Come avete capito qual è il pennino più adatto a voi?

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gionni
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Come avete capito qual è il pennino più adatto a voi?

Messaggio da gionni »

Il pennino più adatto a me è:

- per firmare un medio classico europeo (Aurora, Kweco, Pelikan per esempio)
- per scrivere, visto che di fatto uso carta da fotocopia o simile che allarga il tratto, un F o EF (ad esempio, un EF su Pelikan 400 anni 50, abbastanza flessibile, o un F su Visconti Rembrandt, piuttosto rigido). Personalmente mi piacciono i pennini con media o alta flessibilità, oggi rari da trovare, ma presenti nelle penne vintage.

Per arrivare a capire che pennino preferisco ho preso penne un pò a caso, per poi mirare gli acquisti man mano che mi si chiarivano le idee.

Ciao. Gionni
cirovallone
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Messaggio da cirovallone »

MiraB ha scritto: martedì 26 marzo 2019, 16:44
schnier ha scritto: martedì 26 marzo 2019, 15:41 Grazie, tuttavia leggevo anche di altro tipo di considerazioni, basate sul modo di tenere la penna e la pesantezza della mano. È corretto?
A parer mio questi ultimi due influiscono poco se non per nulla.

Quando si scrive con una penna stilografica non si deve calcare e forzare la mano, è la cosa più innaturale e sbagliata da fare ( se non abbiamo a che fare con un pennino flessibile ).
Usare una stilografica impone una certa angolazione del pennino e della mano ( ne risulterà una posizione più naturale e rilassata ) sul foglio: altrimenti la penna scriverà male o si interromperà l'afflusso d'inchiostro.

Penso che la scelta del tratto di un pennino sia più un fatto di gusto, oltre che di necessità.

Sperimentare e provare sono le parole chiave! :)
Io invece uso ( purtroppo) la stilo come uno scalpello. Domanda : quale penna ( e pennino e alimentatore, ovviamente) mi consiglieresti per una mano " pesante " come la mia?
Saluti e grazie
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rolex hunter
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Messaggio da rolex hunter »

cirovallone ha scritto: mercoledì 13 maggio 2020, 15:08
Io invece uso ( purtroppo) la stilo come uno scalpello. Domanda : quale penna ( e pennino e alimentatore, ovviamente) mi consiglieresti per una mano " pesante " come la mia?
Saluti e grazie
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Messaggio da schnier »

analogico ha scritto: martedì 26 marzo 2019, 18:20 Io di fatto non mi baso affatto sulle lettere che dovrebbero distinguere il tratto, perché ho sperimentato che nella pratica danno appena una indicazione di massima.
Ciò che conta è la pratica della scrittura , e chiarirsi bene le idee su cosa piace e cosa no.
A me ad esempio non piacciono i tratti troppo fini , tipo gli F ed EF che alcuni dicono “alla giapponese” , perché secondo me , quasi sempre, mortificano le caratteristiche dell’inchiostro, ne nascondono il cosiddetto shading (scusate l’anglicismo) ne sviliscono la corposità.
Di fatto nessuno sarebbe in grado di riconoscere , senza saperlo, che un tratto striminzito di questo tipo possa essere stato tracciato con una stilografica e non con altra tipologia di penna.
Dopo un po' di tempo devo dar ragione a questo intervento. La mia grafia non è certo minuta, ma il risultato di un tratto corposo proprio non riesco a farmelo piacere, mi dà l'idea di scrivere con il pennarello, o che sia scritto con un pennarello, per cui preferisco il pennino molto fine, altra storia invece se parliamo dei pennini flessibili, che però devono partire da un tratto comunque abbastanza fine. Tuttavia apprezzo molto i pennini tagliati, che danno uno stile particolare alla grafia, anche corsiva. Anche in questo caso dunque è una questione di gusti più che del modo in cui scriviamo.
cirovallone ha scritto: mercoledì 13 maggio 2020, 15:08
Io invece uso ( purtroppo) la stilo come uno scalpello. Domanda : quale penna ( e pennino e alimentatore, ovviamente) mi consiglieresti per una mano " pesante " come la mia?
Saluti e grazie
Secondo me se hai una mano grande penne pesanti, realizzate con materiale pesante tipo metallo, oppure penne grosse, in modo che la forza venga smorzata dal peso della penna.
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Messaggio da french82 »

Purtroppo in ambienti lavorativi ci si confronta solo ed unicamente con carta di qualità infima, poco grammata, riciclata, sottile, insomma schifezze.
L'unica soluzione è usare pennini EF europei o F giapponesi.
Un F Pekikan ad esempio è gia troppo generoso, l'inchiostro spande . Quando si usa un Rhodia/Clairefontaine è splendida ma su carta da fotocopie no.

