SARATOGA Medium 1938

Foto e recensioni di Giorgio Fasciolo
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SARATOGA Medium 1938

Messaggio da Musicus »

L'inizio
Che sotto una coltre di luridume simile potesse celarsi una delle Regine della produzione italiana della seconda metà degli anni 1930, beh, chi non avesse letto davvero a fondo il nostro Wiki non avrebbe potuto nemmeno sospettarlo:
1. SM..jpg
ed è perciò che il 1° Maggio alle 9 suonate questo gioiello era ancora sui banchetti... :ugeek:
Per una cifra puramente simbolica (inferiore a quella della ridoratura della clip :mrgreen: ) ho potuto verificare che quello che sembrava ferro arrugginito era ottone lucente, ciò che sembrava acciaio era in realtà platino, quello che sembrava inchiostro ammuffito era, beh questo sì, inchiostro ammuffito... :lol:

La penna
SARATOGA MEDIUM in celluloide bicolore semitrasparente a righe bianche tornita da barra piena, pennino bicolore Saratoga in oro 585‰ platinato, parti metalliche a vista placcate oro, caricamento a sfiatatoio, produzione Italia 1938.
2. SM..jpg
Rimando il lettore al nostro formidabile Wiki per una completa introduzione al marchio SARATOGA:
https://www.fountainpen.it/Saratoga/it
Per parte mia mi limiterò ad osservare che l'anima tecnica e stilistica del progetto Saratoga fu l'Ingegner Edoardo Russo Webber (con un avo adottante inglese dalla storia molto interessante) che dal 1916 fino allo scoppio della II Guerra Mondiale (ed anche oltre, stando alle pubblicità) fu il Concessionario esclusivo della Parker per l'Italia. La Parker, giova ricordarlo, era uscita dalla grande depressione del 1929 come il massimo produttore mondiale di stilografiche...
Quando l'Ingegner Webber, con la straordinaria esperienza maturata (anche nella gestione della produzione in Italia dei pezzi di ricambio per la Casa madre americana), si decise a immettere sul mercato italiano penne marchiate con il suo nome, ebbene, non fece altro che prendere la penna di maggior successo mondiale dell'epoca (la Parker Vacumatic: https://www.fountainpen.it/Parker_Vacumatic) e rifarla, senza badare a spese.
Forte delle proprie conoscenze, Webber pretese (ed ottenne!) il meglio: l'eccellenza dei materiali (celluloidi consistenti, luminose e piacevolissime al tatto, ottone, oro e platino), un sistema di caricamento dedicato, pratico ed efficiente, e un design che si distinguesse dall'originale (le righe longitudinali erano una rarità e la clip piatta tassellata un tocco di autentica eleganza).

Il nome (noioso, saltare pure)
Saratoga è un toponimo del Nord America che deriva da una delle lingue dei nativi. Diverse sono le cittadine degli Stati Uniti che portano questo nome, ma una sola quella che ci interessa: Saratoga Springs, nella Contea di Saratoga, stato di New York, la città delle 3 H: History, Health, Horse racing.
La rilevanza storica è conseguenza della battaglia che gli insorti americani combatterono e vinsero contro le truppe regolari inglesi nel 1777, e che segnò il punto di svolta decisivo nella Guerra di Indipendenza: da qui il costante riferimento militare e patriottico che rivive nell'imposizione del nome Saratoga a navi da battaglia importanti (anche del futuro, come in Star Trek 8-) ).
A Saratoga Springs, rinomata località termale con sorgenti di acque minerali curative, dai primi dell'Ottocento si recavano a passare le acque le ricche famiglie newyorkesi. Con la ricchezza giunse anche il divertimento, e a Saratoga venne aperto il primo impianto sportivo americano, l'ippodromo della Race Course, nel 1865. Con le corse dei cavalli arrivò anche l'indotto delle scommesse ed il denaro continuò a scorrere... a fiumi.
3. Clubhouse and Grandstand. Postcard of Saratoga Race Course circa 1930-45. Photo via Boston Public Library.jpg
Nel 1937 uscì una pellicola dal titolo omonimo ivi ambientata, con Clark Gable e Jean Harlow nella sua ultima interpretazione.
4. SARATOGA mgm.jpg
4. SARATOGA mgm.jpg (46.93 KiB) Visto 3895 volte
Quale di queste possibili suggestioni colpì l'Ingegner Webber per indurlo alla scelta di un nome così insolito per il pubblico italiano, non è dato sapere: ovviamente trattandosi di una linea di stilografiche di lusso, il riferimento alla ricchezza e all'esclusività del luogo di villeggiatura e di divertimento è d'obbligo.
Evidentemente, la censura del regime che vigilava sull'italianità (nominale e di fatto, dopo il 1936 per la conquista dell'Etiopia si era in regime di sanzioni internazionali e di autarchia) non ravvisò una minaccia in questo nome non certo anglicizzante: e comunque, l'Ingegnere rassicurò tutti promuovendo la Marca come
Una nuova meravigliosa stilografica italianissima
e tanto bastò.

