Sentenze lapidarie?

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fufluns
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Sentenze lapidarie?

Messaggio da fufluns »

Ho provato a scrivere la Capitale Quadrata Romana (conosciuta anche come "lapidaria") con un solo tratto e un pennino stub. E' difficile e ce n'é di strada da fare....

Però, se arrivassi a controllare la grafia, sarebbe un'ottima scusa per mettere insieme una raccolta di frasi che ho in mente di intitolare "Sentenze lapidarie". Le frasi non le ho ancora pensate, ma nel frattempo posso addestrarmi con le lettere...

Queste le ho scritte con l'inchiostro Poppy Red di Montblanc, un bel rosso schietto, non porporino. Per timore di macchiare la bellissima celluloide tipo Arco della Montegrappa Otto Linee Brillanti, ho usato la penna per intinzione, in modo che l'inchiostro non venisse mai a contatto con il corpo della penna se non con le sole parti metalliche.

La carta é una vergata Ingres della tedesca Hahnemühle (se ne intravede la marca con il galletto in filigrana nell'angolo in basso a sinistra), da 90 grammi, una carta che al tatto é morbida come una stoffa, ma da scrivere é dura come una pietra: una carta lapidaria!

Montegrappa Extra Otto Scribere habitus ©FP.jpg
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Mequbbal
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Messaggio da Mequbbal »

Come sempre, una meraviglia.
Davvero bello. Leggendo mi è sorto un dubbio: ma l'inchiostro potrebbe danneggiare il corpo della penna? Non credo, quindi immagino sia solo un atto di "devozione" dedicato alla bellezza dell'esemplare Montegrappa.
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Messaggio da francoiacc »

Con una bellezza del genere è comprensibile essere cauti, tuttavia questa Montegrappa ha un captive converter, quindi l’inchiostro non verrà mai a contatto con la meravigliosa e preziosa celluloide del fusto. :wave:
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Messaggio da Silemar »

fufluns ha scritto: martedì 4 agosto 2020, 23:01 Ho provato a scrivere la Capitale Quadrata Romana (conosciuta anche come "lapidaria") con un solo tratto e un pennino stub. E' difficile e ce n'é di strada da fare....
Oh fufluns, mi hai ricordato questa gita!

https://forum.fountainpen.it/viewtopic. ... na#p200017

Io forse proverei a cambiare carta; mi sembra così difficile quella che hai usato!

Bellissimo progetto! :thumbup: :wave:
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Messaggio da jebstuart »

Caro Pupulinius (ma forse preferisci Pupuline carissime), sei incredibilmente bravo :clap: :clap: :clap:
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Messaggio da fufluns »

Silemar ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 8:56
fufluns ha scritto: martedì 4 agosto 2020, 23:01 Ho provato a scrivere la Capitale Quadrata Romana (conosciuta anche come "lapidaria") con un solo tratto e un pennino stub. E' difficile e ce n'é di strada da fare....
Oh fufluns, mi hai ricordato questa gita!

https://forum.fountainpen.it/viewtopic. ... na#p200017

Io forse proverei a cambiare carta; mi sembra così difficile quella che hai usato!

Bellissimo progetto! :thumbup: :wave:
Che fotografie quelle della tua gita! Che cielo romano! Che Roma! Che inebriante profumo di storia! Grazie per avermele fatte scoprire.

donangelito ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 6:21 Come sempre, una meraviglia.
Davvero bello. Leggendo mi è sorto un dubbio: ma l'inchiostro potrebbe danneggiare il corpo della penna? Non credo, quindi immagino sia solo un atto di "devozione" dedicato alla bellezza dell'esemplare Montegrappa.
francoiacc ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 8:28 Con una bellezza del genere è comprensibile essere cauti, tuttavia questa Montegrappa ha un captive converter, quindi l’inchiostro non verrà mai a contatto con la meravigliosa e preziosa celluloide del fusto. :wave:
Tempo addietro non me ne sarei preoccupato, ma poi ho visto questa Omas Grand Paragon in celluloide Wild (è di una bellezza da ammalarsi...) con una macchia lasciata dall’inchiostro rosso:

CBBA6EAF-77F9-4AC1-91F1-B67E5BDBCB23.jpeg
C262DDE3-9429-4DAE-A12B-497CC339B965.jpeg
Da notare che anche la Grand Paragon ha una camicia interna che mantiene l’inchiostro fuori dal contatto con la celluloide, ma la tinta è ugualmente trafilata lungo la giuntura, fermandosi contro il bordo metallico, e ha irrimediabilmente macchiato la celluloide.

