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Recensioni dei sistemi di caricamento

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Bons

Recensioni dei sistemi di caricamento

Messaggio da Bons »

In tutte le recensioni, quando si giunge alla valutazione del sistema di caricamento, di qualsiasi penna si tratti, anche se eccelsa, il punteggio precipita se si tratta di "normale cartuccia o converter".

Personalmente preferisco i sistemi di caricamento integrati, ma è solo fascinazione.
Ma, a una valutazione oggettiva, devo dire che, tutto quel che perde in complessità (?) di progettazione e realizzazione, il sistema cartuccia/converter lo recupera in flessibilità e semplicità d'uso e manutenzione.

Suggerirei di non essere sempre così severi nei confronti di un sistema di caricamento che fa il suo dovere e anche bene.
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JetMcQuack
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Messaggio da JetMcQuack »

Ti dico la mia: la mia (vecchia e pessima battuta).

Hai ragione, ma solo in parte. I sistemi che prevedano un'immersione del gruppo scrittura nel calamaio permettono sempre di scrivere immediatamente.
Molto spesso invece mi sono trovato con penne a cartuccia in cui l'inchiostro non ne voleva sapere di raggiungere il pennino. Aspetta, spera, schiaccia la cartuccia, solo dopo un po' di traffico sono riuscito a scrivere.
Tale tribolazione mi capita quasi sempre -specifico: penne "vergini", riprese dopo una pausa e un lavaggio, o nuove- con le cartucce internazionali tipo Pelikan. Anche Lamy non è esente dal difetto.

Non so perché ma il trio giapponese parte sempre all'istante, come se l'inchiostro fosse sotto pressione... :wave:
Bons

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Messaggio da Bons »

Posso dire anche io la mia?
Anche io la mia. ;)

Sono assolutamente d'accordo con te.
Se, però, mi limitassi solo alle penne a pistone dovrei rinunciare a troppe stilografiche bellissime.
Le cartucce non le uso, converter inchiostro e vai.
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Messaggio da JetMcQuack »

E' vero, ma quando devo spendere 400 euro per una Parker duofold moderna o per una Waterman Patrician, senza parlare dei 700 per una Sailor King of Pen, che desidero da un bel po' di tempo, o per una Pilot 845 Vermillion Urushi, o anche solo il trecento per una Sailor 1911 Large -su questa cedo prima o poi perché ne adoro il pennino 21k-, insomma, se si parla di cifre importanti ci penso. E' una fisima, lo so, a penna chiusa non cambia poi nulla, ma ci penso.

Insomma, un pistone in teoria richiede lavorazioni più precise di una cartuccia converter, almeno mi sembra di pagare qualcosa per cui valga la pena, poi in realtà so che in entrambi i casi sono beni estremamente sovraprezzati...
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Messaggio da Spiller84 »

A volte c'è anche dello snobismo. Guarda che penna, bellissima scrive benissimo... Si ma è a cartuccia, non la prendo, ha un sistema di caricamento poco ricercato.
Io invece credo che ogni sistema di caricamento abbia i suoi pregi e i suoi difetti, e che non incida sulla piacevolezza di uso di una penna. Bisogna solo tenere conto di quale sistema equipaggia la penna, e adeguare la routine. Se è poco capiente, si ricarica più spesso, se è solo a cartucce, ci si arma di siringa se si vogliono usare gli inchiostri preferiti. Il resto sono fisime. Tuttavia, sono proprio le fisime che caratterizzano le passioni, altrimenti sarebbe un mero uso di uno strumento. Ah, e ho dimenticato di dire una cosa: una cosa 😁
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Messaggio da maylota »

Sicuramente sui sistemi di caricamento c'è un po' di snobismo e di fisima da appassionato e magari non "un po'" ma " molto"

Ad esempio, io personalmente amo le penne Statunitensi dell'età dell'oro della stilografica (pre-biro) e quindi non sono un grande ammiratore del pistone. Del resto una siringa inversa è mille volte più divertente e non solo lei: vuoi mettere con un eye dropper ben fatto? Per non parlare di una snorkel con touchdown, che rifatta con tecnologia moderna potrebbe essere veramente una cosa divertente (secondo me). Altro che un pistone come si faceva ai tempi del nazionalsocialismo (frase volutamente provocatoria e da prendere con umorismo, per favore)
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Messaggio da Musicus »

Ricordo che:
- ognuno si assume la responsabilità delle proprie preferenze, e così anche il recensore nella scelta dei parametri della recensione (il recensore giudica la penna, il lettore giudica il recensore);
- sui sistemi di caricamento c'è un po' di snobismo, e un po' di (chiamiamola) disinformazione :mrgreen: ;
- la prima penna stilografica pubblicizzata sui giornali italiani nel 1898 era probabilmente questa con caricamento a cartuccia (ed è anche americana e dei tempi d'oro);
3. STILOGRAFO AMERICANO (Eagle). 1898-01-01. Scena Illustrata, Anno XXXIV n.1, pag. quarta di copertina..jpg
viewtopic.php?t=19771
- il caricamento a pistone fu brevettato, poi prodotto e venduto anni prima della salita al potere del nazismo;
- tra le Big Five (quindi americane) ve ne fu una (Conklin) che adottò il pistone nell'età dell'oro (dal 1931 al 1938) e sono penne belle e ricercate:
Conklin NOZAC, cioè "no sack"...

