MINERVA CLASSICA Blu Lapislazzuli - 1935

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MINERVA CLASSICA Blu Lapislazzuli - 1935

Messaggio da Musicus »

“Excusatio non petita” (omaggio a Carlo Emilio Gadda)
Spero che nessuno si senta offeso dal mio gesto per così dire blasfemo (nel caso, mi cospargerò nuovamente il capo di cenere), ma credo che quale inconsapevole eppure vigorosa reazione ad un gusto claustrale invalso in questi lidi – che hanno visto ritrarre le penne stilografiche in guisa di reliquie sopra tessuti che paiono sai penitenziali, ovvero adagiate nel più intimo recesso del domestico tinello “là dove il cul si posa”, o su vetusti ricami caserecci istoriati come l’arazzo di Bayeux, per tacere dei tentativi più e più volte reiterati di catturare la loro anima sensibile, se pure ne abbiano una, nel cuore della notte mediante luci artificiali per scientemente consegnarle in eterno a brune penombre catacombali – ho deciso, così d’acchito, di uscirmene bello fresco col mio smarfoncino sul terrazzo di casa, in un radioso pomeriggio invernale di sole, i tetti coperti di candida neve, e di inquadrare le mie modeste pennucce “en plein air”: a prescindere dagli esiti, discutibilissimi, come vedrete, e financo censurabili dai puristi muniti di buon gusto per la composizione e d’ogni bendidìo tecnologico locupleti, e perduta in partenza, ahimè, la sfida contro i mulini a vento fotografici, le cui pale girano, girano, ho almeno respirato un po’ d’aria buona!
1. MC. The Pen capped.jpg
2. MC. The Pen posted 1.jpg

La Penna
MINERVA “CLASSICA” misura piccola in celluloide blu lapislazzuli tornita da barra piena, parti metalliche a vista laminate oro, corretto pennino Minerva in oro 14 ct., caricamento a leva laterale, produzione OMAS anno 1935.
3. MC. The Pen posted.jpg

Le misure
Chiusa: cm. 11,1
4. MC. capped - Copia.jpg
Cappuccio: cm. 5,5
5. MC. cap x3.jpg
Fusto: cm. 10,2 (con pennino di cm.1,9)
6. MC. opened.jpg
Con cappuccio calzato: cm. 14 (con pennino di cm.1,9)
7. MC. posted.jpg
Diametro massimo (alla veretta): mm. 11,8
Diametro fusto alla levetta: mm. 11,0
Diametro medio all'impugnatura: mm. 9,5
8. MC. capped x4.jpg
Peso (carica): gr. 14
Fusto: gr. 9


Marca e Modello
Per avere informazioni sul Produttore, orgoglio della scuola italiana della stilografica, si consulti il nostro formidabile Wiki:
http://www.fountainpen.it/Omas/it
Per ragguagli approfonditi sul modello in presentazione segnalo l’esaustiva voce Minerva “Classica” nel database dei modelli storici
https://www.fountainpen.it/Minerva_Classica
in calce alla quale si potranno ammirare anche gli esemplari documentati dagli altri Contributors.
Per parte mia desidero solo puntualizzare un paio di questioni.
Il nome del modello, innanzi tutto: “Classica” non è stato scelto dal Produttore, bensì assegnato dallo studioso Emilio Dolcini (anche nel volume “Stilografiche Omas dal 1925 ad oggi”) e accolto dai collezionisti.
Vi è poi una questione di datazione.
Sui quattro modelli Minerva d’anteguerra (“tipo Parker Duofold Streamline”, Classica, Ellittica e Trasparente) i pennini in oro 14 carati montati parrebbero essere in realtà… uno solo (e questo in circa una trentina di esemplari che ho potuto osservare in rete): il pennino ha foro a cuore e riporta l’iscrizione
MINERVA
585 [in un rombo]
1A QUALITA’
9. MC. gold 585 nib.jpg
Il pennino (che non v’è ragione di ritenere sempre sostituito) recando la punzonatura dell’oro “585” consentirebbe di datare tutte le penne che lo montano a DOPO l'introduzione dell'obbligo della titolazione dell'oro in millesimi (585 in un rombo per l’oro 14 carati), introdotto con la Legge del 5 Febbraio 1934 N.305 (disciplina dei "Titoli dei metalli preziosi") che entrò in vigore con il relativo Regolamento nel 1935.
Quindi sarebbe tutta la produzione Minerva di OMAS ad avere inizio dopo il deposito del marchio (3 aprile 1934) e la sua registrazione (24 ottobre 1934).
Non ho visto esemplari di Classica o di Ellittica con pennino punzonato “14 Ct.” (come invece spesso accade sulle Omas Extra a levetta, per intenderci, la cui produzione era iniziata nel 1932 e proseguita fino al 1946, dove invece è ovviamente presente sui primi esemplari prodotti, ovvero prima ancora sulle “tipo Parker Duofold flat-top”), quindi presumo vero fino a prova contraria ciò che afferma Dolcini che tutte le Minerva siano state prodotte dopo il deposito del Marchio nel 1934 e i loro pennini punzonati secondo le prescrizioni della Legge del 1934 citata.