La Pilot capless F possiede un mix splendido tra tratto e scorrevolezza , anche il Sailor F della procolor è gradevolissimo. La Prera rimane già un po' più rigida, così come la Sailor Ace Neo .Però scrivono bene ovunque, anche sulla settimana enigmistica.
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Messaggio da francoiacc »

french82 ha scritto: venerdì 15 maggio 2020, 13:50 Un F Pekikan ad esempio è gia troppo generoso, l'inchiostro spande . Quando si usa un Rhodia/Clairefontaine è splendida ma su carta da fotocopie no.
Prova a caricare il 4001 Brilliant Black su un pennino F Pelikan e rimarrai sorpreso come funziona anche su carta da fotocopia di bassa qualità.
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Messaggio da french82 »

francoiacc ha scritto: venerdì 15 maggio 2020, 14:33
french82 ha scritto: venerdì 15 maggio 2020, 13:50 Un F Pekikan ad esempio è gia troppo generoso, l'inchiostro spande . Quando si usa un Rhodia/Clairefontaine è splendida ma su carta da fotocopie no.
Prova a caricare il 4001 Brilliant Black su un pennino F Pelikan e rimarrai sorpreso come funziona anche su carta da fotocopia di bassa qualità.
Grazie per il suggerimento. Sull' F acciaio credo tu abbiamo ragione, diventa usabile anche su carta da fotocopie, quello in oro forse rimane sempre un po' troppo abbondante.
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Messaggio da francoiacc »

Io l’ho caricato su una vecchia M250 pennino 14K Fine e funziona perfino su un pessimo quaderno Moleskine, è l’unica ad oggi. Però al solito è una questione di esperienze personali. :wave:
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Messaggio da alfredop »

francoiacc ha scritto: sabato 16 maggio 2020, 21:51 Io l’ho caricato su una vecchia M250 pennino 14K Fine e funziona perfino su un pessimo quaderno Moleskine, è l’unica ad oggi. Però al solito è una questione di esperienze personali. :wave:
I vecchi pennini 14k monocolore usati sulle M250 hanno caratteristiche abbastanza diverse da quelli odierni bicolore.

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Messaggio da tomcar »

Che topic stupendo.
Proprio quello che mi serviva per chiarirmi le idee, o quanto meno a farmene di nuove.
Purtroppo per questioni fisiche (problemi agli occhi) sono costretto a scrivere con pennini dal tratto abbastanza corposo se voglio riuscire a leggere quello che ho scritto abbastanza agevolmente (senza occhiali ad esempio) tipo sul lavoro.
Quando scrivo invece per puro piacere, posso con calma dotarmi di occhiali e pennini un po’ fuori dalla mia quotidianità come stub, broad e medi che esaltano gli inchiostri che amo provare. Per quanto riguarda la carta, grossi problemi non ne ho: scrivo sempre su carta di qualità anche al lavoro. Rhodia, MD paper, carta MUJI e Clairefontaine.

Ciò che mi sta mettendo in crisi è che dire “M” vuol dire tutto e niente: le mie Montblanc tratto Fine scrivono come un medio Lamy che scrive come un Broad Sailor. È lí che vado fuori di testa.
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Messaggio da JetMcQuack »

