Penne Marlen

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schnier
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Messaggio da schnier »

ASTROLUX ha scritto: sabato 15 agosto 2020, 10:05
Delta, Omas e tante aziende sono fallite, ma spesso le ragioni sono diverse dalla semplice mancanza di vendite...specie se un grosso cliente fallisce e non ti paga più, trascinandoti nella crisi.
Dimostra che la strategia di queste aziende spesso non paga, inutile difenderla a spada tratta.
Le penne prestigiose e da collezione...servono appunto a quello scopo: Collezione e prestigio.
Interessa a voi collezionisti a cui interessa la penna con Celluloide Arco Brown e la pagate a peso d'oro.
Per scrivere, e bene, ti basta anche una Wing Sung da pochi euro. :mrgreen:
Ma anche no.
Non cerco di convincere nessuno a comprare alcunchè.
Meno male...
Possiedo penne di ogni origine, prodotte dentro e fuori dal suolo nazionale e dalla comunità europea. Dico solo che Marlen, come Leonardo, fa farte di un patrimonio di inventiva e tradizione artigianale di cui andare orgogliosi, che coraggiosamente insiste su un territorio difficile e su un mercato così particolare. Ma è vero che "Nemo propheta in patria"....
Patrimonio è un'azienda storica riconosciuta per la sua importanza in quel settore nel tempo, ha senso per l'Aurora e aveva senso per la Omas. La Leonardo e la Visconti fanno semplicemente belle penne di esportazione, a loro il compratore italiano non interessa, interessa il mercato estero molto più ampio di quello italiano dove è molto facile incontrare il consumatore facoltoso o magari quello che non lo è ma è attratto dal luccichio del made in italy. Bella strategia di mercato, basta però essere chiari, non hanno bisogno delle difese d'ufficio. A scrivere scrivono peggio di una qualsiasi giapponese.
D'altrone la ricerca compulsiva, tipicamente italiana, del prodotto esotico spesso non paga, come dimostra la tua recente "delusione" con Namisu.
Chiudo con una piccola considerazione: Un'azienda che produce meno di 1000 pezzi al mese, non può certo venderle a 10 euro, con un ricavo anche del 20% non ci pagherebbe nemmeno l'affitto dei locali.
IMHO
Non diciamo eresie, la Namisu l'ho comprata a metà del prezzo in quanto prototipo, con lo scopo di avere qualche penna in materiale metallico. Il gruppo scrittura è quello della Leonardo, soltanto che la Leonardo la paghi oltre i 100 euro. Poi sicuramente le aziende italiane sono penalizzate dalla pressione fiscale eccessiva del nostro paese, ma mi sembra che tu eri tra quelli che volevano tassare di più i redditi e meno i patrimoni. :angel:
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Automedonte
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Messaggio da Automedonte »

Come al solito la verità sta nel mezzo, certe penne Giapponesi scrivono sicuramente bene ma non hanno alcun appeal estetico una 3776 o una Sailor di fascia bassa esteticamente non ha alcuna ricercatezza, come sali di livello cresce anche il prezzo.

Come al solito il mondo è bello perché è vario, ognuno ha i suoi gusti :D
Cesare Augusto
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Messaggio da merloplano »

Automedonte ha scritto: venerdì 14 agosto 2020, 22:31 I materiali utilizzati contano, tra le mie penne ho una Platinum 3776 con pennino in oro ed una Visconti VanGogh Starry night con pennino in acciaio, prezzo analogo ed entrambe scrivono molto bene. La prima ha il plus del pennino in oro ma noto poco la differenza nella scrittura.
Quello che noto molto invece è la differenza estetica, il piacere di guardarla, di tenerla in mano e di usarla.
Sono tutte e due di plastica (resina :D ) ma la Platinum sembra plasticaccia insignificante, ha una linea qualunque, le parti metalliche hanno una linea anonima e la placcatura dorata è banalmente ben fatta ma senza inventiva.
La Visconti non sembra neanche plastica ha dei riflessi bellissimi, una forma inusuale, il fermaglio molleggiato ad arco con la scritta Visconti, la chiusura magnetica, le mie iniziali sul fondo del cappuccio.
ho tolto la parte relativa alle conclusioni personali; vorrei commentare alcune tue osservazioni. premetto che possiedo due 3776 e nessuna visconti di gamma "economica", che pure in negozio potei valutare (la rembrandt)

il pennino in oro ha senso se usi inchiostri ferrogallici. io li uso, e apprezzo che il pennino non sia in acciaio. per il resto, la parte a contatto con la carta e' l'iridio, uguale in entrambi i pennini. se escludi la bagnabilita' diversa dei due materiali (e li puoi intervenire direttamente o cambiare inchiostro), il progettista puo' controllare la flessione del pennino cambiando geometria