Osservazioni
Prima della II Guerra Mondiale le penne italiane si erano molto spesso ispirate a modelli stranieri (americani, prevalentemente), quando non si erano limitate semplicemente a copiarli e riprodurli pedissequamente (a volte realizzandoli anche un poco meglio, però). Tuttavia, diversamente dalle OMAS tipo “Parker Duofold” (antecedenti) e dalle Minerva tipo “Parker Duofold Streamline”, l’ascendente diretto della Minerva “Classica” in presentazione non può essere individuato con certezza (da me almeno): una significativa fonte di ispirazione potrebbe essere comunque rinvenuta nella Parker Duette (prodotta dal 1932 al 1933, un modello Thrift Time, dei tempi della prima Grande Crisi economica), almeno per quanto concerne il cap top in metallo, la veretta singola, il blind cap con scalino.
Omas, questo è ben noto, utilizzò per la sottomarca Minerva partite di celluloide diverse da quelle impiegate dal Marchio principale (ma parimenti pregiate): poiché il modello “Ellittica” era spesso destinato alla produzione per conto terzi (ad esempio importanti cartolerie storiche nelle principali città, che spesso richiedevano anche aggiunte di anellini decorativi supplementari) in questo modo era meglio garantita l’originalità della penna, rispetto alla produzione standard del Marchio principale. Ma anche tra Minerva Ellittica e Minerva Classica le colorazioni non coincidevano, e tra tutte le colorazioni disponibili sulle “Classica” il blu (un intenso oltremare “lapislazzuli”, secondo me) è sicuramente tra i meno comuni…
10. MC. blue lapis celluloid.jpg

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Ultima modifica di Musicus il lunedì 5 marzo 2018, 23:02, modificato 3 volte in totale.
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Messaggio da Musicus »

