Parker Duofold Big Red: Antico e Moderno

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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

Molte volte si fa una scelta per partito preso o perchè ci facciamo influenzare da chi e cosa ci circonda. Lo ammetto candidamente che è stato questo il motivo per cui partii alla ricerca della più iconica penna flat-top in arancione. La Parker Dufold Big Red senior, a voler essere dei puristi storici, avrei dovuto prenderla nella sua prima versione in ebanite, ma a parte che non è facilissima da trovare, non è un investimento alla portata di chi si avvicina a queste icone storiche. Così mi “accontentai” della più umile e comune versione in permanite, peraltro un esemplare completo della sua scatolina in cartone, evidentemente riciclata per contenere ferri da uncinetto.
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Poi però mi sono chiesto, ma quanto ha giocato il fascino del vintage su questa scelta? Diciamo sempre che non ci sono più aziende in grado di fare penne come quelle di una volta, soprattutto poi qualcosa di paragonabile ad una icona come la Big Red, ma quanto è vero? La Parker di oggi non è neanche l’ombra dell’azienda che lanciò sul mercato penne del calibro della Duofold, la 51, la 75, giusto per citare alcuni modelli, ma sarà in grado di fare una buona penna con buoni materiali che possa rivaleggiare con una vecchietta di 100 anni ? Così ho preso la nuova Parker Duofold Big Red Centennial, la misura grande giusto per intenderci, e le ho messe fianco a fianco, vediamo un po’.
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Materiali: la nonnetta è fatta in permanite, una plastica prodotta da Dupont a cui Parker affibbiò questo nome, ne più ne meno che plastica. La moderna è fatta in resina. Direi che considerata l’età e l’inevitabile invecchiamento del materiale la moderna vince.
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Design: qui vince la progenitrice, ma la moderna non scherza affatto, si vede la discendenza. Però che dire del pennino della moderna, mica male?
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Sistema di ricarica: Per me non c’è storia, la nonnetta perde, vogliamo mettere la praticità della cartuccia ? Signori suvvia il progresso dove lo mettiamo ? Il caricamento a pulsante di fondo non sarà una rogna, ma vuoi mettere il fastidio per cambiare un sacchetto, fosse anche dopo 100 anni ? E poi con la moderna sappiamo subito quanto inchiostro ci resta con la nonnetta ce ne accorgiamo solo perché inizia a sputare inchiostro. Altro punto alla moderna
Manutenibilità: Dunque per una approfondita pulizia del gruppo scrittura, sulla vecchietta devo aprire la penna, scollare il sacchetto (e ci sono buone probabilità di romperlo), mettere la sezione su un blocco di estrazione e battere fuori pennino e alimentatore. Poi una volata puliti a dovere rimontare il gruppo scrittura, mettere il sacchetto, aspettare che asciughi, un po’ di talco, rimontare la barra e il pulsante di fondo e possiamo riporre la penna bella pulita fino al prossimo turno nella rotazione. Sulla moderna tolgo il converter, due o tre cariche/scariche d’acqua ed è pulito, tiro via pennino ed alimentatore lavo asciugo e rimonto, fatto. In genere però una notte in acqua della sola sezione è già sufficiente, certo potrei fare lo stesso con la trisavola ma dovrei comunque togliere il sacchetto. Un altro punto alla pronipote.
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Reparto scrittura: la trisavola ha la pessima tendenza a rigurgitare inchiostro verso fine carica. Entrambe hanno un pennino rigido, la moderna con un flusso più controllato, la trisavola tende un po' più sull’abbondante. Direi un altro punto alla moderna.
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Confort: secondo me anche qui vince la moderna, la sezione della vecchietta è un po' troppo corta.
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Le conclusioni fatele voi, dal mio punto di vista una Duofold Big Red Centennial moderna prodotta dall’ombra della Parker degli anni d’oro è una penna migliore e più usabile, un acquisto più sensato… ma qui di sensato non c’è quasi nulla!
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Messaggio da lucacecchi »

