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JetMcQuack
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Messaggio da JetMcQuack »

piccardi ha scritto: sabato 25 aprile 2020, 21:14
sussak ha scritto: sabato 25 aprile 2020, 20:07 Ti credo, il Professore usa Hasselblad. Sai quante migliaia di euro costa ?
Bastasse quello per saper fare foto come quelle, li investirei subito...

Simone
La macchina fotografica è utile, ma quello che serve per fare belle foto è la cura della luce e del set di ripresa.
Flufluns in vari post ha mostrato il set di ripresa, la luce morbida e controllata e i pannelli riflettenti usati per schiarire le ombre e rendere il tutto più caldo, uniforme e omogeneo. Con un set del genere anche la foto col cellulare sarebbe di livello superiore.
Quello che invece non si può costruire né approntare è il suo gusto per la composizione e per l'armonia, l'eleganza e l'equilibrio che le sue foto -ma anche le pagine dei suoi quaderni- trasmettono.
Spiller84
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Messaggio da Spiller84 »

Voi privilegiati che vi fregiate di penne in celluloide Arco siete cattivi, perché mi fate vedere queste foto che suscitano invidia (buona). Però siete anche bravi, perché almeno condividete foto e opinioni di queste bellezze. Buon per voi 😁. Che bellezze
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HoodedNib
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Messaggio da HoodedNib »

maxpop 55 ha scritto: sabato 25 aprile 2020, 21:49 Se non sai fotografare non c'è Hassemblad che tenga.
Sicuramente quello. Non so che Hasselblad ma ce ne sono alcune (tra quelle non recenti sopratutto) che ci vuole "manico" ad usarle bene, intendo tecnicamente, mano sul mezzo.
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Messaggio da maxpop 55 »

Certo in genere le 6x6 e le 6x9 sono manuali e per la luce esatta, sia che sia riflessa che diretta conviene sempre usare un esposimetro a mano.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

Vedo che questo argomento ha preso una piega molto fotografica e… me ne rallegro. Ben sapendo che questo forum ospita una sezione espressamente dedicate ai temi della fotografia (alla quale ho visto molti degli amici di penna sono fortemente appassionati), mi avventuro però a seguire questo argomento qui seguendone la corrente fotofila, per vedere dove ci porterà. Se gli amministratori saranno di parere diverso, non ho alcuna obiezione a che spostino questo argomento in usa sede che considero più idonea.

Dunque e in primis, io uso sempre l’esposimetro, tanto nella fotografia analogica (come farei, altrimenti?) quanto in quella digitale. In questo senso sembrerebbe un po’ meno evidente l’utilità dell’esposimetro, perché il risultato dell’esposizione si può valutare sul visore della fotocamera, ma… si può davvero?

Il visore più grande che io abbia su una fotocamera misura 3 pollici (scarsi 8 cm) in diagonale, e dal punto di vista della resa tonale e del colore è, diciamo, ai limiti della sufficienza. Quando fotografo con la fotocamera attaccata con un cavo al computer (cosa che faccio di solito), posso valutare l’esposizione sullo schermo da 27”; altrimenti, posso fidarmi di quello che appena intravedo nel visore? Il risultato è, che per abitudine, eseguo le mie esposizioni sempre guidato da un esposimetro, per lo più a luce incidente, più raramente a luce riflessa con misurazione spot. Siccome a me piacciono le fotografie a toni “bassi”, espongo 1/3 e a volte 2/3 di stop meno di quello che suggerisce il mio esposimetro super-preciso.

Quanto a Hasselblad, ho usato e uso sia fotocamere digitali (sistema H o sistema V con sensore CFV) sia analogiche (le mie fidate Hassy del sistema V). I sensori di Hasselblad che ho provato mi piacciono moltissimo per la loro fedeltà cromatica e per la dolcezza dei passaggi tonali. Ho usato con felicità infantile un sensore da 16 Mpixels commercializzato da Hasselbald, con i suoi famosi “pixel grassi” (il CFV-16), su 503CW, 500C/M, 553ELX e Flexbody. Per quello che devo fare io con una fotocamera, questo avrebbe potuto essere il mio apparecchio definitivo. 16 Megapixels sono sufficienti per una pagina di libro in quarto grande e, con una minima interpolazione, addirittura per un formato in-folio. Ho fatto fare stampe da 110 x 110 cm, semplicemente mozzafiato e non solo per la nitidezza, ma per la qualità delle ombre e delle alte luci. Detto tra quelli tra noi che ci capiscono di fotografia, con un sensore da 16 Mp di quella qualità, nessuno ha bisogno di niente di piú nel 99 per cento delle applicazioni fotografiche.