Per abusare ancora un poco della pazienza del lettore, espongo anche una mia teoria, ricavata dall'uso che si faceva, in pieno Ottocento soprattutto, del termine Saratoga: impiegato dalle famiglie benestanti per quella sorta di trasloco che era il trasferimento per la villeggiatura, il bagaglio prese il nome dalla agognata meta: ed ecco il "baule Saratoga", il più capiente e lussuoso degli articoli da viaggio per molti decenni, il "Saratoga trunk" (con effetto bicolore)!!
5. saratoga trunk.jpg
In questo modo, all'immagine del lusso possiamo anche accostare quella di una capacità di carico straordinaria, che nella stilografica (anch'essa "a righe") di Webber era garantita dal sistema di caricamento a sfiatatoio brevettato.

Le misure
Chiusa: cm. 13
6. SM..jpg
Cappuccio: cm. 5,7
7. SM..jpg
Fusto: cm. 12 (con pennino estratto cm.2)
8. SM..jpg
Con cappuccio calzato: cm. 15,5 (con pennino estratto cm.2)
9. SM..jpg
Diametro massimo (agli anellini): mm. 14
Diametro medio fusto: mm. 12
Diametro medio impugnatura: mm. 10
10. SM. four sides.jpg
Peso (a vuoto): gr. 20
Cappuccio: gr. 7
Fusto: gr. 13

Capacità: ml. 2,0


Continua....
Ultima modifica di Musicus il sabato 21 maggio 2016, 10:23, modificato 5 volte in totale.
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Messaggio da Musicus »

La celluloide
I commentatori non accennano al fatto che la bellissima celluloide impiegata per la costruzione della penna è in realtà di due tipi e di due colori differenti:
11. SM..jpg
- a righe bianco/perla opaco e marrone con trasparenza ambrata per il fusto,
- a righe bianco/perla opaco e grigio/blu opaco per il cappuccio.
12. SM..jpg
Questo inconfondibile dettaglio stilistico (cappuccio opaco e corpo trasparente, in due colori differenti) è ben visibile anche nell'esemplare di Maxima fotografato a pag.190 de "La Storia della Stilografica in Italia 1900-1950" di Letizia Jacopini e nell'unica altra Saratoga con celluloide a righe (Maxima o Medium che sia, ché il modello è uguale, cambiano solo leggermente le dimensioni, ad es. il diametro del fusto da 13 a 12 mm.) da me rinvenuta in rete.

