Quanto dura un documento scritto con inchiostro non waterproof/bulletproof?

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kircher
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Quanto dura un documento scritto con inchiostro non waterproof/bulletproof?

Messaggio da kircher »

Una cosa che mi porta a diffidare molto dei ferrogallici è che i ferrogallici antichi, gli inchiostri con cui sono scritti ad esempio i documenti settecenteschi, sono tutt'altro che gentili con la carta. quando si apre un faldone, ne viene sempre giù un polverume di carta non rosa dai tarli, ma corrosa dall'inchiostro. Spesso non è raro che siano proprio le lettere ad essere quasi trasparenti. Non ho idea se i ferrogallici odierni presentino gli stessi problemi, ma nel dubbio ne faccio a meno (anche perché non ne trovo di neri). Non sia mai che fra trecento anni la mia lista della spesa sia divenuta illeggibile!
valhalla
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Messaggio da valhalla »

Monet63 ha scritto: mercoledì 10 aprile 2019, 14:22 I coloranti organici sintetici, specialmente oggi, sono piuttosto resistenti alla luce, al punto che molti di essi vengono utilizzati - (…) - anche nella produzione di colori per belle arti, (…)
Il fatto che esistano dei coloranti di facile disponibilità e ottima resistenza alla luce non vuole però dire necessariamente che questi coloranti vengano usati esclusivamente negli inchiostri, dove la resistenza alla luce non è sempre necessaria.

Per loro natura gran parte dei documenti vengono conservati al riparo dalla luce (anche perché per rovinarli serve un esposizione continua di settimane, mesi e anche anni, soprattutto se di luce indiretta, non basta leggere di tanto in tanto la pagina), per cui ci sta che i produttori di inchiostri non considerino la resistenza alla luce come una caratteristica fondamentale nella scelta dei coloranti e diano priorità ad altre caratteristiche, tra cui magari anche la lavabilità e cancellabilità (che mi aspetto possano essere facilmente in contrasto).
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Phormula
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Messaggio da Phormula »

Io ho quaderni delle elementari scritti con il Pelikan Royal Blue che sono ancora perfettamente leggibili.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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sciumbasci
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Messaggio da sciumbasci »

Ho appunti delle superiori, all'epoca scrivevo con la pilot g2. La carta è ingiallite e increspata dall'umidità, ma quello che ho scritto è ancora lì
Altri appunti, universitari, scritti con quello che mi capitava tra le mani - biro principalmente, ma qualche pagina scritta col quink c'è - non hanno problemi.

Per me questa cosa della indelebilità è tanto marketing e poca sostanza. Tutte le pagine, gli assegni, contratti e quant'altro firmati quotidianamente con biro pubblicitarie cinesi con inchiostri tutt'altro che indelebili sono ancora lì.
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

valhalla ha scritto: domenica 4 aprile 2021, 13:57 Il fatto che esistano dei coloranti di facile disponibilità e ottima resistenza alla luce non vuole però dire necessariamente che questi coloranti vengano usati esclusivamente negli inchiostri, dove la resistenza alla luce non è sempre necessaria.
E' vero, ma la questione ha un aspetto molto più pratico, perché quei coloranti non sono affatto usati esclusivamente negli inchiostri, una cosa che non giustificherebbe né la ricerca, né la produzione. L'industria dei coloranti e dei pigmenti deve fare i numeri, e uno dei numeri più grossi è il settore automobilistico, che spinge gli inventori (Ciba, Basf, Lansco, Sheperd, solo per citare alcuni più famosi che mi vengono in mente ora) a studiare sempre nuovi coloranti e pigmenti stabili (le auto restano al sole e all'aria per gran parte della loro vita). Le nicchie come le belle arti, o le nicchie nelle nicchie come gli inchiostri da scrittura ne beneficiano, fortunatamente, ma se un colorante non serve più ai grandi numeri viene semplicemente eliminato (è successo varie volte).
Un produttore sceglie ciò che trova facilmente e a buon prezzo, quindi ciò che è in produzione. A meno di improbabili fondi di magazzino è molto più facile e logico - per un produttore - approvvigionarsi di un pirrolo che non di uno dei primi azoici, che comunque alla fine della fiera costano uguale (i pyrroli costano il quadruplo di un azoico, ma rendono ugualmente il quadruplo).
Semmai il problema va visto in termini di formulazione, perché ogni colorante ha il suo carattere e le sue "bizze", e non è detto che la formulazione buona per (esemplifico con codici relativi a pigmenti) un PY1 (un giallo azoico molto anziano) sia ugualmente buona per un PY213 (un pigmento giallo moderno incredibilmente stabile).
Quindi, il punto è che un produttore di inchiostri potrà usare un colorante stabile non perché ci tiene ai nostri scritti, ma solo perché gli costa di meno ed è più facile. Certo, magari dovrà riformulare (e molti non lo fanno, da cui comportamenti strani tipo inchiostri che non seccano mai e macchiano), ma la questione è in quei termini.
:wave:
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Messaggio da valhalla »

