Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
PENCO - Serie completa in celluloide arco verde - 1947
- Musicus
- Collaboratore
- Messaggi: 2968
- Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
- La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
- Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Bolzano
- Gender:
PENCO - Serie completa in celluloide arco verde - 1947
Le Penne
PEN·CO serie completa: le tre misure - Gentleman, Middle, Lady - in celluloide arco verde tornita da barra piena, sezione in celluloide nera, pennino originale Penco Manufacturers in oro 585‰ con alimentatore in ebanite, parti metalliche a vista placcate oro, caricamento a levetta, produzione Italia, anno 1947. Il Marchio
Per un inquadramento generale del Marchio Pen·Co rimando al nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/Pen-Co/it
In questa sede gioverà tuttavia ricordare che la "Fratelli Rossi Vicenza" fu fondata all'inizio degli anni 1930 ad Ancignano di Sandrigo (Vicenza): alla fine del decennio, subito prima della Guerra, la manifattura F.R.V. (che sorgeva in aperta campagna, ad una manciata di chilometri da Bassano, sede della gloriosa e ben più nota concorrente "Montegrappa"), poteva contare su più di 300 lavoranti, che le consentivano una capacità produttiva di migliaia di penne al giorno... A Guerra finita, per ragioni di opportunità politica oltre che di marketing, la ragione sociale fu mutata nell'americanizzante
Pen·Co
MANUFACTURERS
FRATELLI ROSSI - SANDRIGO (VICENZA)
dove Pen·Co allude alla storica dicitura Pen Company propria dei grandi Marchi d'oltreoceano.
Nel 1947, come risulta dagli estratti di un catalogo pubblicato nell'Enciclopedia di Letizia Jacopini, tre erano le linee di stilografiche prodotte e commercializzate dalla FRV: una economica, la Palladio, una tradizionale di buon livello, la Diplomatic, ed una di lusso e all'avanguardia nello stile, che portava orgogliosamente il nuovo nome dell'Azienda, la Pen·Co appunto.
La linea Pen·Co
Il disegno della linea di punta della ditta si ispirava alle forme affusolate (streamlined) della Sheaffer Balance, sulla breccia ormai dal lontano 1929, finalmente pronte ad essere adottate in massa (e contemporaneamente) da tutti i Produttori italiani...
Il primo modello di lusso del dopoguerra fu dunque una stilografica interamente in celluloide (prodotta in 6 colori, oltre al nero), con pennino tradizionale e caricamento a levetta, declinata in tre misure.
Le penne, come balza immediatamente all'occhio, non sono in scala: per tantissime ragioni, nell'epoca d'oro della stilografica non lo erano mai... Ciascuna di esse mostra una propria personalità, frutto della differente armonia nelle proporzioni tra le parti, risultando più adatta ad una mano e ad una serie di utilizzi, ma escludendone altri: non solo per il miglior pennino possibile, quindi, una scelta si imponeva... Per questo mi sono davvero stupito di aver rinvenuto le tre misure insieme: chi mai e perchè le aveva comprate tutte e tre?!?
Il "chi" l'ho scoperto al mercatino all'atto dell'acquisto (me lo ha rivelato il figlio ormai settantacinquenne del primo proprietario), il "perchè" forse lo scopriremo insieme...
Le misure
Ogni penna della serie, dicevo, mostra nell'uso una diversa personalità, il che mi ha suggerito di ambientare le recensioni fotografiche su sfondi leggermente differenti.
1. Pen·co Gentleman
Chiusa: cm. 14 Cappuccio: cm. 6,8 Fusto: cm. 12,5 (con pennino sporgente di cm.2) Con cappuccio calzato: cm. 17,7 (con pennino sporgente di cm.2) Continua....