Con le mie penne in celluloide Grigioperla uso esclusivamente inchiostri neri e grigi. Potrei spingermi, ma dubito che lo farò, fino a un blu-nero, ma niente tinte rosso-brune perché una eventuale macchia in quei toni sarebbe molto sgradevole.
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Messaggio da francoiacc »

Poi ci chiediamo perché OMAS, come altre grandi firme italiane, hanno fatto la fine che tutti sappiamo, e temo che altre seguiranno a ruota. Questi problemi sono solo l'espressione di una scarsa qualità costruttiva.
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Messaggio da Mequbbal »

fufluns ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 16:16
donangelito ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 6:21 Come sempre, una meraviglia.
Davvero bello. Leggendo mi è sorto un dubbio: ma l'inchiostro potrebbe danneggiare il corpo della penna? Non credo, quindi immagino sia solo un atto di "devozione" dedicato alla bellezza dell'esemplare Montegrappa.
francoiacc ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 8:28 Con una bellezza del genere è comprensibile essere cauti, tuttavia questa Montegrappa ha un captive converter, quindi l’inchiostro non verrà mai a contatto con la meravigliosa e preziosa celluloide del fusto. :wave:
Tempo addietro non me ne sarei preoccupato, ma poi ho visto questa Omas Grand Paragon in celluloide Wild (è di una bellezza da ammalarsi...) con una macchia lasciata dall’inchiostro rosso:

CBBA6EAF-77F9-4AC1-91F1-B67E5BDBCB23.jpeg

C262DDE3-9429-4DAE-A12B-497CC339B965.jpeg
Da notare che anche la Grand Paragon ha una camicia interna che mantiene l’inchiostro fuori dal contatto con la celluloide, ma la tinta è ugualmente trafilata lungo la giuntura, fermandosi contro il bordo metallico, e ha irrimediabilmente macchiato la celluloide.

Con le mie penne in celluloide Grigioperla uso esclusivamente inchiostri neri e grigi. Potrei spingermi, ma dubito che lo farò, fino a un blu-nero, ma niente tinte rosso-brune perché una eventuale macchia in quei toni sarebbe molto sgradevole.
Nulla da fare... experiencia docet. Grazie mille per l'indicazione
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Messaggio da ASTROLUX »

Mi date un chiarimento, a proposito della intrinseca debolezza della celluloide... :shock:
Non capisco perchè l'inchoistro e la celluloide non debbano venire a contatto... per anni sono state prodotte penne in tale materiale, con sistemi di caricamento a stantuffo (vero) e molte sono giunte a noi ancora trasparenti.
Piuttosto penserei che la macchia rossa sia proprio dovuta alla presenza della "camicia interna" che ha trafilato e contemporaneamente non permetta il lavaggio efficace della parte macchiata. Mi sbaglio ? :crazy:
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

francoiacc ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 16:39 Poi ci chiediamo perché OMAS, come altre grandi firme italiane, hanno fatto la fine che tutti sappiamo, e temo che altre seguiranno a ruota. Questi problemi sono solo l'espressione di una scarsa qualità costruttiva.
Caro Francesco, forse hai ragione tu, ma io sento che il mio approccio è diverso, magari più paziente, più tollerante. Per la mia esperienza, le piccole e grandi imperfezioni, nelle penne stilografiche, sono all’ordine del giorno.

Lo dico limitatamente ad alcune marche, che conosco meglio e delle quali ho più penne. Di quelle che non possiedo, non opino. Si è fatto e si fa, un gran parlare dei ”difetti” delle penne italiane, ma sono (o ahimè, in alcuni casi, erano) tra le poche a utilizzare materiali come la celluloide. Se uno va a vedere che cosa è successo alle penne in celluloide del passato, quando tutti la usavano, beh, la maggior parte non si sono conservate granché bene...