Passiamo all’esame stilistico.
Il fermaglio è fissato ad anello sotto la testina e fuoriesce da una feritoia ricavata alla base della stessa, che si innalza mediante un piccolo gradino ad un cerchio concentrico più piccolo, decorato a mo’ di gioiello con l’incisione di una piccola circonferenza interna.
11. MC. cap and cap top.jpg
La lavorazione è richiamata sul fondello cieco da un corrispettivo ricavato nella celluloide.
12. MC. top cap and blind cap.jpg
Entrambe le superfici sono piatte e lisce, tanto che la penna può essere lasciata in verticale sul tavolo, poggiando tranquillamente (si fa per dire! :shifty: ) su ambo le estremità: una graziosa eredità dello stile flat-top…
Il labbro è pieno, ed elastico quanto basta per consentire di calzare il cappuccio con sicurezza, condizione imprescindibile per affrontare anche lunghe sessioni di scrittura.
13. MC. cap lip.jpg
Il fermaglio è un’interpretazione di “military clip” [un fermaglio che rispetti i regolamenti militari statunitensi: dal taschino richiuso con pattina abbottonata non deve fuoriuscire alcun oggetto, né gli oggetti in esso contenuti possono avere un aspetto voluminoso] davvero da manuale!
14. MC. military clip.jpg
Prendendo le mosse dalla tradizionale forma triangolare discendente tipica delle washer-clip con terminazione a pallina consacrate dalla Parker Duofold, il fermaglio della Minerva “Classica” adotta una ricercata faccettatura su tre piani e presenta un terminale a spatola (paletta) dalla curiosa forma rettangolare allungata (che in alcuni casi viene a sostituire la pallina d’ordinanza anche sulle Minerva di tipo Parker Duofold Streamline). La spatola si presenta piatta nella parte superiore ma risulta bombata (il metallo è stato ripiegato in tre spicchi) in quella inferiore, per contrastare efficacemente l’estrazione dal tessuto.
15. spatula clip .jpg
La realizzazione sull’esemplare in presentazione è impeccabile e la penna è più che al sicuro una volta inserita.
Come sovente accade, dalla preziosa Enciclopedia di Letizia Jacopini che le mostra tutte e tre insieme, si può notare come le clip presenti sulle diverse misure della Minerva Classica (grande, media e piccola come quella in presentazione) sembrino essere tutte uguali (e se pure non lo fossero esattamente, comunque non seguono minimamente le differenze di scala di un modello rispetto agli altri): sulla più piccola, è qui da osservare, la clip risulta perciò grande e luminosa. Ma era un periodo in cui le Case uscivano con almeno due misure, più spesso con tre e persino con quattro taglie diverse, con il gravoso onere di ridisegnare più volte lo stesso oggetto, che non poteva subire una mera riduzione in scala 1:x per gli adattamenti alle mutate proporzioni, sempre creando di fatto oggetti almeno parzialmente differenti, e percepiti dal pubblico come tali, alcuni più riusciti di altri all’interno dello stesso “modello”… Uno degli ormai rarissimi esempi di questa problematica stilistica è oggigiorno rappresentato dalla “famiglia” delle stilografiche Pelikan (che curiosamente era il Produttore che dai suoi esordi nel 1929 per oltre un ventennio aveva costruito con il suo logo solo penne di un’unica taglia...).

L’anellino decorativo (veretta singola) richiama direttamente la sottile levetta: entrambi, infatti, hanno l’identica larghezza di poco meno di mm.2.
16. MC. gold filled lever, ring clip and top cap.jpg
In generale tutte le minuterie metalliche furono eseguite a regola d’arte, così come le relative laminature in oro, e lo scorrere implacabile dei decenni non ne ha intaccato la smagliante lucentezza.
Il cappuccio è dotato di tre fori di aerazione disposti a 120° sulla circonferenza ricavati a mezza altezza, e si avvita in un giro e mezzo sulla filettatura, una precauzione di sicurezza apprezzabile.
La Classica è una penna perfetta nella sua austera eleganza, frutto di una ricerca stilistica originale e tesa alla moderna semplificazione, esaltata da celluloidi dedicate di eccellente qualità (quella in presentazione un prezioso blu oltremare marezzato che non ci si stanca di rimirare), e non ebbe a subire le decine di trasformazioni/adattamenti richiesti dalle esigenze della produzione per conto terzi cui fu invece sottoposto l’altro affascinante modello della sottomarca, la forse più tradizionale ed opulenta “Ellittica”.
Dopo l’originale fermaglio, la sua caratteristica distintiva è lo scalino sul fusto, scelta obbligata per ottenere la battuta del labbro del cappuccio a filo del fusto stesso: la differenza di quasi un millimetro nel diametro tra i due punti contigui
17. MC. barrel step, detail.jpg
permette a penna chiusa un’aderenza straordinaria alla dottrina streamline (linea affusolata), ottenuta con una bombatura che pare espandersi e contrarsi senza soluzione di continuità, compiendo un morbido arco che l’occhio percepisce come perfetto.
18. MC. barrel shape 2 - Copia.jpg
Quello che l’occhio distratto dalla lucentezza della veretta non percepisce affatto è che la penna è divisa esattamente in due all’altezza della giunzione (cm.5,5+cm.5,5).
A penna aperta con cappuccio calzato, lo scalino sul fusto introduce una tripartizione della punta dallo straordinario impatto visivo: blu-nero-oro, sono le sezioni che ritmicamente si avvicendano nel progressivo acuminarsi della struttura...
19. MC. barrel shape 1.jpg
E’ un dato di fatto, comunque, che il blu lapislazzuli (melange di blu con isole e striature di bianco) funzioni da eccellente “camouflage”, rendendo i contorni di talune forme evanescenti e più difficilmente distinguibili ad uno sguardo non ravvicinato (e allo scatto di un fotografo “smarfoncino”… :roll: ).

