Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Foto e recensioni di Giorgio Fasciolo
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2968
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Musicus »

Vi sono penne che nascono
con l’ambizione di essere
le più belle del mondo…

1. WN7. The Pen - Capped.jpg


* * *

La penna
Le misure
Marca e modello
Le <Number Seven> in celluloide

1) La <No. 7> in celluloide nera “Jet” ⎯ 1933
2) La <No. 7> in celluloide “Emerald Ray” ⎯ 1935
Le iscrizioni del Produttore
La celluloide RAY
Osservazioni
Il sistema di caricamento
L’alimentatore TIP-FILL
Il pennino BLUE
Prove di scrittura
Conclusioni



* * *


La penna
2.  WN7. The Pen - Posted.jpg
WATERMAN’S NUMBER SEVEN in celluloide “Emerald Ray” tornita dal pieno con terminali e sezione in celluloide nera, cappuccio a vite con clip, parti metalliche laminate in oro, pennino Waterman’s <BLUE> in oro 14 carati, caricamento a levetta, produzione U.S.A. anno 1935.


Le misure
Penna chiusa: 13,8 cm
3. WN7. Capped 1.jpg
Cappuccio: 6,3 cm
4. WN7. Open 1.jpg
Fusto: 12,8 cm (con pennino sporgente di 2,0 cm)
5. WN7. Open 2.jpg
Penna con cappuccio calzato: 16,7 cm (con pennino sporgente di 2,0 cm)
6.  WN7. Posted.jpg
Ø max. cappuccio (veretta): 13,4 mm
Ø min. cappuccio (testina): 12,2 mm
Ø med. impugnatura: 10,0 mm
Ø max fusto (iscrizione): 11,8 mm
7. WN7. Open and capped.jpg
Peso (carica): 20 g
Cappuccio: 7 g
Fusto: 13 g


Marca e modello
Chi volesse conoscere le straordinarie vicende di questo grandissimo tra i Produttori, potrà fare riferimento al nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/Waterman

Per una completa ricapitolazione della storia delle <No.7 & N.5>, si consulti il profilo ad esse dedicato da Richard Binder
http://www.richardspens.com/ref/profiles/no7.htm
che pure contiene lacune significative (come, ad esempio, le date di lancio sul mercato dei modelli successivi al primo) e talune imprecisioni.

Per il modello in ebanite si consulti anche il nostro Wiki,
https://www.fountainpen.it/Waterman_Ripple
mentre per quello in celluloide la voce in abbozzo attualmente presente sarà certamente riscritta dopo questa recensione.

Per parte mia, in questa sede mi limiterò a richiamare l’attenzione del lettore sugli aspetti secondo me più rilevanti.
Per ciò che concerne il nome commerciale/brand name del modello, Waterman’s <No. 7> o, per esteso, <Number Seven>, è necessario precisare che tale denominazione servì a designare due modelli distinti e tra loro molto diversi.
A entrambi i modelli deve sempre essere accostata la relativa versione più piccola, ma non certo ancora propriamente “da signora” (coi suoi ca. 13 cm di lunghezza media), con clip, la <No. 5>: più Batman & Robin, quindi, che Batman & Catwoman… :D
Lanciate dalla Casa una subito dopo l’altra, rispettivamente nel 1927 (con la <No.5> abbinata nel 1928) e nel 1933 (con la <No.5> abbinata che ricalca esattamente le forme della #94 in celluloide, ma solo in colore nero), le due stilografiche <No.7> ebbero in comune la loro forse unica (ma senz’altro primaria) ragion d’essere, ovvero la messa a disposizione del rivoluzionario sistema di «Pennini con Codice dei Colori» (https://www.fountainpen.it/Waterman_Nib_Color_Code), in cui a ciascuna delle (prima 6 poi) 7 punte disponibili veniva associato un diverso colore (in un decennio se ne poterono contare in totale fino a 9, forse 10). Entrambe le penne furono studiate con la possibilità di riconoscere anche a penna chiusa tali pennini (connotati da un caratteristico foro a “buco della serratura”) grazie ad un richiamo del colore appropriato posto all’esterno della stilografica.

• Il primo modello (uscito nel 1927) era di grandi dimensioni (pari a quelle di una #55), posizionato all’epoca del lancio al top della gamma della Casa, in un tradizionale stile flat top (https://www.fountainpen.it/Flat_top), realizzato nella esclusiva ebanite Ripple, con un anellino colorato sul cappuccio che identificava il pennino montato.
8. 1927-09-Waterman-Ripple.jpg
1927-09-Waterman-Ripple (dal Wiki)

• L’evoluzione di questo primo modello, proposta circa sei anni dopo, a partire dal 1933, fu una penna affatto diversa, e venne anche definita dalla pubblicità come <Improved No.7> (cioè <No.7 migliorata>): di dimensioni leggermente inferiori, in stile elegantemente streamlined, realizzata in celluloide (soltanto nera, per i primi due anni dal debutto), con il codice dei colori dei pennini espresso da un circoletto colorato inserito nel fondello, la stilografica montava il nuovissimo alimentatore “Tip-Fill”.
9. Waterman's Catalog 1933, p.8 (fonte PCA).jpg
Waterman's Catalog 1933, p.8 (fonte PCA)

La penna oggetto della mia recensione è una <No.7> appartenente a questa seconda tipologia nell’unica colorazione diversa dal nero prodotta dalla Casa, che fu presentata nel 1935 in occasione del lancio della esclusiva celluloide brevettata “RAY” (che andrà ad equipaggiare anche la nuova gamma “Ink-Vue”, le prime penne “trasparenti” della Waterman).
10. WN7. Capped 2.jpg


Continua…
Ultima modifica di Musicus il venerdì 15 settembre 2023, 17:09, modificato 3 volte in totale.
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2968
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Musicus »

Le <Number Seven> in celluloide
Il nome del modello, innanzi tutto, è The <Number Seven> ma sempre nelle pubblicità (fuori dal Catalogo generale del 1933) si trova espresso come <No. 7>.
Il segno di abbreviazione <No.> (come le varianti <No / No / no.>) che nella lingua inglese indica numerazione, composto da una <N> ed una <O.> deriva direttamente dal latino <numerus>, nella declinazione all’ablativo <numero> (= con il numero).