Grazie per il bel confronto.
Io ho avuto entrambe le penne... ma poi ho rivenduto la centennial.
Non riesco ad appassionarmi a come le parker moderne scrivono (o non scrivono), poi pagare quelle cifre per una penna con converter mi irrita.
Invece la "originale" ha un profumo che suscita emozioni ed è un piacere scriverci.
Concordo che di ragionevole ci sia poco... ma vado fiero dell'accoppiata stilo e micromina vintage nel bel colore rosso (arancione).
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Messaggio da piccardi »

francoiacc ha scritto: domenica 28 giugno 2020, 19:33 Materiali: la nonnetta è fatta in permanite, una plastica prodotta da Dupont a cui Parker affibbiò questo nome, ne più ne meno che plastica. La moderna è fatta in resina. Direi che considerata l’età e l’inevitabile invecchiamento del materiale la moderna vince.
Guarda che la permanite ne più ne meno che celluloide. E' una plastica certo, ma lo è anche la "resina" moderna.
francoiacc ha scritto: domenica 28 giugno 2020, 19:33 Manutenibilità: Dunque per una approfondita pulizia del gruppo scrittura, sulla vecchietta devo aprire la penna, scollare il sacchetto (e ci sono buone probabilità di romperlo), mettere la sezione su un blocco di estrazione e battere fuori pennino e alimentatore.
Quella penna (qualunque penna) si pulisce caricando e scaricando acqua, e avendo un po' di pazienza.
Fare una cosa dl genere per pulire una penna è come rifare il pavimento tutte le volte che devi pulirlo...

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PS sul fatto che una penna moderna sia più pratica credo esistano pochissimi dubbi.
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Messaggio da francoiacc »

piccardi ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 1:42
Guarda che la permanite ne più ne meno che celluloide. E' una plastica certo, ma lo è anche la "resina" moderna.
Ecco questa è una cosa che in diversi anni di ricerche mi è sfuggita del tutto, sarà che non ho mai avuto modo di strofinare una vecchia Duofold ma non ho mai avvertito che fosse celluloide. Mi riprometto di farlo.
piccardi ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 1:42
Quella penna (qualunque penna) si pulisce caricando e scaricando acqua, e avendo un po' di pazienza.
Fare una cosa dl genere per pulire una penna è come rifare il pavimento tutte le volte che devi pulirlo...

Simone
PS sul fatto che una penna moderna sia più pratica credo esistano pochissimi dubbi.

Il punto è proprio questo, e il fatto che la manutenibiltà di una penna a cartuccia sia superiore è indubbia. Io normalmente la penna la pulisco caricando e scaricando acqua, ma ci sono stati rari casi in cui sono dovuto andare più a fondo, ad esempio quando ho avuto inchiostri che mi hanno lasciato residui e particolarmente ostici da rimuovere. Fortunatamente sulle vintage come la Duofold ho sempre usato roba facile da togliere altrimenti sai che incubo?
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Messaggio da lucacecchi »

francoiacc ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 6:18
Ecco questa è una cosa che in diversi anni di ricerche mi è sfuggita del tutto, sarà che non ho mai avuto modo di strofinare una vecchia Duofold ma non ho mai avvertito che fosse celluloide. Mi riprometto di farlo.
Ecco!!! Strofina!!!
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Messaggio da Automedonte »

Interessante confronto, in effetti sono due teorie diverse.
Ho incominciato da poco ad interessarmi veramente alle stilografiche e dopo qualche mese di acquisti compulsivi mi trovo ad avere una trentina di penne di vario genere. Moderne di livello scolastico e di buon livello e qualche vintage di medio livello.
Le nonnette in buone condizioni scrivono tutte bene, sarà perché sono rodate :D ognuna con il suo tratto più sottile o più ampio e qui la preferenza diventa soggettiva. Le moderne viceversa, a volte, hanno bisogno di un po' di rodaggio e non sempre basta.
Le vintage però mi danno una sensazione di fragilità, anche apparente, che invece le nuove non hanno soprattutto grazie ai sistemi di caricamento oggi utilizzati che sono meno problematici rispetto ai sacchetti vari, specialmente se non si è capaci di cambiarli come me.
Approfitto per una considerazione due domande.
Le domande: ma strofinando le penne in celluloide si sente un profumo particolare? Fino a quale epoca non c'era utilizzo della plastica o resina che dir si voglia?

