Leonardo Momento Zero Grande

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Mauro78
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Messaggio da Mauro78 »

Devo infatti dire che leggendo caricamento a pistone e poi vedere delle immagini raffigurante quello che sostanzialmente è un converter mi ha lì per lì lasciato perplesso e sbigottito. Se non avessi trovato anche un'immagine raffigurante il sistema di caricamento, leggendo pistone avrei pensato il classico e consueto sistema di caricamento dove l'inchiostro confluisce direttamente all'interno del fusto della penna.
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

Mauro78 ha scritto: lunedì 5 agosto 2019, 17:37 Nelle varie descrizioni che ho rinvenuto in internet ho letto di pistone esterno. Credo che quindi abbia un meccanismo di caricamento come le normali momento zero, ovvero un converter che consenta il caricamento svitando solo la parte finale della penna.
Questa è un'altra cosa che mi infastidisce moltissimo, e che mi dà (sottolineo: MI dà) l'impressione di voler giocare con le parole, di alludere a meriti che si hanno nella forma ma non nella sostanza e, in definitiva, pone le basi per una sorta di sfiducia in base alla quale - per ME - è impossibile continuare un rapporto. In questo caso si allude a una penna grande a pistone (cose che dovrebbero giustificare il prezzo), quando in realtà è la solita penna, più grande, con un converter analogo a quello delle varie The Journal, Sea-Wood, etc.
Ok, le mie Momento Zero scrivono bene. Direi che non ho neanche un motivo per comprarne un'altra più grande, e il conduttore in materiale pregiato - da solo - non basta a giustificare 300 euro per una converter+pennino in acciaio.
TeoJ ha scritto: lunedì 5 agosto 2019, 18:34 In realtà non è una penna a converter.
Ho scritto qualche giorno fa a Leonardo proprio per chiedere delucidazioni in merito e mi hanno detto che è un vero e proprio stantuffo, con meccanismo più solido e raffinato di un comune converter e con una capienza maggiore, solo che non lavora direttamente nel fusto ma in quel cilindro trasparente che è applicato alla sezione. Se guardate bene le foto si vede che c'è una filettatura su cui è avvitato (e credo incollato, perché mi hanno detto anche che non è rimovibile).
Per cui non credo possa nemmeno essere usata con cartucce o converter.
In realtà è una penna a converter, eccome; è per la precisione una penna eunuca: vorrebbe, ma non può. Il converter (maggiorato) è affogato nel fusto, ma ciò non lo fa diventare un pistone che è - e resta - un meccanismo le cui guarnizioni fanno presa NEL corpo stesso della penna per aspirare inchiostro. I converter sono tecnicamente pistoni rimovibili: il fatto di averne incollato uno non cambia la situazione (o la cambia in peggio, a mio avviso), e resta l'allusione a qualcosa che - in realtà - non è.
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analogico
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Messaggio da analogico »

Mauro78 ha scritto: martedì 6 agosto 2019, 10:28 Devo infatti dire che leggendo caricamento a pistone e poi vedere delle immagini raffigurante quello che sostanzialmente è un converter mi ha lì per lì lasciato perplesso e sbigottito. Se non avessi trovato anche un'immagine raffigurante il sistema di caricamento, leggendo pistone avrei pensato il classico e consueto sistema di caricamento dove l'inchiostro confluisce direttamente all'interno del fusto della penna.
Infatti, credo che molti cadano nell'equivoco, per cui quando ci si imbatte in penne moderne propagandate come dotate di caricamento a pistone, è sempre buona norma verificare a fondo la cosa, perchè il più delle volte si tratta di questa sorta di converter inserito all'interno del fusto in maniera più o meno fissa.

P.S.: non ho nulla avverso le penne a converter a cartucce o con qualsivoglia altro metodo di caricamento, solo non amo le approssimazioni specie se un pò maliziose, e pretendo che un produttore conosca la differenza tra il caricamento a pistone propriamente detto e qualcosa che gli assomiglia molto vagamente o, se preferite, per niente, e soprattutto che me lo specifichi senza fraintendimenti.
Ultima modifica di analogico il martedì 6 agosto 2019, 14:40, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da codibugnolo »

correndo il rischio di essere ot, come la considerate un'Aurora 98 Riserva Magica? (dal punto di vista del rifornimento di inchiostro intendo)
Lì mi sembra ci sia una sorta di precursore di un converter, o no?
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Ottorino
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Messaggio da Ottorino »

Secondo me il converter affogato è una soluzione intelligente per i tempi che corrono.

Immagino che aziende artigianali non si possano permettere macchine a iniezione per lo stampaggio delle plastiche, che dovrebbero garantire tolleranze strette per inserire un pistone come lo intendete voi dentro un fusto

Quindi l'uso di una meccanica funzionale, sostituibile, affidabile su cui fare della sartoria o carrozzeria mi pare intelligente e opportuna.