Il cappuccio
1) La struttura
Il cappuccio ha forma tronco-conica leggermente bombata.
I fori di aerazione si aprono a mezza altezza, subito al di sotto del controcappuccio posto all'interno, in corrispondenza della punta della freccia, e sono in linea ma non simmetrici: due di essi sono ravvicinati ed offrono la possibilità di incorniciare la clip con un gradevole effetto di simmetria.
Il cappuccio si avvita al fusto compiendo un giro esatto sulla filettatura, consentendo così di allineare la Marca incisa sul fusto alla clip.
13. SM. cap x 2 - Copia.jpg
2) La testina
La sommità del cappuccio presenta una testina decorata "a gioiello", costituita da un piccolo cono in celluloide nera liscia (in realtà una sorta di funghetto) inserito in un perno che si avvita a trattenere una semicupola metallica, forata sulla sommità e dotata di una feritoia, che a sua volta tiene in posizione una clip ad anello (tipo washer).
14. SM..jpg
Il tutto ben disegnato e ottimamente realizzato con materiali di qualità ed accoppiamenti eccellenti.
3) La clip
Il fermaglio è di tipo "military" con «il Clip fissato in alto sul cappuccio in modo che la penna stia tutta nel taschino» (come recita il depliant pubblicitario!). Caratterizzato da una singolare ma seducente re-interpretazione piatta della freccia Parker, il fermaglio ha la coda piumata stilizzata in un rettangolo, nel quale sono ricavati dieci piccoli tasselli rettangolari disposti in orizzontale, quasi a contrastare le righe longitudinali della celluloide e a richiamare gli anellini decorativi...
15. SM..jpg
Davvero un insieme convincente, nel più puro ed elevato spirito del Déco...
Il piccolo rostro sul retro della punta di freccia artiglia il tessuto del taschino garantendo la sicurezza della stilografica trasportata.
4) La decorazione
Poco sopra al labbro, ove il cappuccio segna il massimo diametro della penna, troviamo una classica decorazione in metallo costituita da tre anellini (originariamente dorati) dello spessore complessivo di 3mm., inseriti perfettamente a filo della celluloide.

Il fusto
La linea del fusto è impercettibilmente affusolata.
All'estremità inferiore della penna, alla testina che abbiamo già descritto "risponde" il copri-fondello, che è un elemento svitabile a tronco di cono nella stessa celluloide del fusto, sormontato da un gioiello costituito da una semicupola in metallo nella quale è incastonato un piccolo cono di celluloide nera lucida. A differenza della testina, che comunque vuole richiamare, in esso la parte metallica ha un piccolo scalino, per bilanciare con una maggiore lavorazione le minori dimensioni.
16. SM..jpg
Un'altra scelta stilistica raffinata e convincente.
Ad una affascinante porzione centrale trasparente color ambra spetta il compito di mostrare il livello dell'inchiostro contenuto nel fusto della penna:
17. SM..jpg
attraverso le righe longitudinali bianco/perla che ne solcano la superficie si vede qualcosa di meno, ma in realtà molto di più ;) rispetto ad una semplice demonstrator...
18. SM..jpg
Al centro del fusto è presente la stampigliatura su due righe di uguale lunghezza:
Saratoga
PAT. ING. E. WEBBER & C.
19. SM..jpg
Saratoga è scritto in un bel corsivo rotondo, (con la linea della "S" che prosegue fino al formare il taglio della "t"): purtroppo, mi dovrete credere sulla parola: questo è il massimo che riesco a mostrare, con due foto... :shifty:


Continua....
Ultima modifica di Musicus il sabato 21 maggio 2016, 10:29, modificato 2 volte in totale.
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Messaggio da Musicus »

Il sistema di caricamento
Caricamento a sfiatatoio
https://www.fountainpen.it/Sistemi_di_c ... sfiatatoio
versione italica del Vacumatic di Parker elaborata (secondo Letizia Jacopini) dalla Ditta Nannelli e prontamente acquistata da Webber per aggirare il brevetto americano.
20. SM..jpg
Nell'alimentatore in ebanite è inserito un tubicino di circa 3 cm. di lunghezza e di 1 mm. di sezione interna, attraverso il quale il fusto potrà incamerare l'inchiostro risucchiato al suo interno, fino all'altezza del tubicino stesso.
21. SM..jpg
Il gruppo è formato da un gommino (che presto monterò) e da tre pezzi in ottone, tenuti insieme da una ghiera che si serra sul meccanismo facendo leva sulle due tacche segnate dalle frecce.
22. SM..jpg
Il pistoncino ha una escursione di 1,5 cm.
La quantità di inchiostro incamerabile è di 2 millilitri (equivalenti ad oltre 3 cartucce standard): un risultato di assoluto rilievo, specialmente per una medium size.