PEN·CO serie completa: le tre misure - Gentleman, Middle, Lady - in celluloide arco verde tornita da barra piena, sezione in celluloide nera, pennino originale Penco Manufacturers in oro 585‰ con alimentatore in ebanite, parti metalliche a vista placcate oro, caricamento a levetta, produzione Italia, anno 1947. Il Marchio
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In questa sede gioverà tuttavia ricordare che la "Fratelli Rossi Vicenza" fu fondata all'inizio degli anni 1930 ad Ancignano di Sandrigo (Vicenza): alla fine del decennio, subito prima della Guerra, la manifattura F.R.V. (che sorgeva in aperta campagna, ad una manciata di chilometri da Bassano, sede della gloriosa e ben più nota concorrente "Montegrappa"), poteva contare su più di 300 lavoranti, che le consentivano una capacità produttiva di migliaia di penne al giorno... A Guerra finita, per ragioni di opportunità politica oltre che di marketing, la ragione sociale fu mutata nell'americanizzante
Pen·Co
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Nel 1947, come risulta dagli estratti di un catalogo pubblicato nell'Enciclopedia di Letizia Jacopini, tre erano le linee di stilografiche prodotte e commercializzate dalla FRV: una economica, la Palladio, una tradizionale di buon livello, la Diplomatic, ed una di lusso e all'avanguardia nello stile, che portava orgogliosamente il nuovo nome dell'Azienda, la Pen·Co appunto.
La linea Pen·Co
Il disegno della linea di punta della ditta si ispirava alle forme affusolate (streamlined) della Sheaffer Balance, sulla breccia ormai dal lontano 1929, finalmente pronte ad essere adottate in massa (e contemporaneamente) da tutti i Produttori italiani...
Il primo modello di lusso del dopoguerra fu dunque una stilografica interamente in celluloide (prodotta in 6 colori, oltre al nero), con pennino tradizionale e caricamento a levetta, declinata in tre misure.
Le penne, come balza immediatamente all'occhio, non sono in scala: per tantissime ragioni, nell'epoca d'oro della stilografica non lo erano mai... Ciascuna di esse mostra una propria personalità, frutto della differente armonia nelle proporzioni tra le parti, risultando più adatta ad una mano e ad una serie di utilizzi, ma escludendone altri: non solo per il miglior pennino possibile, quindi, una scelta si imponeva... Per questo mi sono davvero stupito di aver rinvenuto le tre misure insieme: chi mai e perchè le aveva comprate tutte e tre?!?
Il "chi" l'ho scoperto al mercatino all'atto dell'acquisto (me lo ha rivelato il figlio ormai settantacinquenne del primo proprietario), il "perchè" forse lo scopriremo insieme...
Le misure
Ogni penna della serie, dicevo, mostra nell'uso una diversa personalità, il che mi ha suggerito di ambientare le recensioni fotografiche su sfondi leggermente differenti.
1. Pen·co Gentleman
Chiusa: cm. 14 Cappuccio: cm. 6,8 Fusto: cm. 12,5 (con pennino sporgente di cm.2) Con cappuccio calzato: cm. 17,7 (con pennino sporgente di cm.2) Continua....
Ultima modifica di Musicus il sabato 18 giugno 2016, 22:46, modificato 2 volte in totale.
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PENCO - Serie completa in celluloide arco verde - 1947
Diametro massimo (agli anellini): mm. 14
Diametro massimo fusto: mm. 11,7
Diametro medio sezione: mm. 10 Peso a vuoto: gr. 19
Cappuccio: gr. 7
Fusto: gr. 12 Pennino punta tipo M, su carta Clairefontaine 90g./m2 con inchiostro Pelikan Edelstein Aventurine.
2. Pen·Co Middle
Chiusa: cm. 12,4 Cappuccio: cm. 6,4 Fusto: cm. 11 (con pennino sporgente di cm.2) Con cappuccio calzato: cm. 16 (con pennino sporgente di cm.2) Diametro massimo (agli anellini): mm.13,7
Diametro massimo fusto: mm. 11,8
Diametro medio sezione: mm. 10,2 Peso a vuoto: gr. 17
Cappuccio: gr. 7
Fusto: gr. 10 Pennino punta tipo F, flessibile, su carta Clairefontaine 90g./m2 con inchiostro Pelikan Edelstein Aventurine.
Continua....
Diametro massimo fusto: mm. 11,7
Diametro medio sezione: mm. 10 Peso a vuoto: gr. 19
Cappuccio: gr. 7
Fusto: gr. 12 Pennino punta tipo M, su carta Clairefontaine 90g./m2 con inchiostro Pelikan Edelstein Aventurine.
