Quanto dura un documento scritto con inchiostro non waterproof/bulletproof?

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schnier
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Messaggio da schnier »

Quanto dura un documento scritto con un inchiostro per stilografiche non progettato per resistere all'acqua o ad altre manomissioni?
C'è il rischio che dopo anni ci si ritrovi con un documento non più leggibile?
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rolex hunter
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Messaggio da rolex hunter »

Si, il rischio c'è, soprattutto per colpa della luce;

In questa discussione (anche se NON perfettamente centrata sulla tua domanda) puoi trovare spunti e testimonianze

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Giorgio

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Messaggio da shinken »

In un periodo di tempo piuttosto lungo anche la carta potrebbe averei i suoi problemi.
IMHO la qualità delle carte di uso comune non è proprio eccelsa e la situazione piano piano peggiora.
Luigi, tabaccaio in Genova.
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schnier
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Messaggio da schnier »

Se ho ben capito leggendo tra forum e altre cose gli inchiostri indelebili non fanno proprio bene alle stilo. Come fare? Pensandoci mi sembra un limite non trascurabile quello di rischiare di perdere un documento scritto dopo qualche anno.
rolex hunter ha scritto: martedì 9 aprile 2019, 20:44 Si, il rischio c'è, soprattutto per colpa della luce;

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Messaggio da Monet63 »

Posseggo pagine di comunissima carta (non patinata) che hanno oltre 40 anni, scritte con i vari Pelikan 4001 (in genere blu royal o nero, ma anche blu-nero), Waterman Havana (attuale absolute brown) e marrone Visconti, che sono ancora perfettamente leggibili, e hanno subito cambiamenti minimi o nulli. Quelli più tenaci sono il Pelikan 4001 nero e blu-nero.
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Messaggio da HoodedNib »

rolex hunter ha scritto: martedì 9 aprile 2019, 20:44 Si, il rischio c'è, soprattutto per colpa della luce;

In questa discussione (anche se NON perfettamente centrata sulla tua domanda) puoi trovare spunti e testimonianze

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No, scusate in quella discussione ci sono inesattezze e pure grossolane.
Un inchiostro pigmentato, sopratutto se di pigmenti neri (in pratica, carbone) non lo smuovi piu' dalla carta e non sbiadisce a meno di non sparargli laser di una certa potenza sopra.
I ferrogallici per stilografiche NON contengono gomme di nessun tipo proprio perche' intaserebbero i conduttori, inoltre le formulazioni odierne sono abbastanza gentili sulle penne.
Quanto agli stessi ferrogallici, il loro metodo di scrittura permanente comprende il fatto che a contatto della carta e per ossidazione si formino delle particelle di precipitato, questo lo rende a tutti gli effetti molto simile, come effetto finale, agli inchiostri pigmentati (poi c'e' il modo di toglierlo ma mettersi li con l'acido ascorbico e' una rottura di balle)
Poi c'e' la categoria di inchiostri che chimicamente reagisce con la carta, a questa categoria appartengono i Bulletproof della Noodler ma anche altri, come dice la loro stessa definizione si sono legati alla carta modificando la composizione molecolare alla superficie della carta e loro stessi. Probabilmente anche questi con gli opportuni sforzi possono cancellarsi.
NESSUNO dei suddetti inchiostri rovina le penne, anche perche' sapendolo i produttori di penne (o meglio quelli di conduttori, pennini e converter) testano gli inchiostri piu' comuni e quelli piu' aggressivi sulle loro penne, di solito.

Per quanto riguarda gli inchiostri "comuni" dipende, ci sono coloranti che degradano piu' facilmente alla luce di altri, altri che cambiano colore e via dicendo. Ma in generale direi che c'e' poco da preoccuparsi perche' in ogni caso, gli inchiostri una volta sulla pagina stanno ben poco alla luce essendo solitamente su libri e quaderni che non sono continuamente esposti agli agenti atmosferici.
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Messaggio da rolex hunter »

HoodedNib ha scritto: mercoledì 10 aprile 2019, 7:46
rolex hunter ha scritto: martedì 9 aprile 2019, 20:44 Si, il rischio c'è, soprattutto per colpa della luce;

In questa discussione (anche se NON perfettamente centrata sulla tua domanda) puoi trovare spunti e testimonianze

viewtopic.php?f=9&t=11223

No, scusate in quella discussione ci sono inesattezze e pure grossolane.