schnier ha scritto: mercoledì 13 maggio 2020, 16:36
analogico ha scritto: martedì 26 marzo 2019, 18:20 Io di fatto non mi baso affatto sulle lettere che dovrebbero distinguere il tratto, perché ho sperimentato che nella pratica danno appena una indicazione di massima.
Ciò che conta è la pratica della scrittura , e chiarirsi bene le idee su cosa piace e cosa no.
A me ad esempio non piacciono i tratti troppo fini , tipo gli F ed EF che alcuni dicono “alla giapponese” , perché secondo me , quasi sempre, mortificano le caratteristiche dell’inchiostro, ne nascondono il cosiddetto shading (scusate l’anglicismo) ne sviliscono la corposità.
Di fatto nessuno sarebbe in grado di riconoscere , senza saperlo, che un tratto striminzito di questo tipo possa essere stato tracciato con una stilografica e non con altra tipologia di penna.
Dopo un po' di tempo devo dar ragione a questo intervento. La mia grafia non è certo minuta, ma il risultato di un tratto corposo proprio non riesco a farmelo piacere, mi dà l'idea di scrivere con il pennarello, o che sia scritto con un pennarello, per cui preferisco il pennino molto fine, altra storia invece se parliamo dei pennini flessibili, che però devono partire da un tratto comunque abbastanza fine. Tuttavia apprezzo molto i pennini tagliati, che danno uno stile particolare alla grafia, anche corsiva. Anche in questo caso dunque è una questione di gusti più che del modo in cui scriviamo.
Io uso sia pennini fini che pennini larghi, destinando ogni misura allo scopo che vorrei raggiungere o alla poesia del momento. L'effetto pennarello però non l'ho trovato se non utilizzando due verdi Noodler's indelebili, il Polar e l'Hunter green. L'effetto pennarello viene di solito esaltato da carte molto assorbenti, che uniformano quindi il tratto. Con gli altri inchiostri su carte adeguate i pennini più larghi aiutano a far risaltare le caratteristiche positive dell'inchiostro stesso, specie lo shading.
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Messaggio da valhalla »

analogico ha scritto: martedì 26 marzo 2019, 18:20 Di fatto nessuno sarebbe in grado di riconoscere , senza saperlo, che un tratto striminzito di questo tipo possa essere stato tracciato con una stilografica e non con altra tipologia di penna.
segnalo per completezza che mi è stato riconosciuto come scritto con una stilografica un testo che avevo scritto con un pennino ad intinzione (ci siamo quasi, dai) che a parità di inchiostro scrive leggermente più fine di un platinum EF.

Poi concordo che un tratto più largo valorizzi meglio l'inchiostro (anche se a quel punto preferisco tagliati o flessibili che danno variazione di tratto, i pennini enormi tipo M :D mi danno anche a me l'impressione di scrivere con un pennarello).
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Come avete capito qual è il pennino più adatto a voi?

Messaggio da Aesse »

Premetto che solo dal poco più di un mese ho iniziato ad esplorare il mondo della stilografica. I primi giorni, direi una decina, sono stati giorni di confusione. Scrivevo, scrivevo, scrivevo, usando penne diverse con pennini diversi (punte tonda di varie misure e un paio di Twsbi stub), una ventina di inchiostri diversi scelti cosi, quasi a casaccio e quasi esclusivamente per via del colore. E già, comunque iniziavo a vedere, ma non ancora ad apprezzare,  la differenza tra i diversi tratti nei  test di scrittura fatti con inchiostro  uguale e pennini diversi. Ma anche pennino uguale ed inchiostri diversi. Poi sono arrivati alcuni pennini italic e stub customizzati. E qui dopo qualche incertezza iniziale ho capito l'importanza non solo dell'inclinazione della penna a circa  45° ma soprattutto della rotazione  (dove punta il pennino stub o italic  quando si scrive? Nord?, nord ovest?, nord nord ovest?). La differente percezione tra un tratto sottile ed un tratto largo è diventata più evidente. Al momento posso dire che, su carta per stilografica,  mi piacciono  molto i pennini a punta tonda B mentre  per la carta meno pregiata o per caratteri piccoli preferisco un F.  Mi piacciono altrettanto gli italic (sto usando attualmente punta M o B) dove a seconda  della rotazione  del pennino il tratto cambia. Devo ancora capire se per caratteri piccoli e carta poco pregiata, un italic punta F o M possano andare bene. Mi piacciono, in sostanza,  i pennini che valorizzano maggiormente  gli inchiostri, ad esempio evidenziando lo shading. Non ho ancora molta esperienza, quindi non escludo che magari possa imparare ad apprezzare qualcosa  di diverso ed orientarmi su pennini diversi. Quindi direi che la ricetta è: divertirsi facendo pratica, armati di una buona dose  di curiosità e passione.
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Messaggio da sansenri »

Non credo si possa definire, le preferenze oltretutto tendono a cambiare.
Dipende dal pennino, dall'inchiostro, dalla carta, e da quello che ci devi fare...
Spazio dal'EF all BB, allo stub al CI. Ognuno ha i suoi pregi (e differenze anche tra stessa dimensione di pennino e marche diverse) ed usarli dà sensazioni e soddisfazioni diverse.
Nell'uso frequente ho una leggera preferenza per il tratto B che uso per scrivere appunti veloci affidandomi al flusso generoso.
Lamy

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Messaggio da Lamy »

Nessuno l'ha capito in realtà, coloro che mi precedono stanno mentendo :lol:
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