WAHL-EVERSHARP “NIAGARA” Gold-on-silver — Chicago, 1927
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- La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
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WAHL-EVERSHARP “NIAGARA” Gold-on-silver — Chicago, 1927
Questa volta, tutta, ma proprio tutta, la ricerca storica l’ha già fatta Simone Piccardi …
Oggi, perciò, il mio compito sarà soltanto quello di sciogliere definitivamente un dubbio di catalogazione, e poi di documentare adeguatamente uno dei pochissimi modelli ancora mancanti per completare l’affascinante affresco delle stilografiche in metallo della Eversharp, le Wahl All Metal Pens (1921-1929).
La penna WAHL-EVERSHARP NIAGARA Ladies’ size (3214P) in argento massiccio laminato oro giallo 12K, cappuccio a vite con anellino, corretto pennino WAHL #2 in oro 14K, caricamento a levetta, produzione U.S.A. anno 1927.
Le misure
Penna chiusa: 9,5 cm (compreso anellino fisso)
Fusto: 8,6 cm (con pennino sporgente di 1,9 cm)
Cappuccio: 5,2 cm (compreso anellino fisso) Penna con cappuccio calzato: 13,2 cm (con pennino sporgente di 1,9 cm) Diametro cappuccio: 10 mm
Diametro max fusto: 9 mm
Diametro medio all'impugnatura: 8,5 mm
Peso (scarica): 13 g
Fusto: 7 g
Cappuccio: 6 g
Marca, famiglia e modello
Chi volesse conoscere le straordinarie vicende della Marca, potrà fare riferimento al nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/Eversharp/it
Per la Famiglia di stilografiche a cui appartiene la penna in presentazione, le Wahl (All) Metal Pens, rinvio alla accurata catalogazione proposta da Simone
https://www.fountainpen.it/Wahl_Metal_Pen,
in calce alla quale sarà anche possibile ammirare tutti gli splendidi esemplari già documentati (la presentazione loro singolarmente dedicata può essere utilmente recuperata in: Indice Retrospettiva Catalogo foto e modelli Eversharp).
Per una carrellata fotografica pressoché completa segnalo il sito di Jim Mamoulides:
https://www.penhero.com/PenGallery/Ever ... tterns.htm.
In questa sede gioverà soltanto ricordare che non si tratta di penne “rivestite”, bensì di penne completamente costruite in metallo (a parte il gruppo scrittura, ovviamente).
Per quanto concerne il Modello oggetto della recensione odierna, mi è stato possibile riconoscerlo con assoluta certezza solo grazie ad una pagina estratta dal Catalogo generale Wahl-Eversharp del 1927/1928 pubblicata alcuni anni or sono da Syd Saperstein (Wahlnut) in un intervento su FPN (pagina che oggi mi appare non più disponibile) in risposta ad un quesito sull’argomento proposto da Jim Mamoulides. Dal documento apprendiamo che il design Niagara veniva proposto in tre taglie:
- Large con pennino #4 e clip;
- Medium con pennino #2 e clip;
- Ladies’ size con pennino #2 e [ring-top].
La Lady oggi in presentazione era indicata dal numero 3214P, che aveva il seguente significato all’epoca del Catalogo:
• 3 ring-top size (= Ladies’ size)
• 2 taglia del pennino (#2)
• 14 codice decoro = “Niagara” design, pattern
Il brevissimo periodo di produzione (si ipotizza il solo anno 1927) e la conseguente rarità di esemplari prodotti e quindi presenti sul mercato, uniti alla (incredibile) mancanza di cataloghi Wahl-Eversharp dell’epoca disponibili liberamente per la consultazione (!) ha fatto sì che i Collezionisti, nel corso dei decenni, siano giunti a coniare (almeno) due “soprannomi” utili ad identificare il modello, partendo dalla descrizione del suo insolito decoro: vennero così inventati i nomignoli “coral” (alludendo agli atolli con barriera corallina) e il meno efficace “brain” (che fa riferimento alle circonvoluzioni della corteccia cerebrale) coi quali il modello è storicamente conosciuto.
Comunque, appurato che la denominazione corretta è “Niagara”, non vi sono molte probabilità che il nome imposto nel 1927 dalla Casa voglia/possa indicare qualcosa di diverso dalle celeberrime “Niagara falls”…
Personalmente ritengo potrebbe trattarsi della riproduzione - filtrata da un processo di astrazione geometrizzante tipicamente déco - delle spume d’acqua prodotte dal precipitare delle famose cascate canadesi-statunitensi (qui sotto in una foto aerea del 1931), così come le aveva già potentemente percepite l’artista giapponese Hiroshi Yoshida solo due anni prima nel 1925, ovviamente stilizzando l’elemento “naturale” per poi riprodurlo all’infinito come stilema decorativo di base…
E così la denominazione “Niagara” potrà sostituire sia “coral” che “brain” in tutte le nostre catalogazioni passate e future.