Vi allego un paio di esempi fortemente ridotti e salvati come JPEG di media qualità, la qualcosa penalizza moltissimo l’immagine originale, ma cliccandoli si possono ingrandire un poco e avere un’idea di che cosa può fare un CFV-16.

Dumas and Meisterstück Inkwell.jpg
Monbtblanc oro rosa.jpg
Montblanc Hemingway and fuchsia.jpg

Dicevo che avrebbe potuto essere il mio unico e ultimo dorso digitale per le mie, Hasselblad, se non fosse per il fatto che qui in Costa Rica si ammala. Il filtro di riduzione degli UV, montato davanti al sensore, contiene qualche tipo di gelatina di origine animale, e in questo paese tropicale è immediatamente attaccato dai funghi. Nel giro di un paio di mesi, questi cominciano a mangiare il filtro e purtroppo l’effetto di puntini e linee sotilissime è registrato dal sensore. Ho fatto sostituire il filtro UV tre volte (a 400 Euro piú DHL vari) e gli stessi tecnici mi hanno detto che la cosa non ha rimedio. Arrivato qui da me, rimane in buone condizioni un altro paio di mesi, poi inizia il degrado. L’ultima volta ho fatto cambiare il filtro, l’ho fatto chiudere in un una busta ermeticamente sigillata dal servizio di assistenza e l’ho lasciato in Italia. Dovrei venderlo, ma le sue prestazioni fotografiche mi piacciono troppo, per cui vedró.

Avrei acquistato un altro CFV di Hasselblad, magari da 39Mp o 50Mp (che non hanno componenti in gelatina), ma il prezzo di questi sensori usati è quasi uguale a quello di una fotocamera del sistema H con il suo sensore. Dunque, sono passato al sistema H. La mia grande incertezza era data dal fatto che i sensori CCD non sono più implementati, a favore del sistema CMOS. Peró il risultato fotografico di un sensore CCD è, a mio parere, nettamente superiore a quello di un CMOS. Ha il suo prezzo da pagare: al di sopra dei 200 ISO è inutilizzabile per fotografie di alta qualità, e ha un tempo massimo di esposizione di poco superiore ai 2 minuti (che io uso spesso). I colori e i pixels di formato maggiore compensano tuttavia abbondantemente, secondo me, questi difetti.

Guardate da voi che cosa un sensore CCD da 50Mp. Fissatevi nei toni scuri, nella dolcezza dei passaggi tonali, nella sensazione pittorica che trasmette l’immagine, anche in condizioni di luce difficili:

Coral pens and black callas (2) ©FP.jpg
Nostalgia italiana ©FP.jpg
La mia.jpg
Kaweco Sport Brass 1 ©FP.jpg
Aegyptiana Montegrappa Extra 1930.jpg
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Messaggio da HoodedNib »

Sono... commosso, quella scala di grigi in toni bassi che non e' mangiata ne da rumore cromatico ne da quello in luminanza... io che facevo fotografia naturalistica nei boschi senza flash ce l'avevo come incubo quelle due cose e non avevo grigi di quel tipo...
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Messaggio da fufluns »

Ancora qualche scatto recente effettuato sul sensore, sempre esposto a 50 ISO:

Montblanc Meisterstück 149 Calligraphy controluce ©FP.jpg
Montblanc Meisterstück 149 Calligraphy (7) ©FP.jpg
Montblanc Meisterstück 149 nibs in different colors ©FP.jpg
Lambrou-type 1.jpg

Se sulla qualità dei sensori che ho avuto e ho l’onore di usare non credo debbano esserci discussioni, voglio però spezzare una lancia anche a favore del sistema analogico. Nel mio caso, fotografia su pellicola formato 120, che restituisce negativi da 56 x 56 mm!

