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Saggezza latina

Per fare due chiacchiere insieme su argomenti vari
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

Credo che molti tra noi abbiano frequentemente coltivato, insieme alla passione per le penne, anche quella per sentenze, detti e aforismi che esprimono in qualche modo veritá universali riguardo all'essere umano, le sue forze e le sue debolezze.

Nella enorme mole di queste brevi frasi che sembrano arrivare immediatamente al cuore, non vi é dubbio che oratori, poeti e filosofi latini ci hanno trasmesso un corpus di detti brevi e taglienti che hanno attraversato la storia per parlarci ancora oggi e toccare ancora la nostra sensibilitá.

Ho pensato che potremmo inaugurare qui, in questo apposito argomento nel nostro forum, una raccolta di questi detti, calligrafati come ne siamo capaci, per costituire infine una raccolta delle piú belle tra le sentenze latine, "flores sententiarum", come lo avrebbero forse detto loro.

Comincio dunque io, con una frase dalla Eneide di Virgilio.

Ho scritto di getto le lettere della scrittura lapidaria romana con la mia fidata Montegrappa Extra 1930 e il suo bel pennino stub, caricata con Graf von Faber Castell Olive Green, e con la stessa penna ho poi usato un tratteggio fine per imitare la textura della pietra di una lapide. Con una Omas dal pennino fine, caricata con Diamine Ancient Copper, ho poi "firmato" la lapide, utilizzando un carattere corsivo romano come doveva essere in uso verso la fine del terzo secolo d.C.

Montegrappa Extra 1930 Acque del SIle, Tu ne cede malis (1) ©FP.jpg
Non lasciarti opprimere dalle calamità,
ma va’ loro incontro
con il maggior coraggio
Silemar
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Messaggio da Silemar »

Perdonami fufluns. L'idea è stupenda, ma come trovare il coraggio di replicare a tanta bellezza? Bellezza della calligrafia, della composizione, della foto, della frase! Io passo! :lol: Grazie infinite per elevare il mio cuore con tanta bellezza. 💗
Laura
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Automedonte
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Messaggio da Automedonte »

Silemar ha scritto: giovedì 22 giugno 2023, 10:39 Perdonami fufluns. L'idea è stupenda, ma come trovare il coraggio di replicare a tanta bellezza? Bellezza della calligrafia, della composizione, della foto, della frase! Io passo! :lol: Grazie infinite per elevare il mio cuore con tanta bellezza. 💗
Concordo, il confronto sarebbe comunque impari ed impietoso :thumbup:

Franco dovevi partire con qualcosa di livello inferiore :D
Cesare Augusto
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Messaggio da Silemar »

Automedonte ha scritto: giovedì 22 giugno 2023, 10:49 Franco dovevi partire con qualcosa di livello inferiore :D
:lol: :lol: :lol:
Mi sa che è come chiedere ad una rosa di non profumare. :D
Laura
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calli1958
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Messaggio da calli1958 »

Raccolgo l'invito del carissimo fufluns (magistrale interprete di stile calligrafico, fotografico, compositivo e letterario) per aggiungere alla nascente raccolta una massima latina di Appio Claudio Cieco (IV - III sec.) che, credo, possa ritenersi di valore "universale".

Ho scelto "Quisque faber fortunae suae" scritta in rustica (un poco approssimativa in qualche lettera, a dir la verità; la U in particolare) come fosse un'insegna da esporre a Pompei (dove si ritrovano scritte in questo stile); non vi sono distanziamenti fra le parole perché all'epoca non si usavano (fortunatamente la frase è talmente breve da non creare difficoltà; a quel tempo non oso immaginare la fatica nella lettura di un lungo testo!).

Non ricordo il tipo di carta usato (il primo trovato che non fosse carta da fotocopie): forse non particolarmente adatto o forse solo troppo "maneggiato" (spiumaggio in alcune zone). Come penna ho usato una "specie di parallel pen" cinese da 3 mm.; l'inchiostro rosso con il quale è caricata credo sia Hero.