Il gruppo scrittura
1) La sezione, lunga solo 1,4 cm., è in ebanite lavorata in forma concava a delimitare elegantemente la zona utile per l'impugnatura.
2) L'alimentatore in ebanite ha la caratteristica forma "a scaletta". Ricordo che nell'alimentatore è inserita la cannuccia pervia per il sistema a sfiatatoio.
23. SM..jpg
3) Il pennino in oro 14 carati con foro circolare è marchiato:
SARATOGA
[PAT.] ING. E. WEBBER [& C.]
585 (in un rombo)

La decorazione bicolore individua una freccia d'oro, piatta con coda rettangolare, che richiama il disegno della clip. Il campo in cui è disegnata la freccia è stato sottoposto a procedimento di platinatura ed appare di colore argenteo.
24. SM..jpg
I pennini della linea top di gamma della Saratoga (Maxima e Medium) erano presentati come reversibili: potevano cioè scrivere nei due modi, anche con il lato secco, variando quindi il tratto. Sulla mia, in verità, non se ne sente davvero la necessità, avendo la punta principale un F molto preciso e piacevolmente flessibile.
25. SM..jpg
Conclusioni
Questa penna brilla ai miei occhi di una luce particolare: non mi stanco di guardarla, tenerla tra le mani, e naturalmente scriverci...
Alla passione di chi l'ha voluta e realizzata così bella, voglio dedicare riconoscente la foto ed il pensiero di commiato di questa recensione.

RCA Building di Raymond Hood, Rockefeller Center, New York, con in primo piano una scultura di Paul Howard Manship (anno 1935):
Prometheus che in luogo del fuoco oggi porge all'umanità... inchiostro e penna stilografica:
26. SM..jpg
«Prometeo, maestro d'ogni Arte, donò ai mortali il fuoco
che fu per essi il mezzo dei più grandiosi fini!
»

Grazie per l'attenzione! :thumbup:

Giorgio
kircher
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Messaggio da kircher »

Una meraviglia!
lucre
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Messaggio da lucre »

Penna straordinaria, una delle mie preferite in assoluto. Possedendone una maxima posso confermare che anche in questa taglia è presente quella
raffinata variazione di sfumature nelle righe del fusto e del cappuccio, che tu sei riuscito a cogliere eccezionalmente bene nella foto postata. Se la penna è bellissima ed elegante, la tua presentazione ( come di consueto) la racconta in modo meraviglioso. Grazie Giorgio
Luigi
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Messaggio da Musicus »

Ciao Kircher!! :thumbup:
kircher ha scritto:Una meraviglia!
Adesso davvero sì!! ;)

Giorgio
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lucre ha scritto:Penna straordinaria, una delle mie preferite in assoluto. Possedendone una maxima posso confermare che anche in questa taglia è presente quella
raffinata variazione di sfumature nelle righe del fusto e del cappuccio, che tu sei riuscito a cogliere eccezionalmente bene nella foto postata. Se la penna è bellissima ed elegante, la tua presentazione ( come di consueto) la racconta in modo meraviglioso. Grazie Giorgio
Luigi
Grazie a te, caro Luigi, per l'attenzione e la gentilezza!! :thumbup:
Allora direi che 4 penne, tra maxima e medium, su 4 fanno quasi una prova definitiva: la penna a righe era BICOLORE!!! :ugeek:
Oggi, se sei d'accordo, nasce ufficialmente il "Club Saratoga" su FountainPen.it !!! 8-)
A proposito di eccellenze, l'Ingegner Webber si era rivolto per la stampa del catalogo Saratoga allo stampatore più all'avanguardia dell'epoca: la Pizzi & Pizio (Milano, e dal 1936 anche Roma) che a partire dal 1920 produsse una buona parte dei manifesti pubblicitari e cinematografici stampati in Italia (l'ENIT nel 1937 affidò a loro la stampa della guida “Sports d’ hiver en ITALIE“).
il catalogo del lancio sul mercato del 1938 è pubblicato a colori quasi integralmente da Letizia Jacopini. Ma oltre al link segnalato dal Wiki ne ho trovato (ma senza le "mascherine" della PCA, Pen Collectors of America) un altro completo (b/n) al seguente indirizzo:
https://archive.org/stream/466SheafferC ... 0/mode/2up

