differenza tra un inchiostro a nanopigmenti e un bulletproof ??

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Messaggio da Monet63 »

kircher ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 23:12 Confesso di non sapere cosa sia la mano della carta. Sono solo rimasto molto impressionato dagli effetti dell'ossidazione dell'inchiostro sulla carta.
La mano è il rapporto che intercorre tra grammatura e spessore del foglio.
L'ossidazione è tipica degli inchiostri ferrogallici, ma chiaramente l'effetto varia in base alla grammatura (il peso al metro quadro) e la mano (che indica sostanzialmente la compattezza).
A parità di grammatura una carta compatta (mano bassa) reggerà meglio di una carta più rada (mano alta). Ad esempio le carte tipo Rhodia hanno una mano piuttosto bassa, ovvero a parità di grammatura sono più sottili e compatte; questo, insieme a una collatura efficace, le rende particolarmente adatte alla stilografica, ma anche piuttosto resistenti a un inchiostro ferrogallico rispetto a una carta più porosa.
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differenza tra un inchiostro a nanopigmenti e un bulletproof ??

Messaggio da valhalla »

Monet63 ha scritto: domenica 4 aprile 2021, 1:12 L'ossidazione è tipica degli inchiostri ferrogallici, ma chiaramente l'effetto varia in base alla grammatura (il peso al metro quadro) e la mano (che indica sostanzialmente la compattezza).
Non solo, nei ferrogallici influisce anche quanto acido è stato usato nella reazione per produrlo e quanto è rimasto in avanzo, pronto per corrodere penne e carta: con la produzione industriale non dovrebbe essere un problema (e infatti i ferrogallici da stilografica non causano danni particolari), ma quando l'inchiostro si produceva in casa, magari senza neanche una bilancia precisa, il rischio che di tanto in tanto ne uscisse una cotta particolarmente corrosivo era forte.

Il che aiuta a far sì che ci siano documenti che stanno resistendo senza problemi nei secoli e documenti in cui magari in soli 200 anni la carta sia stata corrosa dallo scritto.
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Messaggio da Polemarco »

Monet63 ha scritto: domenica 4 aprile 2021, 1:12
kircher ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 23:12 Confesso di non sapere cosa sia la mano della carta. Sono solo rimasto molto impressionato dagli effetti dell'ossidazione dell'inchiostro sulla carta.
La mano è il rapporto che intercorre tra grammatura e spessore del foglio.
L'ossidazione è tipica degli inchiostri ferrogallici, ma chiaramente l'effetto varia in base alla grammatura (il peso al metro quadro) e la mano (che indica sostanzialmente la compattezza).
A parità di grammatura una carta compatta (mano bassa) reggerà meglio di una carta più rada (mano alta). Ad esempio le carte tipo Rhodia hanno una mano piuttosto bassa, ovvero a parità di grammatura sono più sottili e compatte; questo, insieme a una collatura efficace, le rende particolarmente adatte alla stilografica, ma anche piuttosto resistenti a un inchiostro ferrogallico rispetto a una carta più porosa.
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Grazie per la mano ! Non la conoscevo. È l’equivalente di peso specifico. È la differenza tra grammi per metro quadro e grammi per metro cubo. Sei un grande. Fonti bibliografiche ?
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Messaggio da Monet63 »

Polemarco ha scritto: domenica 4 aprile 2021, 14:40 Grazie per la mano ! Non la conoscevo. È l’equivalente di peso specifico. È la differenza tra grammi per metro quadro e grammi per metro cubo. Sei un grande. Fonti bibliografiche ?
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Dovrei cercarle. A me lo spiegò un mastro cartaio di Fabriano, e in seguito cercando sul web trovai qualcosa.
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Messaggio da drepic »

Monet63 ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 14:21 La formulazione della carta, se non si considerano gli sbiancanti, non è che sia poi cambiata granché. Oggi esistono moltissime carte di qualità, prodotte con gli stessi ingredienti di secoli fa, non necessariamente costose, che non usano additivi chimici, ma i soliti ingredienti storici (stracci di lino o cotone, una colla, acqua). E' evidente che se devo fare una fotocopia mi interessa poco la conservazione nei secoli dei secoli; se, invece, voglio garanzie di conservazione, mi rivolgerò a determinati prodotti, e a quel punto avrò solo l'imbarazzo della scelta.
A 100 anni ci arrivano, comunque, anche carte da poco: io ne posseggo varie, anche più vecchie, da scrittura, disegno, scolastiche, premium, e tutte sono in condizioni da decente a ottima.
:wave:

grazie. quindi se ho capito il ragionamento :
basta comprare un buon quaderno/agenda italiano o francese o tedesco ( per non far nomi di marche) ed usare indifferentemente un nanopig , un bullet o un moderno ferrogallico per avere risultati simili di conservazione suoi 100-150 anni ?
scusa se insisto ma la questione mi intriga sia a livello legale, che familiare
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Messaggio da Monet63 »