Continua
Ultima modifica di Musicus il lunedì 5 marzo 2018, 23:09, modificato 5 volte in totale.
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Messaggio da Musicus »

Sul fusto l’iscrizione del Produttore è disposta su due righe e recita:
20. MC. barrel inscription.jpg
MINERVA
MARC. DEP.
[ossia marchio di commercio depositato, “Trade-Mark” ®] mostrando il bel logo con le lettere maiuscole arcuate
21. Trademark.jpg
21. Trademark.jpg (5.54 KiB) Visto 5701 volte
che fu usato su tutte le Minerva dal 1934 al modello “60” degli anni Cinquanta.
Curiosamente la Marca è incisa subito al di sotto della levetta, quando presso gli altri Produttori solitamente si trova esattamente nel punto opposto sulla circonferenza, rendendo oggettivamente complicato allineare o una o l’altra al pennino ed alla clip…
La mia clip, come le altre che ho visto, è allineata tra leva e Marca (potrei comunque provare a svitare la testina e modificare, ma quello che è perfetto NON lo voglio toccare!). Bisogna resistere alla tentazione di svitare un poco il cappuccio per allineare clip e levetta per le fotografie, poiché in una Classica lo scalino consente di avere cappuccio e fusto praticamente a filo, e svitando anche di poco si creerebbe un…buco! :mrgreen:

Terminiamo con il caricamento: la levetta e l’incavo ellissoidale che ne agevola la presa sono gli unici elementi visibili che richiamino la OMAS Extra (la prima Extra, quella a leva laterale, ovviamente);
22. MC. lever.jpg
la palettina (non solo su questa penna, quindi) sembra rifinita a mano…


Prova di scrittura
Il pennino Minerva ha foro a cuore e l’iscrizione che abbiamo considerato in precedenza:
MINERVA
585 [in un rombo]
1A QUALITA’
23. MC. nib inscription.jpg
Il pennino risulta eccellente anche nell’impiego dal “lato secco”, caratteristica prevedibile vista la generosa colatura di iridio cui era stato sottoposto… :D
24. MC. nib point.jpg
Ma è proprio nel gruppo scrittura che a ben guardare riscontriamo la maggiore differenza, soprattutto tecnica, tra la Casa madre OMAS e la sottomarca MINERVA: l’alimentatore, che nelle Omas Extra a levetta dovrebbe essere “scalettato” (ma attendo conferme) e nelle successive Lucens prodotte contemporaneamente alle Minerva lo è sicuramente, nella Minerva Classica secondo le mie ricerche è sempre “piatto” tipo Waterman spoon-feed
25. MC. feed.jpg
Una differenza non da poco, se pensiamo che il buon funzionamento del sistema (quando il caricamento sia un collaudatissimo “lever filler”) rimane sostanzialmente affidato alla perfezione nel rifornimento controllato dell’inchiostro al pennino attraverso l’alimentatore.
Riesce difficile pensare che si siano portati avanti a livello industriale due assetti diversi come il “comb feed” e lo “spoon feed”, ma non sarebbe certo un caso unico nella storia della stilografica…

