pennino flessibile + domanda su inchiostro

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rudolf83
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pennino flessibile + domanda su inchiostro

Messaggio da rudolf83 »

Ciao a tutti stavo cercando una penna con pennino flessibile e mi sono inbattuto in questa qualcuno l'ha provata?
https://fprevolutionusa.com/products/fp ... 5453635645

inoltre volevo chiedervi se il visconti blu e il rohrer& klingner blu royal sono cancellabili?
Grazie a tutti per l'aiuto!
kircher
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Messaggio da kircher »

Ho una fp revolution - ma un'altra penna - con un pennino flex e devo dire che è abbastanza flessibile. Ti serve un inchiostro molto fluido perché l'alimentatore non segue troppo
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Ho una penna veramente flessibile, con un pennino di una morbidezza fuori dal comune, ma è una "ONOTO the pen" inglese del 1946, a siringa rovesciata.
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Non ho il link sotto mano, ma l'aveva recensita Sbrebrown su Youtube: sì, è flessibile (come può esserlo un moderno pennino in acciaio), soprattutto se prendi l'ultraflex.
Io l'ho presa perché mi piaceva come modello, quindi non ho curato il requisito della flessibilità.
Certo che i pennini in oro delle vecchie Onoto (o Waterman, o anche altre) sono un altro pianeta (anche in termini di costo, però).
Quanto ai 2 blu che hai indicato, sì, sono entrambi cancellabili (nel senso che non sono indelebili).
Giuseppe.
rudolf83
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Messaggio da rudolf83 »

per cancellabili intendo che si possono cancellare con il classico cancellino da stilografica
kircher
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Messaggio da kircher »

sussak ha scritto: sabato 23 novembre 2019, 15:23 Ho una penna veramente flessibile, con un pennino di una morbidezza fuori dal comune, ma è una "ONOTO the pen" inglese del 1946, a siringa rovesciata.
Sussak cala l'asso di briscola :)
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rudolf83 ha scritto: sabato 23 novembre 2019, 18:06 per cancellabili intendo che si possono cancellare con il classico cancellino da stilografica
Questo non lo so, sono entrambi inchiostri che uso con soddisfazione, ti posso dire che all'acqua non resistono, ma io non uso i cancellini,
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kircher ha scritto: sabato 23 novembre 2019, 18:07
sussak ha scritto: sabato 23 novembre 2019, 15:23 Ho una penna veramente flessibile, con un pennino di una morbidezza fuori dal comune, ma è una "ONOTO the pen" inglese del 1946, a siringa rovesciata.
Sussak cala l'asso di briscola :)
:D
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sussak ha scritto: sabato 23 novembre 2019, 15:23 Ho una penna veramente flessibile, con un pennino di una morbidezza fuori dal comune, ma è una "ONOTO the pen" inglese del 1946, a siringa rovesciata.
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kircher ha scritto: sabato 23 novembre 2019, 15:09 Ho una fp revolution - ma un'altra penna - con un pennino flex e devo dire che è abbastanza flessibile. Ti serve un inchiostro molto fluido perché l'alimentatore non segue troppo
Flex o ultra flex il pennino?
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Pettirosso ha scritto: sabato 23 novembre 2019, 17:49 Non ho il link sotto mano, ma l'aveva recensita Sbrebrown su Youtube: sì, è flessibile (come può esserlo un moderno pennino in acciaio), soprattutto se prendi l'ultraflex.
Io l'ho presa perché mi piaceva come modello, quindi non ho curato il requisito della flessibilità.
Certo che i pennini in oro delle vecchie Onoto (o Waterman, o anche altre) sono un altro pianeta (anche in termini di costo, però).
Quanto ai 2 blu che hai indicato, sì, sono entrambi cancellabili (nel senso che non sono indelebili).
Ho visto - credo - il video che citi di Sbrebrown e con l'occasione mi sono pure iscritto al canale, visto che sembra molto interessante. Sono rimasto basito dalle sue conclusioni: ha detto che in tutti i pennini moderni flessibili o ultraflessibili che ha provato presentano problemi di "railroading" e che è inutile pensare di fare un confronto con i pennini vintage della metà del secolo scorso, perché uscirebbero tutti perdenti. Probabilmente, a detta sua, si è persa la conoscenza. Non posso però non chiedermi come sia possibile che in un epoca dove i materiali sono tagliati al laser con tolleranze sotto il micron e i materiali sono ultra ricercati (leghe particolari, titanio, ecc) non si riesca a replicare le prestazioni di pennini prodotti (artigianalmente?) 80 anni fa. Probabilmente non c'è domanda per questo genere di penne nel mondo di oggi ma lo trovo incomprensibile...
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è inutile pensare di fare un confronto con i pennini vintage della metà del secolo scorso, perché uscirebbero tutti perdenti

