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Namiki Mt. Fuji and Ship Maki-e

Le recensioni: impressioni d'uso e valutazioni direttamente dagli utenti
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RiAff
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“Il Maki-e nacque come decorazione per gli oggetti casalinghi usati dai nobili della corte imperiale, ma divenne simbolo di ricchezza e stato sociale, venendo adottata dai ceti più elevati. La prima azienda di penne che utilizzò questa tecnica avanzata per decorare una penna stilografica fu la PILOT nella seconda metà degli anni '20.”
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“La Pilot-Namiki, nata nel 1918, non è il più antico, ma è probabilmente il più famoso produttore giapponese di penne stilografiche. L'azienda è rimasta ininterrottamente sul mercato fino ad oggi, diventando un conglomerato di aziende multinazionali che occupa una posizione di primo piano nel settore della cancelleria e degli oggetti da scrittura. Ma se oggi la Pilot è nota al grande pubblico per la grande varietà delle penne di uso comune (sfere, roller e la particolarissima Hi-Tecpoint) che vedono una enorme diffusione, essa si è resa protagonista della storia della stilografica soprattutto per avervi introdotto la decorazione tradizionale della lacca giapponese denominata Maki-e.”
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Fare una recensione di queste penne stilografiche risulta complessa, poiché le distinzioni da fare sono tante- La prima differenza la fa una lavorazione semi-industriale e l'artigiano che la disegna a mano. Le maki-e "industriali", che sono serigrafie a volte lucidate a mano sono delle buone stilografiche moderne, e non bisogna avere troppi scrupoli nelle usarle durante la vita quotidiana (cosa che con una penna interamente artigianale non è consigliabile fare assolutamente) e sono abbastanza ben fatte, anche se mancano della profondità di una maki-e artigianale, infatti, spesso si tratta di decorazioni molto semplici o seriali. Nonostante tutto, il fascino che emanano è sicuramente (per i loro proprietari) degno di nota, chiaramente poco hanno a che vedere (nella lavorazione) con i modelli “vintage” o addirittura con quelle accompagnate da una firma completa (nome della gilda alla quale aderiva l’artista, seguito dalla firma dell’artista), che hanno delle valutazioni simili a quelle delle grandi opere d’arte. Quando un oggetto si trasforma in un’opera d’arte, non lo si può trattare e recensire come una ordinaria stilografica ma, in questo caso specifico, con la Namiki Mt. Fuji and Ship Maki-e, restiamo ancora sulla penna riccamente decorata e non sul capolavoro unico nella sua essenza. Il prezzo di circa 530 euro (nel 2021) per ciascuna stilografica appartenente alla collezione Namiki Nippon Art ci fa comprendere, che siamo lontani dalle vintage degli anni ’20, stesso discorso per le stilografiche della collezione Namiki Emperor Urushi (nel 2021 intorno ai 2,190 euro).
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La Namiki qui fotografata ha un ottimo pennino M, che scrive in maniera scorrevole. Ha un bel disegno che rappresenta il Monte Fujiyama e una barca con pescatori. Ispirazione dai dipinti ukiyoe. La confezione con cui viene offerta è una tradizionale confezione regalo in legno (insieme a una confezione d’inchiostro).
Foto e impressioni di Carlo Caldarella