:wave:

Giorgio
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Messaggio da asso580 »

Mi lasci ogni volta senza parole.
:clap: :clap: :clap:
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Messaggio da piccardi »

Che dire... grande penna, grande affare (a meno del prezzo della doratura???) e come sempre grande recensione (e relativa grande ricerca delle fonti). Ormai, purtroppo, si può solo essere scontati.

Simone
PS vado ad aggiornare i riferimenti...
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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Messaggio da Irishtales »

Superlativa come sempre: la penna, la recensione, la galleria di immagini :clap:
Grazie Giorgio...Musicus et Magister!
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
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Messaggio da Musicus »

asso580 ha scritto:Mi lasci ogni volta senza parole.
:clap: :clap: :clap:
Ciao Stefano, ti ringrazio per la tua gentilezza!! :thumbup:

Giorgio
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Messaggio da Musicus »

Irishtales ha scritto:Superlativa come sempre: la penna, la recensione, la galleria di immagini :clap:
Grazie Giorgio...Musicus et Magister!
:oops:
Grazie di cuore, carissima Daniela!!!
Ma adesso come faccio a pubblicare la risposta che avevo preparato per Simone, con i biechi trucchi del cacciatore?!? :?
Beh, tu potresti non leggerla, per favore... :angel:
:D

Giorgio
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Messaggio da Musicus »

piccardi ha scritto:Che dire... grande penna, grande affare (a meno del prezzo della doratura???) e come sempre grande recensione (e relativa grande ricerca delle fonti). Ormai, purtroppo, si può solo essere scontati...
Grazie Simone!! :thumbup:
Le ricerche sono la metà esatta del piacere, per me. Scrivo tutto quello che mi piacerebbe leggere in una recensione, fotografo anche i dettagli che mi piacerebbe vedere per bene (che fanno sempre la differenza) e mi lascio prendere volentieri la mano dai richiami della vera Arte e dell'Architettura. Insomma, mi diverto molto, e spero che si senta...

Quanto al prezzo della doratura: a me fanno 10 Euro.
Quando si va a caccia al mercatino si dovrebbe fare come in un filmetto degli anni 1980 (credo): Mr. Crocodile Dundee... Alcuni tipacci avrebbero voluto rapinare il nostro eroe con un coltello, al che lui aveva estratto una mezza scimitarra esclamando:
"- Quello è un coltello?? Questo è un coltello!!" 8-)
Mi spiego.
Al mercatino sarebbe buona norma portarsi sempre dietro una bella penna della propria collezione: al tentativo di rapina del banchettaro si dovrebbe potergli mostrare la propria stilografica e far appassionatamente notare le differenze (tanto le penne al mercatino sono tutte per lo meno sporche).
In questo modo, l'affare non è assicurato (anche se mooolto probabile), ma la soddisfazione di ristabilire un minimo di proporzioni nella valutazione, beh, quella uno se la toglie di sicuro...
Nel caso in oggetto, avevo appena acquistato la splendida Aurora RA2 laminata ed "inscatolata", e la strada è stata tutta in discesa: a questo secondo banchetto volevo assolutamente la Saratoga (la celluloide è davvero fantastica al tatto!!) ma mi sono dovuto (!?!) prendere anche una MB anni '50 in celluloide con cappuccio ammaccato e senza pennino (in realtà il pennino ce l'aveva, ma di marca diversa: Omas ExtraLucens :mrgreen: ).
Tira che ti ritira... ci siamo accordati per 30 Euro (per la coppia): lui non aveva da cambiare, io avevo spicci 29, quindi...
Beh, a Milano mi va sempre così... :shifty:
:wave:

Giorgio
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