Continua…
Oggi, perciò, il mio compito sarà soltanto quello di sciogliere definitivamente un dubbio di catalogazione, e poi di documentare adeguatamente uno dei pochissimi modelli ancora mancanti per completare l’affascinante affresco delle stilografiche in metallo della Eversharp, le Wahl All Metal Pens (1921-1929).
La penna WAHL-EVERSHARP NIAGARA Ladies’ size (3214P) in argento massiccio laminato oro giallo 12K, cappuccio a vite con anellino, corretto pennino WAHL #2 in oro 14K, caricamento a levetta, produzione U.S.A. anno 1927.
Le misure
Penna chiusa: 9,5 cm (compreso anellino fisso)
Fusto: 8,6 cm (con pennino sporgente di 1,9 cm)
Cappuccio: 5,2 cm (compreso anellino fisso) Penna con cappuccio calzato: 13,2 cm (con pennino sporgente di 1,9 cm) Diametro cappuccio: 10 mm
Diametro max fusto: 9 mm
Diametro medio all'impugnatura: 8,5 mm
Peso (scarica): 13 g
Fusto: 7 g
Cappuccio: 6 g
Marca, famiglia e modello
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Per la Famiglia di stilografiche a cui appartiene la penna in presentazione, le Wahl (All) Metal Pens, rinvio alla accurata catalogazione proposta da Simone
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in calce alla quale sarà anche possibile ammirare tutti gli splendidi esemplari già documentati (la presentazione loro singolarmente dedicata può essere utilmente recuperata in: Indice Retrospettiva Catalogo foto e modelli Eversharp).
Per una carrellata fotografica pressoché completa segnalo il sito di Jim Mamoulides:
https://www.penhero.com/PenGallery/Ever ... tterns.htm.
In questa sede gioverà soltanto ricordare che non si tratta di penne “rivestite”, bensì di penne completamente costruite in metallo (a parte il gruppo scrittura, ovviamente).
Per quanto concerne il Modello oggetto della recensione odierna, mi è stato possibile riconoscerlo con assoluta certezza solo grazie ad una pagina estratta dal Catalogo generale Wahl-Eversharp del 1927/1928 pubblicata alcuni anni or sono da Syd Saperstein (Wahlnut) in un intervento su FPN (pagina che oggi mi appare non più disponibile) in risposta ad un quesito sull’argomento proposto da Jim Mamoulides. Dal documento apprendiamo che il design Niagara veniva proposto in tre taglie:
- Large con pennino #4 e clip;
- Medium con pennino #2 e clip;
- Ladies’ size con pennino #2 e [ring-top].
La Lady oggi in presentazione era indicata dal numero 3214P, che aveva il seguente significato all’epoca del Catalogo:
• 3 ring-top size (= Ladies’ size)
• 2 taglia del pennino (#2)
• 14 codice decoro = “Niagara” design, pattern
Il brevissimo periodo di produzione (si ipotizza il solo anno 1927) e la conseguente rarità di esemplari prodotti e quindi presenti sul mercato, uniti alla (incredibile) mancanza di cataloghi Wahl-Eversharp dell’epoca disponibili liberamente per la consultazione (!) ha fatto sì che i Collezionisti, nel corso dei decenni, siano giunti a coniare (almeno) due “soprannomi” utili ad identificare il modello, partendo dalla descrizione del suo insolito decoro: vennero così inventati i nomignoli “coral” (alludendo agli atolli con barriera corallina) e il meno efficace “brain” (che fa riferimento alle circonvoluzioni della corteccia cerebrale) coi quali il modello è storicamente conosciuto.
Comunque, appurato che la denominazione corretta è “Niagara”, non vi sono molte probabilità che il nome imposto nel 1927 dalla Casa voglia/possa indicare qualcosa di diverso dalle celeberrime “Niagara falls”…
Personalmente ritengo potrebbe trattarsi della riproduzione - filtrata da un processo di astrazione geometrizzante tipicamente déco - delle spume d’acqua prodotte dal precipitare delle famose cascate canadesi-statunitensi (qui sotto in una foto aerea del 1931), così come le aveva già potentemente percepite l’artista giapponese Hiroshi Yoshida solo due anni prima nel 1925, ovviamente stilizzando l’elemento “naturale” per poi riprodurlo all’infinito come stilema decorativo di base…
E così la denominazione “Niagara” potrà sostituire sia “coral” che “brain” in tutte le nostre catalogazioni passate e future.