la plasticaccia blu della 3776 e' piuttosto attraente e non conosco altre demonstrator con un colore tanto coprente, eppur trasparente. la custom 74, ad esempio, e' ben piu' trasparente. la 3776 rossa e' meno attraente. la resina visconti e' oggettivamente su un altro livello in quanto ad estetica. per resistenza a graffi, stabilita' dimensionale, precisione negli stampaggi non posso comparale. sono soddisfatto di entrambe le 3776

il pennino #5 di visconti a me pare piccolo e meno equilibrato esteticamente

la chiusura magnetica (specie quando accoppiata ad una clip importante, montblanc per la m ha un profilo piu' contentuto) e' meno sicura di uno snap cap ben disegnato (anche in plastica, come la prera o la abc). la 3776 e' a vite

visconti usa c/c secondo lo standard internazionale, per me una scelta progettualmente inferiore. il tempo necessario a scrivere dopo l'inserimento cartuccia (nuova) sulla 3776 lo misuro in secondi, sulla loom (non e' una visconti ma comunque e' std internationale #5 prodotto da jowo, secondo un thread su fpn) in minuti

la sezione in metallo della van gogh e' scivolosa, ed e' il motivo che mi ha spinto a guardare altrove. la mb m, ad esempio, ha la sezione finemente lavorata proprio per il grip. purtroppo e' corta e per la mia mano (media secondo lo std vileda :mrgreen: ) il gradino e' fastidioso. la sezione della 3776 presenta la linea di stampaggio

la 3776 (century) ha il sistema slip-n-seal di eccezionale efficacia. per alcuni utenti puo' essere utile

la linea qualunque della 3776 esprime equilibrio. disegnare un prodotto che faccia in modo eccellente solo una cosa e' piu' facile che disegnarne uno che faccia bene quasi tutto. inoltre, avere tanti requisiti spinge a convergere verso la medesima soluzione ottima (di compromesso). con il tempo, "comune" diventa "banale"

poi si analizza il pennino, escono fuori altre differenze. noti poca differenza nella scrittura. io noto una enorme differenza tra le platinum e la loom (non visconti, ma sempre un pennino #5 tedesco in acciaio). questo non ha feedback, galleggia su carta lucida come un hovercraft. ho piu' feedback da penne al gel se a punta sottile. quella invece sembra una matita (ottima la M con diamine earl grey), ma con carte economiche il feedback puo' essere eccessivo. sono due caratteri molto diversi, ed il criterio principale di scelta per alcuni (eg, io). la tua visconti e' come la tua 3776?

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Messaggio da zoniale »

sciumbasci ha scritto: venerdì 14 agosto 2020, 21:35 Lavorando in una grande azienda metalmeccanica italiana, non posso però che constatare amaramente quello che si intravede nelle prime righe del post citato: a parità di prodotto, quello italiano costa di più non tanto per qualsivoglia valore aggiunto, ma solo per dare l'impressione che costa di più = è meglio.
Il problema, caro sciumbi, è a monte. Non nei prezzi (che tu chiami "costi"), ma nell'effettivo costo industriale del prodotto italiano.
Il problema è tutto qui:
multifactor productivity.jpg
la produttività multifattoriale italiana (confrontata con quella di tutti i paesi OECD) dal 2000 al 2018 è diminuita, mentre quella di tutti gli altri cresceva. Fonte OECD.
Siamo costretti ad inventarci claims di qualità perché, semplicemente da noi costa troppo produrre.
Le cause del declino sono molteplici e non credo sia questa la sede per discuterne. Certamente il nanismo delle aziende italiane non le aiuta ad essere efficienti ed a permettersi investimenti.
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Messaggio da ASTROLUX »

sciumbasci ha scritto: venerdì 14 agosto 2020, 21:35 Lavorando in una grande azienda metalmeccanica italiana, non posso però che constatare amaramente quello che si intravede nelle prime righe del post citato: a parità di prodotto, quello italiano costa di più non tanto per qualsivoglia valore aggiunto, ma solo per dare l'impressione che costa di più = è meglio.
Anche io lavoro in un'azienda metalmeccanica: Gestione sana, fuori dai giri politici, tanto know how e voglia di fare. Vincente sui mercati internazionali (esportiamo l'80% del prodotto), orgogliosamente campana, ha acquisito ( e salvato dal fallimento), aziende situate sia nel nord Italia che sparse per il mondo, ciò dimostra che non tutto è negativo nel belpaese. Spesso il piagnisteo delle aziende italiane o presunte tali, serve solo a pietire qualche finanziamento pubblico, che poi finisce nelle tasche degli azionisti. Quelle sono aziende che andrebbero lasciate fallire... magari dalle loro ceneri potrebbe rinascere qualcosa di meglio.
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
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Messaggio da Automedonte »