La Nippon Art Collection (una delle 7 collezioni che la Namiki offre) raccoglie soggetti tradizionali giapponesi e di buon auspicio conosciuti in tutto il mondo, come “Mt. Fuji”, “Hagoita”, “Origami”, e li ha disegnati su uno sfondo laccato nero in Hira Maki-e (Flat Maki-e). Il nero lucido della lacca, insieme alla vivacità traboccante di ogni opera, lo rende uno spettacolo da vedere. I Kokkokai sono un gruppo di artigiani Maki-e formatosi nel 1931, incentrato su Gonroku Matsuda (1896-1986). Per molti di coloro che collezionano penne laccate maki-e giapponesi, ovvero le penne stilografiche Namiki, Gonroku Matsud è sinonimo di una leggenda che porta l'anima della lacca giapponese a uno strumento umile e semplice: una penna stilografica. È lui che per primo ha applicato una forma d'arte tradizionale di maki-e su una superficie cilindrica, come una penna stilografica, durante il suo breve periodo nella fabbrica Namiki tra il 1925 e il 1926. Ancora oggi, gli artigiani Maki-e interni ed esterni all'azienda, che hanno ereditato la volontà di Matsuda, stanno producendo lacche in tutto il Giappone. Kokkokai o il nome degli artigiani sono incisi su ogni singolo pezzo di Namiki.
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All’interno di ogni singola collezione, ci sono svariati temi e immagini suggestive, che decorano ciascuna singola penna. I pennini sono offerti in tre categorie: F-M e B. Lo strumento stilografico è realizzato in resina e laccato, il fusto forse polimerizzato e lucidato per creare un risultato di qualità sufficiente. Flusso di scrittura buono, pennino rigido in oro 14 KT, feedback ottimo. La tecnica dichiarata dalla Namiki per abbellire questo modello di stilografica è la HIRA-MAKI-E. In teoria, tale tecnica prevede che dopo aver eseguito il disegno su lacca Urushi, vi si spruzzano sopra tracce di oro ed argento. In seguito la superficie viene levigata con del cotone assorbente imbevuto nella lacca, e il tutto viene lustrato passandolo a carboncino.
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auc_01.png (20.4 KiB) Visto 2387 volte

La volta celeste possedeva una splendida sfumatura di cilestro cristallino, in grado di formare una tinta di giallo dalla parte dell’estremità della linea del tramonto, verso il corso d'acqua, incontro al rilievo montuoso a levante, simile a un coriaceo smeraldo. Gli originari astri, bianchi lucenti, si davano fuoco simili a stregati lumi contro gigantesche stampe seriche, mentre una capillare punta selenica si affacciava a oriente, a tal punto chiara da sembrare un artiglio di carbonio cristallizzato, smembrato in un’incomparabile baguette. In modo sicuro sembrava il giusto intervallo di tempo fra il tramonto e il sorgere del sole, quello che planava sulla candida vasca bollente inabissata nella natura tra alberi giganteschi, nel Kurama Onsen, a meno di un’ora dal centro di Kyoto. Immerso in un liquido a una temperatura di quaranta gradi, osservavo una stilografica, in una tarda serata nella stagione dei fiori, serena, placida, priva di arcani misteri, colma di lucide essenze, vedeva la neve cadere assai lentamente sulla superficie dell’acqua. Riflettevo, osservando le particelle di ghiaccio posarsi sui solai degli edifici di legno, mentre ricordavo il preciso momento in cui stavo per partire verso il Giappone. In prossimità del parapetto che circondava l’intera vasca termale, totalmente serrata dai ciliegi, in aprile avremmo visto le colline ricoprirsi dei colori delle camelie e delle azalee, mentre all'inizio di maggio ci sarebbe stato il trionfo delle peonie. Per gustare il loto in fiore bisognava aspettare, invece, agosto, fintanto che in novembre sarebbe apparso il crisantemo, campione che rappresenta l'emblema della famiglia imperiale. Lungo la porzione di terreno a ridosso del corso d’acqua, oziava una falena o femmina da conio, che serrava fra le sue palme una stilografica maki-e, coricata tra le sue gambe su un graticcio di giunchi.
Riccardo Affinati
Cit. “La scrittura non è magia ma, evidentemente, può diventare la porta d’ingresso per quel mondo che sta nascosto dentro di noi. La parola scritta ha la forza di accendere la fantasia e illuminare l’interiorità.” (A. Appelfeld)
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SCHEDA TECNICA
Brand: Namiki
Collezione: Namiki Nippon Art
Colore: nero
Edizione: regolare
Materiale Corpo: resina
Materiale Pennino: oro 14 KT
Tipologia Pennino: rigido
Caricamento: cartuccia/converter proprietario
Converter Incluso: Si
Paese di Produzione: Giappone
Tipologia Cappuccio: vite
Finiture: oro
Lunghezza (chiusa): 143 mm
Lunghezza (corpo penna): 125 mm
Lunghezza (cappuccio): 66 mm
Diametro (corpo): 12 mm
Peso (totale): 18 g



PAGELLA – VOTO: 7,75

Costruzione, originalità e aspetto: 9
Rapporto qualità prezzo: 7 (la serie Platinum è decisamente più economica)
Sistema caricamento: 7
Scrittura: 8
Nota positiva: affascinante, con un caldo sapore orientale.
Nota negativa: non è quello che sembra (non è in ebanite, ma plastica).

