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18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Inchiostri giapponesi e lubrificazione pennino
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Inchiostri giapponesi e lubrificazione pennino
Buonasera a tutti, ho letto recentemente in alcuni messaggi che gli inchiostri giapponesi, al contrario di quanto sapevo io, non sarebbero poi così utili per la lubrificazione del pennino; per la mia ancora limitata esperienza con gli Iroshizuku di Pilot ed alcuni Sailor posso dire che non mi sembrano così male, soprattutto i Sailor. Pensare che ho comprato recentemente diversi inchiostri nipponici per usarli sulle penne con punte fini o extrafini, sperando aiutassero la scorrevolezza. Mi è parso strano leggere commenti contrastanti.. Cos’è che non so?
Hanno forse recentemente cambiato composizione? C’è qualcuno tra noi che effettivamente ha risolto problemi di eccessivo feedback o pennini grattosi grazie agli inchiostri giapponesi? Grazie mille!
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Silvia
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Ciao Silvia, tra i Sailor e gli Iroshizuku i secondi sono, a mio parere, più lubrificati dei primi.Silvia1974 ha scritto: ↑martedì 6 febbraio 2024, 21:16 Buonasera a tutti, ho letto recentemente in alcuni messaggi che gli inchiostri giapponesi, al contrario di quanto sapevo io, non sarebbero poi così utili per la lubrificazione del pennino; per la mia ancora limitata esperienza con gli Iroshizuku di Pilot ed alcuni Sailor posso dire che non mi sembrano così male, soprattutto i Sailor. Pensare che ho comprato recentemente diversi inchiostri nipponici per usarli sulle penne con punte fini o extrafini, sperando aiutassero la scorrevolezza. Mi è parso strano leggere commenti contrastanti.. Cos’è che non so?
Hanno forse recentemente cambiato composizione? C’è qualcuno tra noi che effettivamente ha risolto problemi di eccessivo feedback o pennini grattosi grazie agli inchiostri giapponesi? Grazie mille!
Uno dei miei preferiti è l'Asa-Gao che utilizzo profiquamente su un pennino Pilot F #15 e su
un pennino FA #10 della 742. Mi trovo inoltre bene con il Sailor blu/black su una Pelikan 800
che, essendo più secco, non mi allarga più di tanto il tratto...
Spero di esserti stato d'aiuto.
Renato.
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opinioni... (io tendo abbastanza a pensarla come te... anche se c'è inchiostro e inchiostro)
Poi ovviamente "inchiostri giapponesi" abbraccia un mondo... (oltretutto mi sembra di cogliere un recente trend negli inchiostri giapponesi a proporre inchiostri "un po' slavati" per accentuare lo shading. Questi ultimi è difficile che possano essere molto lubrificati - per accentuare lo shading bisogna diluire...).
Mediamente comunque si tende a dire che gli Irushizuku (tra i più noti giapponesi) sono "wet and smooth".
https://mountainofink.com/search?q=iroshizuku%20inks (alla fine di ciascuna recensione c'è il commento su flusso e bagnabilità)
Si tratta anche di intendersi nei i termini, io ad esempio non concordo con chi dice che un inchiostro "acquoso" sia bagnato.
Un inchiostro acquoso è secco.
Sembra una contraddizione nei termini ma in realtà più acqua c'é, più l'inchiostro si assorbe nella carta ed evapora in fretta, e non scorre.
In genere per far scorrere maggiormente l'inchiostro serve un lubrificante, non più acqua.
Perché si dice che un inchiostro lubrificato è "wet"? (gli anglofoni parlano di wet and dry inks).
Perché un lubrificante (anche detto surfactante) è un agente bagnante (wetting agent). Diminuisce la tensione superficiale del liquido rispetto alle superfici e aumenta la bagnabilità (questa però non è una mia scelta di utilizzo di termini... è fisica).
E' chiaro però che giocano altri fattori.
Prendiamo ad esempio un inchiostro contenente un bel po' di colorante, quindi molto saturo. Hai voglia ad aggiungergli lubrificante, non avrà lo stesso comportamento di un inchiostro meno saturo e con lubrificante, sarà più "incollato" e avrà tendenza a intoppare le penne e a non asciugare mai sulla carta.