1) La <No. 7> in celluloide “Jet” (nera) ⎯ 1933
La prima pubblicità da me rinvenuta in assoluto è quella apparsa sulla rivista «Collier’s» del 3 giugno 1933 (che si può consultare in rete) e non è dissimile da quella di novembre 1933 presente sul nostro Wiki (https://www.fountainpen.it/images/d/d8/ ... -Seven.jpg), che anticipò di ben un mese le inserzioni sulla stampa quotidiana, presentando la nuova penna (<No.7> in celluloide nera) e il nuovo alimentatore (“Tip-Fill”) indissolubilmente legati.
Quella che vi mostro qui sotto, invece, è la prima pubblicità da me reperita sulla stampa quotidiana nordamericana.
11. Chicago_Tribune_Wed__Jul_5__1933.jpg
Chicago_Tribune_Wed__Jul_5__1933

Dalla pubblicità allegata risulta che il brevetto del nuovo alimentatore montato sulla <Waterman’s [improved] No.7 Pen> era U.S. Patent No. 1,882,644 (richiesto nell’agosto del 1930, concesso nell’ottobre del 1932 e subito assegnato alla Waterman)
12. U.S. Patent No. 1,882,644 (Tip-Fill feed) 1932.10.jpg
(https://patents.google.com/patent/US188 ... oq=1882644), che è già rubricato nell’archivio dei brevetti sul nostro Wiki, ma non è esplicitamente ricollegato al nome commerciale “Tip-Fill”. Da notare, in ogni caso, che i disegni del brevetto non paiono corrispondere esattamente alla versione definitiva in seguito commercializzata, che mostra due vistose rastremature laterali.

Dal Catalogo generale del 1933 si apprende come la <No.7> e la <No.5> in celluloide nera “Jet” fossero le sole penne della gamma equipaggiate con i pennini che esprimevano “esplicitamente” il codice dei colori. A ciascun colore corrispondeva una punta adatta ad ottenere un certo tipo di tratto; i sette colori disponibili coprivano secondo la Casa il 95% delle esigenze di scrittura della popolazione scrivente (per gli altri, come i musicisti, c’erano i pennini “speciali”). Le punte si provavano in negozio scegliendo tra 7 penne <No.7> contenute in un vassoio: era il cosiddetto “Waterman’s 7-Point Test”.
13. Waterman's Catalog 1933, p.9 (fonte PCA).jpg
Waterman's Catalog 1933, p.9 (fonte PCA)

Scelto il colore/pennino che meglio si adattava alla propria scrittura, il cliente poteva ordinare la penna delle giuste dimensioni per la sua mano e che più gli piaceva come modello (ad esclusione delle economiche) specificando che tipo di pennino/punta avrebbe dovuto montare: così, ad esempio, una “Patrician” con pennino RED (medio semiflessibile), una “Lady Patricia” con pennino PINK (fine e flessibile), una “#94” con pennino GREEN... Ma i pennini non avrebbero recato la stampigliatura con il NOME espresso del colore né avuto il foro di sfiato a buco della serratura.
Come abbiamo visto sulla pagina di catalogo allegata precedentemente, sulla <No.7> il colore del pennino a penna chiusa si poteva apprendere da un dischetto colorato inserito nel fondello, caratterizzato dalla stampigliatura del numero <7> in nero a contrasto al centro.

Era stato anche sviluppato un calice apposito (molto raro oggi sul mercato), riconoscibile per la decorazione a banda larga, per alloggiare la penna senza un codale avvitabile ma con il cappuccio calzato (!), ma l’effetto a mio avviso rinnega le conquiste di eleganza ed ergonomia raggiunte dalla decennale (all’epoca) evoluzione dello stiloforo di questo Produttore. Non ho notizia, invece, di un calice per stiloforo dedicato anche alla "Emerald Ray". La discutibilissima soluzione (reinterpretata ai giorni nostri dalla MB 149) non venne fortunatamente applicata ad altre penne della Casa americana (fortunatamente!, visto l’effetto a dir poco “cheap” della filettatura del fusto che spunta sopra il bordo del calice…).

Riassumendo, le principali caratteristiche della <No.7 "Jet"> erano:
• nuovo alimentatore “Tip-Fill”;
• disponibilità di 7 punte/pennini dedicati con codice dei colori.


2) La <No. 7> in celluloide “Emerald Ray” ⎯ 1935
La differenza sostanziale tra la No.7 “Jet” e la No.7 “Emerald Ray” (immessa sul mercato due anni e mezzo dopo) è che la seconda (pur equipaggiata sempre con gli scenografici pennini con “codice dei colori” dedicati ma ora estesi anche alle nuove Ink-Vue) non ha più alcun segno esterno di riconoscimento del colore del pennino montato: il dischetto colorato inserito nel fondello, infatti, è sparito e resta ora solo il numero <7> stampigliato al centro.
La penna, finalmente dotata di una lussuosa e innovativa livrea dedicata, smette di essere principalmente (per molti collezionisti!) una “penna nera per il servizio in negozio” e acquista una nuova autonomia estetica che, come subito vedremo, la fa sempre posizionare nelle pubblicità della Casa al fianco della “Patrician”, ancora gloriosa top di gamma.

Per la <No.7> e per le nuove “Ink-Vue” che condividevano la nuovissima celluloide RAY (solo la verde “Emerald”, per la precisione) e i pennini con codice dei colori la campagna nazionale sulla stampa quotidiana iniziò la domenica 8 dicembre 1935 (e poi il 15 e il 22), e questa volta presentava una “finestra” in cui personalizzare l’annuncio “per ciascuna città” dell’enorme nazione.
Per questo la Ad tratta dal National Geographic da me già conferita al Wiki, risalendo addirittura al mese di ottobre 1935, è da considerarsi una “primizia”, un annuncio su una rivista a tiratura nazionale volutamente “misterioso” perché citava le nuove “Ink-Vue” senza mostrarle e mostrava la <No.7> con il nuovo colore “Emerald Ray” senza però scriverlo in didascalia!!! :o
Di seguito, perciò, inserisco nuovamente il mio contributo con la datazione e le didascalie corrette (@Simone: sul Wiki sono al momento errate):
14. WATERMAN - 1935.10 – No. 7 “Emerald Ray” & De Luxe Tip-Fill ink bottle - The National Geographic Magazine - Vol. LXVIII, No. 4.jpg
WATERMAN - 1935.10 – No. 7 “Emerald Ray” & De Luxe Tip-Fill ink bottle - The National Geographic Magazine - Vol. LXVIII, No. 4

Che la penna effigiata sia una <No.7 Emerald Ray> e non la Standard “Ink-Vue” (di cui si scrive nell’inserzione) non credo vi possa essere alcun dubbio.
15. WN7 with original Ad 1935.10.jpg