merloplano ha scritto: sabato 15 agosto 2020, 12:55
ho tolto la parte relativa alle conclusioni personali; vorrei commentare alcune tue osservazioni. premetto che possiedo due 3776 e nessuna visconti di gamma "economica", che pure in negozio potei valutare (la rembrandt)

il pennino in oro ha senso se usi inchiostri ferrogallici. io li uso, e apprezzo che il pennino non sia in acciaio. per il resto, la parte a contatto con la carta e' l'iridio, uguale in entrambi i pennini. se escludi la bagnabilita' diversa dei due materiali (e li puoi intervenire direttamente o cambiare inchiostro), il progettista puo' controllare la flessione del pennino cambiando geometria

la plasticaccia blu della 3776 e' piuttosto attraente e non conosco altre demonstrator con un colore tanto coprente, eppur trasparente. la custom 74, ad esempio, e' ben piu' trasparente. la 3776 rossa e' meno attraente. la resina visconti e' oggettivamente su un altro livello in quanto ad estetica. per resistenza a graffi, stabilita' dimensionale, precisione negli stampaggi non posso comparale. sono soddisfatto di entrambe le 3776

il pennino #5 di visconti a me pare piccolo e meno equilibrato esteticamente

la chiusura magnetica (specie quando accoppiata ad una clip importante, montblanc per la m ha un profilo piu' contentuto) e' meno sicura di uno snap cap ben disegnato (anche in plastica, come la prera o la abc). la 3776 e' a vite

visconti usa c/c secondo lo standard internazionale, per me una scelta progettualmente inferiore. il tempo necessario a scrivere dopo l'inserimento cartuccia (nuova) sulla 3776 lo misuro in secondi, sulla loom (non e' una visconti ma comunque e' std internationale #5 prodotto da jowo, secondo un thread su fpn) in minuti

la sezione in metallo della van gogh e' scivolosa, ed e' il motivo che mi ha spinto a guardare altrove. la mb m, ad esempio, ha la sezione finemente lavorata proprio per il grip. purtroppo e' corta e per la mia mano (media secondo lo std vileda :mrgreen: ) il gradino e' fastidioso. la sezione della 3776 presenta la linea di stampaggio

la 3776 (century) ha il sistema slip-n-seal di eccezionale efficacia. per alcuni utenti puo' essere utile

la linea qualunque della 3776 esprime equilibrio. disegnare un prodotto che faccia in modo eccellente solo una cosa e' piu' facile che disegnarne uno che faccia bene quasi tutto. inoltre, avere tanti requisiti spinge a convergere verso la medesima soluzione ottima (di compromesso). con il tempo, "comune" diventa "banale"

poi si analizza il pennino, escono fuori altre differenze. noti poca differenza nella scrittura. io noto una enorme differenza tra le platinum e la loom (non visconti, ma sempre un pennino #5 tedesco in acciaio). questo non ha feedback, galleggia su carta lucida come un hovercraft. ho piu' feedback da penne al gel se a punta sottile. quella invece sembra una matita (ottima la M con diamine earl grey), ma con carte economiche il feedback puo' essere eccessivo. sono due caratteri molto diversi, ed il criterio principale di scelta per alcuni (eg, io). la tua visconti e' come la tua 3776?

buon pollo con i peperoni (te capi', Rodelinda? :lol: )
Sostanzialmente è tutto condivisibile quello che dici (io ho proprio la 3776 Century) ma non cambia il mio giudizio che è ovviamente soggettivo, come del resto il Tuo ;)

- io non uso ferrogallici quindi il pennino va bene anche in acciaio.
- sulla sicurezza del cappuccio hai pienamente ragione ma io non metto mai la penna nel taschino.
- La 3776, nonostante il sistema di chiusura particolare l’ho trovata ugualmente secca dopo una settimana
- la sezione in metallo a me non dà fastidio molta gente sceglie penne tutte in metallo, forse l’estate con 35 gradi ma in vacanza uso altro.
- il problema del tempo di arrivo dell’inchiostro per me non esiste, uso sempre il converter e quindi il pennino è pronto all’istante su entrambe.