drepic ha scritto: sabato 10 aprile 2021, 15:56 grazie. quindi se ho capito il ragionamento :
basta comprare un buon quaderno/agenda italiano o francese o tedesco ( per non far nomi di marche) ed usare indifferentemente un nanopig , un bullet o un moderno ferrogallico per avere risultati simili di conservazione suoi 100-150 anni ?
scusa se insisto ma la questione mi intriga sia a livello legale, che familiare
Esatto.
Le carte comuni attuali sono talvolta meno belle di quelle di un tempo (però ce ne sono anche di oggettivamente migliori), ma basta andare appena un passo oltre per trovare carte studiate per resistere bene il tempo, con tanto di collatura neutra, esenti da acidi e con riserva alcalina (non ingialliranno, o lo faranno in modo impercettibile/leggerissimo). E' il caso, tanto per fare un paio di esempi, di molte carte Ingres, vergate, che reggono (anche alla luce, quelle colorate) perché studiate per disegno artistico. Nella carta la qualità paga sempre: esistono carte MD Paper per scrittura in puro cotone, resistenti a tutto; idem per Fabriano, Amatruda, e via così. Io, quando ho necessità di conservare a lungo, scelgo sempre e solo carte di qualità, meglio se specifiche per inchiostro stilografico. Inoltre, senza scomodare le carte pensate per belle arti, quelle attuali specifiche per stilografica, se di qualità (Rhodia/Clairefontaine, Fabriano EcoQua, Md Paper, Lalo, etc.), danno ampie garanzie di conservazione.
Per gli inchiostri idem: se io volessi un inchiostro che mi garantisca l'inalterabilità ne cercherei uno al carbone (analoghi a quelli prodotti con fuliggine per intenderci, con una resistenza alla luce ancora oggi insuperata), o uno a base ferrogallica (anche moderno, la base ferrogallica, per quanto minima, resterà sempre leggibile, anche quando svanirà la parte colorante). Con riserva uno bulletproof di quelli che funzionano legandosi alle fibre di cellulosa, perché se usi una carta di cotone l'inchiostro potrebbe non legarsi più; tuttavia, scegliendo una buona carta di cellulosa, il problema non sussisterebbe.
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Messaggio da drepic »

Monet63 ha scritto: sabato 10 aprile 2021, 17:57 Esatto.
Le carte comuni attuali sono talvolta meno belle di quelle di un tempo (però ce ne sono anche di oggettivamente migliori), ma basta andare appena un passo oltre per trovare carte studiate per resistere bene il tempo, con tanto di collatura neutra, esenti da acidi e con riserva alcalina (non ingialliranno, o lo faranno in modo impercettibile/leggerissimo). E' il caso, tanto per fare un paio di esempi, di molte carte Ingres, vergate, che reggono (anche alla luce, quelle colorate) perché studiate per disegno artistico. Nella carta la qualità paga sempre: esistono carte MD Paper per scrittura in puro cotone, resistenti a tutto; idem per Fabriano, Amatruda, e via così. Io, quando ho necessità di conservare a lungo, scelgo sempre e solo carte di qualità, meglio se specifiche per inchiostro stilografico. Inoltre, senza scomodare le carte pensate per belle arti, quelle attuali specifiche per stilografica, se di qualità (Rhodia/Clairefontaine, Fabriano EcoQua, Md Paper, Lalo, etc.), danno ampie garanzie di conservazione.
Per gli inchiostri idem: se io volessi un inchiostro che mi garantisca l'inalterabilità ne cercherei uno al carbone (analoghi a quelli prodotti con fuliggine per intenderci, con una resistenza alla luce ancora oggi insuperata), o uno a base ferrogallica (anche moderno, la base ferrogallica, per quanto minima, resterà sempre leggibile, anche quando svanirà la parte colorante). Con riserva uno bulletproof di quelli che funzionano legandosi alle fibre di cellulosa, perché se usi una carta di cotone l'inchiostro potrebbe non legarsi più; tuttavia, scegliendo una buona carta di cellulosa, il problema non sussisterebbe.
:wave:
TI RINGRAZIO !!!! sugli ink , anche grazie al forum e prove "sul campo" mi sono fatto un pò di esperienza. ma per le carte ... la prova "pratica" è solo col tempo. quindi il tuo intervento è stato veramente interessante ! :clap: spesso si fa confusione tra carte "artistiche" e per stilografiche, l'avevo notato ... e ci sono in giro troppi parare discordanti . Uso rhodia per testare ink e pennini, ma non lo trovo agevole per esempio per un pensiero o un diario. vorrei comprare italiano, ma Pigna ha una produzione talmente vasta ... proverò le altre che mi hai consigliato
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