Una penna moderna in celluloide per me è come un cavallo purosangue. Non puoi fargli saltare gli ostacoli, e spesso è imprevedibilmente caratteriale e bizzoso, e ne ha sempre qualcuna... Ma quando galoppa e le quattro zampe si stendono all’unisono senza toccare il suolo, allora vola!! Per questo gli porto pazienza.

Avranno avuto difetti le OMAS in celluloide Wild? Forse sì, molto probabilmente sì. Ma, dopo OMAS, e anche potendo contare sui bellissimi materiali originali di OMAS, ci sono state altre penne con la stessa grazia? Se potessi comprare una Grand Paragon in celluloide Wild (se la rarità e il prezzo me lo permettessero), lo farei senza battere un ciglio, e ne accetterei i difetti. Non la caricherei con inchiostro rosso, e me la godrei fino in fondo quando vola sulla carta!
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Messaggio da Polemarco »

Habitus mi garba: non è soltanto “abitudine” ma “propensione naturale” . Mi piace.

Una penna in celluloide e’ come un cavallo nevrile.

Anche nevrile mi garba.

Fufluns sei un tentatore: ti ho seguito negli stilofori e mi accingo a farlo per i calamai.

Ma ora mi punge vaghezza di provare le più diverse carte da scrittura.

Ars scribendi ?
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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

fufluns ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 20:52
francoiacc ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 16:39 Poi ci chiediamo perché OMAS, come altre grandi firme italiane, hanno fatto la fine che tutti sappiamo, e temo che altre seguiranno a ruota. Questi problemi sono solo l'espressione di una scarsa qualità costruttiva.
Caro Francesco, forse hai ragione tu, ma io sento che il mio approccio è diverso, magari più paziente, più tollerante. Per la mia esperienza, le piccole e grandi imperfezioni, nelle penne stilografiche, sono all’ordine del giorno.

Lo dico limitatamente ad alcune marche, che conosco meglio e delle quali ho più penne. Di quelle che non possiedo, non opino. Si è fatto e si fa, un gran parlare dei ”difetti” delle penne italiane, ma sono (o ahimè, in alcuni casi, erano) tra le poche a utilizzare materiali come la celluloide. Se uno va a vedere che cosa è successo alle penne in celluloide del passato, quando tutti la usavano, beh, la maggior parte non si sono conservate granché bene...

Una penna moderna in celluloide per me è come un cavallo purosangue. Non puoi fargli saltare gli ostacoli, e spesso è imprevedibilmente caratteriale e bizzoso, e ne ha sempre qualcuna... Ma quando galoppa e le quattro zampe si stendono all’unisono senza toccare il suolo, allora vola!! Per questo gli porto pazienza.

Avranno avuto difetti le OMAS in celluloide Wild? Forse sì, molto probabilmente sì. Ma, dopo OMAS, e anche potendo contare sui bellissimi materiali originali di OMAS, ci sono state altre penne con la stessa grazia? Se potessi comprare una Grand Paragon in celluloide Wild (se la rarità e il prezzo me lo permettessero), lo farei senza battere un ciglio, e ne accetterei i difetti. Non la caricherei con inchiostro rosso, e me la godrei fino in fondo quando vola sulla carta!
Ebbene caro Franco anche io la penso allo stesso modo, lo è testimone il fatto che continuo a circondarmi di bellissime penne che prendo anche sapendo che hanno i loro difetti nonostante le cifre a cui vengono vendute. Le uso e le tratto consapevole di quel che sono: diciamo che le tratto con i guanti bianchi. Anche io non esiterei, come non ho fatto, a prendere una Grand Paragon, seppur sapessi che era difettata; fortunatamente però sono riuscito a rimetterla completamente a posto. Tuttavia la rabbia rimane quando vedo queste cose e poi quanti come noi, sono disposti a tollerare queste carenze a favore di oggetti inopinabilmente belli ?
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ASTROLUX ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 19:32 Mi date un chiarimento, a proposito della intrinseca debolezza della celluloide... :shock:
Non capisco perchè l'inchoistro e la celluloide non debbano venire a contatto... per anni sono state prodotte penne in tale materiale, con sistemi di caricamento a stantuffo (vero) e molte sono giunte a noi ancora trasparenti.
Piuttosto penserei che la macchia rossa sia proprio dovuta alla presenza della "camicia interna" che ha trafilato e contemporaneamente non permetta il lavaggio efficace della parte macchiata. Mi sbaglio ? :crazy:
Mi scuso per cercare di dare un’opinione in termini che, capisco, sono troppo generali, ma quando parliamo delle penne in celluloide del passato, a quali ci riferiamo? A quelle che ancora si comprano, vendono, scambiano, a quelle che si sono conservate meglio. Su quante, considerando che per trent’anni le penne sono state fatte solo in celluloide, a milioni?

