprendente; 30 anni fa ricordo che all'estero mi chiesero se era a nord od a sud di Roma. Oggi, fra turismo, moda, decine di migliaia di studenti con l'Erasmus, lo sanno anche a Vancouver dov'è; non tutti sono preparati a ciò, che comporta vantaggi e svantaggi. I rapporti, tipici di una vecchia e piccola città, si sono spersonalizzati. Il turn-over delle persone nei quartieri è impressionante (a casa mia abitavano 30 famiglie- la metà sono scomparse e, negli appartamenti rimasti vuoti, gli occupanti cambiano quasi tutte le settimane o mesi). Molti parlano spagnolo, arabo, cinese e capiscono poco sia dell'italiano che dell'inglese. Ed anche parte della creanza va a farsi benedire.

casi della vita e del commercio

Inviato: giovedì 14 marzo 2019, 13:59
da Monet63
Ottorino ha scritto: giovedì 14 marzo 2019, 9:22 Provocazione per amor di discussione e sguardo "divertito" ovvero che diverge e vede le cose da altra prospettiva: ormai preferiamo interagire con un programma invece che con delle persone per quanto sgradevoli.
Io preferisco sempre e comunque l'interazione con un altro umano, dal vivo.
Epperò mi trovo in un periodo della mia vita in cui ho vissuto ben più di quanto mi resti, sono diventato avaro di tempo, e quindi non tollero persone sgradevoli nella mia vita. Neppure vedo motivi, neanche uno, per aver a che fare con gente maleducata. Le persone maleducate sono come le penne che scrivono male: se ne trovi una che scrive bene ti rendi conto che le altre sono un'inutile spreco di tempo e voglia.
:wave:

casi della vita e del commercio

Inviato: giovedì 14 marzo 2019, 15:33
da sussak
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Epperò mi trovo in un periodo della mia vita in cui ho vissuto ben più di quanto mi resti, sono diventato avaro di tempo, e quindi non tollero persone sgradevoli nella mia vita. Neppure vedo motivi, neanche uno, per aver a che fare con gente maleducata. Le persone maleducate sono come le penne che scrivono male: se ne trovi una che scrive bene ti rendi conto che le altre sono un'inutile spreco di tempo e voglia.
:wave:
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L'hai letta oppure è tua? Ti vengono così bene? :)
Comincio a sentirmi un sopravvissuto, sono del 1943, la notte del gran consiglio.

casi della vita e del commercio

Inviato: giovedì 14 marzo 2019, 15:49
da Monet63
sussak ha scritto: giovedì 14 marzo 2019, 15:33 L'hai letta oppure è tua? Ti vengono così bene? :)
Comincio a sentirmi un sopravvissuto, sono del 1943, la notte del gran consiglio.
Sono sempre stato l'imperatore delle pinzellacchere. :D

casi della vita e del commercio

Inviato: giovedì 14 marzo 2019, 18:27
da Iridium
sussak ha scritto: giovedì 14 marzo 2019, 10:34 cut... Ora, quando entro per comprare, compro una merce ed un servizio.
cut
Provo un innato senso di ripulsa verso chi ostenta maleducazione e/o supponenza.
cut


Cordialmente
Umberto
sono completamente d’accordo ed è il motivo per cui a volte ho comprato qualcosa spendendo anche un po’ di più pur di farlo dove sono stato trattato con cortesia disponibilità e professionalità. Purtroppo per questa nostra passione non sempre quello che cerco è disponibile nel negozio in città e quindi mi sono rivolto on line, ma anche lì ho potuto notare la differenza tra negozio e negozio e anche una banale email può dare l’idea della persona che c’è dall’altro lato e quanta importanza dia al cliente. Se ne avrò la possibilità, sceglierò sempre di acquistare dove il cliente viene visto come una risorsa e non come un male necessario.

saluti
Fabio

casi della vita e del commercio

Inviato: giovedì 14 marzo 2019, 23:29
da Lamy
E pensare che io ho opinione opposta dei negozi menzionati: non mi piace il secondo, non mi dispiace il primo, preferisco comunque il terzo.
Saluti,
Lamy

casi della vita e del commercio

Inviato: venerdì 15 marzo 2019, 5:19
da sussak
Nel terzo non ci sono mai stato; sono fuori zona, dalla parte completamente opposta della città, e mi occorrerebbero tre mezzi e 45 minuti per arrivarci.

casi della vita e del commercio

Inviato: sabato 16 marzo 2019, 8:36
da domenico98
Se devo ringraziare un negozio per la mia passione per le stilografiche è proprio quel negozio nei dintorni di Cadorna. Ho vent'anni, appassionato di stilo da quando ne avevo sette, proprio quando dopo aver visto le sue vetrine non ho saputo resistere e sono entrato. Qualche anno dopo comprai sempre in quel negozio la mia prima vera penna, una Pelikan m150 carica non solo d'inchiostro ma soprattutto di ricordi, che ancora conservo come una delle mie penne preferite. Sono ormai anni che ogni due settimane mi paleso all'entrata di quel negozio, guardo sognante le vetrine ed entro, sapendo che quel che mi aspetta all'interno è molto di più. In tanti anni che lo frequento non mi sono mai sentito non ben voluto, i commessi, anzi le commesse (di uomo c'è solo il tecnico sempre nascosto nel retrobottega a sistemar penne) sono sempre disposte a perdere mezz'ora, un'ora per parlare e chiacchierare. All'inizio possono sembrare un po' freddi e distaccati, ma sono certo che frequentandoli emergerà la loro accoglienza e la loro autenticità. Mi spiace che non ti abbiano fatto una bella impressione, Umberto, come ho detto ricordo che all'inizio erano molto meno calorosi, soprattutto perché ero un ragazzino di quattordici anni che andava a stressarli periodicamente sottoponendo loro le cianfrusaglie che trovavo nei mercatini per pochi euro. Di certo non avrebbero avuto nessun vantaggio a dare ascolto ad un ragazzetto come me, ma lo hanno fatto, e grazie a loro oggi sono qui su questo forum. Non voglio assolutamente smentire la tua opinione riguardo a quel negozio, né obbligarti in nessun modo a cambiarla, che sia chiaro; questa è la mia esperienza con loro, e personalmente io li ringrazio. Ringrazio anche te Umberto per la tua opinione, il mio messaggio non ha assolutamentenulla di polemico, volevo solo comunicare il mio punto di vista. Buona giornata!

Lorenzo Domenico

P.S.: anche io adoro il negozio in via Dante, il signor Watanabe un giorno mi ha fatto un discorso meraviglioso sull'importanza della prospettiva personale nella fotografia (consigliandomi alcune analogiche per iniziare, che sto tentando di prendere), veramente uno splendido negozio!