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Sulla Omas Paragon, ancora...

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fufluns
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Sulla Omas Paragon, ancora...

Messaggio da fufluns »

So, con questo intervento e con le preferenze che esprimo, di essere in una minoranza. Spero peró che parlare di OMAS, ora che questa favolosa marca di penne proprio non c'é piú, non dia fastidio a nessuno per il fatto di riaprire vecchie ferite. E spero che parlare a favore dell'ultima produzione della casa bolognese sia preso per quello che é, solamente la mia opinione, a favore di alcune penne e contro niente e nessuno, e che non scateni dunque le accalorate diatribe che sempre si accompagnano al tema OMAS.

Con gli anni, ho ristretto il numero dei modelli di penne che preferisco e che uso con piú frequenza. Se do un'occhiata rapida al mio gruppo di penne, direi che é evidente il fatto che prediligo quelle grandi. Per capirci: ho alcune Montblanc Meisterstück 149 (con pennini vari) e una sola 146, che pur ritengo una penna favolosa. Delle edizioni limitate della casa tedesca possiedo solo due modelli il cui disegno in entrambi i casi é basato su una penna grande, la Meisterstück 139. Avevo acquistato (e ne faccio ancora tesoro) una sola Bohéme, il modello Big (che, in uso, é piú grande di una Meisterstück 149).

Nella mia raccolta di penne posso anche notare che ho una forte predilezione per le penne "pesanti'. L'unica penna "piccola" che ho acquistato per me é una Kaweco Sport Brass, che essendo fatta in ottone massiccio compensa la lunghezza ridotta con un peso davvero notevole per la sua taglia. Chi abbia avuto modo di provare i modelli Extra e Miya di Montegrappa (tra i miei preferiti in assoluto), certo si sará reso conto che sono penne pesanti, anche senza il cappuccio calzato.

Sono stato (e continuo ad essere) un grande appassionato di OMAS. Per lungo tempo ho trovato le penne del Cavalier Simoni bellissime ma un po' troppo costose per il mio budget. Oggi, vedendo come sono andate a finire le cose, mi sembra che i prezzi di OMAS da viva fossero in realtà più che accettabili e mi pento di non avere comprato qualche penna in più quando si poteva semplicemente sceglierle in negozio o ordinarle senza problemi. Oggi l'intera produzione OMAS é diventata quasi inabbordabile per i costi e la scelta é spesso molto ridotta. In qualsiasi insieme di cose finite, la curva di disponibilitá con il tempo tende a zero.

Una penna stilografica, come pare fosse opinione di Armando Simoni, dovrebbe essere leggera. OMAS fu certamente fedele a questa idea, e anche i suoi modelli "maggiori" per molti anni, la Extra (poi 557-F poi Paragon) e la 557-S (poi Ogiva), tanto nelle serie in celluloide quanto in quelle in resina di cotone, sono effettivamente penne molto leggere. Possiedo una Paragon in resina e due Gentlemen in celluloide (nera e grigioperla) ed entrambe sono tra le penne piú leggere del mio gruppo. La mia unica Milord (grigioperla, appena piú piccola) é anch'essa leggerissima. La mia penna preferita, per anni, é stata una Paragon in celluloide Arco marrone, con uno strepitoso pennino largo, leggera come una piuma. Poi ho iniziato ad accorgermi di non essere del tutto d'accordo con il Cavalier Simoni: la mia mano scriveva con piú piacere con una penna di un certo peso...

Quando OMAS passó nelle mani di una multinazionale del lusso, nel 2005, ero alle prese con altre faccende e non feci nessun caso al "cambio di linee" voluto dai nuovi proprietari. Quando, anni dopo, feci caso alle nuove Milord e alle "Grand" Paragon, le opinioni dei pennofili al rispetto erano pressoché unanimi e tutt'altro che lusinghiere: un rifiuto totale! Continuai a non far caso alla produzione contemporanea di OMAS.

