Primi test di impaginazione per creare due tavole in formato A3 con brevi massime di Marco Aurelio Antonino ("Ricordi").
Il testo di riferimento per lo studio dell'Onciale è il piccolo volume di Agnieszka Kossowska "Il quaderno di Calligrafia Medievale. Onciale e Gotica" (Kellerman ed. 2011) recensito da Alessandro (courthand) qui:
viewtopic.php?f=52&t=3141
La carta usata è semplice carta da disegno da 90gr\mq, purtroppo per nulla adatta agli inchiostri, infatti la mia penna Sheaffer calligrafica tratto M, caricata con Lamy nero, spandeva un po' e su quella carta porosa non me la sono sentita di usare i pennini da intinzione.
Si tratta di due bozzetti per valutare l'impaginazione per una eventuale trascrizione in bella copia su carta più adatta, le cornici son solo abbozzate con delle stilografiche e inchiostri colorati, e per le campiture ho usato inchiostri e qualche ...pennarello!
Il testo è appunto basato sulle regole e l'onciale del testo citato, ma la maggiore difficoltà per me è reperire scansioni disponibili open source da consultare in rete inerenti i manoscritti in onciale latino fra il III ed il VII secolo, sia per studiarne i caratteri che le miniature.
Ben poco ho trovato...
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Orp Irish, bellissima
Usi qualche inchiostro di tua produzione specifico per intinzione, o della carta molto particolare?
Io sto provando adesso coi pennini, i normali inchiostri stilografici e la carta A4 da 80 gr/m², e mi spiuma tutto in modo osceno...
Tu invece vedo che hai un tratto talmente netto e preciso da essere quasi irreale!
Usi qualche inchiostro di tua produzione specifico per intinzione, o della carta molto particolare?
Io sto provando adesso coi pennini, i normali inchiostri stilografici e la carta A4 da 80 gr/m², e mi spiuma tutto in modo osceno...
Tu invece vedo che hai un tratto talmente netto e preciso da essere quasi irreale!
Massimo Bacilieri
Omas Extra 620, Pelikan M250, Aleph n.79, Aurora... troppe
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Ciao Massimo,
la carta usata è semplice carta da disegno - un blocco bianco (per bambini!) marca United Office (Lidl!) - che uso per gli schizzi e i bozzetti, sovente anche per lavoro. E' molto economica e molto robusta, ma spiuma parecchio e allarga il tratto. Il formato A3 - errata corrige: avevo erroneamente scritto A4 - è ideale per lavori eseguiti con pennini larghi e caratteri di conseguenza grandi. Gli inchiostri usati sono stilografici (Pelikan Brilliant Brown, Lamy turchese, Diamine Umber, Diamine Kelly Green).
Però quando sarò in grado di trasferire su una carta adeguata (pergamino?) un'idea di questo genere, credo che svaligerò il negozio di Daniel in cerca di inchiostri più adatti, quelli calligrafici della Herbin o della Manuscript, perchè sul pergamino vorrei usare qualcosa di già collaudato sul lungo periodo e non avventurarmi in esperimenti. Magari funzionerebbe, ma il condizionale in questi casi non mi piace.
Invece comincio a trovare difficoltà con il testo di riferimento, pur delizioso. In tutta la parte dedicata all'Onciale non vi è una "o" uguale all'altra e la "q" disegnata nell'alfabeto è differenze dalle altre "q" ripetute nel testo. Le spaziature sono accennate e poi ampiamente disattese negli scarsi esempi di scrittura riportati nel volumetto. Queste incongruenze però sono per me fondamentali, non tanto perché mi spingono a cercare altri riferimenti, quanto perché comincio a "vederli" e questo significa che poco alla volta sto imparando a vedere e capire la struttura geometrica (il disegno, "il gesto") di questa antica grafia. La strada è ancora lunga, e nonostante le suddette incongruenze, non abbandonerò il piccolo gioiello librario su cui mi sto basando, prima di essere realmente in grado di ripetere quei caratteri con la dovuta scioltezza.
Dimenticavo!
Volevo dirti che le pagine con l'alfabeto onciale che si trovano sul sito scrittoria.it sono gli alfabeti del libro di David Harris (ha una mano superlativa!!!) e se fai un confronto fra l'alfabeto onciale della Kossowska e quello di Harris, per limitarsi solo a due, noterai già delle abissali differenze.
Perciò spero di reperire altre fonti originali (codici digitalizzati) oltre a quell'unico che ho trovato in rete (Bezae codex cantabrigiensis):
viewtopic.php?f=52&t=5375
Spero possa esserti utile
la carta usata è semplice carta da disegno - un blocco bianco (per bambini!) marca United Office (Lidl!) - che uso per gli schizzi e i bozzetti, sovente anche per lavoro. E' molto economica e molto robusta, ma spiuma parecchio e allarga il tratto. Il formato A3 - errata corrige: avevo erroneamente scritto A4 - è ideale per lavori eseguiti con pennini larghi e caratteri di conseguenza grandi. Gli inchiostri usati sono stilografici (Pelikan Brilliant Brown, Lamy turchese, Diamine Umber, Diamine Kelly Green).