Monet63 ha scritto: domenica 4 aprile 2021, 14:48 E' vero, ma la questione ha un aspetto molto più pratico, perché quei coloranti non sono affatto usati esclusivamente negli inchiostri, (...) Quindi, il punto è che un produttore di inchiostri potrà usare un colorante stabile non perché ci tiene ai nostri scritti, ma solo perché gli costa di meno ed è più facile.
Però gli inchiostri per niente resistenti alla luce esistono, li ho visti coi miei occhi, e stiam parlando di produzioni di massa (chi ha detto Pelikan 4001 royal blue?), non di nicchie che potrebbero avere avanzi di magazzino

Non so se siano sostanze che magari hanno qualche altro uso al di fuori del colorare, se sia un'esigenza dovuta al far sì che l'inchiostro sia lavabile e cancellabile o magari, come citato nella parte che ho snippato, una questione di formulazione che non è adatta a mantenere resistenza alla luce, o chissà quale altro motivo.
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Messaggio da Monet63 »

valhalla ha scritto: domenica 4 aprile 2021, 15:22 Però gli inchiostri per niente resistenti alla luce esistono, li ho visti coi miei occhi, e stiam parlando di produzioni di massa (chi ha detto Pelikan 4001 royal blue?), non di nicchie che potrebbero avere avanzi di magazzino

Non so se siano sostanze che magari hanno qualche altro uso al di fuori del colorare, se sia un'esigenza dovuta al far sì che l'inchiostro sia lavabile e cancellabile o magari, come citato nella parte che ho snippato, una questione di formulazione che non è adatta a mantenere resistenza alla luce, o chissà quale altro motivo.
Beh si, certo, non tutti i coloranti sono resistenti, anche molti moderni. Il punto su cui volevo porre l'attenzione è che non è detto che un colorante economico sia per forza poco stabile, e viceversa; e anche il fatto che, tranne in casi tipici (esempio, le belle arti), la scelta non avviene per far durare i nostri scritti, ma per semplice opportunismo logistico. Dato che, oggi, i coloranti stabili sono più numerosi che in passato (e costano anche meno), è lecito aspettarsi una resistenza alla luce maggiore che un tempo.
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Messaggio da platax »

Ciao,
ho voluto riesumare questo thread perché, da non esperto (in pratica seguo con più attenzione questo mondo solo da un annetto, pur avendo usato molto le stilografiche da giovane, poi abbandonate senza un vero perché... :D ), ho sperimentato un visibile sbiadimento di alcuni miei appunti dopo neanche, appunto, "un annetto".
L'inchiostro che è diventato davvero molto più pallido è il royal blue 4001 di Pelikan mentre, come spiegava Monet63 anche in altre discussioni, i "neri" hanno molto meno problemi.
Certamente la carta ha la sua parte di coinvolgimento. Normalmente uso i quaderni e blocchi Pigna 80gr perché sono di facile reperibilità ovunque, ma vorrò sperimentare anche con qualche carta più "da stilografica", magari il problema si attenua (?)
E magari avrò anche minori problemi di intrusione dell'inchiostro nella parte inferiore del foglio... :D
Comunque in generale mi sono convinto ad usare i vari neri che ho (i normali 4001 Pelikan, il Quink Parker, ...) per appunti/documentazione che devo conservare e ricontrollare abbastanza a lungo mentre per appunti "al volo" che non dovrò catalogare o ricontrollare nel tempo, posso tranquillamente divertirmi con le mille sfumature e colori delle infinite gamme di inchiostri disponibili per le stilografiche.
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La mia esperienza è simile a quella di Phormula: quanderni scolastici di una cinquantona di anni fa scritti con il Pelikan o l'Aurora blu ancora perfettamente leggibili.
C'è da dire, però, che nel corso degli anni la formulazione degli inchiostri può essere cambiata, anche per esigenze di rispetto dell'ambiente e della salute (in allora, per fare un esempio, non esistevano gli inchiostri cancellabili ed i relativi Super Pirat e simili: se sbagliavi qualcosa, tiravi una riga sopra o cancellavi utiizzando una gomma con impasto più duro rispetto a quella per cancellare la grafite: quindi, essenzialmente, raschiavi la carta).
Poi, certamente, il colore nero offre generalmante maggiore garanzia di conservazione.
Molto importante è anche il luogo di conservazione; il più asciutto e scuro possibile.
Giuseppe.
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