Nel 2011 o 2012, durante il mio periodico pellegrinaggio da Brunori in quel di Milano, vidi per la prima volta dal vivo una "Grand " Paragon in celluloide Arco e finiture argento. Mi sembró una delle penne piú belle che avessi mai visto. Brunori mi lasciava sempre toccare le penne che mi piacevano, e presi in mano la nuova Paragon. Che peso! Il prezzo della penna mi parve oltraggioso, eppure avrei forse fatto lo stesso il passo, se non fosse stato che Brunori non aveva in casa il modello con le finiture dorate e io avrei voluto vederle l'una accanto all'altra per decidere... Di lí a breve, OMAS discontinuó il modello con finiture in argento.

La penna con le finiture dorate, dal vivo, non ebbi mai modo di vederla finché non ne comprai una via web: nei negozi, queste grandi OMAS non le aveva nessuno... Questo fu alla fine del 2014, poco prima del "patatrac" di OMAS. La pagai a "prezzo di listino" con un sconto notevole, per la somma totale di 710 dollari, spedizione inclusa! E' quasi da non credere, vedendo i prezzi di oggi... Ricevetti una penna spettacolare con un pennino largo che non scriveva bene e feci appena in tempo a cambiarlo per uno extra-fine che é tra i pennini migliori che abbia mai provato.

E la penna... Ah, che penna! Che penna! Grande, solida, pesante, bilanciata. Senza il cappuccio, averla tra le mani é come maneggiare una piccola colonna dorica. Quello della colonna dorica é stato detto per un sacco di penne, ma la forma della "Grand" Paragon é secondo me quella che piú si avvicina visivamente alla bella invenzione greca. La sezione in metallo (e grande!... sí lo so, lo so, non a tutti piacciono le sezioni in metallo... ma provare per credere!) sposta l'equilibrio della penna sul pennino, con il risultato che la scrittura é a sforzo zero. Il pennino (il sostituto) é perfetto.

La "Grand" Paragon doveva lottare, nel mio cuore, con la mia Paragon Arco, la mia Numero Uno. Per molto tempo non l'ebbe vinta. Peró, sin dall'inizio, in un confronto diretto tra le due penne in celluloide Arco, non potei se non avere parole molto lusinghiere per la nuova arrivata. Il testo di quel confronto si puó scaricare qui: https://www.dropbox.com/s/l69kg89unx87s ... n.pdf?dl=0

Con il tempo, però, le doti della nuova Paragon divennero per me sempre più evidenti, complice il fatto che tutti i miei amici e conoscenti (non pennofili) che hanno visto le due Paragon l'una accanto all'altra hanno preferito, senza eccezioni, le linee più moderne e le dimensioni della "Grand" rispetto a quelle della sua antenata.

Oggi, la nuova Paragon é tra i miei modelli di penna preferiti (uno dei miei tre preferiti), e mi accorgo che la mia indifferenza di anni mi ha fatto "perdere" alcune edizioni che viste in fotografia trovo strepitose (come Ludovico Einaudi, Wild, Aubergine...), ma anche le rappresentanti delle serie in resina, tanto in finiture dorate come argento (o rodiate). Purtroppo, trovarle oggi é difficile se non impossibile e i prezzi sono perlopiú davvero esagerati. Eppure, la "serie" delle Grand Paragon é per me una delle ultime frontiere della mia raccolta.

Nel frattempo, quasi dieci anni dopo averla ammirata per la prima volta, vi presento la mia nuova Grand Paragon in celluloide Arco e finiture argentate, con un pennino fine perfetto, qui ripresa in varie pose insieme alla sua sorella dorata e, nell'ultima immagine, nella configurazione "trio di Paragon Arco". Dal vivo, é mozzafiato.

Finalmente, come avrrei voluto fare nel negozio di Brunori tanti anni fa, posso vedere le due Paragon una accanto all'altra e paragonarle (scusate il gioco di parole), ma vi assicuro che sono contento di non essere obbligato a scegliere...

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lucacecchi
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Sulla Omas Paragon, ancora...