La considerazione: si fa un gran parlare di plastica, resina normale e/o pregiata, certo in ogni caso sarà meno appagante della celluloide però trovo che non siano tutte uguali. In effetti tra le moderne ci sono materiali che saranno anche tutti rientranti nella definizione generica di resina/plastica ma, per limitarmi a penne che posseggo, tra quella della Platinum 3776 century e quella della Montegrappa Chrysocolla c'è una bella differenza non sono mica la stessa cosa! Il materiale della Stipula Etruria Magnifica (che in quanto a scrittura lascia a desiderare) lo trovo molto più bello e piacevole della Aurora 88 Nizzoli anche se la prima è "resina" e la seconda celluloide.
Ok adesso sparatemi pure :mrgreen:
Cesare Augusto
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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

E si farò ammenda strofinando tutte le mie penne :mrgreen:
Tuttavia tutta questa cosa tra plastica, resina, celluloide antica e celluloide moderna per me è una bella confusione. A parte il discorso marketing e storico per me quel che conta è la qualità del materiale che riesco a percepire principalmente al tatto, e ovviamente visivo. La vecchia Duofold non la percepisco al tatto come più solida o più gradevole come la resina della moderna e non mi da nulla di più dal punto di visto visivo.
Il punto che cerco di fare è che sicuramente e abbastanza banalmente le penne moderne sono in generale più pratiche delle vintage, ma non ne faccio solo un discorso di praticità, quanto di usabilità, estetica e qualità in generale. Ho voluto fare questo giocoso paragone tra le due Duofold perchè credo sia l'unica penna ad essere ancora in produzione da quasi un centinaio di anni :wave:
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Messaggio da lucacecchi »

Dico solo due cosa poi lascio spazio a quelli più esperti e competenti.

La Permanite della parker non mi sembra affatto fragile, anzi piuttosto robusta. I problemi ci sono con le celluloidi ma anche qui non tutte sono uguali.
E dato che la celluloide è fatta in parte con la canfora, se la strofini, ossia togli la patina più esterna, quell'odore riemerge. Aromaterapia pura.
Infatti per riconoscere se una penna è in celluloide cerco di smontare le parti facili ed annusarle... Cavolo mi sembra di descrivere un drogato in astinenza...

Luca
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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

Probabilmente quando un centinaio di anni fa hanno iniziato a produrre la Duofold in permanite sarà stato un materiale resistente, anche se non credo tanto alla storia di penne sopravvissute dopo essere state buttate dall’ultimo piano di un grattacielo. Tuttavia credo che gli anni influiscono sul materiale rendendolo più fragile.
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Messaggio da JetMcQuack »

Personalmente ho avuto una Duofold, arancione, vintage, misura media. L'ho rivenduta qui sul forum, ho scoperto di non sopportare l'idea del sacchetto. So che tanti non hanno alcun tipo di problema, il mio è più un limite mentale, non so, ma nella mia collezione non c'è nessuna penna con sacchetto. Ogni tanto pernso di fare un'eccezione -e la farò senz'altro- per una Wahl eversharp, o per una Omas vintage arco, ma tutto qui, non ce la faccio...

La Duofold moderna piace moltissimo anche a me, non l'ho ancora presa perché la trovo abbastanza sovraprezzata -per una penna a cartuccia- ma di sicuro arriverà anche il suo turno :D :D
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Messaggio da MiraB »

Interessante disamina!
Mi piacciono molto entrambe! :wave:
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Messaggio da Monet63 »

francoiacc ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 6:18 Il punto è proprio questo, e il fatto che la manutenibiltà di una penna a cartuccia sia superiore è indubbia.
Io prediligo le penne a cartuccia/converter, con alcune rare eccezioni (Optima, M400 e pochissimo altro). Mi piace l'idea della semplicità, e la possibilità di togliere il converter per piazzarci una comune cartuccia. Questo è il motivo principale per cui avevo rotto tanto le scatole con la questione del "converter affogato": mi veniva tolta la possibilità di rimuoverlo...
Non sono affascinato particolarmente dai pennini flessibili, mi basta che abbia un minimo di molleggio per rendere la scrittura più gradevole, ma anche quello non è necessario; non sono interessato alla calligrafia, ho una mano che è una piuma, e soffro ben di più un gruppo di scrittura con un flusso avaro (proprio in virtù della mia leggerezza di scrittura).
In sostanza, per quanto le vecchiette mi incuriosiscano parecchio (e qualcuna l'ho presa), tolta la questione della manutenzione che per me è marginale (sono un flemmatico in ogni cosa, posso fare con calma e non mi strappo i capelli se restano tracce omeopatiche di inchiostro nella penna), considerando che non subisco il fascino della celluloide (preferisco una buona resina moderna) personalmente acquisterei la Duofold attuale, anche se probabilmente per motivazioni diverse dalla tua.
Automedonte ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 10:22 Le nonnette in buone condizioni scrivono tutte bene, sarà perché sono rodate :D ognuna con il suo tratto più sottile o più ampio e qui la preferenza diventa soggettiva. Le moderne viceversa, a volte, hanno bisogno di un po' di rodaggio e non sempre basta.
Io credo che scrivano tutte bene perché, in decine e decine di anni, è stata fatta una vera e propria selezione naturale: le peggiori sono state eliminate in qualche modo. Probabilmente, tanto per restare in tema, tra 80 anni una buona Duofold attuale priva di difetti avrà forse qualche acciacco ma scriverà ancora, e i nostri pronipoti diranno "come scrivevano bene le penne dell'epoca".
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Messaggio da piccardi »