Però quando sarò in grado di trasferire su una carta adeguata (pergamino?) un'idea di questo genere, credo che svaligerò il negozio di Daniel in cerca di inchiostri più adatti, quelli calligrafici della Herbin o della Manuscript, perchè sul pergamino vorrei usare qualcosa di già collaudato sul lungo periodo e non avventurarmi in esperimenti. Magari funzionerebbe, ma il condizionale in questi casi non mi piace.
Invece comincio a trovare difficoltà con il testo di riferimento, pur delizioso. In tutta la parte dedicata all'Onciale non vi è una "o" uguale all'altra e la "q" disegnata nell'alfabeto è differenze dalle altre "q" ripetute nel testo. Le spaziature sono accennate e poi ampiamente disattese negli scarsi esempi di scrittura riportati nel volumetto. Queste incongruenze però sono per me fondamentali, non tanto perché mi spingono a cercare altri riferimenti, quanto perché comincio a "vederli" e questo significa che poco alla volta sto imparando a vedere e capire la struttura geometrica (il disegno, "il gesto") di questa antica grafia. La strada è ancora lunga, e nonostante le suddette incongruenze, non abbandonerò il piccolo gioiello librario su cui mi sto basando, prima di essere realmente in grado di ripetere quei caratteri con la dovuta scioltezza.
Dimenticavo!
Volevo dirti che le pagine con l'alfabeto onciale che si trovano sul sito scrittoria.it sono gli alfabeti del libro di David Harris (ha una mano superlativa!!!) e se fai un confronto fra l'alfabeto onciale della Kossowska e quello di Harris, per limitarsi solo a due, noterai già delle abissali differenze.
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Daniela
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Ciao Daniela, quello che dici è vero ma bisogna, secondo me, tenere presente alcune cose:Irishtales ha scritto:Invece comincio a trovare difficoltà con il testo di riferimento, pur delizioso. In tutta la parte dedicata all'Onciale non vi è una "o" uguale all'altra e la "q" disegnata nell'alfabeto è differenze dalle altre "q" ripetute nel testo. Le spaziature sono accennate e poi ampiamente disattese negli scarsi esempi di scrittura riportati nel volumetto. Queste incongruenze però sono per me fondamentali, non tanto perché mi spingono a cercare altri riferimenti, quanto perché comincio a "vederli" e questo significa che poco alla volta sto imparando a vedere e capire la struttura geometrica (il disegno, "il gesto") di questa antica grafia. La strada è ancora lunga, e nonostante le suddette incongruenze, non abbandonerò il piccolo gioiello librario su cui mi sto basando, prima di essere realmente in grado di ripetere quei caratteri con la dovuta scioltezza.
- il testo della Kossowska è decisamente destinato a un "entry level";
- Fatti salvi i principi generali della costruzione di una lettera, un certo (moderato) grado di irregolarità è tollerabile in un manoscritto, per alcuni addirittura auspicabile (per evitare la piattezza che si nasconde dietro la frase "sembra stampato!");
- nella scrittura onciale non esistevano spaziature tra le parole e,praticamente, anche le lettere veninvano scritte una vicino all'altra. Per permettere una facile leggibilità ad un pubblico moderno si devono pertanto adattare le regole generali di spaziatura ma, mentre tra due parole lasciare lo spazio di una "o" e facilmente applicabile, molto meno lo è giocare gli spazi tra le lettere: queste regole si basano infatti sull'aspetto delle lettere stesse (rotonde, lineari, aperte etc) e nell'onciale, dove prevalgono forme rotonde, non sono calabili tout-court.
Resta comunque il fatto che il libro sia un prezioso strumento per chi voglia approcciare le grafie onciale e gotico in modo semplice e sistematico.
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E' vero Alessandro, e me ne sto rendendo conto - costruzione delle singole lettere, spaziature, interlinee, perfino l'impaginazione - scoprendo gli scritti originali in Onciale, purtroppo sono rare le fonti ed è una grafia che mi piacerebbe moltissimo continuare ad affrontare ma con dei riferimenti meno sintetici. Che faccio fatica a trovare. Per l'Half Uncial al contrario i riferimenti sono più numerosi e vari. Lo trovo però molto più complesso, quindi ho preferito partire più "da lontano", dall'Onciale, e ripercorrere tappa per tappa le mutazioni di ogni lettera. Tutto questo ha un fascino indescrivibile.
Se hai dei libri da consigliare...
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Hai perfettamente ragione: non si trovano testi che trattino dell'onciale come se ne trovano sul maiuscolo insulare.
Probabilmente i paleografi di lingua italiana sono meno prolifici dei loro colleghi anglofoni che, naturalmente, si interessano principalmente alla grafia autoctona; oppure la mole 8e la qualità!) di materiale riguardante le grafie rinascimentali oscura quelle medievali.
Non appena mi capita tra le mani un testo valido in materia lo comunico sul forum, vai tranquilla.
Probabilmente i paleografi di lingua italiana sono meno prolifici dei loro colleghi anglofoni che, naturalmente, si interessano principalmente alla grafia autoctona; oppure la mole 8e la qualità!) di materiale riguardante le grafie rinascimentali oscura quelle medievali.
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Grazie infinite Alessandro, io continuo con il testo di A. Kossowska
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