Messaggio da lucacecchi »

Mamma mia quanta bellazza, mi brillano gli occhi... sogno il vecchio modello da una vita ma devo ammettere che il nuovo è bellissimo.
Luca
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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

Sono un fortunato possessore della prima Paragon Arco e credo che qualsiasi considerazione sulla bellezza della nuova vs la vecchia versione è un campo minato puramente soggettivo. Trovo che non è necessariamente una discriminante, ma personalmente tra una penna con sezione metallica e una con sezione in celluloide o resina o ebanite la preferenza la do sempre a queste ultime. Quello però che ancora di più non capisco è la necessità del avere una penna sbilanciata in avanti perché il suo peso aiuta a scrivere meglio. Sarei d'accordo con te per una penna che non scrive benissimo, ma vedi la mia Paragon del 92 scrive con i suoi pochi grammi senza porre alcuna pressione sulla carta, scrive con il solo peso dei suoi pochi grammi. Credo che una penna fatta bene debba funzionare così. Ho preso penne come la Montegrappa Extra Otto che ha un peso importante e la sezione in argento massiccio che tiene la penna sulla carta, di recente ho preso anche una Miya Carbon che é definitivamente sbilanciata in avanti, sono bellissime penne ma non le trovo per nulla confortevoli come la vecchia Paragon.
Ovviamente questa è la mia personale esperienza.
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

francoiacc ha scritto: lunedì 20 gennaio 2020, 15:05 […] Sarei d'accordo con te per una penna che non scrive benissimo, ma vedi la mia Paragon del 92 scrive con i suoi pochi grammi senza porre alcuna pressione sulla carta, scrive con il solo peso dei suoi pochi grammi. Credo che una penna fatta bene debba funzionare così. […] di recente ho preso anche una Miya Carbon che é definitivamente sbilanciata in avanti, sono bellissime penne ma non le trovo per nulla confortevoli come la vecchia Paragon.
Ovviamente questa è la mia personale esperienza.
Niente da aggiungere, Francesco.

Ma com’è la Miya Carbon? Sei tu quello che è riuscito a mettere le mani su una splendida Miya Carbon rossa e nera (delle quattro versioni, la mia preferita) che era in vendita a un buon prezzo in quel di Bologna? Ti confesso che ci avevo fatto un pensierino... Pochi giorni dopo Natale sono stato a Bologna per fare una conferenza e sono stato veramente tentato. Ma per Natale si era speso già troppo!
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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

Si esattamente quella, la trovo una penna bellissima, ma per quanto ami le Montegrappa non riesco a non essere critico nei confronti delle sue stupende creature. Mi riservo di parlarne con calma quando rientrerò da un paio di viaggi di lavoro. Non voglio creare suspance, voglio semplicemente capire meglio la penna prima di dare una corretta opinione. :wave:
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Annibale
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Sulla Omas Paragon, ancora...

Messaggio da Annibale »

Leggo i tuoi post con immenso piacere. Adoro le tue foto.

Se devo esprimere una preferenza, preferisco di gran lunga la Paragon Arco Brown.

Buona continuazione
MiraB
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Messaggio da MiraB »

Beh, direi che questa foto è in linea con l'argomento:
Screenshot_20200120-100821~2.png
Una splendida collezione di punte Omas, in un unico scatto! Foto trovata in quel di Instagram, Penne non mie purtroppo!
Sapere aude

Caterina
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Messaggio da patrispa »

Semplicemente estasiato da tanta bellezza.

GRAZIE

La bellezza non la trovo solo nelle creazioni Omas ma anche nelle parole, nella fotografia e quindi nella più pura passione che si possa provare per questi meravigliosi oggetti.

Non sono un estimatore delle sezioni in metallo e sono decisamente un amante delle penne leggere, ma di certo provo una immenso desiderio di scrivere con una di queste nuove/ultime eccezionali creazioni dell'estro e della maestria italiane.

Trovo, in generale, che la penna non debba quasi avere peso per assecondare completamente i movimenti della mano e non affaticarla durante le lunghe sessioni.
Qui ho però trovato argomenti per comprendere anche l'altro lato.

Ho provato e posseduto penne "pesanti" e raramente le ho trovate equilibrate.
Il vantaggio più evidente, sulla mia mano, è, talvolta, di frenare qualche movimento "troppo" libero e rendere quindi la grafia più continua e mangari uniforme; ma è alla fine anche un compromesso con l'estro, un freno all'errore, all'imperfezione insomma a quello che rende uno scritto una cosa più preziosa di una stampa in copperplate.