Ma veniamo alla promozione sulla stampa quotidiana. Nella primissima Ad da me rinvenuta si accenna alla bellezza («la più bella penna per l’uomo»), all’alimentatore “Tip-Fill” (per il caricamento “pulito”) e al nuovo colore “Emerald Ray” che ha consentito la costruzione di un fusto dalla “doppia robustezza” (rispetto a quale altro tipo/colore di celluloide però?! :mrgreen:).
16. The_Boston_Globe_Thu__Dec_5__1935.jpg
The_Boston_Globe_Thu__Dec_5__1935

Leggendo una seconda pubblicità (apparsa nella stessa settimana), potrebbe sembrare addirittura che rispetto al colore precedente e ancora sempre disponibile (il nero “Jet”) la nuova “Emerald Ray” proponga anche delle modificazioni del “design” (!).
17. St__Louis_Post_Dispatch_Sun__Dec_8__1935.jpg
St__Louis_Post_Dispatch_Sun__Dec_8__1935

In effetti, dai disegni delle pubblicità e del “Pen Prophet” (che allegherò qui sotto) non si riesce bene a capire se, per esempio, rispetto alle precedenti <No.7 “Jet”> la fascia del cappuccio sia più larga sulle penne con il nuovo colore, o la filettatura del cappuccio più estesa, o la testina scalettata più alta….
Ma potrebbe anche essere che si intenda una semplice estensione del concetto di “nuovo colore” o, più verosimilmente, potrebbe trattarsi di una mera vanteria pubblicitaria.

La prima immagine a colori apparve su «The Pen Prophet» (lo storico “house organ” della Waterman destinato esclusivamente ai suoi rivenditori) del Natale 1935, in cui la nuovissima <No.7 “Emerald Ray”> è significativamente accostata alla top di gamma “Patrician” in un tête-à-tête che ha il sapore di un passaggio di testimone. Alla nuova arrivata l’onore di una rappresentazione anche come set penna-matita.
18. The Pen Prophet – Vol.XXXII N.2 Christmas 1935 - p.5 (fonte Pen Collectors of America).jpg
The Pen Prophet – Vol.XXXII N.2 Christmas 1935 - p.5 (fonte Pen Collectors of America)

Integro l’excursus storico con il mio conferimento documentale odierno, tratto da una delle riviste principali degli Stati Uniti dell’epoca, di grande formato,
19. WN7 with original Ad 1935.12.jpg
in cui si riproduce in bianco e nero la stessa immagine che compariva “a colori” alla fine del numero del “Pen Prophet” sopracitato: una “foto di famiglia” dei modelli più rappresentativi della Casa distribuiti per fasce di prezzo.
20. WATERMAN - 1935.12.14.  No. 7, No. 3, Ink-vue Silver ray, Patrician, Lady Patricia SET, Desk set. The Saturday Evening Post, p.99.jpg
WATERMAN - 1935.12.14. No. 7, No. 3, Ink-vue Silver ray, Patrician, Lady Patricia SET, Desk set. The Saturday Evening Post, p.99 [data visibile sul retro]



Continua…
Ultima modifica di Musicus il venerdì 15 settembre 2023, 22:08, modificato 3 volte in totale.
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2968
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Musicus »

A Natale dell’anno seguente (1936) il «Pen Prophet» mostrava ancora in copertina l’inconfondibile silhouette di una <No.7>, ma lo scettro di “più bella del reame Waterman” era appena passato alla nuovissima penna trasparente di lusso, la splendida “De Luxe Ink-Vue”, che alla fine di quell’anno prenderà il posto della coppia di penne a levetta “tradizionali” (la “Patrician”, ormai alla fine del suo ciclo come top di gamma, e la <No.7>), derivando però dalla <No.7 “Emerald Ray”> oltre alla celluloide RAY anche la maggior parte delle caratteristiche stilistiche, ma offrendo in più l’ultimo grido in fatto di tecnologia: una penna trasparente con scenografico caricamento “double-action lever”…
21. 1936-12-Waterman-InkVue-EtAl.jpg
1936-12-Waterman-InkVue-EtAl (dal Wiki)

L’eclissi delle penne non trasparenti a levetta di alta gamma divenne pressoché totale il Natale successivo (1937) in cui la pubblicità non fa più alcun accenno alle <N.7> (di alcun colore), mentre alle meno costose #94 spetta il compito di montare i pennini con codice dei colori insieme alla famiglia delle Ink-Vue.
https://www.fountainpen.it/images/4/44/ ... x-EtAl.jpg

Essendo stata presto rimpiazzata da una penna davvero molto simile agli occhi del pubblico ma tecnologicamente ben più all’avanguardia, la finestra temporale “pubblicitaria” (ma anche delle vendite reali) della <No.7 “Emerald Ray”> fu quindi particolarmente breve ⎯ dal dicembre 1935 al novembre 1936, ragionevolmente ⎯ e le penne come quella in presentazione risultano oggi estremamente poco comuni e molto ricercate.
La <No.7>, ma solo nella livrea nera (“Jet”), continuò ad essere promossa sulla stampa quotidiana dai singoli negozi per esaurire le scorte sino al 1940 ca.


Le iscrizioni del Produttore
• Sul fusto della penna non vi è più la seconda stampigliatura, quella ortogonale vicina al fondello, introdotta nel 1923, che indicava il Paese di produzione (Made in U.S.A.), poiché tutte le informazioni a partire dal nome del Produttore sono ora concentrate nell’unica stampigliatura longitudinale (adesso quindi su 4 righe), posizionata tradizionalmente all’opposto della levetta.
22. WN7. Barrel inscription.jpg
Waterman’s
REG. U.S. (globo IDEAL) PAT. OFF.
MADE IN U.S.A.
FOUNTAIN PEN


• Il numero del modello 7
23. WN7. Blind cap number 7.jpg
è impresso sul fondello (blind cap) realizzato in celluloide nera in tinta unita (senza più il dischetto colorato), applicato al corpo della penna successivamente, come la testina del cappuccio.

• Delle iscrizioni presenti sul pennino si darà conto nel paragrafo ad esso dedicato.


La celluloide RAY
La celluloide RAY fu commissionata alla «Celluloid Corporation» del New Jersey (o comunque da essa acquistata) dalla Waterman, presumibilmente in esclusiva almeno per i primi 14 anni dal rilascio del brevetto (17 settembre 1935), per le sue nuove penne trasparenti “Ink-Vue” e per la <No.7> a levetta (in presentazione).
Brevetto: Des. 96,914
https://patents.google.com/patent/USD96 ... =D96%2c914

I colori impiegati per la produzione di stilografiche furono:
• per la <No.7> il [verde] “Emerald Ray” (smeraldo), che rimase anche l’unico colore aggiunto al nero “Jet” solido;
• per le nuove “Ink-Vue” il “Silver Ray” (argento) e da subito anche lo stesso “Emerald Ray”, ma in seguito vennero aggiunti il nero “Jet Ray” trasparente e il “Copper Ray” (rame), con gli ultimi tre colori disponibili anche sul modello “De Luxe”.