:thumbup:

Giorgio
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Messaggio da maylota »

Musicus ha scritto: lunedì 15 febbraio 2021, 16:31
- tra le Big Five (quindi americane) ve ne fu una (Conklin) che adottò il pistone nell'età dell'oro (dal 1931 al 1938) e sono penne belle e ricercate:
Conklin NOZAC, cioè "no sack"...

Giorgio
Si ma è stata una (1) sola...
PS se qualcuno ha un meccanismo interno del pistone della Nozac da vendermi, la mia è ferma in attesa del ricambio. Grazie!
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Messaggio da Musicus »

maylota ha scritto: lunedì 15 febbraio 2021, 16:35
Musicus ha scritto: lunedì 15 febbraio 2021, 16:31
- tra le Big Five (quindi americane) ve ne fu una (Conklin) che adottò il pistone nell'età dell'oro (dal 1931 al 1938) e sono penne belle e ricercate:
Conklin NOZAC, cioè "no sack"...

Giorgio
Si ma è stata una (1) sola...
...
Ma stiamo parlando di Conklin (per 8 anni ca.) non di Leonardo!
E le Big Four avevano all'epoca sistemi di caricamento di punta tutti diversi tra loro...
maylota ha scritto: lunedì 15 febbraio 2021, 16:35 ...
PS se qualcuno ha un meccanismo interno del pistone della Nozac da vendermi, la mia è ferma in attesa del ricambio. Grazie!
Richieste di questo genere vanno nell'apposito argomento.


Giorgio
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Messaggio da maylota »

Musicus ha scritto: lunedì 15 febbraio 2021, 16:49
maylota ha scritto: lunedì 15 febbraio 2021, 16:35

Si ma è stata una (1) sola...
...
Ma stiamo parlando di Conklin (per 8 anni ca.) non di Leonardo!
E le Big Four avevano all'epoca sistemi di caricamento di punta tutti diversi tra loro...

Giorgio
Conklin ed il suo pistone (sulla Nozack e basta) furono una splendida aringa rossa.
In ogni caso il mio commento originale voleva semplicemente essere leggero ed ironico sull'idea che "il pistone" sia il caricamento più bello e nobile.
Temo non sia stato colto del tutto e mi spiace :wave:
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Messaggio da Monet63 »

Io sono in controtendenza: se ho davanti a me due penne con lo stesso gruppo scrittura, preferirò quella a cartuccia/converter, perché lo trovo incredibilmente più semplice ed efficace (un converter può usare anche inchiostri in bottiglia, un pistone può usare solo quelli). Proprio per questo motivo quando un produttore incolla un converter a una penna io trovo da ridire, per via di una complicazione inutile a un sistema altrimenti perfetto.
:wave:
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Messaggio da Automedonte »

Musicus ha scritto: lunedì 15 febbraio 2021, 16:49
E le Big Four avevano all'epoca sistemi di caricamento di punta tutti diversi tra loro...
Musicus ha scritto: lunedì 15 febbraio 2021, 16:31
- tra le Big Five (quindi americane) ve ne fu una (Conklin) che adottò il pistone nell'età dell'oro (dal 1931 al 1938) e sono penne belle e ricercate:
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Messaggio da Al3xI98O »

Bons ha scritto: lunedì 15 febbraio 2021, 13:35 In tutte le recensioni, quando si giunge alla valutazione del sistema di caricamento, di qualsiasi penna si tratti, anche se eccelsa, il punteggio precipita se si tratta di "normale cartuccia o converter".

Personalmente preferisco i sistemi di caricamento integrati, ma è solo fascinazione.
Ma, a una valutazione oggettiva, devo dire che, tutto quel che perde in complessità (?) di progettazione e realizzazione, il sistema cartuccia/converter lo recupera in flessibilità e semplicità d'uso e manutenzione.

Suggerirei di non essere sempre così severi nei confronti di un sistema di caricamento che fa il suo dovere e anche bene.
Premettendo che sono un "nabbo" (o novizio se vogliamo) ma la voglia di provare una stilografica è nata da una mia considerazione (sono cose forti...., prendetele con le pinze!): "una normale penna a sfera o i miei amati roller sono, alla fin fine, solo dei contenitori di refill. Una stilografica è una penna completa".
Per questo motivo i sistemi integrati mi affascinano parecchio (uno dei motivi per cui la mia prima penna è stata la TWSBI ECO è anche quello) ma concordo col tuo discorso in toto: i sistemi converter (ne ho uno da poche ore; a dicembre nemmeno immaginavo della loro esistenza) assolvono il loro compito e sono sicuramente più flessibili quindi, se fatti bene, hanno una loro valida dignità :)
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Messaggio da Normie »

personalmente ho sempre idolatrato le penne con una grande capacità : 400NN, le Conid, il vacuum filler in generale, i pistoni telescopici. C'è da dire che all'attacco pratico avere una penne che tiene poco più di 2ml di inchiostro o una che ne tiene 0.7 per me cambia poco e nulla (lo so che anche voi avete inchiostrate più di 2 penne alla volta eh ) :mrgreen: . Sono rimasto un po' deluso dalla Conid che ho preso: bella bella costruita bene ma non penso la terrò ancora a lungo.
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Messaggio da Ghiandaia »

JetMcQuack ha scritto: lunedì 15 febbraio 2021, 13:48 Non so perché ma il trio giapponese parte sempre all'istante, come se l'inchiostro fosse sotto pressione... :wave:
Verissimo, l'ho notato anche io su Platinum Pilot e Sailor.

Tornando al topic: io che sono un inchiostromane adoro cartucce e converter per la loro facilità di pulizia, ma confesso di non essere immune al fascino dei sistemi integrati.
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