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Auguri Pasquali

La storia della grafia quotidiana dagli esempi di quaderni e scritti del passato
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ricart
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Auguri Pasquali

Messaggio da ricart »

Voglio farvi vedere come scrivevo quando ero in seconda elementare (si chiamava così) in questa letterina di auguri che ho trovato in una vecchia busta nella solita soffitta. Allora si usava il pennino con la cannuccia e si intingeva nel calamaio in vetro inserito in un'asola ricavata nel banco. Questo era biposto, fatto in legno e dipinto in nero. Il piano inclinato si sollevava per custodire i quaderni e il "sillabario". Quando qualche compagno più turbolento urtava il banco erano guai perché dal calamaio, senza tappo, usciva un'onda nera gigantesca che inondava tutto quaderni, libri e tutto quello che trovava nel percorso. Mi ricordo che assistevo meravigliato alla "magia" della maestra che, dopo aver riempito alla fontana un bottiglia, inseriva una polverina e l'acqua diventava nera. Questo della lettera è un bel nero che, dopo tutti questi anni, è ancora tale ma altre volte, dopo pochi giorni, virava sul marrone scuro.
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Se ho mantenuto quelle promesse? In linea di massima direi di si, abbastanza.

inserisco anche la pagella, dello stesso periodo, per farvi vedere come scriveva la maestra quando compilava il documento.Anche lei usava il pennino, non mi ricordo che avesse una stlografica. Il papà firmava con la mia penna.
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questa volta non mi sono preoccupato di violare la "privacy" :D

mandi
Riccardo

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Messaggio da codibugnolo »

Grazie Riccardo, qualche anno dopo, nel '62, c'ero anch'io, da noi passava il bidello a riempire i calamai....proprio un altro mondo.
Ah complimenti per la brillantissima pagella :thumbup:
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giorgio
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Messaggio da Irishtales »

Bella pagella e bella grafia: più bella, direi, di quella della maestra!
Che tenero il biglietto di auguri, grazie di avercelo mostrato.
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Messaggio da Silemar »

Quante cose sono cambiate in breve tempo. Forse anche troppo velocemente. Io facevo la seconda elementare dodici anni dopo e non c'era più traccia di quei calamai (almeno nella mia scuola). La letterina è deliziosa e molto devota. :)
Laura
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rolex hunter
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Messaggio da rolex hunter »

ricart ha scritto: Mi ricordo che assistevo meravigliato alla "magia" della maestra che, dopo aver riempito alla fontana un bottiglia, inseriva una polverina e l'acqua diventava nera
Probabilmente usava una di queste "polverine"
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Giorgio

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Messaggio da AinNithael »

Tutto molto bello, ma "siate sempre felici" ancor di più.
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Messaggio da codibugnolo »

rolex hunter ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 15:01
Probabilmente usava una di queste "polverine"
Non vedo l'iroshizuku fra quelli che proponi :lol:
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Messaggio da Dory »

Una testimonianza preziosa. Da memorie famigliari (papà) nella scuola nel nostro paese passava la bidella, ma dell'inchiostro in polvere non ha mai accennato.
Dovremmo avere tutti una vita vista mare.
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Messaggio da balthazar »

Da memorie mie: le suore avevano in un armadietto chiuso a chiave una bottiglia in vetro verde che serviva a riempire i calamai dei banchi (stessa tipologia di quelli descritti da Ricart, in legno, in un sol pezzo, verniciati di nero). Rocordo però nitidamente la marca "Gnocchi" su delle altre bottiglie custodite da una bidella.

p.s. grazie per aver condiviso i ricordi :D
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Messaggio da maxpop 55 »

ricart ha scritto: lunedì 29 giugno 2020, 14:34 Voglio farvi vedere come scrivevo quando ero in seconda elementare (si chiamava così) in questa letterina di auguri che ho trovato in una vecchia busta nella solita soffitta. Allora si usava il pennino con la cannuccia e si intingeva nel calamaio in vetro inserito in un'asola ricavata nel banco. Questo era biposto, fatto in legno e dipinto in nero. Il piano inclinato si sollevava per custodire i quaderni e il "sillabario". Quando qualche compagno più turbolento urtava il banco erano guai perché dal calamaio, senza tappo, usciva un'onda nera gigantesca che inondava tutto quaderni, libri e tutto quello che trovava nel percorso. Mi ricordo che assistevo meravigliato alla "magia" della maestra che, dopo aver riempito alla fontana un bottiglia, inseriva una polverina e l'acqua diventava nera. Questo della lettera è un bel nero che, dopo tutti questi anni, è ancora tale ma altre volte, dopo pochi giorni, virava sul marrone scuro.

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Se ho mantenuto quelle promesse? In linea di massima direi di si, abbastanza.

inserisco anche la pagella, dello stesso periodo, per farvi vedere come scriveva la maestra quando compilava il documento.Anche lei usava il pennino, non mi ricordo che avesse una stlografica. Il papà firmava con la mia penna.

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questa volta non mi sono preoccupato di violare la "privacy" :D

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Meravigliosi ricordi. :thumbup:
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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