[CUT, molto esteso]
Mi sono andato a rileggere la discussione, giusto per essere sicuro:
Viene detto, più o meno, quello che affermi tu; a parte esperienze personali (quindi di per sé non opinabili) su quanto-è-sbiadito-cosa-dopo-quanto, le affermazioni sui ferrogallici sono in linea con le tue affermazioni; non ho notato "grossolane inesattezze"....

Incidentalmente, sul sito di Sailor (non ho provato l'inchiostro, quindi riferisco soltanto ciò che ho letto) viene affermato che il LORO inchiostro pigmentato, a parità di esposizione alla luce, accusa sbiadimento in misura grandemente inferiore (bella finezza) ai normali inchiostri con coloranti/aniline.

schnier ha scritto: martedì 9 aprile 2019, 22:18 Se ho ben capito leggendo tra forum e altre cose gli inchiostri indelebili non fanno proprio bene alle stilo. Come fare? Pensandoci mi sembra un limite non trascurabile quello di rischiare di perdere un documento scritto dopo qualche anno.
rolex hunter ha scritto: martedì 9 aprile 2019, 20:44 Si, il rischio c'è, soprattutto per colpa della luce;

[CUT]
Sì ma un testo viene scritto per essere letto proprio alla luce.
Parliamo, ovviamente, di conservazione ed immagazzinamento pluriennale, non di quando si legge.... suvvia :!: :!:
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Messaggio da schnier »

rolex hunter ha scritto: mercoledì 10 aprile 2019, 8:40 Parliamo, ovviamente, di conservazione ed immagazzinamento pluriennale, non di quando si legge.... suvvia :!: :!:
Certo ma se io mi scrivo un documento che ho bisogno di consultare tutti i giorni o mi piace leggere tutti i giorni il problema sorge o no?
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Messaggio da MiraB »

schnier ha scritto: mercoledì 10 aprile 2019, 9:06 Certo ma se io mi scrivo un documento che ho bisogno di consultare tutti i giorni o mi piace leggere tutti i giorni il problema sorge o no?
Se il foglio viene ben conservato e trattato con cura il problema non si presenta. Magari un pó di usura a causa dell'uso intenso ma non penso possa diventare illeggibile soprattutto se si usano inchiostri indelebili o con una buona resistenza al tempo.

Il problema dello sbiancamento é da considerarsi soltanto in caso di mal conservazione o sviste. Ho pagine e pagine scritte con il Pelikan Royal Blu che non è resistente a niente! Eppure, con un pò di riguardo, dopo anni, sono ancora perfettamente leggibili.
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Messaggio da rinolt »

schnier ha scritto: mercoledì 10 aprile 2019, 9:06
rolex hunter ha scritto: mercoledì 10 aprile 2019, 8:40 Parliamo, ovviamente, di conservazione ed immagazzinamento pluriennale, non di quando si legge.... suvvia :!: :!:
Certo ma se io mi scrivo un documento che ho bisogno di consultare tutti i giorni o mi piace leggere tutti i giorni il problema sorge o no?
Veramente è ampiamente risaputo che l 'occhio umano per leggere utilizza quella che poi abbiamo tecnicamente realizzato e definito come lettura laser. In pratica l occhio emette un raggio luminoso che colpisce la carta e rimbalzando restituisce la forma del segno in termini di disegno, per il colore invece avviene una scansione di tipo diverso.
questa emissioen di rgaasio fotonico produce inevitabilmente un degradamento dello scritto per cui man mano che si legge sbiadisce. per questo si è insegnato ai giovani di ridurre le letture di dicumenti analogici preferendo l avisione dello schermo , possibilmente video 4D, in modo da avere anche la quarta dimensione dello scritto.