Continua…
Ultima modifica di Musicus il domenica 22 maggio 2022, 23:06, modificato 4 volte in totale.
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WAHL-EVERSHARP “NIAGARA” Gold-on-silver — Chicago, 1927
I marchi del Produttore
Anche se il coperchio non ha retto ad una pressione eccessiva (esercitata da chi sa chi, chi sa quando negli ultimi 95 anni), la “presentation box” (scatolina regalo) coi suoi oltre 40 g di peso mi pare sufficientemente robusta per proteggere adeguatamente la penna almeno in futuro...
Sul coperchio compare un orgoglioso omaggio alla Città di produzione, espunto tuttavia, per evidenti motivi di spazio, dall’iscrizione sulla stilografica:
Per quanto riguarda la stilografica, nel collage seguente ecco il “marchio” e l’equivalente, scritto “per esteso”, dei “punzoni” tradizionali, il tutto apposto sulla parte superiore del cappuccio:
dove l’abbreviazione SIL. [per SILVER] è dovuta con ogni probabilità a esigenze di spaziatura dell’iscrizione.
Osservazioni
Per quanto riguarda il decoro (“Niagara” design, pattern), tanto prezioso quanto inusuale nel panorama pennistico, nella pagina allegata si apprende trattarsi di un «rivestimento in oro giallo 12K su argento massiccio [vermeil]. Parte della lamina d’oro veniva poi tagliata via e la superficie d’argento liberata veniva quindi lavorata [“Engine turned”] a macchina [quella apposita per il guilloché, per ottenere le caratteristiche isole di materiale]». Parrebbe invero un’operazione particolarmente complessa, e dunque costosa, visto che la rifinitura «per forza di levare» veniva effettuata sì a macchina, ma pur sempre guidata manualiter, nei minimi dettagli “asimmetrici” del disegno, da un decoratore esperto! Si osservi nelle foto allegate come l’altezza del materiale d’argento che si staglia dalla base (che ricorda per tramatura la superficie di una cotta di maglia) non sia affatto uguale sul fusto e sul cappuccio: su quest’ultimo, infatti, si trovano dei veri e propri “rilievi” (i contorni “chiari”), mentre sul fusto il pattern potrebbe apparire quasi “bidimensionale” (nonostante si percepisca distintamente col polpastrello l’irregolarità della superficie). Pur potendo anche apparire come un effetto voluto dal costruttore, dalle pochissime penne consultabili in rete (tutte piuttosto “lisce”, e uniformemente) si direbbe invece che possa trattarsi di semplice “usura”, anche se sul mio esemplare l’altezza del decoro sulle due parti della penna è, come detto, diversa ma assolutamente omogenea, e non vi sono punti più o meno spessi di decorazione sul singolo elemento, nemmeno dove lo sfregamento di metallo su metallo è avvenuto certamente e con frequenza (ad es. sul fondello per la parte che accoglie il cappuccio calzato).
La decorazione è quadripartita: quattro listelle dorate longitudinali individuano altrettante finestre con l’argento a vista. Le listelle d’oro proseguono dal cappuccio al fusto senza apparente soluzione di continuità, vista la minima differenza di diametro. Come previsto dal designer attraverso i disegni, si potrà vedere “frontalmente” solo una listella dorata alla volta.
Continua…
Anche se il coperchio non ha retto ad una pressione eccessiva (esercitata da chi sa chi, chi sa quando negli ultimi 95 anni), la “presentation box” (scatolina regalo) coi suoi oltre 40 g di peso mi pare sufficientemente robusta per proteggere adeguatamente la penna almeno in futuro...
Sul coperchio compare un orgoglioso omaggio alla Città di produzione, espunto tuttavia, per evidenti motivi di spazio, dall’iscrizione sulla stilografica:
WAHL
CHICAGO
U.S.A.
Sull’imbottitura di raso all’interno del coperchio leggiamo
CHICAGO
U.S.A.