Come vedi mi è facile, partendo dai miei gusti e preferenze, confutare le Tue affermazioni.
Proprio per questo il mondo è bello,perchè esistono teste diverse e quindi i produttori fanno bene a proporre prodotti diversi che soddisfano esigenze diverse.
Cesare Augusto
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Messaggio da merloplano »

Automedonte ha scritto: sabato 15 agosto 2020, 17:18 Sostanzialmente è tutto condivisibile quello che dici (io ho proprio la 3776 Century) ma non cambia il mio giudizio che è ovviamente soggettivo, come del resto il Tuo ;)

- io non uso ferrogallici quindi il pennino va bene anche in acciaio.
- sulla sicurezza del cappuccio hai pienamente ragione ma io non metto mai la penna nel taschino.
- La 3776, nonostante il sistema di chiusura particolare l’ho trovata ugualmente secca dopo una settimana
- la sezione in metallo a me non dà fastidio molta gente sceglie penne tutte in metallo, forse l’estate con 35 gradi ma in vacanza uso altro.
- il problema del tempo di arrivo dell’inchiostro per me non esiste, uso sempre il converter e quindi il pennino è pronto all’istante su entrambe.

Come vedi mi è facile, partendo dai miei gusti e preferenze, confutare le Tue affermazioni.
non direi proprio, rileggiti: io ho riportato i fatti come tali ed ho accompagnato le opinioni con un "per me".
tu non hai confutato i fatti, hai detto che per il tuo utilizzo non sono rilevanti. e questo e' assolutamente legittimo, concordiamo sulla conclusione.

tuttavia, se io affermo "la vettura xx e' piu' confortevole sui lunghi tragitti della yy" e tu ribatti "si, ma io non faccio lunghi viaggi e preferisco l'estetica della yy", stai giustificando la tua legittima scelta, non confutando i fatti (xx resta oggettivamente, fattualmente, INFATTAMENTE :mrgreen: , piu' confortevole di yy)
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Messaggio da Automedonte »

Avevo scritto una lunga ed articolata risposta ma è caduta la linea è non ho voglia di riscriverla :D

Nella sostanza non sono d’accordo con quello che scrivi Ma fa lo stesso :mrgreen:

Ma torniamo all’argomento principale, estetica a parte, chi ha avuto esperienze con le penne Marlen le trova affidabili e qualitativamente buone?

Grazie
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Messaggio da francoiacc »

Ne ho avute un paio, una era la Aleph, sono penne fatte bene.
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Messaggio da Lotus56 »

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Messaggio da analogico »

Automedonte ha scritto: sabato 15 agosto 2020, 19:28
Ma torniamo all’argomento principale, estetica a parte, chi ha avuto esperienze con le penne Marlen le trova affidabili e qualitativamente buone?

Grazie
Io ho una Marlen in ebanite e secondo me è una penna ottima .
Se dai un' occhiata alla pagina che contiene l'elenco delle recensioni troverai la mia insieme ad alcune altre relative a questo marchio.

https://forum.fountainpen.it/viewtopic. ... 404#p98326
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Messaggio da Corvogiallo »

Ne ho alcune: una ex dono della provincia di Caserta (con un fregio a sbalzo sul fusto di gusto barocco😜), una in argento (probabilmente una delle prime, tipo prime Delta) e una Aleph. Poi ho la serie prodotta per Martemodena dedicata alle città (alcune hanno abbinamenti di colore molto belli). Sono belle penne. Se ti piace l’estetica ti consiglio acquisto.
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Messaggio da Automedonte »

analogico ha scritto: domenica 16 agosto 2020, 3:59
Io ho una Marlen in ebanite e secondo me è una penna ottima .
Se dai un' occhiata alla pagina che contiene l'elenco delle recensioni troverai la mia insieme ad alcune altre relative a questo marchio.

https://forum.fountainpen.it/viewtopic. ... 404#p98326
Lette tutte :thumbup:

Solo che sono piuttosto datate e parlano più dell’estetica che delle qualità di scrittura.

Sembra quasi una marca caduta nel dimenticatoio ed era questa cosa che mi incuriosiva.
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Messaggio da Polemarco »

Una mia curiosità: la Delta aveva la sede in provincia di Caserta; Marlen e Lenardo l’hanno li’. Vi assicuro che non è polemica, soltanto voler sapere come una pluralità di artigiani in gamba siano proprio in quella provincia.
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Messaggio da maylota »

Polemarco ha scritto: domenica 16 agosto 2020, 14:51 Una mia curiosità: la Delta aveva la sede in provincia di Caserta; Marlen e Lenardo l’hanno li’. Vi assicuro che non è polemica, soltanto voler sapere come una pluralità di artigiani in gamba siano proprio in quella provincia.
Me lo sono spesso domandato anch'io. Tra l'altro a parte Leonardo (la cui recente genesi è abbastanza facile da capire), sia Marlen che Delta sembra siano nate lo stesso anno, il 1982.
La zona di Caserta era un distretto già attivo nella produzione di penne come ad esempio quello di Settimo Torinese o si è trattato di una fortunata "congiunzione astrale" dell'inizio anni 80? O di una attività di diversificazione all'interno del distretto della pelletteria?
Venceremos.
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