Ho diverse penne inglesi, americane ed italiane costruite a cavallo degli anni '40, prima e dopo la guerra, ed anche molto prima e debbo confermare che ha perfettamente ragione. Si viveva in un'era diversa, non esisteva l'economia di sostituzione, i prodotti erano molto cari e fatti per durare.
Quelli che sapevano scrivere, credo un 20-30% della popolazione, scrivevano meglio ed in corsivo. Ritengo fosse impensabile mettere in commercio pennini della rigidezza e della sottigliezza di quelli moderni, perchè non sarebbero stati adatti alle esigenze dell'epoca.
Quindi la costruzione doveva essere pressochè manuale, con tutti i controlli di conseguenza. Oggi in ogni settore imperano le macchine a controllo numerico, lo stampaggio e probabilmente zero collaudi.
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sussak ha scritto: domenica 24 novembre 2019, 13:24 è inutile pensare di fare un confronto con i pennini vintage della metà del secolo scorso, perché uscirebbero tutti perdenti

Ho diverse penne inglesi, americane ed italiane costruite a cavallo degli anni '40, prima e dopo la guerra, ed anche molto prima e debbo confermare che ha perfettamente ragione. Si viveva in un'era diversa, non esisteva l'economia di sostituzione, i prodotti erano molto cari e fatti per durare.
Quelli che sapevano scrivere, credo un 20-30% della popolazione, scrivevano meglio ed in corsivo. Ritengo fosse impensabile mettere in commercio pennini della rigidezza e della sottigliezza di quelli moderni, perchè non sarebbero stati adatti alle esigenze dell'epoca.
Quindi la costruzione doveva essere pressochè manuale, con tutti i controlli di conseguenza. Oggi in ogni settore imperano le macchine a controllo numerico, lo stampaggio e probabilmente zero collaudi.
Questo puo' pure essere ma se fosse SOLO questo quello che succede cio' non toglierebbe che ogni tanto qualcuno, anche in modo artigianale o semi artigianale, se ne possa uscire con pennini del genere e invece non succede mai. E poi non credo che all'epoca le tirature fossero cosi' piccole alla fine, c'e' da ricordarsi che a noi arrivano tante penne anche di 100 anni fa ma sono solo quelle che non sono andate distrutte per qualsiasi motivo e credo siano la stragrande maggioranza quelle andate perdute.
Sembra proprio essersi persa la conoscenza di quel materiale e nessuno apparentemente vuole mettersi sotto per ritrovarla o per ricercarla da capo.

Che poi ci siano esigenze diverse e' vero ma visto che il mondo cambia, che lo si voglia o no, anche con questo bisogna far i conti.

Se devo dire la mia siamo ancora nel campo di una tecnica recuperabile, bisognerebbe scavare negli archivi e negli appunti d'epoca sulla costruzione degli stessi (non credo che non si sia salvato nulla), bisogna spendere soldi e tempo per cercare di capire come erano fatti quei materiali o farne dei nuovi simili e poi spendere tempo e soldi per mettere assieme il tutto. Come si diceva la tecnologia dei materiali e' migliorata da allora, e' solo questione di volerlo fare e, se non proprio quello, qualcosa di simile si potrebbe trovare.
“Ankh-Morpork had dallied with many forms of government and had ended up with that form of democracy known as One Man, One Vote. The Patrician was the Man; he had the Vote.”
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Tutto penso che si possa fare.
Invece di spendere 80 €. per un paio di buone scarpe commerciali, che da nuove fanno male ai piedi, se ne possono pagare 1000 (come fa un noto uomo politico di cui non faccio il nome) per farsele fare su misura, in modo che calzino come un guanto.
Penso che sia tutta questione di costi. E di trovare chi ti fa il pezzo; un'azienda ti manderebbe subito a quel paese. A meno che tu non sia uno sceicco di un qualche emirato.
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Anche un'artigiano ti manderebbe a quel paese (stiamo parlando sempre di penne, eh) per il semplice motivo che nemmeno l'artigiano lo sa fare e anche l'artigiano ci dovrebbe studiare sopra, perderci tempo e denaro (e prove su prove) per ottenere qualcosa simile ai vecchi pennini e alla fine anche l'artigiano paga le bollette (e quindi ti verrebbe a costare 1000 euro).

In realta' se un'azienda ci si mettesse sopra e avesse soldi da spenderci ci metterebbe meno per avere lo stesso risultato, non lo fa perche' sa di non venderne abbastanza (parliamo della nicchia di una nicchia) e qui torniamo sul fatto che ora quel tipo di strumento serve meno a noi occidentali. Faccio la precisazione perche', ad esempio, in Giappone dove usano le stilografiche piu' o meno da quando le usiamo da questa parte del mondo hanno sempre avuto pennini meno flessibili, a loro non servivano anche perche' e' difficile emulare un pennello usando un pennino (ed e' quello che avrebbero fatto, in caso).
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