“A Wahl Product”
EVERSHARP VV WAHL PEN
che indicava la possibilità di inserire nella scatolina una matita Eversharp “oppure” una penna Wahl…
Nel catalogo dell’anno seguente (1928, questo sì consultabile liberamente sul sito della PCA) compare ancora (per il secondo e ultimo anno) il design gold-on-silver “Wedgewood” (che abbiamo visto insieme alle "Niagara" nella pagina allegata sopra):
la “scatolina regalo” che conteneva le penne di questa fascia (medio alta) di prezzo appare identica, anche se forse più bianca che di color avorio, e foderata di velluto scuro.EVERSHARP VV WAHL PEN
Per quanto riguarda la stilografica, nel collage seguente ecco il “marchio” e l’equivalente, scritto “per esteso”, dei “punzoni” tradizionali, il tutto apposto sulla parte superiore del cappuccio:
WAHL PEN
GOLD FILLED ON SIL. MADE IN U.S.A.
GOLD FILLED ON SIL. MADE IN U.S.A.
dove l’abbreviazione SIL. [per SILVER] è dovuta con ogni probabilità a esigenze di spaziatura dell’iscrizione.
Osservazioni
Per quanto riguarda il decoro (“Niagara” design, pattern), tanto prezioso quanto inusuale nel panorama pennistico, nella pagina allegata si apprende trattarsi di un «rivestimento in oro giallo 12K su argento massiccio [vermeil]. Parte della lamina d’oro veniva poi tagliata via e la superficie d’argento liberata veniva quindi lavorata [“Engine turned”] a macchina [quella apposita per il guilloché, per ottenere le caratteristiche isole di materiale]». Parrebbe invero un’operazione particolarmente complessa, e dunque costosa, visto che la rifinitura «per forza di levare» veniva effettuata sì a macchina, ma pur sempre guidata manualiter, nei minimi dettagli “asimmetrici” del disegno, da un decoratore esperto! Si osservi nelle foto allegate come l’altezza del materiale d’argento che si staglia dalla base (che ricorda per tramatura la superficie di una cotta di maglia) non sia affatto uguale sul fusto e sul cappuccio: su quest’ultimo, infatti, si trovano dei veri e propri “rilievi” (i contorni “chiari”), mentre sul fusto il pattern potrebbe apparire quasi “bidimensionale” (nonostante si percepisca distintamente col polpastrello l’irregolarità della superficie). Pur potendo anche apparire come un effetto voluto dal costruttore, dalle pochissime penne consultabili in rete (tutte piuttosto “lisce”, e uniformemente) si direbbe invece che possa trattarsi di semplice “usura”, anche se sul mio esemplare l’altezza del decoro sulle due parti della penna è, come detto, diversa ma assolutamente omogenea, e non vi sono punti più o meno spessi di decorazione sul singolo elemento, nemmeno dove lo sfregamento di metallo su metallo è avvenuto certamente e con frequenza (ad es. sul fondello per la parte che accoglie il cappuccio calzato).
La decorazione è quadripartita: quattro listelle dorate longitudinali individuano altrettante finestre con l’argento a vista. Le listelle d’oro proseguono dal cappuccio al fusto senza apparente soluzione di continuità, vista la minima differenza di diametro. Come previsto dal designer attraverso i disegni, si potrà vedere “frontalmente” solo una listella dorata alla volta.
Continua…
Ultima modifica di Musicus il domenica 22 maggio 2022, 22:42, modificato 2 volte in totale.
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......lavoro in corso......
Penna spettacolare, vero "pezzo" di artigianato.. la decorazione è talmente raffinata da rendere l'idea di una superficie vellutata (a mio avviso)
Ottima descrizione, grazie Musicus!
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Nel 1927 le penne erano ancora tutte cilindriche: cilindrico era il cappuccio e cilindrico il fusto, e circolari quindi risultano le loro estremità, testina e fondello, lucidate a specchio.
Attraverso la presenza di un “cartiglio”, posizionato sulla circonferenza nel punto opposto rispetto alla levetta, era possibile “personalizzare” la penna: possibilità sfruttata in questo caso da “El” (ovvero “EC”), l’acquirente o il dedicatario, che hanno aggiunto agli “indicia” un’originale decorazione a frecce contrapposte.
La penna con cappuccio calzato raggiunge i 13,2 cm, con ciò superando la lunghezza del solo fusto di una Deco-Band usata senza calzare il cappuccio (ovviamente, la differenza sta nel diametro ).