Altre esperienze:
https://www.pilot-namiki.com/en/
https://www.pelikan.com/pulse/Pulsar/en ... untain-pen
https://www.youtube.com/watch?v=s74z2PkoMNQ
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NOTE TECNICHE SULLA LAVORAZIONE DELLE MAKI-E:
- MODERN–MAKI-E. Utilizza la serigrafia (posa di figure già prestampate) prima che ulteriori dettagli vengano dipinti e lucidati a mano da un maestro artigiano (di tutte le tecniche è la più economica e seriale, utilizzata spesso in India e in altri paesei).
- HIRA-MAKI-E. Dopo aver eseguito il disegno su lacca Urushi, vi si spuzzano sopra oro ed argento. In seguito la superficie viene levigata con del cotone assorbente imbevuto nella lacca, ed il tutto viene lustrato passandolo a carboncino (assai simile, se non identica alla precedente tecnica).
-TOGIDASHI-MAKI-E. La base in lacca Urushi viene spolverizzata di oro ed argento secondo le linee di un disegno già predefinito. Dopo una fase di essiccatura della base, si procede a stendere uno strato finale di lacca Urushi. Quando questo è asciutto , si procede a lustrare la superficie con il carboncino fino alla comparizione del disegno.
-TAKI-MAKI-E. In questa varietà di Maki-e il disegno viene fuori dalla superficie. Si tratta della tecnica più complessa e raffinata di questa disciplina.
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Messaggio da Tribbo »

Grazie Riccardo per la bellissima e completa descrizione della penna e per l'interessante introduzione alla tecnica Maki-E

...e naturalmente complimenti per la penna! anche solo la scatola in legno col calamaio ed il velluto rosso sono uno spettacolo!

Queste penne al principio erano per me delle curiosità, poi piano piano mi stanno intrigando sempre di più, con quei disegni cosi' estetici, equilibrati ed eleganti.. peccato veramente che costino così tanto, altrimenti un pensiero ce lo farei veramente

Paolo
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Messaggio da francoiacc »

Grazie mille per la recensione, la trovo interessante ma vorrei chiedere due cose che mi lasciano qualche dubbio.

Perché consigli che una penna interamente artigianale non vada utilizzata durante la vita quotidiana?

Vedo che hai dato un punteggio alle caratteristiche che ritieni più salienti della penna. Se non erro questa penna usa un sistema di ricarica a cartuccia/converter, come mai ritieni che meriti un 7 ? Hai una tua graduatoria dei sistemi di ricarica? sarei sinceramente interessato a conoscerla.

Grazie di nuovo e complimenti per la bellissima penna.
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Messaggio da RiAff »

Tribbo ha scritto: venerdì 12 marzo 2021, 22:32 Grazie Riccardo per la bellissima e completa descrizione della penna e per l'interessante introduzione alla tecnica Maki-E

...e naturalmente complimenti per la penna! anche solo la scatola in legno col calamaio ed il velluto rosso sono uno spettacolo!

Queste penne al principio erano per me delle curiosità, poi piano piano mi stanno intrigando sempre di più, con quei disegni cosi' estetici, equilibrati ed eleganti.. peccato veramente che costino così tanto, altrimenti un pensiero ce lo farei veramente

Paolo
Grazie Paolo, ahimè il costo... :roll:
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Messaggio da RiAff »

francoiacc ha scritto: venerdì 12 marzo 2021, 23:53 Grazie mille per la recensione, la trovo interessante ma vorrei chiedere due cose che mi lasciano qualche dubbio.

Perché consigli che una penna interamente artigianale non vada utilizzata durante la vita quotidiana?