Sono stato a vinitaly :lol:
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Messaggio da Monet63 »

schnier ha scritto: mercoledì 10 aprile 2019, 9:06 Certo ma se io mi scrivo un documento che ho bisogno di consultare tutti i giorni o mi piace leggere tutti i giorni il problema sorge o no?
Solo teoricamente.
I coloranti organici sintetici, specialmente oggi, sono piuttosto resistenti alla luce, al punto che molti di essi vengono utilizzati - previa manipolazione per renderli insolubili nei comuni leganti, ovvero facendoli comportare come un pigmento - anche nella produzione di colori per belle arti, che devono avere una fotostabilità ben maggiore agli inchiostri. In ogni caso, anche le sostanze coloranti più problematiche hanno un indice BWS (Blue Wool Scale) che ne garantisce una fotostabilità adeguata, per lo meno considerando l'inchiostro un elemento a sé, cioè senza considerare la carta sulla quale si poggerà, che in realtà è un aspetto estremamente importante.
Un paio di esempi:
- il rosso antrachinone sintetico odierno, una delle sostanze coloranti oggi meno fotostabili, ha ancora un indice BWS oscillante intorno a (semplifico molto, ma è per capirsi) 4-5, cioè medio basso. In soldoni, ciò si traduce in una resistenza pari a 25/50 anni, in illuminazione standard (da museo) senza esposizione diretta al sole. L'esposizione diretta al sole battente estivo, è in grado di eliminare del tutto il colore nel giro di 200/250 ore.
- il viola diossazina, ha una resistenza alla luce molto alta (8 della BWS, ovvero il massimo grado), è tenace e con potere colorante incredibilmente alto (insieme alle ftalocianine e al nero di carbonio è la materia colorante più "aggressiva" oggi disponibile), è disponibile in variazioni che spaziano dal violetto rossastro a quello bluastro. I colori (inchiostri compresi) a base di diossazina (violetti) o ftalocianine (blu e verdi), o miscele che li contengono, sono immediatamente riconoscibili: molto, molto, molto coloranti, tendono a macchiare le superifici con cui vanno a contatto, reggono diluizioni mostruose, mantenendo intatte le caratteristiche di fotostabilità.
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Messaggio da marcof »

schnier ha scritto: mercoledì 10 aprile 2019, 9:06
Certo ma se io mi scrivo un documento che ho bisogno di consultare tutti i giorni o mi piace leggere tutti i giorni il problema sorge o no?
in effetti con alcuni inchiostri il problema sorge.
A me capita di scrivere note per lavoro e appuntare il foglietto su una lavagna in sughero, quindi esposta alla luce.
Con alcune cartucce di inchiostro blu mi è capitato che dopo pochi giorni l'appunto era quasi illeggibile.
Per questo motivo ho sempre a portata di mano una penna con inchiostro in cartucce economico per appunti che con tutta probabilità butterò di li a poco; e una penna con inchiostro piu resistente per appunti che devono durare.
Ho delle cartucce blu di marca online che schiariscono spaventosamente in poche ore, altre cartucce comprate al supermercato che invece non danno quel problema.
Ci devi andare un po' di esperienza e approfittare anche di quella maturata dagli altri utenti, ma ti sconsiglio di affidare scritti importanti al primo inchiostro che capita.
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Messaggio da schnier »

Monet63 ha scritto: mercoledì 10 aprile 2019, 14:22 Solo teoricamente.
I coloranti organici sintetici, specialmente oggi, sono piuttosto resistenti alla luce, al punto che molti di essi vengono utilizzati - previa manipolazione per renderli insolubili nei comuni leganti, ovvero facendoli comportare come un pigmento - anche nella produzione di colori per belle arti, che devono avere una fotostabilità ben maggiore agli inchiostri. In ogni caso, anche le sostanze coloranti più problematiche hanno un indice BWS (Blue Wool Scale) che ne garantisce una fotostabilità adeguata, per lo meno considerando l'inchiostro un elemento a sé, cioè senza considerare la carta sulla quale si poggerà, che in realtà è un aspetto estremamente importante.
Bella spiegazione grazie.
marcof ha scritto: giovedì 11 aprile 2019, 12:11
in effetti con alcuni inchiostri il problema sorge.

[snip]

Ci devi andare un po' di esperienza e approfittare anche di quella maturata dagli altri utenti, ma ti sconsiglio di affidare scritti importanti al primo inchiostro che capita.
Immaginavo: non usi gli inchiostri indelebili?
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edit: scusate, ho scritto una castroneria. Dormo.
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Messaggio da drepic »

peccato che la discussione sia terminata . mi interessava.
era interessante anche la correlazione con le varie carte
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