L’inventore del design era un cittadino inglese (“a subject of the King of England” si apprende nei documenti del brevetto) pur risiedendo in New Jersey.
La descrizione del design fornita all’atto della richiesta è la seguente: «L’ornamentazione della penna stilografica mostrato nel disegno comprende strati inclinati e sostanzialmente paralleli di effetti cromatici contrastanti, le cui estremità si incontrano o si avvicinano a strati simili inclinati in direzione opposta.»
E questo è il disegno esplicativo allegato:
24. USD96914 - RAY CELLULOID PATENT- detail.jpg

Come si può apprezzare dalle foto di questa recensione (ma ancor più dal vivo, ovviamente), la tonalità “smeraldo” della colorazione “Emerald Ray” (già di per sé sommamente ambigua per la varietà in cui si presenta in natura) dichiarata dal marketing della Casa, come quasi sempre avviene aveva un intento decisamente più “suggestivo” che “descrittivo”:
25. WN7. Celluloid details.jpg
le strisce che non sono nere, infatti, dovrebbero essere a rigore soltanto di un’altra tonalità (lo “smeraldo”, qualunque fosse il punto di verde prescelto), ma nella realtà della fabbricazione del materiale la celluloide si presentò con un affascinante effetto di fondo “perlescente” che all’interno della stessa “striscia”, cromaticamente frastagliata, presenta sfumature di colore della dominante verde che vanno dal verdone oliva al salvia, per giungere però a un grigio madreperlato chiaro all’estremo opposto…
26. WN7. Celluloid 4 sides.jpg

Ricapitolando, la celluloide RAY fu impiegata da Waterman esclusivamente sulle <No.7>, sulle “Standard Ink-Vue” (#84) e sulle “De Luxe Ink-Vue” (divenuta dalla fine del 1936 la top di gamma del Marchio) ma NON sulle più piccole <No.5> (che restarono tristemente nere, ma dopo il 1935 con dettagli cromati) e nemmeno sulle penne da signora di lusso trasparenti “Lady Patricia Ink-Vue” (cui venne dedicato tutt’altro genere di celluloide originale brevettata, disegnata anch’essa da Larsen).



Osservazioni
La <No.7> in celluloide del 1933 non derivò i dettagli che la connotano stilisticamente direttamente dal precedente modello che portava il medesimo nome (la flat-top <No.7> in ebanite Ripple del 1927, erede di un impianto sostanziale e formale utilizzato già dal lontano 1915) bensì, con tutta evidenza, dalla “Patrician” e dalla “#94”, entrambe create dalla matita dell’ispirato designer Gabriel Larsen (1888-1943), che dalla fine degli anni Venti aveva iniziato a rivoluzionare le linee (ma anche la tecnologia) dell’intera gamma della Casa. A questo proposito gioverà ricordare che la Waterman solo l’anno precedente (posticipando curiosamente di un anno il debutto del marchio sul mercato rispetto a tutte le ricostruzioni precedenti, che lo fissavano più correttamente al 1883) aveva festeggiato il Cinquantenario della Casa (“Golden Anniversary” 1884-1934, “The World’s First Practical Fountain Pen”): sulla copertina del numero celebrativo della rivista aziendale “The Pen Prophet” compariva una parata di modelli tutti opera del grandissimo Larsen…
27. The Pen Prophet – 1934, cover (fonte Ebay).jpg
Patrician, No.7, #94, Lady Patricia e #3V (fonte Ebay)

Il “family feeling” della gamma è già tutto contenuto nell’immagine precedente.

Nelle penne con caricamento a leva laterale il designer non poteva progettare un fermaglio senza pensare alla necessità di abbinarlo convenientemente alla levetta di caricamento. Finalmente abbandonata la clip coi due rivetti e la sferetta terminale (il glorioso ma obsoleto fermaglio “Clip-Cap”) abbinata alla levetta con la paletta rotonda su cui era impresso il globo “Ideal”, al designer si apriva un nuovo mondo, che però richiedeva inventiva nel progettare ma rigore nel determinare gli abbinamenti conseguenti.
È evidente dall’immagine precedente come, una volta optato per una forma geometrica, il designer di talento dovesse necessariamente trarre delle conseguenze di volta in volta diverse.
Senza impiegare un curioso quanto significativo ibrido di fermaglio brevettato precedentemente (forse perché troppo poco definito geometricamente),
28. Patent-US-D081247-1.jpg
dopo aver progettato la “Patrician” e la “#94” (in celluloide, del 1931) Gabriel Larsen rifuse le istanze di entrambe le penne in una stilografica che apparisse lussuosa, ma un poco meno della “Patrician” (rinunciando al decoro sovrabbondante, per esempio sul fascione, che è comunque il suo bello, intendiamoci!), e dall’altro lato che sfruttasse i dettagli innovativi della più piccola “#94” (come la testina scalettata), rendendoli per converso più opulenti, così da raggiungere un nuovo livello di compromesso nell'aderire alla sempre sfuggente Modernità…
29. The Pen Prophet – 1934, cover. Waterman’s Patrician, No.7 e #94 clips and levers - Detail(fonte Ebay).jpg
29. The Pen Prophet – 1934, cover. Waterman’s Patrician, No.7 e #94 clips and levers - Detail(fonte Ebay).jpg (113.31 KiB) Visto 1799 volte
Waterman’s Patrician, No.7 e #94 clips and levers (fonte Ebay) - Detail

La clip ad incastro della <No.7>, invece, è un riuscito innesto tra l’impianto a doppio aquilone perfetto adottato per la “Patrician” e quello a doppia goccia perfetta che connota la “#94”: la nuova <No.7> allarga l’angolo al vertice dell’aquilone rispetto alla “Patrician” e poi ingrandisce e allunga il terminale a goccia della “#94”.
Lo stesso ordine di considerazioni è ovviamente valido anche per il disegno della paletta della levetta e per il suo alloggiamento esterno.


* * *


Continua…
Ultima modifica di Musicus il venerdì 15 settembre 2023, 22:12, modificato 3 volte in totale.
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2968
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Musicus »

Valutati sommariamente i maggiori crediti di design, esaminiamo ora in dettaglio gli elementi che compongono la stilografica <No.7 “Emerald Ray”>, iniziando dalle parti in celluloide.

