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Penne fantastiche generate dall' AI!

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Messaggio da Esme »

Silvia1974 ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 7:45 lo sapete che inquina, vero?
Sì, trovo corretto essere coscienti di quanto consumiamo con le nostre azioni.
Questo è il report di Google sui consumi di Gemini.
Nonostante sia ovviamente di parte e non completo, è stato apprezzato per la metodologia.
In questo articolo c'è un velocissimo sunto di ciò che ne pensa il MIT.

A livello personale ritengo sia significativo avere questi dati, ma a patto di inserirli nel quadro completo e onesto dei nostri reali consumi di risorse.
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Messaggio da Esme »

mikils ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 10:39 (c'è modo di evitare di generarle?)
Un metodo è aggiungere alla fine di ogni richiesta "-AI".

Le risposte che dá sono spesso di una stupidità imbarazzante.
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Messaggio da maylota »

Esme ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 11:18
Silvia1974 ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 7:45 lo sapete che inquina, vero?
Sì, trovo corretto essere coscienti di quanto consumiamo con le nostre azioni.
Con il non marginale corollario di quanto costa.

Adesso per farci abituare e renderci dipendenti è quasi tutto quasi gratis.
In realtà una semplice singola chiamata reale a Claude costa 2 centesimi e il resto non è molto diverso.

Tempo un paio di anni e anche il comodo riassuntino che vedi nel motore di ricerca quando fai un search avrà un costo da far impallidire gli aumenti di Netflix dopo che ci ha accalappiati quasi tutti come clienti.

Ma tanto l'importante è che i costi non si vedano bene, così le persone son felici... (volutamente cinico)
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Messaggio da henryicd »

Silvia1974 ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 7:45
AlexO ha scritto: giovedì 6 novembre 2025, 16:11

Si! Sogno un penna in grado di cancellare con un semplice tratto ogni IA presente e futura...
Quoto in toto! E fa pure rima.
P.S. l’uso di AI, chat gpt e compagnia bella lo sapete che inquina, vero? Tutti quei bei datacenters giganti…
inquina e neanche poco. Probabilmente l'AI sarà il colpo di grazia al GW!
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Messaggio da Esme »

maylota ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 11:35 è quasi tutto quasi gratis
Gratis è morto. :)

Lo sappiamo (lo sappiamo, vero :?: :!: ): paghiamo con altro.
Bisogna esserne coscienti e fare le valutazioni del caso.
Ognuno deve sapere quello che dá e cosa riceve in cambio, e deve fare una scelta consapevole.

La valutazione dei pro e contro è complessa, e differente per ognuno di noi.
Quello che io trovo pericoloso è l'atteggiamento da nativo americano che accetta le perline in cambio dell'oro, senza sapere cosa sta facendo e soprattutto senza sapere che può scegliere.
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Messaggio da maylota »

Esme ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 12:22
Quello che io trovo pericoloso è l'atteggiamento da nativo americano che accetta le perline in cambio dell'oro, senza sapere cosa sta facendo e soprattutto senza sapere che può scegliere.
Al nativo Americano la novità delle perline interessava più dell'oro: la vita è fatta di scelte. E che ci piaccia o no, molte scelte nel mondo sono un gioco a somma zero.
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Messaggio da mcanta »

Ciao.
Rompo il lungo lurkeraggio (argh... ... il lungo silenzio, meglio) perché il tema mi affascina (e mi tiene sveglio di notte).

Condivido le preoccupazioni che state sollevando: sul consumo energetico, sui costi nascosti, sulla dipendenza che si crea. Sono tutte questioni legittime e necessarie.
Però vorrei aggiungere una riflessione che nasce dal mio lavoro di ricerca: il rischio più grande dell'AI non è solo il fatto che inquina o che costa. È quanto può impoverire il nostro pensiero.

L'IA può generare immagini di penne fantastiche in pochi secondi. Ma può anche generare report, analisi, testi, risposte… tutto, apparentemente, corretto, ma spesso superficiale. Il vero problema è che può diventare una scorciatoia che ci fa smettere di pensare, di essere creativi.