2. Pen·Co Middle
Chiusa: cm. 12,4 Cappuccio: cm. 6,4 Fusto: cm. 11 (con pennino sporgente di cm.2) Con cappuccio calzato: cm. 16 (con pennino sporgente di cm.2) Diametro massimo (agli anellini): mm.13,7
Diametro massimo fusto: mm. 11,8
Diametro medio sezione: mm. 10,2 Peso a vuoto: gr. 17
Cappuccio: gr. 7
Fusto: gr. 10 Pennino punta tipo F, flessibile, su carta Clairefontaine 90g./m2 con inchiostro Pelikan Edelstein Aventurine.
Continua....
Ultima modifica di Musicus il sabato 18 giugno 2016, 22:40, modificato 1 volta in totale.
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3. Pen·Co Lady
Chiusa: cm. 10,3 Cappuccio: cm. 5,3 Fusto: cm. 9,4 (con pennino sporgente di cm.2) Con cappuccio calzato: cm. 13,5 (con pennino sporgente di cm.2) Diametro massimo (agli anellini): mm. 11,9
Diametro massimo fusto: mm. 9,9
Diametro medio sezione: mm. 8,4 Peso a vuoto: gr. 10
Cappuccio: gr. 4
Fusto: gr. 6 Pennino punta tipo M, leggermente flessibile, su carta Clairefontaine 90g./m2 con inchiostro Pelikan Edelstein Aventurine.
Fra le tre, la mia preferenza in fase di scrittura va senza dubbio alla Middle con pennino fine flessibile!
Concludo il lungo capitolo relativo alle misure con una tabella comparativa dei tre modelli.
Continua....
Chiusa: cm. 10,3 Cappuccio: cm. 5,3 Fusto: cm. 9,4 (con pennino sporgente di cm.2) Con cappuccio calzato: cm. 13,5 (con pennino sporgente di cm.2) Diametro massimo (agli anellini): mm. 11,9
Diametro massimo fusto: mm. 9,9
Diametro medio sezione: mm. 8,4 Peso a vuoto: gr. 10
Cappuccio: gr. 4
Fusto: gr. 6 Pennino punta tipo M, leggermente flessibile, su carta Clairefontaine 90g./m2 con inchiostro Pelikan Edelstein Aventurine.
Fra le tre, la mia preferenza in fase di scrittura va senza dubbio alla Middle con pennino fine flessibile!
Concludo il lungo capitolo relativo alle misure con una tabella comparativa dei tre modelli.
Continua....
Ultima modifica di Musicus il sabato 18 giugno 2016, 22:40, modificato 1 volta in totale.
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PENCO - Serie completa in celluloide arco verde - 1947
Le iscrizioni del Produttore
Molto elegante, con caratteri degni dei "titoli di testa" di un colossal cinematografico hollywoodiano, la scritta
PENCO
MANUFACTURERS
impressa sul fusto, dalla parte opposta rispetto alla levetta di caricamento, pressochè uguale per le tre misure. Incomprensibile, almeno per me, la ratio della progressione dei numeri impressi sulla sezione circolare ricavata affettando il fondello cieco della barra piena di celluloide: 88 - Lady
87 - Middle
65 - Gentleman.
Sono in possesso di un'altra Lady, e confermo che anche su di essa è inciso il № 88.
Sui bei pennini, ancora scoperti e di forma tradizionale a punta di lancia, con foro a cuore (classico o stilizzato) è inciso PENCO
MANUFACTURERS
585 (in un rombo)
Per il pennino della Middle anche
14 K
Come ho potuto appurare smontando il modello di Lady che era già in mio possesso, al di sotto della parte visibile (curiosamente inserita in modo da lasciare emergere il pennino per 2 cm. esatti in ciascuna penna) è (o potrebbe essere) presente anche un numero di misura del pennino, in questo caso il numero #4. La celluloide
Oltre ad essere di gran lunga la più profumata che io abbia mai maneggiato, la celluloide arco della serie è di qualità elevatissima.