Senza preoccupazioni di qualità calligrafica e tantomeno (purtroppo!) fotografica, spero sia di sprone per altri contributori alla "raccolta" lanciata da fufluns.
quisque.jpg
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RisottoPensa
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Messaggio da RisottoPensa »

Anche se abbiamo internet a portata di mano, preferirei comunque avere la traduzione accanto.
:shifty: ( Non solo l'interpretazione )

Tornando alla frase, una dose di cultura per iniziare la giornata :thumbup:
Silemar
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Messaggio da Silemar »

calli1958 ha scritto: giovedì 22 giugno 2023, 12:38 Ho scelto "Quisque faber fortunae suae" scritta in rustica (un poco approssimativa in qualche lettera, a dir la verità; la U in particolare) come fosse un'insegna da esporre a Pompei (dove si ritrovano scritte in questo stile); non vi sono distanziamenti fra le parole perché all'epoca non si usavano...
Grazie calli1958, molto bello questo scritto e interessante ciò che scrivi. :thumbup: :wave:
Laura
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

calli1958 ha scritto: giovedì 22 giugno 2023, 12:38 Raccolgo l'invito del carissimo fufluns [...] per aggiungere alla nascente raccolta una massima latina di Appio Claudio Cieco (IV - III sec.) che, credo, possa ritenersi di valore "universale". [...]
Bella massima e splendido scritto, caro amico di penna.

Ho sempre rifuggito lo stile della capitale rustica, perché mi é sembrato (e mi sembra) troppo difficile, anche se temo che prima o poi (meglio poi) dovrò passare per il calvario di impararlo. Di fatto, trovo che il controllo del pennino sia tanto difficile, con la necessità di torcerlo sulle aste lunghe, che mi é sempre sembrato strano che questo stile si chiami "rustico". Sono certo che tu, come altri calligrafi che lo hanno giá sperimentato, potranno confermare che la sua esecuzione é tutt'altro che rustica, ma piuttosto uno stile calligraficamente raffinato. Si veda, per esempio, il manoscritto del Vergilius Romanus conservato nella Biblioteca Apostolica in Vaticano e originariamente composto nel V secolo, probabilmente nell'area britannica (https://digi.vatlib.it/view/MSS_Vat.lat.3867 e seguenti).

Ora, questa peculiare scrittura latina é stata definita rustica in contrapposizione allo stile della "capitale libraria" o "capitale elegante", del quale gli esempi più famosi sono alcune copie di Virgilio, come il Vergilius Sangallensis, un manoscritto della fine del IV secolo conservato appunto nella Biblioteca di San Gallo (https://www.e-codices.unifr.ch/en/doubl ... 4/bindingA e seguenti), e il Vergilius Vaticanus, vergato a Roma circa un secolo prima (https://digi.vatlib.it/view/MSS_Vat.lat.3225 e seguenti).

Mi é parsa interessante l'opinione del paleografo Paolo Cherubini (in La scrittura latina: storia, forme, usi. Roma, Carrocci Editore 2019), il quale sostiene che i due splendidi manoscritti in "capitale elegante" sono in realtà due esempi di virtuosismo calligrafico del IV-V secolo d.C., mentre quella che abbiamo tradizionalmente chiamato "rustica" (per comparazione) sarebbe stata la vera scrittura libraria latina, in uso almeno dagli inizi del I secolo d.C. e che inizia ad allontanarsi dai canoni nel corso del secolo III.

Insomma, é come se qualche esegeta del futuro prendesse uno degli scritti del nostro calli1958 e considerasse che quella é la "normale' scrittura ben fatta della nostra epoca: certo, per comparazione, tutti gli altri scarabocchi fatti da noi non potrebbero che considerarsi molto "rustici", ha ha ha!
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

Un altro paio di cose scritte con la Montegrappa Extra 1930 munita del suo pennino stub:

Montegrappa Extra 1930 Acque del Sile, Gutta cavat lapidem ©FP.jpg
La goccia scava la pietra
non con la forza, ma cadendo spesso (o continuando a cadere);
così l'uomo impara,
non per forza, ma leggendo spesso (continuando a leggere)


La prima parte della frase (Gutta cavat lapidem) aveva già valore di proverbio presso i latini (si trova, tra gli altri, in Lucrezio, Tibullo, Ovidio, Seneca), per indicare l'efficacia di un'azione anche lieve quando ripetuta di continuo. Durante il Medioevo l'adagio venne "spiegato" con l'aggiunta della seconda parte: non vi, sed saepe cadendo. La terza parte è attribuita a Giordano Bruno, astronomo, filosofo, teologo, matematico, scrittore e frate domenicano italiano, morto sul rogo per le sue teorie, giudicato eretico dal tribunale dell'Inquisizione dello Stato Pontificio.