Qui in Costa Rica non sviluppano più il formato 120, e per ottenere i miei negativi a colore o le mie diapositive, devo fare un rischioso balletto di va e vieni delle pellicole con gli Stati Uniti che può durare diversi mesi (e risulta abbastanza costoso). Per questo, uso ormai la diapositiva e la negativa colore 120 solo molto di rado. Ma la pellicola in bianco e nero, che posso sviluppare da solo a casa, è per me di uso quasi quotidiano. Il bianco e nero, anche nella fotografia delle penne, ha doti proprie che non possono essere imitate da nessun sensore - in primo luogo la grana, per quanto ridotta sia – e una “poetica” propria. Da quando ho scoperto recentemente la tecnica di sviluppo cosiddetto standing, con i suoi pregi e la sua comoditá, è il sistema che adotto per lo sviluppo casalingo.

Vedete, qui sotto, che cosa fa un buon obiettivo (qui sono uno Zeiss Makro-Planar 120mm e uno Zeiss Tessar 160mm su tubi di prolunga) su una pellicola a grana fine come la Ilford Pan F. Se ingrandite un po’ l’immagine, noterete che la nitidezza e il dettaglio sono quasi iperrealisti:

O, con gesto ampio calligrafare B&W.jpg
Tre Omas anni 60 su marmo.jpg
Tre Omas anni 60.jpg
Two Omas Arco Brown B&W.jpg
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Messaggio da MiraB »

Un balsamo per gli occhi. Grazie per la particolareggiata spiegazione. Semplicemente fantastico!
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Messaggio da maxpop 55 »

Non ho parole, posso solo dire grazie Maestro :clap: :clap:
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Messaggio da cirovallone »

fufluns ha scritto: lunedì 27 aprile 2020, 22:16 Vedo che questo argomento ha preso una piega molto fotografica e… me ne rallegro. Ben sapendo che questo forum ospita una sezione espressamente dedicate ai temi della fotografia (alla quale ho visto molti degli amici di penna sono fortemente appassionati), mi avventuro però a seguire questo argomento qui seguendone la corrente fotofila, per vedere dove ci porterà. Se gli amministratori saranno di parere diverso, non ho alcuna obiezione a che spostino questo argomento in usa sede che considero più idonea.

Dunque e in primis, io uso sempre l’esposimetro, tanto nella fotografia analogica (come farei, altrimenti?) quanto in quella digitale. In questo senso sembrerebbe un po’ meno evidente l’utilità dell’esposimetro, perché il risultato dell’esposizione si può valutare sul visore della fotocamera, ma… si può davvero?

Il visore più grande che io abbia su una fotocamera misura 3 pollici (scarsi 8 cm) in diagonale, e dal punto di vista della resa tonale e del colore è, diciamo, ai limiti della sufficienza. Quando fotografo con la fotocamera attaccata con un cavo al computer (cosa che faccio di solito), posso valutare l’esposizione sullo schermo da 27”; altrimenti, posso fidarmi di quello che appena intravedo nel visore? Il risultato è, che per abitudine, eseguo le mie esposizioni sempre guidato da un esposimetro, per lo più a luce incidente, più raramente a luce riflessa con misurazione spot. Siccome a me piacciono le fotografie a toni “bassi”, espongo 1/3 e a volte 2/3 di stop meno di quello che suggerisce il mio esposimetro super-preciso.

Quanto a Hasselblad, ho usato e uso sia fotocamere digitali (sistema H o sistema V con sensore CFV) sia analogiche (le mie fidate Hassy del sistema V). I sensori di Hasselblad che ho provato mi piacciono moltissimo per la loro fedeltà cromatica e per la dolcezza dei passaggi tonali. Ho usato con felicità infantile un sensore da 16 Mpixels commercializzato da Hasselbald, con i suoi famosi “pixel grassi” (il CFV-16), su 503CW, 500C/M, 553ELX e Flexbody. Per quello che devo fare io con una fotocamera, questo avrebbe potuto essere il mio apparecchio definitivo. 16 Megapixels sono sufficienti per una pagina di libro in quarto grande e, con una minima interpolazione, addirittura per un formato in-folio. Ho fatto fare stampe da 110 x 110 cm, semplicemente mozzafiato e non solo per la nitidezza, ma per la qualità delle ombre e delle alte luci. Detto tra quelli tra noi che ci capiscono di fotografia, con un sensore da 16 Mp di quella qualità, nessuno ha bisogno di niente di piú nel 99 per cento delle applicazioni fotografiche.