Magari cambierò opinione quando avrò la fortuna di provare uno di questi gioielli.
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Koten90
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Messaggio da Koten90 »

francoiacc ha scritto: lunedì 20 gennaio 2020, 15:05 (…)ma personalmente tra una penna con sezione metallica e una con sezione in celluloide o resina o ebanite la preferenza la do sempre a queste ultime. Quello però che ancora di più non capisco è la necessità del avere una penna sbilanciata in avanti perché il suo peso aiuta a scrivere meglio. Sarei d'accordo con te per una penna che non scrive benissimo, ma vedi la mia Paragon del 92 scrive con i suoi pochi grammi senza porre alcuna pressione sulla carta, scrive con il solo peso dei suoi pochi grammi. Credo che una penna fatta bene debba funzionare così.
Sono completamente d’accordo sull’impugnatura in metallo, ma completamente in disaccordo con il peso all’indietro.
Come scrivevo parlando della 149 Calligraphy, trovo che la Pilot Justus sia più confortevole per lunghe sessioni di scrittura proprio per la mancanza del pistone che porta il peso indietro.
È sicuramente questione di abitudine e, forse, anche di anatomia della mano, ma avere il baricentro spostato all’indietro mi fa percepire continuamente il pennino come se dovesse sollevarsi dal foglio e, alla lunga, finisco per avere la mano più pesante con la 149 che con la Justus.
Per quanto la mia Omas da tavolo sia lunga e abbia un meccanismo a pistone, il baricentro è comunque più congeniale al mio modo di tenere la penna.
Non è chiaramente un discrimine sufficiente a rinunciare a una penna come la 149 Calligraphy (o ad altre penne a pistone) anzi, è un’inezia, ma avendo più penne tra cui scegliere, la Justus è senza dubbio la mia preferita per la scrittura quotidiana, la Calligraphy per la scrittura posata e artistica.
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Messaggio da francoiacc »

:wtf:
Koten90 ha scritto: sabato 17 settembre 2022, 15:54
francoiacc ha scritto: lunedì 20 gennaio 2020, 15:05 (…)ma personalmente tra una penna con sezione metallica e una con sezione in celluloide o resina o ebanite la preferenza la do sempre a queste ultime. Quello però che ancora di più non capisco è la necessità del avere una penna sbilanciata in avanti perché il suo peso aiuta a scrivere meglio. Sarei d'accordo con te per una penna che non scrive benissimo, ma vedi la mia Paragon del 92 scrive con i suoi pochi grammi senza porre alcuna pressione sulla carta, scrive con il solo peso dei suoi pochi grammi. Credo che una penna fatta bene debba funzionare così.
Sono completamente d’accordo sull’impugnatura in metallo, ma completamente in disaccordo con il peso all’indietro.
Come scrivevo parlando della 149 Calligraphy, trovo che la Pilot Justus sia più confortevole per lunghe sessioni di scrittura proprio per la mancanza del pistone che porta il peso indietro.
È sicuramente questione di abitudine e, forse, anche di anatomia della mano, ma avere il baricentro spostato all’indietro mi fa percepire continuamente il pennino come se dovesse sollevarsi dal foglio e, alla lunga, finisco per avere la mano più pesante con la 149 che con la Justus.
Per quanto la mia Omas da tavolo sia lunga e abbia un meccanismo a pistone, il baricentro è comunque più congeniale al mio modo di tenere la penna.
Non è chiaramente un discrimine sufficiente a rinunciare a una penna come la 149 Calligraphy (o ad altre penne a pistone) anzi, è un’inezia, ma avendo più penne tra cui scegliere, la Justus è senza dubbio la mia preferita per la scrittura quotidiana, la Calligraphy per la scrittura posata e artistica.
Non so se e dove ho lasciato intendere che preferisco una penna sbilanciata all’indietro, di sicuro non è quello che intendevo o comunque preferisco. ;)
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Messaggio da Koten90 »

Beh se non è sbilanciata in avanti, le alternative sono 2 e avere il baricentro perfettamente tra la punta delle dita è dura. L’ho intesa proprio come l’ago di una bilancia: o di qua o di là.

Nel caso avessi frainteso, resta il mio punto di vista: se non casca perfettamente tra i polpastrelli, preferisco più avanti che indietro
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