Il fusto è un cilindro perfetto soltanto nella sezione mediana; difatti, alle estremità
• dalla parte del fondello digrada in un tronco di cono negli ultimi 2 cm;
• dalla parte del gruppo scrittura si restringe progressivamente sino al pennino.
Il punto esatto in cui iniziano i restringimenti coincide da un lato con il punto di avvitamento del cappuccio e dall’altro con il punto di massima inserzione possibile del cappuccio stesso sulla coda, in ciò riproducendo esattamente le forme tipiche della gloriosa serie 5x ereditate anche dalla <No.7> (flat top) precedente.

Ma è nel cappuccio, insolitamente lungo (a penna chiusa è solo ca. 1 cm più corto della parte visibile del fusto!), che il Designer concentra tutte le sue innovazioni più caratterizzanti.
30. WN7. Cap.jpg

Il cappuccio è di forma perfettamente cilindrica dalla base (labbro) salendo sino all’attaccatura inferiore del fermaglio; per l’ultimo terzo della lunghezza verso l’alto si assiste a una gradualissima rastrematura, che porta quasi impercettibilmente ad una riduzione del diametro di oltre 1 mm.
Ulteriore slancio all’insieme è conferito dalla scalettatura della testina (cap top),
31. WN7. Cap top over- and lateral view.jpg
che ottiene un effetto streamlined (=filante) non mediante l’inserimento di una cuspide o di un cono o attraverso una terminazione ogivale, bensì con l’impilamento di tre dischi concentrici di dimensioni decrescenti.
La testina è con tutta evidenza realizzata con l’apporto e la saldatura di una celluloide nera diversa da quella del resto della penna. Lo stesso procedimento è stato adottato, simmetricamente, per l’estremità del fusto (fondello) che, come abbiamo visto, reca impresso il numero di modello.
32. WN7 Cap top and blind cap.jpg
Mentre però il disco sommitale, che ha un diametro di soli 3 mm, è perfettamente piatto (flat), il fondello della penna è dolcemente convesso (denotando una cura del dettaglio tipica solo di un grande marchio), abbastanza curvato da non poter sostenere la penna in verticale…

La “doppia robustezza” della “nuova” celluloide brevettata decantata dalla pubblicità con riferimento al fusto (double strength barrel)
33. WN7. Barrel and cap celluloid thickness.jpg
si nota comunque anche sul labbro del cappuccio (dal taglio leggermente conico per agevolare il serraggio e l’incastro) che mostra uno spessore decisamente apprezzabile, garantendo così la possibilità di calzare il cappuccio stesso in tutta sicurezza.
Per chi dovesse accingersi alla manutenzione di questo particolare modello, aggiungerei una nota tecnica: per poter separare il fusto dalla sezione la robustezza maggiore del materiale richiederà di applicare il calore in loco per più tempo del consueto.

Il cappuccio si avvita in un giro esatto su una filettatura a ben quattro principi. Tre sono i fori di aerazione, ricavati a mezza altezza, ed equidistanti tra loro (distribuiti ogni 120° sulla circonferenza), due dei quali incorniciano elegantemente il fermaglio.

*

Andiamo ora a considerare le parti metalliche della stilografica: si tratta di parti mobili che necessitano di robustezza e flessibilità (clip e levetta) o che hanno lo scopo di rinforzare una struttura più delicata (veretta), il tutto però sempre anche in funzione decorativa. In quest’ultimo senso alle laminature d’oro spetta il compito di riflettere la luce e di comunicare l’opulenza dello strumento.
L’esemplare in presentazione non ha la minima traccia di sdoratura (affioramento del metallo non nobile sottostante), confermando con ciò gli standard di qualità ancora elevatissimi dei manufatti della Casa americana prima della II Guerra Mondiale.

La struttura del fermaglio si sviluppa su tre piani.
• La faccia superiore appare perfettamente piatta ed è rifinite con una lucidatura a specchio: la forma è quella di un aquilone il cui vertice inferiore, però, come abbiamo visto si (ri)allarga per disegnare una goccia pronunciata.
• Si prosegue lateralmente con un piano inclinato, decorato con una fitta e profonda zigrinatura, che procede solo fino a circa un terzo del fermaglio.
• Un bordo verticale completa la struttura del fermaglio lungo tutto il suo perimetro.
34. WN7. Clip lateral view.jpg
La clip è molto aderente alla superficie del cappuccio e sviluppa soltanto un dolce inarcamento sufficiente ad ospitare il fermaglio vero e proprio in punta.
La visione laterale permette di apprezzare come al di sotto del terminale a goccia stilizzata si sviluppi una semisfera con funzione di “aggancio” e “fissaggio” morbido al tessuto di un taschino.
35. WN7. Pocket clip.jpg


La clip è importante – con una lunghezza di 3,6 cm e una larghezza massima di 0,5 cm – ed occupa buona parte della vista frontale del cappuccio, lasciando spazio oltre le sue estremità a non più di un centimetro di celluloide. La levetta “inscatolata” è lunga un quarto di meno, con i suoi 2,6 cm per una larghezza massima di 3,5 mm.

La levetta è chiaramente derivata dalla clip.
36. WN7. Clip and lever design comparison.jpg

Non si tratta, tuttavia, di una riproduzione pedissequa di elementi, che lo sguardo facilmente basterebbe ad individuare, bensì dell’accostamento di stilemi legati da un più sottile senso di appartenenza ad una natura comune, che il cervello sì coglie, ma non esplicita se non dopo un’attenta osservazione.

L’importante veretta (una fascia alta ben mezzo centimetro, ampia abbastanza secondo la pubblicità da «contenere una personalizzazione») non risulta appesantire in alcun modo l’armonia tra i vari elementi decorativo-funzionali poiché si presenta solo minimamente rilevata sulla superficie (non appartenendo, perciò, alla categoria delle cosiddette “raised band”) e grazie alla doppia zigrinatura di bordura (con quel suo quid di “indeterminato”), che ha l’effetto di rendere la veretta stessa ancora più omogeneamente inserita nel contesto della celluloide sottostante, in virtù dell’assenza di un limite “lineare” espresso.
La grande veretta singola, in forte controtendenza stilistica rispetto agli anellini sottili applicati da tutta la concorrenza, è una vera e propria “dichiarazione di indipendenza” :ugeek: del designer: il colpo di genio sta, a mio avviso, nel non aver raggiunto il labbro del cappuccio, lasciando quei quasi 2 mm di celluloide che donano all’insieme autentica levità.