Colpita dalla luce, sprigiona tutte le trasparenze perlate dei verdi, dal più cupo al più luminoso, mostrando in pieno sole l'affascinante reticolo delle sue nervature... Il Cappuccio
La clip è senza dubbio la parte più originale e caratterizzante del progetto Pen·Co del 1947: il fatto che si diparta dalla sommità del cappuccio ascrive la sua forma alla tipologia military (in voga durante la Guerra e per lungo tempo anche dopo), rispondente allo scopo di non vedere spuntare dal taschino delle uniformi se non il fermaglio delle stilografiche e delle matite usate dai militari in servizio.
Gli antecedenti più significativi in Casa Sheaffer, che sembra costituire la fonte di ispirazione primaria per la Pen·Co/F.R.S. nel dopoguerra, sono la Balance, nella declinazione Defender del 1940, con il brevetto di clip military ad arco che si può consultare sul Wiki, e la Tuckaway, anch'essa introdotta nel 1940, con il suo fermaglio cortissimo e svasato.
Ma l'interpretazione del "regolamento militare" secondo Pen·Co va decisamente oltre (molto oltre, direi), sino a forgiare nei cappucci dei veri e propri soldatini... Il fermaglio, infatti, promana dalla sommità di una piccola calotta metallica liscia sulla quale è saldato: la calotta ricopre la terminazione ogivale del cappuccio in celluloide, a guisa di elmetto!
La clip della Lady è lunga mm.25 per una larghezza massima del cravattino di quasi mm.5, contro i mm.28 di lunghezza per mm.5 pieni delle sorelle maggiori: l'effetto di clip praticamente identiche (quasi sicuramente rifinite a mano una per una) è di un fermaglio decisamente più corto della media della concorrenza, tanto più sulla taglia maggiore.
La decorazione propriamente detta è affidata a tre sottili anellini posizionati al di sopra di un labbro importante quanto a proporzioni, e molto ben pronunciato. Gli anellini individuano una porzione decorata della larghezza di mm.3, identica (tranne che per il diametro dei rispettivi cappucci) su tutte e tre le taglie. La placcatura d'oro risente del periodo storico difficile, all'alba della ripresa della vita civile ed economica, dopo l'immane tragedia della II Guerra Mondiale: la sua qualità è davvero modesta, e non credo che avrebbe retto ad un impiego intensivo delle penne (che mi sono giunte, fortunatamente, praticamente inusate ).
L'ultima osservazione tecnica concerne il foro d'aerazione, singolo, e per questo singolare, che è ricavato a mezza altezza sulla destra del "cravattino" per tutti i modelli.
Il sistema di caricamento
Il sistema di caricamento è una classica levetta laterale: la leva è lunga cm.2 nelle penne più grandi, cm.1,5 per la Lady, ed è particolarmente sottile (1 mm. di larghezza, e ancora meno di un millimetro per la più piccola) ed aggraziata.
Il meccanismo è affidabile e risulta molto più facile da azionare di quanto le dimensioni, invero lillipuziane, lascerebbero presumere...
Conclusioni
Forse adesso abbiamo finalmente trovato la risposta al perchè furono comprate tutte e tre le misure: perchè erano, e sono rimaste, penne davvero belle...
La domanda, a questo punto, pare essere una sola, ed il sommo Giorgione, che era di quelle parti, non vi si sottrae:
«Perchè lui [Giorgio, n.d.r.] ce le ha e io no?!?»
Grazie per l'attenzione!!
Giorgio
Molto elegante, con caratteri degni dei "titoli di testa" di un colossal cinematografico hollywoodiano, la scritta
PENCO
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impressa sul fusto, dalla parte opposta rispetto alla levetta di caricamento, pressochè uguale per le tre misure. Incomprensibile, almeno per me, la ratio della progressione dei numeri impressi sulla sezione circolare ricavata affettando il fondello cieco della barra piena di celluloide: 88 - Lady
87 - Middle
65 - Gentleman.
Sono in possesso di un'altra Lady, e confermo che anche su di essa è inciso il № 88.