La penna, ça va sans dire, è comodissima da trasportare nel taschino, e grazie alla ripartizione perfetta di pesi e lunghezze può accontentare con cappuccio calzato anche mani medio-grandi, comunicando al tatto una sensazione di robustezza di cui non la si accrediterebbe alla sola vista.
Il pennino, un EF+ direi, pur trovandosi a suo agio nello stretto (appunti riga per riga in quaderni con quadretto classico da cm.0,5 di lato) non disdegna gli svolazzi che la buona flessibilità gli permette.
26. MC. writing sample 1.jpg
Non penso di aver ancora trovato l’abbinamento migliore tra inchiostro e pennino, ma ci sto lavorando… :geek:
Qui sotto la prova anche su carta millimetrata Canson 90g/m2.
27. MC. writing sample 2.jpg

Conclusione
“Le OMAS d’anteguerra non sono tutte trasparenti…” ;)

Grazie per l'attenzione! :thumbup:

Giorgio
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Messaggio da Cex71 »

Giorgio, penna meravigliosa!
Mantenutasi in maniera impeccabile e con che colori... mi piace moltissimo.
Se decidessi un giorno di disfartene...contattami!
La tua recensione è pari alla penna :clap:
Grazie, vado a dormire contento
Cesare
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Messaggio da Musicus »

Cex71 ha scritto: lunedì 5 marzo 2018, 23:36 Giorgio, penna meravigliosa!
Mantenutasi in maniera impeccabile e con che colori... mi piace moltissimo.
Se decidessi un giorno di disfartene...contattami!
La tua recensione è pari alla penna :clap:
Grazie, vado a dormire contento
Grazie a te, Cesare: sono davvero lieto che tu abbia apprezzato!! :thumbup:

:wave:

Giorgio
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Messaggio da lucre »

Nel totale grigiore di questo martedì romano, questo splendido blu così intenso ( e che sembra aver " tenuto " alla grande ) è stato veramente un bel modo per cominciare la giornata.
Grazie Giorgio e complimenti per la penna e la solita bellissima presentazione.
Luigi
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Messaggio da Mightyspank »

La penna è bellissima. In più è italiana. Lo sottolineo perché esiste una vastissima produzione che merita di essere riportata alla luce e fatta conoscere a tutti gli appassionati.
Si tratta non solo della storia della scrittura ma anche dell'industria e della creatività delle generazioni che ci hanno preceduto e che è doveroso ricordare.
Per questo la tua opera è meritoria.
Grazie per questo pizzico di bellezza quotidiana.
Alla prossima!
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Messaggio da Musicus »

lucre ha scritto: martedì 6 marzo 2018, 8:56 Nel totale grigiore di questo martedì romano, questo splendido blu così intenso ( e che sembra aver " tenuto " alla grande ) è stato veramente un bel modo per cominciare la giornata.
Grazie Giorgio e complimenti per la penna e la solita bellissima presentazione.
Luigi
Grazie Luigi, è stato un piacere, come tu ben sai!! ;)
Proprio per questo, aspetto i tuoi lavori... :thumbup:

:wave:

Giorgio
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Messaggio da Musicus »

Mightyspank ha scritto: martedì 6 marzo 2018, 10:01 La penna è bellissima. In più è italiana. Lo sottolineo perché esiste una vastissima produzione che merita di essere riportata alla luce e fatta conoscere a tutti gli appassionati.
Si tratta non solo della storia della scrittura ma anche dell'industria e della creatività delle generazioni che ci hanno preceduto e che è doveroso ricordare.
Per questo la tua opera è meritoria.
Grazie per questo pizzico di bellezza quotidiana.
Alla prossima!
Grazie a te dell'apprezzamento, Renzo, e della consueta gentilezza!! :thumbup:
Come Italia nelle stilografiche siamo stati all'altezza e anche al di sopra nelle realizzazioni tecnicamente più semplici, ed in quelle estremamente complesse (Zerollo, Itala Cromograf), ma sostanzialmente deboli o ininfluenti nelle innovazioni stilistico/tecniche: leggendo la rivista interna della Parker si ha un'idea degli enormi investimenti in ricerca, industrializzazione e pubblicità globale.
La prossima sarà un'americana speciale... 8-)
:wave:

Giorgio
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Messaggio da Sergjei »