Caratteristica distintiva e unificante di tutte le metallerie di questa penna è una zigrinatura (milling, simile a quella delle monete) che decora la parte superiore del fermaglio, i bordi del fascione e la paletta della levetta.
E tuttavia le zigrinature presenti sulla <No.7> (e ciò sta a dimostrare la cura straordinaria del dettaglio già a livello di progettazione) sono di due tipi:
• una semplice (tagli come lineette) sulle bordure del fascione,
37. WN7. Cap lip with band milled decoration.jpg

• l’altra (presente sulla clip e sulla levetta) più profonda, scavata, in forma di punte lanceolate
38. WN7. Clip with milled decoration.jpg
che ad un ingrandimento adeguato paiono addirittura realizzate a mano!

*

All’interno della rivista la <No.7> in celluloide (ancora solo nera nel 1934) era stata posizionata alla fine della ricapitolazione delle creazioni più memorabili nella storia della Waterman (che contiene qualche altro errorino per la gioia degli appassionati), quale esemplare ultimo della “scala evolutiva”, grazie anche al nuovo (ma successivamente discusso/contestato) alimentatore “Tip-Fill”.
39. The Pen Prophet – 1934, central pages (fonte Ebay).jpg
The Pen Prophet – 1934, central pages (fonte Ebay)

Si potrebbe forse affermare che solo la versione in celluloide nera (“Jet”), grazie alla completa percettibilità delle forme, possa rendere piena giustizia alle intenzioni del progettista. Ma, allo stesso tempo, quella che parrebbe una debolezza stilistica della successiva livrea “a raggi” (“Emerald Ray”), con il suo innegabile effetto di “camouflage” dei volumi e delle linee (almeno nelle condizioni di osservazione meno favorevoli),
potrebbe risultare persino un punto di forza in senso assoluto, poiché inserisce ancor più a pieno titolo il modello del 1935 - con le sue strisce di nero & verde perlescente, con le sue irregolarità cromatiche e le pseudo-geometrie di rette parallele e intersezioni - in quella corrente del Déco maturo di metà anni Trenta cui quell’effetto “animalier” (come tigrato) era tanto caro…

Quando fu lanciata alla fine del 1935 la <No.7 “Emerald Ray”> era la stilografica più grande della gamma Waterman, affiancandosi così alla “Patrician”. Stilisticamente la penna si presenta come un riuscito ibrido che reinterpreta sostanzialmente la categoria delle flat-top / streamlined (oggi di una bellezza senza tempo, specie dopo settant'anni di siluri MontBlanc :lol: ), ma che grazie alle corrette proporzioni tra le parti risulta di una leggerezza davvero senza pari in rapporto alle pur ragguardevoli dimensioni, raggiungendo l’autentica autorevolezza dello strumento di lusso senza avere ingigantito a dismisura la grandezza dell’insieme.



Continua…
Ultima modifica di Musicus il venerdì 15 settembre 2023, 18:00, modificato 3 volte in totale.
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2968
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Musicus »

Il sistema di caricamento
Il caricamento è a levetta di tipo Waterman contenuto all’interno di una scatolina metallica (lever box), ormai ben rodato nel 1935 dopo un ventennio esatto di onorato servizio!
40. WN7. Lever filler.jpg
Il sacchetto consigliato sui siti internazionali è il #19 “straight”, ma è molto poco usato e non mi risulta sia prodotto in silicone: avevo però dei #18, e ho utilizzato uno di quelli. Quando si monta un nuovo sacchetto per l’inchiostro, ricordo di assicurarsi che la slitta interna di questo meccanismo (che in assenza di sacchetto a levetta perfettamente chiusa può assumere liberamente due posizioni) sia scivolata fino a trovarsi nella parte inferiore del fusto (verso il fondello) per rendere più agevole l’azionamento della levetta successivamente: perciò consiglio di inserire dall’alto il gruppo scrittura con il sacchetto agganciato, reggendo con l’altra mano il fusto in verticale con il fondello appoggiato sul tavolo.
La paletta di cortesia per il sollevamento della levetta è assicurata contro azionamenti accidentali da uno scatto di sicurezza (click!) nella propria sede.


L’alimentatore “Tip-Fill”
L’alimentatore, come abbiamo visto precedentemente, è il nuovo “Tip-Fill”, https://www.fountainpen.it/Tip-Fill, in ebanite nera, che dal 1933 andò ad equipaggiare le penne di alta gamma della Waterman.
41. WN7. Tip-Fill feed.jpg
Introdotto nel 1933 proprio con la <Improved No. 7> in celluloide (proposta per i primi due anni solo in nero “Jet”), l’alimentatore aveva la caratteristica di richiedere la sommersione del gruppo scrittura della penna nel calamaio solo fino al foro di sfiato del pennino (e non fino a ricomprendere anche parte della sezione come era/sarebbe prassi con un alimentatore tradizionale).
42. WN7. BLUE nib and TIP-FILL feed with ink level.jpg
Richard Binder (http://www.richardspens.com/ref/gloss/T.htm#tip_fill) ne dice un gran male: personalmente, pur avendo una vera e propria venerazione per lo storico “spoon-feed” ideato dal Fondatore, che ha equipaggiato le penne dei primi cinquant’anni della Casa (1883-1933!!!), non posso negare che il “Tip-Fill” mantiene quello che promette nella pubblicità: il caricamento si può effettuare solo immergendo la punta del pennino sino al foro di sfiato,e l’erogazione dell’inchiostro è sempre all’altezza dei consumi più o meno accentuati richiesti da questo “esigente” pennino stub flex.
43. WN7. Lever filler and Tip-Fill feed.jpg
Per me, dunque, è promosso! :thumbup:


Il pennino BLUE
44. WN7. BLUE.jpg
L’iscrizione mette in primo piano e in gran rilievo il nome del colore: BLUE.

BLUE
WATERMAN’S
(su un arco)
IDEAL
REG. U.S.
PAT. OFF.
(su un arco)
MADE IN
U.S.A.
45. WN7. BLUE nib inscription.jpg
Non bisogna commettere l’errore di ritenere che dal 1927 alla fine degli anni Trenta (quando il sistema con codice dei colori fu abbandonato) a un determinato colore corrispondesse sempre la stessa punta (sennò i Collezionisti si annoierebbero!)… In altre parole, si deve prestare attenzione al fatto che al variare del numero e della tipologia dei pennini (con ingressi e sostituzioni nel numero dei colori), nell’arco di circa un decennio alcuni colori non abbiano mantenuto sempre le stesse caratteristiche. È questo senz’altro il caso del pennino BLUE, del quale perciò vi propongo un rapido excursus delle definizioni fornite dalla Casa.

• Al momento del lancio, nel settembre 1927 il pennino di colore e denominazione BLUE era definito:
«BLUNT An improved stub point. Makes a broad line. May be held in any position. Liked by rapid writers.»
https://www.fountainpen.it/File:1927-09 ... Ripple.jpg
Dove BLUNT significa smussato, non tagliente.