Non sono appassionato di inchiostri giapponesi, ne ho alcuni, ma non tanti, li trovo cari (ovviamente si paga l'importazione) e con tutta la scelta disponibile trovo insensato eccedere (oltretutto uso una gamma abbastanza ristretta di colori).
Poi ovviamente "inchiostri giapponesi" abbraccia un mondo... (oltretutto mi sembra di cogliere un recente trend negli inchiostri giapponesi a proporre inchiostri "un po' slavati" per accentuare lo shading. Questi ultimi è difficile che possano essere molto lubrificati - per accentuare lo shading bisogna diluire...).
Mediamente comunque si tende a dire che gli Irushizuku (tra i più noti giapponesi) sono "wet and smooth".
https://mountainofink.com/search?q=iroshizuku%20inks (alla fine di ciascuna recensione c'è il commento su flusso e bagnabilità)
Si tratta anche di intendersi nei i termini, io ad esempio non concordo con chi dice che un inchiostro "acquoso" sia bagnato.
Un inchiostro acquoso è secco.
Sembra una contraddizione nei termini ma in realtà più acqua c'é, più l'inchiostro si assorbe nella carta ed evapora in fretta, e non scorre.
In genere per far scorrere maggiormente l'inchiostro serve un lubrificante, non più acqua.
Perché si dice che un inchiostro lubrificato è "wet"? (gli anglofoni parlano di wet and dry inks).
Perché un lubrificante (anche detto surfactante) è un agente bagnante (wetting agent). Diminuisce la tensione superficiale del liquido rispetto alle superfici e aumenta la bagnabilità (questa però non è una mia scelta di utilizzo di termini... è fisica).
E' chiaro però che giocano altri fattori.
Prendiamo ad esempio un inchiostro contenente un bel po' di colorante, quindi molto saturo. Hai voglia ad aggiungergli lubrificante, non avrà lo stesso comportamento di un inchiostro meno saturo e con lubrificante, sarà più "incollato" e avrà tendenza a intoppare le penne e a non asciugare mai sulla carta.
Non sono appassionato di inchiostri giapponesi, ne ho alcuni, ma non tanti, li trovo cari (ovviamente si paga l'importazione) e con tutta la scelta disponibile trovo insensato eccedere (oltretutto uso una gamma abbastanza ristretta di colori).
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Grazie ad entrambi Renato proverò sicuramente con quel colore, che ho, oltre che con gli altri acquistati. L’esperienza personale è sicuramente la più utile, ma capisco anche che davvero dipende anche dal singolo inchiostro. Non ne ho degli ultimi con molto shading, ho colori pieni delle due marche citate, di cui uno che è un blu talmente saturo da faticare a lavare la penna. Lo riproverò per testare se e quanto faccia scorrere le punte fini delle penne Sailor che possiedo. E della 743 appena presa da Alessio
Silvia
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Bene Silvia, facci sapere le tue impressioni/opinioni...
e complimenti per la Pilot 743, gran bella penna!
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Renato.
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Certo, grazie! Appena riesco faccio qualche test
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Credo che il problema principale sia il non chiarire che l'inchiostro lubrifichi la penna o è l'inchiostro stesso lubrificato:
Un inchiostro lubrificato scorre meglio ( dell'acqua ) , ma non è detto che fa scorrere meglio la penna
Un inchiostro che lubrifica fa scorrere meglio il pennino , ma non è detto che l'inchiostro stesso sia lubrificato ( es. inchiostro viscoso )
Un inchiostro secco aumenta il feedback ( la frizione sulla carta ) del pennino rispetto al suo uso senza inchiostro
Un inchiostro lubrificato può essere secco
Un inchiostro che non lubrifica il pennino può essere secco
Un inchiostro che lubrifica il pennino non può essere secco
Generalmente gli inchiostri giapponesi hanno inchiostri lubrificati che non lubrificano il pennino, e per ottenere quel livello di lubrificazione ( dell'inchiostro ) , risultano spesso secchi
Avere un inchiostro lubrificato ma secco rende più facili le variazioni di tratto ( praticamente quello che si vuole quando scrivi caratteri orientali ) , ma può portare a salti di parole e railroading su pennini molto esigenti quando si scrive in corsivo .
