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Carta “come il burro”, sí o no?

L'ultimo ma non meno importante elemento coinvolto nella scrittura è la carta. Parliamone. E raccontiamo anche degli altri accessori che affianchiamo alle nostre penne.
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fufluns
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Carta “come il burro”, sí o no?

Messaggio da fufluns »

Leggo spesso sul forum discussioni e consigli sull’uso di determinati tipi di inchiostri al fine di controllare il comportamento del pennino. Inchiostri più lubrificati che permettono al pennino di scorrere più facilmente, altri più secchi che “stringono” il tratto, e così via.

Più raramente mi sono imbattuto in considerazioni analoghe fatte sulla carta, che pure ha un ruolo fondamentale in tutto il processo.

Qui di seguito vi propongo un esempio, che non ha la pretesa di un essere un test, ma credo serva allo scopo di illustrare l’importanza del supporto nella equazione della scrittura.

Dunque due sole penne, assai diverse tra loro, una Montblanc 149 con pennino flessibile extra-fine e una Bohème con pennino fine. Anche i due inchiostri sono differenti: il MB Blue Permanent - usato nella 149 Calligraphy - è un “nanopigmentato” di certa densità e magro, mentre la Bohème usa un classicissimo - e purtroppo dismesso da tempo - Racing Green, sempre di Montblanc.

Ma veniamo alle carte. Ne ho scelte due che apparentemente si assomigliano molto. Entrambe sono di Fabriano, entrambe vergate, di grammatura molto simile (89 vs. 90 g). Ciò che le rende molto differenti è il contenuto di cotone: 40% nella Ingrés (sotto), nessuno nella Grifo (sopra).

L’assenza di cotone fa sì che la carta quasi non assorba, e ciò le conferisce quella sensazione di liscezza “burrosa” che consente al pennino di scorrere con estrema facilità sulla superficie dell’inchiostro. Il “prezzo” da pagare è chiaramente che il pennino rilascia una linea più ampia.

Sulla Ingrés il tratto è più sottile d la scorrevolezza del pennino si riduce perché l’inchiostro penetra le fibre del cotone.

IMG_5507.jpeg

Io ho la mia preferenza, ma è irrilevante al fine della dimostrazione. Spero avervi suggerito e fatto venire la voglia di mettere a confronto una carta liscia “come il burro” e una con più “dente”, per capire quale effetto, quale combinazione pennino/inchiostro/carta, piacciano maggiormente a voi per gli usi che vorrete farne.
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Koten90
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Carta “come il burro”, sí o no?

Messaggio da Koten90 »

Purtroppo la carta da cancelleria, anche di qualità medio-alta come una Clairefontaine, non ha indicazione precisa della composizione che, oltre a cellulosa e cotone, ha una grande parte anche nella colla usata per tenere insieme il foglio e che lo impermeabilizza.

Stavo cercando conferme sul sito di Clairefontaine per capire meglio e, prendendo ad esempio la Triomphe che trovo fantastica, non ha indicazione alcuna. 100% PEFC (che significa soltanto che “il materiale vegetale non viene da piante o foreste trattate in modo non conforme agli standard internazionali”) e basta.

Un’altra loro carta da corrispondenza è la “Vélin PUR COTON”, che nelle specifiche riporta composizione al 50% cotone. L’altro 50% è colla o “PUR COTON” è soltanto marketing perché “DEMI COTON” suonava male?
IMG_1523.png
Considerando che questa è carta da 10/15€ a blocco, trovo che potrebbero anche dare qualche informazione in più. Potrebbe essere molto utile a capire su quali carte aspettarsi bleeding/feathering/see-through, oltre che un tratto largo/stretto o una superficie più o meno scorrevole.

Chiaramente Ingres, Arches, Amatruda, Grifo e altri sono su un altro livello, fanno proprio un altro lavoro. Spesso la carta di qualità del genere si fregia di essere lavorata a freddo (credo per evitare che il calore faccia attivare l’effetto “sigillante” della colla).
Ho usato qualche foglio di carta per acquerello Arches 100% cotone e sembra che l’inchiostro sparisca nei punti più scarichi, tipo diario di Tom Riddle in Harry Potter

In questo genere di argomenti sento molto la mancanza delle conoscenze sconfinate di Monet…
Alessio Pariani

L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
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