Sui bei pennini, ancora scoperti e di forma tradizionale a punta di lancia, con foro a cuore (classico o stilizzato) è inciso PENCO
MANUFACTURERS
585 (in un rombo)
Per il pennino della Middle anche
14 K
Come ho potuto appurare smontando il modello di Lady che era già in mio possesso, al di sotto della parte visibile (curiosamente inserita in modo da lasciare emergere il pennino per 2 cm. esatti in ciascuna penna) è (o potrebbe essere) presente anche un numero di misura del pennino, in questo caso il numero #4. La celluloide
Oltre ad essere di gran lunga la più profumata che io abbia mai maneggiato, la celluloide arco della serie è di qualità elevatissima.
Colpita dalla luce, sprigiona tutte le trasparenze perlate dei verdi, dal più cupo al più luminoso, mostrando in pieno sole l'affascinante reticolo delle sue nervature... Il Cappuccio
La clip è senza dubbio la parte più originale e caratterizzante del progetto Pen·Co del 1947: il fatto che si diparta dalla sommità del cappuccio ascrive la sua forma alla tipologia military (in voga durante la Guerra e per lungo tempo anche dopo), rispondente allo scopo di non vedere spuntare dal taschino delle uniformi se non il fermaglio delle stilografiche e delle matite usate dai militari in servizio.
Gli antecedenti più significativi in Casa Sheaffer, che sembra costituire la fonte di ispirazione primaria per la Pen·Co/F.R.S. nel dopoguerra, sono la Balance, nella declinazione Defender del 1940, con il brevetto di clip military ad arco che si può consultare sul Wiki, e la Tuckaway, anch'essa introdotta nel 1940, con il suo fermaglio cortissimo e svasato.
Ma l'interpretazione del "regolamento militare" secondo Pen·Co va decisamente oltre (molto oltre, direi), sino a forgiare nei cappucci dei veri e propri soldatini... Il fermaglio, infatti, promana dalla sommità di una piccola calotta metallica liscia sulla quale è saldato: la calotta ricopre la terminazione ogivale del cappuccio in celluloide, a guisa di elmetto!
La clip della Lady è lunga mm.25 per una larghezza massima del cravattino di quasi mm.5, contro i mm.28 di lunghezza per mm.5 pieni delle sorelle maggiori: l'effetto di clip praticamente identiche (quasi sicuramente rifinite a mano una per una) è di un fermaglio decisamente più corto della media della concorrenza, tanto più sulla taglia maggiore.
La decorazione propriamente detta è affidata a tre sottili anellini posizionati al di sopra di un labbro importante quanto a proporzioni, e molto ben pronunciato. Gli anellini individuano una porzione decorata della larghezza di mm.3, identica (tranne che per il diametro dei rispettivi cappucci) su tutte e tre le taglie. La placcatura d'oro risente del periodo storico difficile, all'alba della ripresa della vita civile ed economica, dopo l'immane tragedia della II Guerra Mondiale: la sua qualità è davvero modesta, e non credo che avrebbe retto ad un impiego intensivo delle penne (che mi sono giunte, fortunatamente, praticamente inusate ).
L'ultima osservazione tecnica concerne il foro d'aerazione, singolo, e per questo singolare, che è ricavato a mezza altezza sulla destra del "cravattino" per tutti i modelli.
Il sistema di caricamento
Il sistema di caricamento è una classica levetta laterale: la leva è lunga cm.2 nelle penne più grandi, cm.1,5 per la Lady, ed è particolarmente sottile (1 mm. di larghezza, e ancora meno di un millimetro per la più piccola) ed aggraziata.
Il meccanismo è affidabile e risulta molto più facile da azionare di quanto le dimensioni, invero lillipuziane, lascerebbero presumere...
Conclusioni
Forse adesso abbiamo finalmente trovato la risposta al perchè furono comprate tutte e tre le misure: perchè erano, e sono rimaste, penne davvero belle...
La domanda, a questo punto, pare essere una sola, ed il sommo Giorgione, che era di quelle parti, non vi si sottrae:
«Perchè lui [Giorgio, n.d.r.] ce le ha e io no?!?»
Grazie per l'attenzione!!