Vedo che hai dato un punteggio alle caratteristiche che ritieni più salienti della penna. Se non erro questa penna usa un sistema di ricarica a cartuccia/converter, come mai ritieni che meriti un 7 ? Hai una tua graduatoria dei sistemi di ricarica? sarei sinceramente interessato a conoscerla.

Grazie di nuovo e complimenti per la bellissima penna.
Grazie Franco, ti rispondo nel dettaglio...
1) Le "cosidette" penne artigianali (decorate interamente a mano) sono opere d'arte, che possono avere anche valori che vanno dagli 8,000 euro ad oltre i 20.000 euro (parliamo anche di penne degli anni '20), di conseguenza è chiaro che eviterei di portarle nel risvolto della giacca, immagina di portarti per strada qualcosa di unico... Certamente è una cosa personale, io per esempio non mi porto neanche l'Aurora 88 (Nizzoli) appresso, mentre la Kaweco Liliput non mi abbandona mai (pur avendole pagate la stessa cifra)...
2) I voti sono una cosa del tutto personale, per me non esiste il 10 su 10 (la stilografica perfetta non è di questo mondo), per tale motivo ognuno di noi vede le cose a modo suo. Nello specifico (personalmente) il sistema di alimentazione a stantuffo/pistone è il principe che merita 8, mentre il converter è il suo valletto (7), la cartuccia il pedone (6)... Qualcosa raggiunge il 9 (che ancora devo provare), spero lo sia a breve :? :)
Per carità, ben lieto di cambiare idea anche domani, diciamo che forse è una mia fissa, ma mi accorgo che quando si parla di una signora stilografica principessa, allora il mondo della ricarica si fa complesso... Ed io ho ancora tantissimo da imparare e ci sono tanti maestri che ci possono aiutare a saperne ancora di più, non è un caso che mi sono iscritto a questo forum... :thumbup:
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Messaggio da RiAff »

francoiacc ha scritto: venerdì 12 marzo 2021, 23:53 Grazie mille per la recensione, la trovo interessante ma vorrei chiedere due cose che mi lasciano qualche dubbio.

Perché consigli che una penna interamente artigianale non vada utilizzata durante la vita quotidiana?

Vedo che hai dato un punteggio alle caratteristiche che ritieni più salienti della penna. Se non erro questa penna usa un sistema di ricarica a cartuccia/converter, come mai ritieni che meriti un 7 ? Hai una tua graduatoria dei sistemi di ricarica? sarei sinceramente interessato a conoscerla.

Grazie di nuovo e complimenti per la bellissima penna.
Copio e incollo, solo per averlo sempre sotto mano:

CARICAMENTO dell’inchiostro:


- A=MANUALE : l’inchiostro viene introdotto con un contagocce “eyedropper”. Si possono distinguere tre sottoclassi:
- A1 * Pennino Fisso: il gruppo pennino/alimentatore si svita dal corpo come un tappo. Utilizzato all’inizio degli anni venti;
- A2 * Pennino Safety : il pennino viene risucchiato nel corpo con un sistema elicoidale ruotando il fondello della penna. Diffuso sino alla metà degli anni trenta;
- A3 * Inchiostro solido : alle pastigliette di inchiostro solido si aggiungeva acqua. Il primo brevetto risale al 1898 (D. Ariazza).