Per la mia (piccola) esperienza diretta, la stragrande maggioranza delle penne in celluloide legittimamente vintage hanno perduto ogni trasparenza. Quelle che originariamente erano in celluloidi di colore chiaro sono quasi tutte piuttosto ambrate. Le grigioperla hanno reagito agli inchiostri assumendo tonalità verdastre, bluastre, giallastre. Le zone a contatto con il grasso della pelle, dove sono impugnate, hanno per lo più cambiato la intensità del colore. Le parti protette dalla luce, sotto il cappuccio, sono rimaste più scure... Le celluloidi screziate di toni più scuri hanno sopportato meglio, perché le variazioni si notano meno. Ci sono eccezioni, penne mai usate, usate poco, conservate in condizioni più ideali, e queste sono spesso presentate come pietra di paragone per sfidare le moderne: una sfida difficile da vincere!

Nel nostro mondo delle penne c’è una inevitabile tendenza alla idealizzazione del passato, la “epoca d’oro” della stilografica, e dei prodotti d’altri tempi. A volte è giusto ma a volte, così mi pare, è solo un artefatto della nostra nostalgia.

Infine, le penne grigioperla con toni azzurrati e verdi e persino ambrati, mi piacciono moltissimo ugualmente. Mi piacerebbe meno una penna grigia con sfumature rosate dovute a un inchiostro rosso. Suppongo che non sia comune trovarne perché dubito che in passato qualcuno caricasse inchiostro rosso in una penna di pregio. Mi attengo alla tradizione e, per sicurezza, non uso inchiostro rosso o bruno in queste penne.
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fufluns ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 21:30 ... dubito che in passato qualcuno caricasse inchiostro rosso in una penna di pregio. Mi attengo alla tradizione e, per sicurezza, non uso inchiostro rosso o bruno in queste penne.
Questo trovo sia un validissimo suggerimento, grazie mille :thumbup: :wave:
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francoiacc ha scritto: mercoledì 5 agosto 2020, 21:11 Ebbene caro Franco anche io la penso allo stesso modo, lo è testimone il fatto che continuo a circondarmi di bellissime penne che prendo anche sapendo che hanno i loro difetti nonostante le cifre a cui vengono vendute. Le uso e le tratto consapevole di quel che sono: diciamo che le tratto con i guanti bianchi. Anche io non esiterei, come non ho fatto, a prendere una Grand Paragon, seppur sapessi che era difettata; fortunatamente però sono riuscito a rimetterla completamente a posto. Tuttavia la rabbia rimane quando vedo queste cose e poi quanti come noi, sono disposti a tollerare queste carenze a favore di oggetti inopinabilmente belli ?
Francesco, grazie per rispondere e per le tue belle parole. Mi fa piacere sapere che anche tu "porti pazienza"... L'impazienza e la ricerca ostinata della perfezione non sono amici della stilografica, e temo che alla lunga finiscano per far dimenticare il senso originale del piacere, che ha a che vedere con la bellezza.

Più in su di una penna ergonomicamente ben disegnata e con un pennino che scrive bene, che può costare una cinquantina d'Euro, non c'é nulla nel mondo delle penne, se non maggior bellezza...

Che Grand Paragon hai comprato, Francesco? Dimmi se non é certo che é un monumento alla penna stilografica, come scrivere reggendo tra le mani un pezzo di un tempio classico...
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