Giorgio
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PENCO - Serie completa in celluloide arco verde - 1947
Immagino il piacere provato nel trovarle tutte e tre insieme ... di quel colore così elegante ... un vero terno al lotto, impreziosito dalla tua piacevolissima presentazione, accompagnata da foto di pari livello.
Grazie Giorgio e complimenti
Luigi
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Un piacere per gli occhi queste bellissime penne Italiane.
In particolare trovo bellissima la linea marziale dei fermagli.
Grazie a Giorgio per questa appassionata presentazione.
In particolare trovo bellissima la linea marziale dei fermagli.
Grazie a Giorgio per questa appassionata presentazione.
Antonio
Essere moderni vuol dire affaccendarsi nell’ Incurabile.
(Emil M. Cioran)
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Credo che la spiegazione del perché dell'acquisto non possa essere più azzeccata. Quella celluloide è veramente splendida, e le penne hanno una linea molto originale, posso solo aggiungere che oltre alle due citate il montaggio della clip mi ricorda la Skyline. Grazie per le foto e la solita piacevolissima recensione.
Simone
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Bellissime! Tra le ultime penne italiane eccellenti subito prima dell'arrivo delle bic. Complimenti al possessore.
Giorgio
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Sono solo penne a levetta ma son bellissime, specialmente tutte insieme
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Ma non è possibile che le trova tutte lui!
Secondo me ha una macchina del tempo con la quale va in giro per il secolo scorso ad acquistare penne.
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Grazie, Luigi!!lucre ha scritto:Immagino il piacere provato nel trovarle tutte e tre insieme ... di quel colore così elegante ... un vero terno al lotto, impreziosito dalla tua piacevolissima presentazione, accompagnata da foto di pari livello.
Grazie Giorgio e complimenti
Luigi
Immagini bene...
Il venditore ha prima estratto la piccolina, ed ero già contento, perchè quella che già possedevo aveva la clip spezzata; poi le due scatoline, che visto il periodo non propriamente florido in cui furono vendute le penne, potrebbero persino essere originali anche se non marchiate... Come dicevo, anche il profumo della celluloide fa la sua parte...
Giorgio
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Sempre gentilissimo, Antonio: lo apprezzo molto!analogico ha scritto:Un piacere per gli occhi queste bellissime penne Italiane.
In particolare trovo bellissima la linea marziale dei fermagli.
Grazie a Giorgio per questa appassionata presentazione.
Guarda i soldatini in parata... ...o sono testate nucleari?!?!?
Giorgio
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Grazie sempre a te, Simone, che hai creato questo magnifico spazio dove possiamo alimentare la nostra passione comune (ed anche condurre a briglia sciolta la fantasia)!!!piccardi ha scritto:Credo che la spiegazione del perché dell'acquisto non possa essere più azzeccata. Quella celluloide è veramente splendida, e le penne hanno una linea molto originale, posso solo aggiungere che oltre alle due citate il montaggio della clip mi ricorda la Skyline. Grazie per le foto e la solita piacevolissima recensione.
@Wiki: credo che a questo punto si possano tranquillamente togliere dall'Archivio le vecchie foto della "Penco vest pocket arco grigia" con clip spezzata, almeno quelle che inquadrano anche il cappuccio.
Grazie del commento, Giorgio: mi trovi completamente d'accordo!!Giorgio1955 ha scritto:Bellissime! Tra le ultime penne italiane eccellenti subito prima dell'arrivo delle bic. Complimenti al possessore.
Grazie Kircher: l'unione fa la forza, anche per questi soldatini...kircher ha scritto:Sono solo penne a levetta ma son bellissime, specialmente tutte insieme
Giorgio
- nemesy75
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- La mia penna preferita: ... quella che non ho ancora.
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Una recensione perfetra sotto ogni aspetto. Ora però devo aggiungerla alla lista della "caccia".
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Grazie Paolo, molto gentile!!nemesy75 ha scritto:Una recensione perfetra sotto ogni aspetto...
Quale delle tre ti ha maggiormente colpito?nemesy75 ha scritto:...Ora però devo aggiungerla alla lista della "caccia"...
Giorgio