Vi allego un paio di esempi fortemente ridotti e salvati come JPEG di media qualità, la qualcosa penalizza moltissimo l’immagine originale, ma cliccandoli si possono ingrandire un poco e avere un’idea di che cosa può fare un CFV-16.

Dumas and Meisterstück Inkwell.jpg

Monbtblanc oro rosa.jpg

Montblanc Hemingway and fuchsia.jpg

Dicevo che avrebbe potuto essere il mio unico e ultimo dorso digitale per le mie, Hasselblad, se non fosse per il fatto che qui in Costa Rica si ammala. Il filtro di riduzione degli UV, montato davanti al sensore, contiene qualche tipo di gelatina di origine animale, e in questo paese tropicale è immediatamente attaccato dai funghi. Nel giro di un paio di mesi, questi cominciano a mangiare il filtro e purtroppo l’effetto di puntini e linee sotilissime è registrato dal sensore. Ho fatto sostituire il filtro UV tre volte (a 400 Euro piú DHL vari) e gli stessi tecnici mi hanno detto che la cosa non ha rimedio. Arrivato qui da me, rimane in buone condizioni un altro paio di mesi, poi inizia il degrado. L’ultima volta ho fatto cambiare il filtro, l’ho fatto chiudere in un una busta ermeticamente sigillata dal servizio di assistenza e l’ho lasciato in Italia. Dovrei venderlo, ma le sue prestazioni fotografiche mi piacciono troppo, per cui vedró.

Avrei acquistato un altro CFV di Hasselblad, magari da 39Mp o 50Mp (che non hanno componenti in gelatina), ma il prezzo di questi sensori usati è quasi uguale a quello di una fotocamera del sistema H con il suo sensore. Dunque, sono passato al sistema H. La mia grande incertezza era data dal fatto che i sensori CCD non sono più implementati, a favore del sistema CMOS. Peró il risultato fotografico di un sensore CCD è, a mio parere, nettamente superiore a quello di un CMOS. Ha il suo prezzo da pagare: al di sopra dei 200 ISO è inutilizzabile per fotografie di alta qualità, e ha un tempo massimo di esposizione di poco superiore ai 2 minuti (che io uso spesso). I colori e i pixels di formato maggiore compensano tuttavia abbondantemente, secondo me, questi difetti.

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Messaggio da fufluns »

cirovallone ha scritto: martedì 28 aprile 2020, 10:12
Che penna è quella della prima foto?
Grazie.

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Messaggio da Spiller84 »

Oh cavolo (per non dire altro, ma una imprecazione ci stava benissimo) ma che belle foto. Con tale perizia, secondo me pure una Jinhao diventa molto molto più appagante per la vista
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Messaggio da musicamusica »

Ho sempre apprezzato le tue fotografie, sia per la composizone ( per i contenuti ! ) ma sopratutto per la scelta dell'esposizione attenta alla preservazione della lettura nelle alte luci. Concordo sul 16 cfv, nonostante il fattore crop mi spiazzasse ogni volta che mettevo il naso nel pozzetto mentre con il 120 makro non ho mai trovato il feeling che invece avevo con il "fratellino" per contax 645, che ritengo uno degli obiettivi migliori in assoluto assieme ad altri in bella compagnia.
Non sapevo dei problemi del filtro....che storia !
Caro amico di fotografia, e di penne, un cordiale saluto
cirovallone
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Messaggio da cirovallone »

fufluns ha scritto: martedì 28 aprile 2020, 21:42
cirovallone ha scritto: martedì 28 aprile 2020, 10:12
Che penna è quella della prima foto?
Grazie.

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È la più bella del lotto
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Messaggio da maxpop 55 »

cirovallone ha scritto: martedì 28 aprile 2020, 23:24
fufluns ha scritto: martedì 28 aprile 2020, 21:42


È una Montblanc Writers Edition Alexandre Dumas del 1996.
È la più bella del lotto
Non sono d'accordo, la più bella è la Terza, la prima della serie EL dedicata agli scrittori.
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