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VISCONTI D'ESSAI CELLULOIDE VERDE GRIGIO

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marnautz
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La mia penna preferita: Cartier Louis
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VISCONTI D'ESSAI CELLULOIDE VERDE GRIGIO

Messaggio da marnautz »

Complice il periodo che mi lascia un pò più di tempo libero volevo condividere con voi una stilografica che riposava da anni in un cassetto e che ho caricato solo oggi.
Si tratta di una delle prime Visconti anni ’90 nella fase che definirei “pionieristica” in cui la Visconti si era approvvigionata di vecchie partite di celluloide per riportare in vita questo materiale dimenticato.
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DIMENSIONI
Le dimensioni non sono particolarmente importanti, poco più grande di una MB 145 (chiusa 136 mm, diametro fusto 11,5 mm, diametro cappuccio 13,5 mm). Nell’insieme appare ben proporzionata, anche se qualche mm in più non mi sarebbe dispiaciuto. D’altronde i canoni delle stilografiche di quasi 30 anni fa erano diversi da quelli attuali.

DISEGNO E MATERIALI
La celluloide di queste penne, se le mie informazioni sono corrette, appartiene ad una vecchia partita di celluloide che la Visconti aveva acquistato dalla Omas. Prodotta in vari colori, in un numero per colore che dipendeva dalla disponibilità del materiale, la mia è la n. 236 ma, non avendo la pergamena di accompagnamento, non so quante penne siano state prodotte di questa colorazione grigio-verde. La penna è leggerissima, direi che siamo ben sotto i 30 gr. Mi piace molto la varietà di celluloide semitrasparente ad anelli.
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SCRITTURA
Il pennino è in oro 14 kt bicolore e brandizzato Visconti. Ne ho viste anche con pennini no logo monocolore sempre in oro 14 kt. Conduttore in plastica.
Qualità di scrittura buona, senza salti o false partenze. Di sicuro non è un pennino flex. Peccato per la carica con captivated converter, una carica a stantuffo sarebbe stata molto più consona. Sistema di riempimento a malapena sufficiente.
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CONCLUSIONI
Una penna che di sicuro non ha la notorietà di altre marche più blasonate ma va benissimo per un uso quotidiano senza essere impegnativa. Le linee sono molto sobrie, nel complesso ben proporzionate, l’ergonomia è buona.
Esperienza di scrittura positiva, con la pecca del converter nascosto che vorrebbe essere uno stantuffo. La celluloide poi ha indubbiamente un fascino che non è paragonabile alle cosiddetta “resina preziosa”. Nel mio caso poi non ho riscontrato i problemi di deformazione che a volte affliggono il materiale (avvallamenti, difficoltà di accoppiamento cappuccio/corpo penna), probabilmente perchè essendo una vecchia partita molto stagionata tutte le deformazioni la celluloide le aveva manifestate prima di essere lavorata.
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