In realtà l’accoppiamento cappuccio/fusto è talmente ben realizzato (si sente il “pop!” quando si sfila il cappuccio calzato!, e ciò anche grazie alla “elasticità” dell’argento) che la penna pare un tutto unico, senza soluzione di continuità tra i due elementi, con buona pace di quelli che credono che il design delle “penne sottili” (“magre”/slim) in metallo lo abbiano inventato a Torino negli anni Settanta…
La levetta, veramente di piccole dimensioni (1,5 cm di lunghezza) è perfettamente integrata nella decorazione, dalla quale non rileva minimamente. In questo progetto, così particolare, l’effetto uniformante del colore dell’oro (dal pennino alla filettatura scintillante, al cartiglio, su su, seguendo le strisce dorate, passando per la falsa veretta sul labbro del cappuccio per raggiungere la testina coi due anellini – fisso e mobile – del ring-top) non avrebbe potuto essere abbandonato dalla sola sezione, per ovvie ragioni stilistiche: ma anche in questa “all metal” il “blocco pennino” sotto la laminatura è pur sempre in ebanite, come da tradizione (e come si può verificare dall’immagine seguente) per accogliere l’alimentatore “a pettine” (o “a scaletta”) realizzato nello stesso materiale.
Come giustamente ricorda Simone, è veramente difficile trovare queste stilografiche prive di “fitte o ammaccature”; aggiungerei che nel caso di quelle in argento massiccio potrebbe essere anche molto difficile “aprirle”, ovvero separare la sezione (col gruppo scrittura) dal fusto…
Continua…
Il cappuccio si avvita saldamente al fusto compiendo un giro e mezzo sulla filettatura, metallo su metallo.
Come abbiamo visto, la lamina d’oro sulla superficie veniva ritagliata in modo da creare 4 pannelli, riquadrati longitudinalmente da listelli dorati, connessi alle estremità anch’esse dorate: testina e labbro sul cappuccio, filettatura e fondello sul fusto. Ma a questo proposito, ho osservato come la penna messa realmente in commercio (!), almeno quella in mio possesso, non sia fedele al disegno del Catalogo, in quanto nella realtà si trova una banda dorata che precede la filettatura per il cappuccio,
che parrebbe avere la funzione stilistica di riequilibrare la lunghezza dei pannelli d’argento su cappuccio e fusto quando la penna è in ordine di scrittura (i.e. con cappuccio calzato). Tuttavia, le altre due Ladies’ size che si possono trovare in rete per consultazione NON ce l’hanno (o ce l’hanno molto sottile), in ciò conformandosi al disegno, mentre una penna più grande (ma con uguale pennino, una 4214P), osservabile sempre sul sito di Jim Mamoulides citato, è simile alla mia nel non rispettare il disegno del Catalogo… Tutto ciò sembrerebbe svelare quella componente di “artigianalità” e improvvisazione (da laboratorio orafo più che da grande industria) in fondo necessaria alla realizzazione di queste penne-gioiello e ne spiega forse la brevissima vita commerciale, verosimilmente causata più dal costo di produzione eccessivo che dall’incomprensione del pubblico…Attraverso la presenza di un “cartiglio”, posizionato sulla circonferenza nel punto opposto rispetto alla levetta, era possibile “personalizzare” la penna: possibilità sfruttata in questo caso da “El” (ovvero “EC”), l’acquirente o il dedicatario, che hanno aggiunto agli “indicia” un’originale decorazione a frecce contrapposte.
La penna con cappuccio calzato raggiunge i 13,2 cm, con ciò superando la lunghezza del solo fusto di una Deco-Band usata senza calzare il cappuccio (ovviamente, la differenza sta nel diametro ).
In realtà l’accoppiamento cappuccio/fusto è talmente ben realizzato (si sente il “pop!” quando si sfila il cappuccio calzato!, e ciò anche grazie alla “elasticità” dell’argento) che la penna pare un tutto unico, senza soluzione di continuità tra i due elementi, con buona pace di quelli che credono che il design delle “penne sottili” (“magre”/slim) in metallo lo abbiano inventato a Torino negli anni Settanta…
La levetta, veramente di piccole dimensioni (1,5 cm di lunghezza) è perfettamente integrata nella decorazione, dalla quale non rileva minimamente. In questo progetto, così particolare, l’effetto uniformante del colore dell’oro (dal pennino alla filettatura scintillante, al cartiglio, su su, seguendo le strisce dorate, passando per la falsa veretta sul labbro del cappuccio per raggiungere la testina coi due anellini – fisso e mobile – del ring-top) non avrebbe potuto essere abbandonato dalla sola sezione, per ovvie ragioni stilistiche: ma anche in questa “all metal” il “blocco pennino” sotto la laminatura è pur sempre in ebanite, come da tradizione (e come si può verificare dall’immagine seguente) per accogliere l’alimentatore “a pettine” (o “a scaletta”) realizzato nello stesso materiale.
