del pennino si è detto, ma probabilmente non a sufficienza qui (qualche lode sperticata e giustificata è circolata in chat private).
Qualcuno mi ha chiesto di recensirlo... oddio, non sono probabilmente il più ferrato per giudicare un pennino flessibile (se tornate indietro di qualche post c'è la prova di scrittura di Andrea Li Serre, che mostra cosa ci si può fare...)
Qualche mio commento, giusto per farvi capire, lo aggiungo comunque volentieri.
Per quel che è la mia esperienza, si tratta di un vero pennino flessibile, con comportamento simile a pennini in oro vintage. Questa flessibilità spiccata su pennini moderni non si riscontra praticamente mai. Qualche Omas dei bei tempi ci somiglia, ma sono ormai rari.
Il pennino flette con facilità, la pressione necessaria è ridotta, quindi bisogna fare attenzione a stare leggeri, per non avere un tratto di partenza già troppo largo. Serve quindi esercizio e mano leggera. Il ritorno del pennino è pronto e assolutamente confrontabile ad altri flex vintage. E' seriamente flex, non demiflex, ma nemmeno wet noodle (a meno di non premere come dannati, probabilmente rovinando il pennino, non fatelo).
E' montato sulla penna con alimentatore in ebanite, simile ai classici Omas, il flusso è discretamente abbondante, mai insufficiente. La misura è EEF, per ottenerla però, come dicevo sopra, bisogna stare leggeri. E' opportuno usarlo con inchiostri non troppo bagnanti, e con carta non troppo porosa, altrimenti l'allargamento del tratto degenera in feathering.
Malgrado la mia scarsa competenza nell'uso di pennini flessibili, lo trovo estremamente gradevole anche nell'uso quotidiano, basta stare leggeri e non premere. Ovviamente si presta di più al corsivo, la flessibilità si presta a produrre variazione di tratto (meno evidente ma presente) senza pensarci, ossia senza forzare il movimento.
non guardate il mio corsivo stentato... (è evidente che per disabitudine premo già un po' troppo uniformemente in partenza)