Il pistone rimane una cosa d'altri tempi e per ditte grosse o che lo hanno messo a punto anni fa e poi non lo hanno piu' cambiato, marche tedesche in primis.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da analogico »

Ottorino ha scritto: martedì 6 agosto 2019, 15:07 Secondo me il converter affogato è una soluzione intelligente per i tempi che corrono.

Immagino che aziende artigianali non si possano permettere macchine a iniezione per lo stampaggio delle plastiche, che dovrebbero garantire tolleranze strette per inserire un pistone come lo intendete voi dentro un fusto

Quindi l'uso di una meccanica funzionale, sostituibile, affidabile su cui fare della sartoria o carrozzeria mi pare intelligente e opportuna.

Il pistone rimane una cosa d'altri tempi e per ditte grosse o che lo hanno messo a punto anni fa e poi non lo hanno piu' cambiato, marche tedesche in primis.
Ciao Ottorino.
Aziende come TWSBI producono con una certa disinvoltura autentici sistemi a pistone mi pare, ma comunque personalmente non mi focalizzerei su questo aspetto ed anzi , direi che posso anche concordare su molte delle cose che hai scritto.
Ciò che stigmatizzavo invece, è l'uso disinvolto della definizione "caricamento a pistone" da parte di alcuni produttori.
Se si tratta di "converter affogato" come lo definisci giustamente tu, che sia dichiarato come tale.
Se invece lo si definisce "caricamento a pistone", sorge il dubbio che, giocando con i termini, si voglia accreditare l'oggetto di un prestigio aggiuntivo (giusto o sbagliato che sia , è assodato che il caricamento a pistone venga considerato una caratteristica di pregio, non così quello a converter, affogato o non) che di fatto non ha.
E secondo me questo non è bello.
Antonio

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Messaggio da Monet63 »

Ottorino ha scritto: martedì 6 agosto 2019, 15:07 Secondo me il converter affogato è una soluzione intelligente per i tempi che corrono.
Secondo me no, perché mi preclude la possibilità di sostituzione in proprio. Ma non è questa la questione (siamo nel campo delle opinioni): ciò che invece trovo brutto è il non dirlo.
E' un converter affogato? Eccezionale, dichiaralo.
Se invece dichiari un pistone, perché non hai le possibilità produttive necessarie (ma vorresti), non è che la cosa sia gradevole, e pone a mio avviso delle basi di sfiducia, a causa delle quali mi è personalmente impossibile continuare un rapporto, di qualsiasi tipo.
:wave:
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Messaggio da StrumScritt »

Altro esempio illustre: Noodler's Ahab, che viene dichiarata (almeno dal rivenditore sulla baia, non so se anche, a monte, dal produttore) a pistone. Invece, è dotata (come per la L.O.I. M.Z. in questione) semplicemente di un convertitore, avvitato al gruppo scrittura, avente una capienza maggiore della media (però sempre di convertitore si tratta).
Cito dalla baia:
l sistema di ricarica ha un meccanismo a pistone che carica inchiostro in modo semplice ed intuitivo.
Da questo deriva anche, ad esempio, la differenza di prezzo che esiste tra una Ahab e una TWSBI Eco, la quale, nella stessa fascia di prezzo, ha un meccanismo realmente a pistone.
Dubito che ci siano gli estremi per invocare la cosiddetta concorrenza sleale, ma è indubbia la mancanza di trasparenza in tali contesti.
A mio parere, ciò è dovuto, almeno in parte, alla mancanza di una definizione precisa di quedto specifico tipo di caricamento (immagino di recente ideazione), ovvero una via di mezzo tra convertitore e pistone. Noi l'abbiamo chiamato "convertitore affogato", ma quanti altri, là fuori, comprenderebbero tale locuzione?
Siamo di fronte ad una evidente lacuna nel "lessico stilografico", che, trasposta nell'ambito del diritto si chiamerebbe vacatio legis e qui, per analogia, scherzosamente chiamo vacatio verbum.
Si accettano proposte sul come risolvere questa annosa questione.
Magari coniare una espressione adeguata e proporla ai costruttori e venditori di penne, che la adotterebbero universalmente al fine di eliminare qualsiasi equivoco fra loro stessi e gli acquirenti?
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analogico
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Messaggio da analogico »

StrumScritt ha scritto: martedì 6 agosto 2019, 19:02 Altro esempio illustre: Noodler's Ahab, che viene dichiarata (almeno dal rivenditore sulla baia, non so se anche, a monte, dal produttore) a pistone. Invece, è dotata (come per la L.O.I. in questione) semplicemente di un convertitore, avvitato al gruppo scrittura, avente una capienza maggiore della media.
Cito dalla baia:
l sistema di ricarica ha un meccanismo a pistone che carica inchiostro in modo semplice ed intuitivo.
Si, ma se vogliamo quello è ancora un caso a parte.
La presenza del simil-converter, al di la della denominazione che gli si voglia attribuire, è palese, il fusto si svita mettendo in evidenza il contenuto, anzi se ben ricordo , per caricare bisogna svitare il fusto ed agire sul meccanismo, quindi è tutto chiaro a prima vista.
Cosa diversa è invece dotare la penna di un fondello a vite che però invece di agire sul pistone che scorre nel corpo, aziona semplicemente un converter nascosto nel fusto e dico nascosto non a caso, spesso infatti è inaccessibile, almeno all'utente comune, il quale altrettanto spesso è convinto di aver acquistato una penna a stantuffo ed invece ne ha una a converter, magari affogato, ma a converter.
Ecco , in casi di questo tipo troverei corretto ed apprezzabile che il produttore specificasse nel dettaglio il tipo di caricamento.
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Messaggio da sussak »