- B = DEPRESSIONE : trattasi di un caricamento automatico. L’inchiostro, per mezzo di vari sistemi che poi diremo, viene risucchiato nel corpo penna tramite il pennino (self filling).
- B1 * Serbatoio di gomma che si suddivide in :
- B1a * Torsione : ruotando il fondello della penna si torce la gomma, creando la depressione (brevetto W.
Moseley 1859);
- B1b * Pressione diretta: la gomma serbatoio viene premuta a mano dopo aver svitato il corpo penna, oppure attraverso apposite fessure sul corpo stesso;
- B1c * Moneta “coin filler”: una fessura sul corpo lascia penetrare una moneta che preme sul gommino;
- B1d * Mezzaluna “crescent filler” : al posto della moneta c’è una mezzaluna fissa che svolge la stessa
funzione. Un anello blocca la lunetta per evitare involontarie pressioni a serbatoio carico. Famose le Conklin a cavallo del 900 “self filler”;
- B1e * Bottone laterale : invece della lunetta c’è un pulsante (Brevetto del 1882 Cohn);
- B1f * Leva laterale : è uno dei sistemi più usati. Brevetto di W.Sheaffer del 1908 e successivamente della
Waterman nel 1913. Trattasi di una levetta adagiata in una fessura laterale del corpo penna che, opportunamente sollevata va a premere su una leva che schiaccia il serbatoio;
- B1g * Leva interna : svitando il fondello si agisce su una leva che schiaccia il serbatoio. Caricamento tipico della Columbus attorno agli anni trenta;
- B1h * Leva esterna : usato per breve tempo negli anni venti;
- B1i * Rotazione fondello : simile al sistema a torsione, si agisce ruotando il fondello. Sistema adottato da alcune Swan;
- B1j * Pulsante: uno dei sistemi più usati. Fu introdotto dalla Parker attorno al 1915 ed abbandonato solo dopo il ’33. Si svita il fondello e si preme un pulsante che agisce su una leva interna che schiaccia il serbatoio;
- B1k * Levetta pulsante di fondo : la leva è in presa diretta senza pulsante;
- B1l * Pressione d’aria “touch d” : il touch down venne utilizzato negli anni’10 dalla Mont Blanc, negli anni’20 dalla Onoto e ripreso nel dopoguerra dalla Sheaffer con l’introduzione dello “snorkel”, che consisteva in un tubicino di metallo che aspirava l’inchiostro al posto del pennino, preservandolo. Si estrae un cilindro interno aumentando l’aria nel corpo penna che passa attraverso un forellino; si introduce lo snorkel nell’inchiostro e si fa rientrare il cilindro nel corpo penna, tenendo chiuso il forellino. L’aria compressa provoca lo schiacciamento del serbatoio ed il conseguente risucchio dell’inchiostro;
- B1m * Leva inchiostro solido : era un caricamento a leva laterale ma si caricava solo acqua che andava a sciogliere una pastiglietta di inchiostro solido, inserita sotto il pennino;
- B2 * Serbatoio rigido e stantuffo che si suddivide:
- B2a * Stantuffo a vite: girando il fondello si provoca la traslazione dello stantuffo. Brevetto Joseph Parker del 1832 (nessun legame con il fondatore della Parker Pen Co.);
- B2b * Stantuffo a siringa : simile alle siringhe per iniezioni. Brevetto Thompson del 1849. Il difetto di questo sistema è la ridotta capienza del serbatoio per la lunghezza dello stantuffo;
- B2c * Stantuffo e valvola : sistema adottato dalla Waterman dal 1903 al 1910. Ebbe scarsa diffusione;
- B2d * Siringa rovesciata : utilizzato negli anni ’30 prima dalla Sheaffer poi dalla Eversharp;
- B3 * Sfiatatoio che si suddivide :
- B3a * Stantuffo di fondo : brevetto che risale al 1936. Il corto stantuffo va ripetutamente estratto e spinto all’interno per creare depressione;
- B3b * Stantuffo in punta : si spinge con il pennino nell’inchiostro;
- B3c * Membrana Vacumatic : lanciato dalla Parker Vacumatic nel 1933;
- B3d * Sacchetto di gomma : detto anche a “pressione diretta”. La prima parte del serbatoio è rigida ed il
terminale è in gomma. Sistema adottato dalla Parker 51. Ricorda il B1l;
- B3e * Sacc. gomma leva laterale : ricorda il B1f;
- B3f * Sacc. gomma leva lat. piegata : sacchetto gomma con leva laterale pieghevole;
- B3g * Sacc.gomma press. aria : simile al B1l.
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Messaggio da Spiller84 »

Queste penne decorate con questa tecnica sono dei capolavori. Ottima ed esaustiva la recensione. Complimenti per tutto. Almeno queste penne che non rientrano nel mio budget me le guardo e leggo le recensioni. Quindi, ben vengano, recensite voi che potete 😁
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Messaggio da francoiacc »

RiAff ha scritto: sabato 13 marzo 2021, 10:58
francoiacc ha scritto: venerdì 12 marzo 2021, 23:53 Grazie mille per la recensione, la trovo interessante ma vorrei chiedere due cose che mi lasciano qualche dubbio.