Montegrappa Extra 1930 Acque del Sile, Primus sile ©FP.jpg
Quello che vuoi che un altro taccia, sii il primo a tacere

Questo proverbio latino, originariamente attribuito a Seneca (in Fedra), può essere tradotto anche con "non dire per primo quello che vuoi che non dica un altro" oppure "non parlare per primo se vuoi mantenere un segreto".

Entrambe sono scritte su Fabriano Ingres grigio chiaro, una bella carta vergata da 90 gr.
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Messaggio da fufluns »

Suppongo che ognuno di noi debba avere i propri calligrafi preferiti. Non ho mai incontrato un calligrafo in carne ed ossa, quindi i miei "amici di calligrafia" sono in realtà autori di libri. Torno sempre ai miei preferiti, ancora e ancora, e ogni volta imparo cose nuove, anche in quegli stili che ho già praticato molto.

Curiosamente, i miei due calligrafi preferiti sono entrambi francesi. Claude Mediavilla ha una grazia nell'esecuzione della maggior parte degli stili calligrafici che personalmente considero insuperabile. Il suo libro, "Calligraphie. Du signe calligraphé á la peinture abstraite" è la mia bibbia, un libro rilegato bello e purtroppo costoso, che mi è reso più caro dal fatto che mi è stato regalato ormai molti anni fa da mia moglie. È una fonte inesauribile di ispirazione.

Un altro grande è, a mio avviso, Julien Chazal, che nel 2012 ha pubblicato un libro completo, ricco di esempi, dal titolo "Calligraphie. Le guide complet". Possiedo un'edizione di quest'opera in lingua spagnola, anch'esso un bel libro rilegato (ma economico) che compari qui in Costa Rica, ma so che esiste anche una versione tascabile in inglese, "Calligraphy: A Complete Guide", che costa una ventina di dollari.

È stato da Chazal che ho imparato una versione "snella" della capitale lapidaria romana, uno stile che mi piace molto e che può avere molti usi. Tra le caratteristiche di questo stile sottile, come é eseguito da Chazal, c'è che le aste lunghe sono affusolate nella parte centrale, il che conferisce alle lettere un aspetto che trovo piacevolmente arcaico. Probabilmente dovrebbe essere scritto con un pennino tronco, ma mi piace invece eseguire questo stile con uno dei miei pennini flessibili.

Montblanc 149 Calligraphy, Aquila non capit muscas ©FP.jpg
L'aquila non cattura le mosche


Il significato della frase, che è probabilmente un brocardo medievale citato tra gli altri da Erasmo, è che "una persona nobile o importante non si occupa di cose insignificanti".

Ho scritto l'adagio su carta Fabriano Unica (in color avorio chiaro), con la mia Montblanc 149 Calligraphy con pennino flessibile e inchiostro MB Blue Permanent.
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Messaggio da Silemar »

fufluns ha scritto: domenica 25 giugno 2023, 7:28
La goccia scava la pietra
non con la forza, ma cadendo spesso (o continuando a cadere);
così l'uomo impara,
non per forza, ma leggendo spesso (continuando a leggere)

Grazie per questo omaggio a Giordano Bruno, un mistico, un eroe. Mi piace interpretare questa frase e dire che ciò che mi necessita leggere è me stessa per scoprire la Verità alla fine di un percorso di autoconoscenza. Grazie fufluns :wave:
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Messaggio da fufluns »

Silemar ha scritto: domenica 25 giugno 2023, 8:26 Grazie per questo omaggio a Giordano Bruno, un mistico, un eroe. Mi piace interpretare questa frase e dire che ciò che mi necessita leggere è me stessa per scoprire la Verità alla fine di un percorso di autoconoscenza. Grazie fufluns :wave:
Tra le idee eretiche di Bruno, che il Nolano pagò arso vivo a Roma nel 1600, all’età di 52 anni, vi erano quelle di credere (1584, Cena de le Ceneri) che l’universo fosse infinito e che esistessero infiniti mondi simili a quelli del nostro sistema solare…
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Messaggio da fufluns »

Montblanc 149 Calligraphy, Qui scribit bis legit ©FP.jpg
Chi scrive
legge due volte

L'adagio "Qui scribit, bis legit" non è probabilmente un proverbio molto antico. È documentato (anche se nel diverso ordine "Bis legit qui scribit") solo dagli inizi del XIX secolo, ma il suo significato si è rivelato del tutto veritiero e utile.
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Messaggio da Polemarco »

Io non so scrivere con la bravura di fufluns.