Quando uso l'AI nel mio lavoro (e la uso, eccome) mi faccio sempre questa domanda: sto usando questo strumento per esplorare territori nuovi, per andare più in profondità, per vedere connessioni che non vedevo? O lo sto usando per evitare la fatica di pensare?

La metafora dei nativi americani che hai usato, @Esme , è perfetta. Ma io credo che le "perline" non siano solo i nostri dati o la nostra privacy. Sono anche la qualità del nostro pensiero.

Servono nuovi pensieri, non scorciatoie. L'AI può essere un partner creativo straordinario, ma solo se noi restiamo intenzionali, se manteniamo il rigore, se non delegiamo la comprensione.

Per me, la vera scelta non è se usarla o meno. È come la usiamo. E soprattutto: cosa siamo disposti a non delegare?
Non si scoprono nuove terre senza essere disposti a perdere di vista la costa per un lungo periodo.
(André Gide)

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maylota ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 12:29 la novità delle perline interessava più dell'oro
Certo. Ma il nativo americano pensava che le perline valessero più dell'oro perché non ne conosceva la tecnologia di produzione.
L'europeo sapeva benissimo che il cambio non era equo e ne ha approfittato.
È la conoscenza che fa la differenza.
Una volta che conosco il valore reale di una perlina e quello dell'oro, allora sono realmente libero di fare la scelta che più mi aggrada, anche in perdita.
Ma se mi manca questa conoscenza non sto realmente facendo una libera scelta.

ps: la produzione di perline in vetro, le conterie, non è priva di valore tecnogico, anzi.
E era frutto di un lavoro faticoso e sottopagato, in genere di donne e bambini.
Ma sono sempre state usate come merce di scambio non equo.
Prima ancora che in America in Africa, dove gli schiavi erano ceduti in cambio di perline.
Può sembrare strano, ma il commercio delle conterie, soprattutto quando usate come moneta di scambio, muoveva grossissimi interessi.
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Esme ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 12:57
Può sembrare strano, ma il commercio delle conterie, soprattutto quando usate come moneta di scambio, muoveva grossissimi interessi.
Le perline come strumento del patriarcato bianco colonialista. Probabilmente hai ragione, ma chi lo avrebbe mai detto.... :D
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mcanta ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 12:37 O lo sto usando per evitare la fatica di pensare?
Hai ragione.
Credo però che l'AI risponda bene a una volontà di passività precedente.

Cerco di fare un esempio, vediamo se riesco a spiegarmi.

Ho sempre visto persone fare domande ai motori di ricerca usando il linguaggio naturale.
Cioè senza sforzarsi di trovare le parole chiave per ottimizzare la ricerca.
Per poi lamentarsi dei risultati.
Trovare le parole chiave significa fare uno sforzo di elaborazione e pulizia del proprio pensiero, individuare i nodi realmente importanti. Significa anche, in fondo, mettersi in discussione quando il tentativo non produce il risultato atteso. Ammettere di aver scelto parole chiave non perfettamente centrate.
E una volta avuto l'elenco di risposte devi poi vagliarle.

L'AI è andata volutamente in questa direzione.
Accetta il linguaggio naturale e lo interpreta, fornendo risultati già rielaborati e sempre espressi in linguaggio naturale.
Chi non aveva voglia/capacità di trovare le parole chiave è ben servito.

Il nostro cervello più antico è naturalmente pigro, è programmato per essere veloce e risparmiare energie.
Quanto ci affidiamo al nostro cervello primordiale?
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maylota ha scritto: venerdì 7 novembre 2025, 13:03 Le perline come strumento del patriarcato bianco colonialista.
E ciò nonostante, io adoro le conterie.
Siamo fatti di contraddizioni. :)


(Oggi le perline di conteria arrivano prevalentemente dall'Asia, almeno quelle a basso costo. Altra storia di lavoro sottopagato)
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Messaggio da sansenri »

al momento, fantasticare una penna generata dall'AI mi provoca un inspiegabile senso di vergogna...

probabilmente ad un certo punto subentrerà un normale mutamento del senso del pudore
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