Perché consigli che una penna interamente artigianale non vada utilizzata durante la vita quotidiana?

Vedo che hai dato un punteggio alle caratteristiche che ritieni più salienti della penna. Se non erro questa penna usa un sistema di ricarica a cartuccia/converter, come mai ritieni che meriti un 7 ? Hai una tua graduatoria dei sistemi di ricarica? sarei sinceramente interessato a conoscerla.

Grazie di nuovo e complimenti per la bellissima penna.
Grazie Franco, ti rispondo nel dettaglio...
1) Le "cosidette" penne artigianali (decorate interamente a mano) sono opere d'arte, che possono avere anche valori che vanno dagli 8,000 euro ad oltre i 20.000 euro (parliamo anche di penne degli anni '20), di conseguenza è chiaro che eviterei di portarle nel risvolto della giacca, immagina di portarti per strada qualcosa di unico... Certamente è una cosa personale, io per esempio non mi porto neanche l'Aurora 88 (Nizzoli) appresso, mentre la Kaweco Liliput non mi abbandona mai (pur avendole pagate la stessa cifra)...
2) I voti sono una cosa del tutto personale, per me non esiste il 10 su 10 (la stilografica perfetta non è di questo mondo), per tale motivo ognuno di noi vede le cose a modo suo. Nello specifico (personalmente) il sistema di alimentazione a stantuffo/pistone è il principe che merita 8, mentre il converter è il suo valletto (7), la cartuccia il pedone (6)... Qualcosa raggiunge il 9 (che ancora devo provare), spero lo sia a breve :? :)
Per carità, ben lieto di cambiare idea anche domani, diciamo che forse è una mia fissa, ma mi accorgo che quando si parla di una signora stilografica principessa, allora il mondo della ricarica si fa complesso... Ed io ho ancora tantissimo da imparare e ci sono tanti maestri che ci possono aiutare a saperne ancora di più, non è un caso che mi sono iscritto a questo forum... :thumbup:
Ok quindi quando parli di artigianale in realtà ti riferisci a penne di elevato valore commerciale. No perché ci sono penne artiginali dal costo contenuto. Comunque per me una penna è uno strumento di scrittura e lo tratto in quanto tale, oggi la mia Hemingway è qui sulla scrivania in ufficio a fare il suo lavoro. Ovviamente trattata con le dovute accortezze ma non sta a casa a fare da soprammobile, tuttavia sono d'accordo sul fatto che è una questione personale.

Concordo sul fatto che i voti sono del tutto personali, infatti quando racconto la mia esperienza sull'uso di una penna ometto di farlo. Personalmente reputo che il sistema di caricamento a cartuccia/converter sia il più efficace essendo l'evoluzione di anni di ricerca e perfezionamento dei sistemi di ricarica. Qualsiasi penna a converter funziona anche con le cartucce, se non lo fa allora parliamo di converter affogato o captive converter che reputo una soluzione ibrida poco intelligente. Il pistone lo vedo più come un segno di esclusività e non trovo vantaggi pratici all'uso.
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Messaggio da RiAff »

francoiacc ha scritto: mercoledì 24 marzo 2021, 11:42
RiAff ha scritto: sabato 13 marzo 2021, 10:58