Se avessi potuto avrei vergato questa di Orazio: “contrahes vento nimium secundo turgida vela”.

Traduzione non letterale.

Riduci le vele quando il vento troppo favorevole le ingrossa.

Se ci pensate bene non dice di ammainarle ma di ridurle.

La tua navicella continuerà a veleggiare ma senza pericoli e difficoltà.

È la moderazione.

Saluti cordiali

Polemarco

P.S. In latino “aurea mediocritas” non si traduce con la mediocrità d’oro ma con l‘opportunità di agire e vivere nel giusto mezzo.
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calli1958
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Messaggio da calli1958 »

fufluns ha scritto: giovedì 22 giugno 2023, 23:51

Ho sempre rifuggito lo stile della capitale rustica, perché mi é sembrato (e mi sembra) troppo difficile, anche se temo che prima o poi (meglio poi) dovrò passare per il calvario di impararlo.......

Mi é parsa interessante l'opinione del paleografo Paolo Cherubini .......
Carissimo amico di penna, ti ringrazio per elogi che mi riservi,......spesso esagerati, ma.......particolarmente graditi!!

La difficoltà della "Rustica" è proprio nel dover modificare l'inclinazione del pennino lungo l'asta senza perderne la verticalità, ma se riesco a farlo io, per quanto non in modo perfetto, significa assolutamente che non è un problema insormontabile; naturalmente necessità di un poco di applicazione e di esercizio (come qualsiasi altra scrittura). E' importante praticarla con una penna molto larga (per la mia piccola esperienza almeno da 3 mm. ma ancora meglio se molto più ampia) per abituarsi alla manovra, agli effetti e al risultato della rotazione. Naturalmente, se usiamo un pennello piatto e sufficientemente largo al posto della penna, la manovra di rotazione dovrebbe riuscire in modo leggermente più agevole.

Riguardo la denominazione e classificazione delle scritture, sappiamo che i diversi paleografi, nel tempo, hanno dato interpretazioni non sempre uguali, anche perché dipendenti dalle fonti che hanno avuto l'opportunità di verificare (sappiamo che le scritture, come è del tutto naturale, hanno subito varie modificazioni a seconda del periodo e del luogo in cui sono state usate e dai criteri estetico-funzionali seguiti dagli amanuensi, pur rimanendo fedeli ai modelli di massima). Inoltre anche il paleografo, a seconda della sua formazione e del suo gusto, può essere propenso a "preferire" certe scritture rispetto ad altre, prova ne sia la simpatica chiusura del tuo post.

Mi attrae molto la tua "snella" capitale lapidaria che riesci ad ottenere in forma molto elegante; per di più sono appena tornato da Roma e offre un impatto visivo molto simile alle iscrizioni romane. Prima o poi dovrò cercare di emularti...... ;)

Metto di seguito un elemento di saggezza latina che, a mio avviso, ti calza a pennello; con ciò dimostrando quanto le tue conoscenze e il tuo modo di esporle arricchiscano ulteriormente la tua pregevole abilità calligrafica.
rem.jpg
Chiedo, come sempre, comprensione per la scarsissima qualità delle mie foto confidando nel.... "valore" dell'intenzione!

Continuo a sperare che altri si aggiungano a implementazione di questo post, perché il solo scegliere quali frasi scrivere è già espressione della propria personalità e/o gusto e/o sensibilità e/o filosofia e/o profondità e/o leggerezza e/o........... insomma un modo per "entrare in contatto" senza necessità di "giustificazioni".
Meglio ancora se vengono scritte a mano, qualsiasi sia lo "stile" o "grafia", lo strumento o il supporto utilizzato. Un piacevole divertimento che ognuno interpreta a suo modo.
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