• L’anno dopo (maggio 1928) ma solo per il mercato inglese, la definizione era stata così adattata:
«SHORT STUBAn improved stub point, to make a broad line. Popular with rapid writers.»
https://www.fountainpen.it/File:1928-05 ... -Seven.jpg

• Mentre nel novembre 1928 in USA in corrispondenza della modifica operata alla banda in caseina colorata (che ora era evidenziata da due anellini bianchi) si continuava ad usare la variante (solamente) lessicale introdotta già alla fine del 1927:
«BLUNT An improved stub point. This point makes a broad line. May be held in any position. Liked by rapid writers.»
https://www.fountainpen.it/File:1928-11 ... Ripple.jpg

• Nel giugno del 1929, con l’introduzione come settimo colore del nuovo GREY (= Oblique Point - A slanting stub, preferred by those who hold pen at an angle or between fingers.), il BLUE venne così ridefinito:
«Blunt An improved stub point. Makes a broad or fine line as desired. Unusual and rapid writers like this pen.»
https://www.fountainpen.it/File:1929-06 ... Ripple.jpg

• In Italia nell’aprile del 1930 la definizione era la seguente:
BLEU «Quadrata taglio diritto per scrittura rotonda.»
https://www.fountainpen.it/File:1930-04 ... 7-Nibs.jpg

• Nel settembre del 1931 in USA sparisce la connotazione “blunt” e si assiste a qualche aggiustamento lessicale:
«An improved stub writing broad or fine. Many rapid writers like this point.»
https://www.fountainpen.it/File:1931-09 ... a-No94.jpg

• Nel 1933, anno dell’introduzione della <(Improved) No.7 Pen> in celluloide nera (“Jet”) con l’esclusivo nuovo alimentatore “Tip-Fill”, con la scomparsa del GREY sostituito dal BROWN (che era però un semplicissimo “Fine”), il BLUE era diventato:
«Blunt An improved stub, slightly oblique. Makes thick or thin characteristic stub strokes as desired.»
Definizione confermata a Natale del 1935 (in Waterman’s «The Pen Prophet» Christmas 1935, fonte PCA) quando venne lanciata la <No.7 Emerald Ray> oggi in presentazione.
Ma, stando almeno all’esemplare in mio possesso (come si potrà valutare nelle prove di scrittura seguenti), sia nel 1933 che nel 1935 in Waterman si erano “dimenticati” di pubblicizzare un’ulteriore peculiarità: il pennino BLUE era anche significativamente flessibile!!! :thumbup:
46. WN7. BLUE nib point x 3.jpg


Prove di scrittura
E come scriverà mai questo benedetto ircocervo?
Si consideri che la penna mi è giunta in condizioni di manutenzione davvero pietose, con incrostazioni di inchiostro nero, il sacchetto incollato alle pareti ultra resistenti, il pennino con le punte sensibilmente disassate. Ma con assolutamente niente di rotto: la scommessa di un acquisto quasi “alla cieca” sulla baia (salato!) è stata fortunatamente vinta.
Ciascuna delle operazioni necessarie al ripristino, tuttavia, ha richiesto almeno due giorni di pazienza: 2 giorni per l’apertura, 2 per la pulitura dell’interno, 3 per la messa a punto a mani nude del pennino. :roll:

Nel tentare di recuperare la funzionalità del pennino ho voluto ricercare l’allineamento tenendo conto dell’indicazione del Produttore per l’anno di produzione (assumendo che il pennino fosse originale del 1935, ma non credo vi possano essere dubbi): il pennino doveva presentarsi slightly oblique, ossia “leggermente obliquo”. Qualunque cosa ciò potesse significare...

Mi reputo molto soddisfatto del lavoro in sé: il pennino non gratta in alcuna posizione, non salta tratti e riparte quotidianamente al primo colpo!

Ecco dunque una serie di prove su carta millimetrata Canson 90g/m2 con penna caricata con inchiostro Waterman Bleu Sérénité (che, come si è potuto vedere in una delle immagini precedenti, io travaso in un calamaio Waterman’s “Well-Top” del 1936) affinché i lettori interessati possano provare a farsi almeno un’idea di massima delle caratteristiche di questo pennino BLUE in base alle prestazioni da me prodotte sulla carta.
47. WN7. Writng sample 1.jpg

Certamente anche grazie all’esperienza ormai pluriennale maturata su un altro pennino “stub” sui generis della Casa americana, il mitico “Music nib” di una Waterman’s Commando del 1942 (viewtopic.php?t=14731), la mia disponibilità a variare l’impugnatura (mentre scrivo non ho problemi ad effettuare rotazioni sino a 90°, ma sempre e solo verso sinistra, e ad inclinare variamente la penna) mi ha consentito di individuare diversi “sweet spots”, ossia posizioni di attacco del pennino sulla carta favorevoli ed efficienti, in cui mi è particolarmente piacevole scrivere, senza problemi (i.e. “grattare” il foglio o saltare tratti in avvio di scrittura).
48. WN7. Writing sample 2.jpg

Potrei dunque dire se il pennino BLUE (notabene “del 1935”) in mio possesso oltre che STUB sia davvero anche «leggermente OBLIQUO» come afferma la pubblicità coeva? Giusto per comunicare i parametri da me considerati per la risposta consiglio la lettura di questo articolo di Richard Binder
http://www.richardspens.com/ref/nibs/oblique.htm : la prova degli “ovali” tracciati a 45° di rotazione parrebbe confermarlo (sempre “leggermente”, però :D ).
Quel che è certo, però, è che non si tratterebbe in questo caso di un “right-foot” oblique (come stranamente sostiene Binder a proposito del pennino BLUE nella sua trattazione del “codice dei colori”) bensì di un molto più comune “left-foot” oblique (per scriventi destrimani).

La penna lascia un segno anche se non impugnata ma solo trascinata (la formula recita “scrive con il suo solo peso”) e se la cava soddisfacentemente anche su carta decorosa ma non eccelsa (come la Paperblanks qui sotto).
49. WN7. Writing sample 3.jpg

Un’ultima notazione personale. Questa è proprio una di quelle rare penne che io definisco “ciliegia”: una prova, un appunto, uno scarabocchio “tira l’altro”!!! Ovvero, quando la <No.7 “Emerald Ray” BLUE nib> è poggiata sulla scrivania, la mano può anche provare a fare dei lunghi giri, ma alla fine non resiste e corre ad impugnarla per scriverci nuovamente qualunque cosa purchessia… :D



Continua…
Ultima modifica di Musicus il venerdì 15 settembre 2023, 18:15, modificato 2 volte in totale.
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2968
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Musicus »

Conclusioni
La penna è grande, ma non certo “grossa”, l’impianto severo e i dettagli ricercati. La perlescenza delle superfici e il baluginio dell’oro connotano il manufatto come “prezioso”, mentre la trama della celluloide fa riaffiorare nel subconscio un non so che di ancestrale: le stratificazioni delle rocce in montagna, le cortine di foglie nella giungla, i riflessi di un corso d’acqua tra gli alberi...