Grazie Franco, ti rispondo nel dettaglio...
1) Le "cosidette" penne artigianali (decorate interamente a mano) sono opere d'arte, che possono avere anche valori che vanno dagli 8,000 euro ad oltre i 20.000 euro (parliamo anche di penne degli anni '20), di conseguenza è chiaro che eviterei di portarle nel risvolto della giacca, immagina di portarti per strada qualcosa di unico... Certamente è una cosa personale, io per esempio non mi porto neanche l'Aurora 88 (Nizzoli) appresso, mentre la Kaweco Liliput non mi abbandona mai (pur avendole pagate la stessa cifra)...
2) I voti sono una cosa del tutto personale, per me non esiste il 10 su 10 (la stilografica perfetta non è di questo mondo), per tale motivo ognuno di noi vede le cose a modo suo. Nello specifico (personalmente) il sistema di alimentazione a stantuffo/pistone è il principe che merita 8, mentre il converter è il suo valletto (7), la cartuccia il pedone (6)... Qualcosa raggiunge il 9 (che ancora devo provare), spero lo sia a breve :? :)
Per carità, ben lieto di cambiare idea anche domani, diciamo che forse è una mia fissa, ma mi accorgo che quando si parla di una signora stilografica principessa, allora il mondo della ricarica si fa complesso... Ed io ho ancora tantissimo da imparare e ci sono tanti maestri che ci possono aiutare a saperne ancora di più, non è un caso che mi sono iscritto a questo forum... :thumbup:
Ok quindi quando parli di artigianale in realtà ti riferisci a penne di elevato valore commerciale. No perché ci sono penne artiginali dal costo contenuto. Comunque per me una penna è uno strumento di scrittura e lo tratto in quanto tale, oggi la mia Hemingway è qui sulla scrivania in ufficio a fare il suo lavoro. Ovviamente trattata con le dovute accortezze ma non sta a casa a fare da soprammobile, tuttavia sono d'accordo sul fatto che è una questione personale.

Concordo sul fatto che i voti sono del tutto personali, infatti quando racconto la mia esperienza sull'uso di una penna ometto di farlo. Personalmente reputo che il sistema di caricamento a cartuccia/converter sia il più efficace essendo l'evoluzione di anni di ricerca e perfezionamento dei sistemi di ricarica. Qualsiasi penna a converter funziona anche con le cartucce, se non lo fa allora parliamo di converter affogato o captive converter che reputo una soluzione ibrida poco intelligente. Il pistone lo vedo più come un segno di esclusività e non trovo vantaggi pratici all'uso.
Sono pienamente d'accordo con te, il converter come le cartucce, sono pratiche, efficienti, ci mettono al riparo da una sacco di rogne, ma se è per questo anche una roller con il suo gel a inchiostro stilografico svolge in pieno il suo lavoro (ma non è la stessa cosa di una stilografica ovviamente). Credo che, come in ogni cosa, ci sia sempre stata una lotta (in senso buono) tra chi ama pistoni e stantuffi e chi apprezza la modernità dei converter e delle cartucce (ognuna con i suoi pro e i suoi contro)... Pensiamo ai pennini, agli amanti degli M e ai tifosi degli F e degli EF e company...
Totò diceva che il mondo è bello perché "avariato"... E allora mi tengo le mie idee (che non sempre sono quello che scrivo), mi guardo attorno, osservo, ascolto i discorsi altrui e poi mi faccio un'idea, che posso variare, aggiustare, ma resta "mia", come è giusto che sia... Viva le stilografiche, viva i pistoni, i converter, le cartucce, qualunque strumento di scrittura bello e intelligente, anche quando poi è solo questione di gusti...
Grazie Franco e buone cose, Riccardo Affinati
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Messaggio da antony2012 »

No dai. In una roller cambi l'intero gruppo scrittura, infatti più che una penna è un involucro per penne.
La stilografica è essa stessa la penna. Cambia solo l'inchiostro e francamente il sistema di caricamento è proprio l'ultima cosa che guardo. A volte ne scopro la tipologia solo dopo l'acquisto, alla prima prova. L'importante è che il pennino e l'alimentatore funzionino bene e che non ci siano salti o interruzioni, che importa il modo in cui l'inchiostro viene tenuto? A maggior ragione se c'è un converter.
Onestamente trovo ingiusto anche dare un voto, al sistema di caricamento. Ma non credo che il mio giudizio sia di grande valore: deve pur esserci un motivo se la maggioranza è per lo stantuffo e probabilmente dal basso della mia inesperienza mi sfugge qualcosa...
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Messaggio da RiAff »