Già di norma adoro le penne blu variamente maculate .....ma questa è veramente stupenda. Unica pecca la dimensione altrimenti partivo in caccia.
La presentazione poi è come sempre incredibilmente ben fatta ed è un piacere leggerla.
Grazie
Sergio
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Messaggio da Musicus »

Sergjei ha scritto: martedì 6 marzo 2018, 12:34 Già di norma adoro le penne blu variamente maculate .....ma questa è veramente stupenda. Unica pecca la dimensione altrimenti partivo in caccia.
La presentazione poi è come sempre incredibilmente ben fatta ed è un piacere leggerla.
Grazie
Grazie a te, Sergio, e ben ritrovato!! :thumbup:
So che hai un debole per le creazioni del Cav. Simoni, e come darti torto?! :D
Ci sono sempre le due misure maggiori: la linea è senza tempo, davvero originale e certamente non sfigurerebbe su...una stella!! ;)

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Giorgio
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Messaggio da musicamusica »

Che bella stilografica ! Se poi accostata alle pietre originali sembra essere fatta della stessa pasta, significa superare l'esame a pieni volti.
Complimenti come al solito per presentazione e cenni storici, credo che sia un ottimo pennino.

Mi sto rileggendo per la terza volta la tua introduzione, che senza nulla togliere al resto della recensione, tocca in quel verso "..brune penombre catacombali..." vertici di lirismo sconosciuti persino ai grandi della nsotra letteratura ! :D :D :clap: ciao Giorgio, complimenti ancora
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Messaggio da Musicus »

musicamusica ha scritto: martedì 6 marzo 2018, 13:17 Che bella stilografica ! Se poi accostata alle pietre originali sembra essere fatta della stessa pasta, significa superare l'esame a pieni volti.
Complimenti come al solito per presentazione e cenni storici, credo che sia un ottimo pennino.

Mi sto rileggendo per la terza volta la tua introduzione, che senza nulla togliere al resto della recensione, tocca in quel verso "..brune penombre catacombali..." vertici di lirismo sconosciuti persino ai grandi della nsotra letteratura ! :D :D :clap: ciao Giorgio, complimenti ancora
Caro Stefano, ti ringrazio di cuore per la lettura attenta!! ;)
È solo il mio umilissimo omaggio al grandissimo Ingegnere C.E.Gadda, di cui ti consiglio caldamente il racconto "Teatro", se già tu non lo conoscessi, che credo potrebbe interessarti anche nella pubblicazione in cui è inserito fra altri "Racconti musicali", curata da Carlo Boccadoro per l'editore Einaudi. In origine fu pubblicato nel 1931 nella raccolta di racconti d'esordio dello Scrittore "La Madonna dei Filosofi".
Un ingegnere che non sa nulla di opera lirica assiste ad una Semiramide di Rossini al Ponchielli: semplicemente ir-re-si-sti-bi-le!!

Alla prossima, di uno dei due!! ;)

Giorgio
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Messaggio da fab66 »

Se non era blu :clap: :clap: .......... partivo e venivo a distruggerti la collezione...... denigrare così il mio sfondo "bende antico egitto" :roll:

e potrei stupirvi pure con lo sfondo effetto marmo "tombstone" delle mie prime foto.... vero Alfredo ?????

:mrgreen:
Fabrizio
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fab66 ha scritto: martedì 6 marzo 2018, 20:12 Se non era blu :clap: .......... partivo e venivo a distruggerti la collezione...... denigrare così il mio sfondo "bende antico egitto"...
.....
:lol:
fab66 ha scritto: martedì 6 marzo 2018, 20:12 ...
e potrei stupirvi pure con lo sfondo effetto marmo "tombstone" delle mie prime foto.... vero Alfredo ?????
Perchè, il mio laminato simillegnoso dove lo vogliamo mettere?!? :lol:
Comunque l'effetto sudario non è una tua primogenitura nè una tua esclusiva: ma all’arazzo di Bayeux ti eri pericolosamente avvicinato... :mrgreen:
Ciao Fabrizio, e grazie dell'intervento!!
;)

Giorgio
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