La lettura dell’oggetto, anche in questa particolarissima livrea geometrizzante di ispirazione naturalistica, è guidata dai volumi di fusto e cappuccio e dalle linee di forza generate dalla luce riflessa dalle parti metalliche in oro, che affiorano appena dalla sua superficie:
• a penna chiusa, il fermaglio e la levetta si trovano a cospicua distanza: i due “aquiloni” giustapposti in aperta dicotomia si neutralizzano così vicendevolmente, producendo un effetto di stasi, rimarcato dal fascione trasversale;
50. WN7. Linee di lettura Capped.jpg

• con lo strumento in assetto di scrittura, invece, i due elementi si allineano dal più grande al più piccolo e precipitano verso la punta del pennino, anche in virtù della forza irresistibile generata dalla continua rastrematura del fusto…
51. WN7. Linee di lettura Posted.png


Uno strumento da contemplare e da cui lasciarsi ispirare: questa è la Waterman’s <No. 7 “Emerald Ray”> ai miei occhi. La bellezza, lo stile, il piacere tattile che provo nel maneggiarla, le spregiudicate alternative che questo pennino non comune offre alla ricerca personale in scrittura, la storia e, perché no?, l’indubbia rarità l’hanno fatta assurgere di diritto al mio personalissimo Empireo Stilografico

52. WN7. Posted in the sky.jpg


Grazie per l’attenzione!! :thumbup:

Giorgio
Avatar utente
sanpei
Honoris Causa
Honoris Causa
Messaggi: 2328
Iscritto il: giovedì 15 gennaio 2009, 18:10
Misura preferita del pennino: Medio
Fp.it ℵ: 006
Località: Torino
Contatta:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da sanpei »

Lavoro spettacolare al solito, stracomplimenti, mi permetto di aggiungere due frettolose immagini di scatola e istruzioni

Immagine

Immagine
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2968
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Musicus »

sanpei ha scritto: venerdì 15 settembre 2023, 18:47 Lavoro spettacolare al solito, stracomplimenti...
Grazie di cuore, GM Paolo!!! :P
sanpei ha scritto: venerdì 15 settembre 2023, 18:47 ...
mi permetto di aggiungere due frettolose immagini di scatola e istruzioni

Immagine

Immagine
La penna che mostri (in splendide condizioni!!!) è una "STANDARD" INK-VUE
20230904_115804.png
(#84, c'è sul foglietto), quella trasparente.... ;)

Giorgio
lukogene
Snorkel
Snorkel
Messaggi: 210
Iscritto il: domenica 25 aprile 2021, 11:48
Il mio inchiostro preferito: quelli neri, o quasi neri
Misura preferita del pennino: Fine
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da lukogene »

penna meravigliosa

ma ancora più meraviglioso il tuo lavoro di documentazione storica

grazie!

Luca
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2968
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Musicus »

lukogene ha scritto: venerdì 15 settembre 2023, 19:37 penna meravigliosa

ma ancora più meraviglioso il tuo lavoro di documentazione storica

grazie!

Luca
Grazie, Luca, gentilissimo! :thumbup:

Giorgio
Avatar utente
Mir70
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 996
Iscritto il: sabato 11 dicembre 2021, 21:20
La mia penna preferita: Auretta
Il mio inchiostro preferito: Sailor Black Kiwaguro
Misura preferita del pennino: Fine
Località: Settimo T.
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Mir70 »

Complimenti Giorgio per l'interessante scritto, davvero esaustivo . Superfluo dire che la penna è splendida , ma lo dico ugualmente.
Mirko
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2968
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Musicus »

Mir70 ha scritto: venerdì 15 settembre 2023, 21:16 Complimenti Giorgio per l'interessante scritto, davvero esaustivo . Superfluo dire che la penna è splendida , ma lo dico ugualmente.

:D
Grazie, Mirko, scritto così esaustivo che sono esausto... :lol:
La penna è una meraviglia: l'ho cercata per anni e a Natale me ne era sfuggita una (durata sulla baia quanto "un gatto in tangenziale", ma l'avrei comunque potuta acciuffare al volo) perché... mi ero estenuato su un'altra recensione... :mrgreen:
Ma questa, questa proprio non mi è sfuggita... 8-)

:wave:

Giorgio
maicol69
Levetta
Levetta
Messaggi: 648
Iscritto il: lunedì 17 febbraio 2014, 15:31
La mia penna preferita: PELIKAN 800 BLU OCEAN
Il mio inchiostro preferito: pilot iroshizuku KON PEKI
Misura preferita del pennino: Medio
Località: BOLOGNA
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da maicol69 »

Che dire ??
Penna, bellissima.
Studio sulla stessa, perchè il Tuo intervento solo così può definirsi, ancor di più …
:clap: :clap: :clap: e sempre grazie grazie grazie
Avatar utente
piccardi
Fp.it Admin
Fp.it Admin
Messaggi: 15242
Iscritto il: domenica 23 novembre 2008, 18:17
La mia penna preferita: Troppe...
Misura preferita del pennino: Extra Fine
FountainPen.it 500 Forum n.: 001
Arte Italiana FP.IT M: 001
Fp.it ℵ: 001
Fp.it 霊気: 001
Località: Firenze
Contatta:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da piccardi »

Grazie Giorgio,

ogni tuo intervento è sempre un grande arricchimento, e questo è un preziosissimo contributo. Dopo una scorsa veloce (era troppo interessante) devo prendermi il tempo per leggerlo con calma, ma ho già visto che c'è un po' di lavoro da fare sul wiki per aggiornarlo coi risultati della tua ricerca!

Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2968
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

WATERMAN’S No. 7 “EMERALD RAY” BLUE NIB — New York, 1935

Messaggio da Musicus »

maicol69 ha scritto: sabato 16 settembre 2023, 18:22 Che dire ??
Penna, bellissima.
Studio sulla stessa, perchè il Tuo intervento solo così può definirsi, ancor di più …
:clap: :clap: :clap: e sempre grazie grazie grazie
Grazie di cuore a te, Maicol, per l'entusiasmo veramente contagioso!! :P

:thumbup:

Giorgio
Rispondi

Torna a “Musicus”