antony2012 ha scritto: mercoledì 24 marzo 2021, 15:03 No dai. In una roller cambi l'intero gruppo scrittura, infatti più che una penna è un involucro per penne.
La stilografica è essa stessa la penna. Cambia solo l'inchiostro e francamente il sistema di caricamento è proprio l'ultima cosa che guardo. A volte ne scopro la tipologia solo dopo l'acquisto, alla prima prova. L'importante è che il pennino e l'alimentatore funzionino bene e che non ci siano salti o interruzioni, che importa il modo in cui l'inchiostro viene tenuto? A maggior ragione se c'è un converter.
Onestamente trovo ingiusto anche dare un voto, al sistema di caricamento. Ma non credo che il mio giudizio sia di grande valore: deve pur esserci un motivo se la maggioranza è per lo stantuffo e probabilmente dal basso della mia inesperienza mi sfugge qualcosa...
Grazie Antonio per aver specificato la differenza tra una stilografica e un roller (non c'è ironia, me ne guardo bene), grazie per avermi fatto capire che quando tu compri una stilografica (di qualunque prezzo da 4 euro a 800 euro e più) a te non importa se monta un converter, cartridge, pistone, o qualunque altra cosa, l'importante è che scriva bene, ecc. Va benissimo, l'importante è che tu sia convinto e positivo, magari ci saranno persone che la pensano altrimenti... ;)
Buone cose, Riccardo Affinati
P.S. Ci sono persone che amano solo auto con il cambio manuale rispetto a quello automatico, altri invece :) ...

Sistemi di caricamento più usati:pregi e difetti
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Messaggio da antony2012 »

Lungi da me contestare una preferenza, quello che mi perplime è giudicarla. Un po’ come non è giusto dare un voto più alto a una livrea rossa rispetto a una blu.
L’esempio col cambio automatico e manuale forse non è molto azzeccato. Il cambio cambia l' esperienza di guida; il sistema di caricamento non cambia il modo di scrivere. Trovo più calzante un paragone col cruscotto: c’è chi lo preferisce digitale, chi analogico. Soggettivo e sacrosanto.
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Messaggio da RiAff »

antony2012 ha scritto: mercoledì 24 marzo 2021, 16:25 Lungi da me contestare una preferenza, quello che mi perplime è giudicarla. Un po’ come non è giusto dare un voto più alto a una livrea rossa rispetto a una blu.
L’esempio col cambio automatico e manuale forse non è molto azzeccato. Il cambio cambia l' esperienza di guida; il sistema di caricamento non cambia il modo di scrivere. Trovo più calzante un paragone col cruscotto: c’è chi lo preferisce digitale, chi analogico. Soggettivo e sacrosanto.
Lungi da me, difendere le mie idee, ma se mi provochi... :D
Il verbo "perplimere" significa "essere perplesso" o "rendere perplesso (non è entrato ancora nei vocabolari italiani), è un neologismo del comico Corrado Guzzanti, che su questo forum ci rende perfettamente conto di cosa stiamo parlando... del mio voto (7) dato ai converter e dell'8 che do ad altri sistemi, e va bene dai, alla prossima tua recensione ti vendicherai e gli darai un bel 10 alla tua penna che monta una bellissima cartuccia... :clap:
La riserva nascosta di inchiostro (usata da Aurora sui suoi modelli 88 e Optima), non è però cosa da poco... :)

Un abbraccio, Riccardo Affinati

"Il converter è perfetto, ma se il Signore scrive, scrive con un'Aurora 88 Nizzoli, anche se suo figlio usa una Preppy Platinum!"
platinum-cartuccia-per-plaisir-confezione-2-pezzi-nero-spn-100a-1.png
Approfondimento:
Meglio siringa+cartuccia o convertitore/pistone?
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Converter perchè lo stroncate in pieno?
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Messaggio da antony2012 »

Nono, infatti.
Con quest'ultimo intervento ho capito perfettamente anche io di cosa e con chi sto parlando.

Un abbraccio anche a te.
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Messaggio da RiAff »

antony2012 ha scritto: mercoledì 24 marzo 2021, 19:02 Nono, infatti.
Con quest'ultimo intervento ho capito perfettamente anche io di cosa e con chi sto parlando.

Un abbraccio anche a te.
Grazie Antonio :thumbup:
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