francoiacc ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 6:18 Il punto è proprio questo, e il fatto che la manutenibiltà di una penna a cartuccia sia superiore è indubbia. Io normalmente la penna la pulisco caricando e scaricando acqua, ma ci sono stati rari casi in cui sono dovuto andare più a fondo, ad esempio quando ho avuto inchiostri che mi hanno lasciato residui e particolarmente ostici da rimuovere. Fortunatamente sulle vintage come la Duofold ho sempre usato roba facile da togliere altrimenti sai che incubo?
Che la cartuccia sia più comoda di qualunque caricamento a pulsante di fondo (e anche di tutti gli altri) ci sono pochi dubbi, e che una penna moderna possa essere più facile da smontare è anche abbastanza normale.

Ma estrarre alimentatore e pennino per pulire una penna è una pratica sconsigliabile anche nel caso in cui questo sia facile da fare, non è comunque una operazione di manutenzione ordinaria per cui una penna viene progettata, per cui il rischio di far danni cresce. Per una pulizia normale (gli intasamenti non rientrano nella categoria) non si deve mai smontare una penna. E anche in caso di intasamenti prima di smontare ci sono tutta una serie di passi intermedi che si possono fare.

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Messaggio da Automedonte »

Monet63 ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 13:57
Io credo che scrivano tutte bene perché, in decine e decine di anni, è stata fatta una vera e propria selezione naturale: le peggiori sono state eliminate in qualche modo. Probabilmente, tanto per restare in tema, tra 80 anni una buona Duofold attuale priva di difetti avrà forse qualche acciacco ma scriverà ancora, e i nostri pronipoti diranno "come scrivevano bene le penne dell'epoca".

saggia considerazione che non avevo valutato :thumbup:
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Messaggio da francoiacc »

Monet63 ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 13:57 considerando che non subisco il fascino della celluloide (preferisco una buona resina moderna) personalmente acquisterei la Duofold attuale, anche se probabilmente per motivazioni diverse dalla tua.
Sarei molto curioso, se mi è possibile chiederlo, quali sarebbero le motivazioni che ti porterebbero all'acquisto della moderna.
Monet63 ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 13:57 Io credo che scrivano tutte bene perché, in decine e decine di anni, è stata fatta una vera e propria selezione naturale: le peggiori sono state eliminate in qualche modo. Probabilmente, tanto per restare in tema, tra 80 anni una buona Duofold attuale priva di difetti avrà forse qualche acciacco ma scriverà ancora, e i nostri pronipoti diranno "come scrivevano bene le penne dell'epoca".
Questo è un commento che trovo molto interessante, non avevo mai considerato la selezione naturale applicata alle penne.
piccardi ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 14:19 Ma estrarre alimentatore e pennino per pulire una penna è una pratica sconsigliabile anche nel caso in cui questo sia facile da fare, non è comunque una operazione di manutenzione ordinaria per cui una penna viene progettata, per cui il rischio di far danni cresce. Per una pulizia normale (gli intasamenti non rientrano nella categoria) non si deve mai smontare una penna. E anche in caso di intasamenti prima di smontare ci sono tutta una serie di passi intermedi che si possono fare.
Su questo punto sono assolutamente d'accordo, non mi piace smontare una penna se la cosa non è assolutamente necessaria e dopo aver escluso ogni altro tentativo meno invasivo. Però mi piace sapere che se ho la necessità di farlo sia il meno complicato possibile, anche perché ci sono meno probabilità di fare danni. :wave:
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