converter nascosto nel fusto e dico nascosto non a caso, spesso infatti è inaccessibile, almeno all'utente comune, il quale altrettanto spesso è convinto di aver acquistato una penna a stantuffo ed invece ne ha una a converter, magari affogato, ma a converter.

Giustappunto me ne è capitata una.
Comprata in Arizona una riproduzione moderna della Eversharp Skyline (da quello che asserisce di essere l'attuale fabbricante), esteticamente bella, scopro che il sistema di carica avviene svitando una piccola porzione del fusto, all'estremità posteriore, ed emerge il nottolino metallico di carica del converter bloccato nel corpo della penna, e neppure troppo solidale con essa. Non perde, ma ha una lieve oscillazione, e non è ispezionabile. Una soluzione che non mi è piaciuta.
Per di più ho il sospetto che, come altre, sia fabbicata a Formosa e non negli Usa, come le varie Monteverde et similia.
Scrivere scrivono, ma come qualsiasi altro prodotto odierno di fascia economica.
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Messaggio da Lotus56 »

ciao
da quello che so anche la Sailor realo viene venduta con caricamento a pistone ma in realtà pare sia un converter
Sarà vero?
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Messaggio da StrumScritt »

analogico ha scritto: martedì 6 agosto 2019, 19:30 Si, ma se vogliamo quello è ancora un caso a parte.
La presenza del simil-converter, al di la della denominazione che gli si voglia attribuire, è palese, il fusto si svita mettendo in evidenza il contenuto, anzi se ben ricordo , per caricare bisogna svitare il fusto ed agire sul meccanismo, quindi è tutto chiaro a prima vista.
Cosa diversa è invece dotare la penna di un fondello a vite che però invece di agire sul pistone che scorre nel corpo, aziona semplicemente un converter nascosto nel fusto e dico nascosto non a caso, spesso infatti è inaccessibile, almeno all'utente comune, il quale altrettanto spesso è convinto di aver acquistato una penna a stantuffo ed invece ne ha una a converter, magari affogato, ma a converter.
Ecco , in casi di questo tipo troverei corretto ed apprezzabile che il produttore specificasse nel dettaglio il tipo di caricamento.
Hai ragione: si tratta di casi simili ma diversi.
Detto ciò, il discorso esposto nella seconda parte del mio intervento (quella non citata da analogico, che rigrazio per la precisazione) rimane valida per le penne come la Momento Zero et simila.
Ultima modifica di StrumScritt il martedì 6 agosto 2019, 20:52, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da francoiacc »

Nella sua poca chiarezza bisogna comunque notare che quantomeno Leonardo ha messo delle foto dove il sistema di ricarica si vede chiaramente, al contrario di quanti spacciano un captive converter per un sistema a pistone. Peraltro non credo che Leonardo non sia in grado di produrre penne con caricamento a Pistone visto che le Momento Zero celluloide ed ebanite sono entrambe con sistema di ricarica a pistone, oltretutto produce anche penne per altri marchi che hanno la ricarica a pistone.... almeno spero!! :think: :think:
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Messaggio da Monet63 »

francoiacc ha scritto: martedì 6 agosto 2019, 20:50 Peraltro non credo che Leonardo non sia in grado di produrre penne con caricamento a Pistone visto che le Momento Zero celluloide ed ebanite sono entrambe con sistema di ricarica a pistone
Il fatto è che se il fabbricante gioca con i termini, e poi nelle penne più pregiate scrive "pistone alloggiato nel corpo", la prima cosa che mi viene in mente è che sia un converter affogato, come succedeva anche con la Mezzanotte. E' questo che intendo quando parlo di perdere la fiducia.
francoiacc ha scritto: martedì 6 agosto 2019, 20:50 oltretutto produce anche penne per altri marchi che hanno la ricarica a pistone.... almeno spero!! :think: :think:
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Messaggio da MaPe »

Lotus56 ha scritto: martedì 6 agosto 2019, 20:41 ciao
da quello che so anche la Sailor realo viene venduta con caricamento a pistone ma in realtà pare sia un converter
Sarà vero?
Luigi
Puoi tranquillamente togliere "pare" e "Sarà", è un "converter" con una capacità leggermente inferiore ad una cartuccia della medesima Casa.
Massimo
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