Come giustamente ricorda Simone, è veramente difficile trovare queste stilografiche prive di “fitte o ammaccature”; aggiungerei che nel caso di quelle in argento massiccio potrebbe essere anche molto difficile “aprirle”, ovvero separare la sezione (col gruppo scrittura) dal fusto…
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Ultima modifica di Musicus il domenica 22 maggio 2022, 22:58, modificato 3 volte in totale.
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Il pennino è un Wahl degli anni Venti, cioè tra i migliori di sempre a tutte le latitudini…
Conclusioni
Il design originale e la ricercatezza della lavorazione dei materiali preziosi sono votati alla ricerca del bello e del raro ma affondano le radici in una salda tradizione di strumenti scrittori di autentica sostanza.
Questa penna, però, possiede una doppia anima: un’anima d’argento, imperfetta, che porta su di sé i segni del tempo, si consuma impercettibilmente a contatto con l’aria, con l’acqua e al tocco della mia mano, e un’anima d’oro, eterna e immutabile, pura e lucente a cui affidare i miei pensieri più indomiti...
Grazie per l’attenzione!
Giorgio
La punta è un EF+
chirurgico,
e flessibile.
Conclusioni
Il design originale e la ricercatezza della lavorazione dei materiali preziosi sono votati alla ricerca del bello e del raro ma affondano le radici in una salda tradizione di strumenti scrittori di autentica sostanza.
Questa penna, però, possiede una doppia anima: un’anima d’argento, imperfetta, che porta su di sé i segni del tempo, si consuma impercettibilmente a contatto con l’aria, con l’acqua e al tocco della mia mano, e un’anima d’oro, eterna e immutabile, pura e lucente a cui affidare i miei pensieri più indomiti...
Grazie per l’attenzione!
Giorgio
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Bellissima, favolosa, splendida... Complimenti vivissimi Giorgio!
Uno dei tanti pattern che, sigh, mi manca. Perlomeno a breve, grazie alle tue foto, non mancherà sul wiki.
Simone
Bellissima, favolosa, splendida... Complimenti vivissimi Giorgio!
Uno dei tanti pattern che, sigh, mi manca. Perlomeno a breve, grazie alle tue foto, non mancherà sul wiki.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
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Che decoro! Bellissima e complimenti!
Grazie per la presentazione.
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Giorgio, che dire ? Tutto, penna e presentazione, bellissimo, come di consueto per te.
Luigi
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La passione per queste Wahl, è inutile nasconderlo, me l'hai attaccata tu!
Poi ci hanno pensato i pennini da paura a rinfocolarla...
Lo stile, beh, quello o c'è o non c'è, e nelle Eversharp è al massimo livello praticamente sempre...
Ahinoi, ho notato un aumento spropositato dei prezzi, dovuto alla maggior disponibilità di denaro (di chi già ce l'aveva) in pandemia, e ultimamente anche alla quasi raggiunta parità Euro/Dollaro...
E qui torno come sempre a ringraziarti, Simone, per la straordinaria generosità di "mettere in comune" tutte le informazioni "cartacee" disponibili: da questo punto di vista il nostro WIKI è un punto di riferimento per la mole e per la qualità delle informazioni condivise, oltre che per la rigorosa struttura di archiviazione/catalogazione, di facilissima consultazione.
Giorgio
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Caro Luca, ti ringrazio per il commento, sempre gradito!
So che tu non ti "formalizzi" sulle sezioni sottili e in metallo (presenti anche sulle Swan): d'altronde abbiamo oppure no il pollice opponibile, e la pelle non di un anfibio? Quindi riusciremo con successo a tenerle in mano senza che scivolino via e, pensa un po', persino a scriverci a lungo e con grande soddisfazione!!
Giorgio
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Giorgio, grazie per il tuo interessante e coinvolgente articolo ma grazie soprattutto per avermi fatto conoscere questa rarità. E pensare che non sono mai stato particolarmente attratto da penne piccole e laminate.... fino a quando ho letto questo tuo intervento.
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Una sola parola, anzi due.
Caspita! Grazie!
Caspita! Grazie!
Enrica
"Non essere mai codardo o crudele. Cerca di essere sempre gentile, ma non smettere mai di essere buono." Doctor Who
"Non essere mai codardo o crudele. Cerca di essere sempre gentile, ma non smettere mai di essere buono." Doctor Who