Essendo ogni pennino diverso per natura, e ogni persona ha un suo gusto di scrittura particolare, il giudizio dell'inchiostro ( secco, lubrificato ecc. ) è solo una linea guida su cosa ci si può aspettare dall'inchiostro. Bisognerebbe sempre provare l'inchiostro per dare un giudizio finale.
Un inchiostro cattivo prende quell'attributo soprattutto dal suo comportamento sulla carta ( spiumaggio, trapasso , asciugatura e resistenza all'acqua principalmente ) , mentre il suo comportamento con il pennino è variabile e secondo me neanche tanto importante.
Un inchiostro lubrificato scorre meglio ( dell'acqua ) , ma non è detto che fa scorrere meglio la penna
Un inchiostro che lubrifica fa scorrere meglio il pennino , ma non è detto che l'inchiostro stesso sia lubrificato ( es. inchiostro viscoso )
Un inchiostro secco aumenta il feedback ( la frizione sulla carta ) del pennino rispetto al suo uso senza inchiostro
Un inchiostro lubrificato può essere secco
Un inchiostro che non lubrifica il pennino può essere secco
Un inchiostro che lubrifica il pennino non può essere secco
Generalmente gli inchiostri giapponesi hanno inchiostri lubrificati che non lubrificano il pennino, e per ottenere quel livello di lubrificazione ( dell'inchiostro ) , risultano spesso secchi
Avere un inchiostro lubrificato ma secco rende più facili le variazioni di tratto ( praticamente quello che si vuole quando scrivi caratteri orientali ) , ma può portare a salti di parole e railroading su pennini molto esigenti quando si scrive in corsivo .
Essendo ogni pennino diverso per natura, e ogni persona ha un suo gusto di scrittura particolare, il giudizio dell'inchiostro ( secco, lubrificato ecc. ) è solo una linea guida su cosa ci si può aspettare dall'inchiostro. Bisognerebbe sempre provare l'inchiostro per dare un giudizio finale.
Un inchiostro cattivo prende quell'attributo soprattutto dal suo comportamento sulla carta ( spiumaggio, trapasso , asciugatura e resistenza all'acqua principalmente ) , mentre il suo comportamento con il pennino è variabile e secondo me neanche tanto importante.
Andrò controcorrente, ma se non voglio eccessivo feedback non mi rivolgo ad inchiostri giapponesi che non siano il platinum carbon ink o il pigment della pilot o il nano-pigment della sailor.Silvia1974 ha scritto: ↑martedì 6 febbraio 2024, 21:16 C’è qualcuno tra noi che effettivamente ha risolto problemi di eccessivo feedback o pennini grattosi grazie agli inchiostri giapponesi? Grazie mille!
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Il proverbio diceva "moglie e buoi dei paesi tuoi". Io sulle penne giapponesi metto inchiostri giapponesi e funzionano benissimo assieme.
Quello che invece faccio più fatica a capire è l'enfasi sulla "lubrificazione". Ok chiaro ci saranno inchiostri con cui sembra di scrivere più liscio e altri meno, ma siamo sicuri di non essere un po' vittima del marketing di chi deve venderli gli inchiostri?
Io se provo a scrivere con la mia Preppy con acqua (come quando si lava) e poi con l'inchiostro non è che poi senta tutta questa immensa differenza...
Altro discorso è se una penna è difettosa o inadatta a me, ma andare a cercare e spender soldi per inchiostri che migliorino delle penne sbagliate è esercizio poco entusiasmante. Parere ovviamente personalissimo
Quello che invece faccio più fatica a capire è l'enfasi sulla "lubrificazione". Ok chiaro ci saranno inchiostri con cui sembra di scrivere più liscio e altri meno, ma siamo sicuri di non essere un po' vittima del marketing di chi deve venderli gli inchiostri?
Io se provo a scrivere con la mia Preppy con acqua (come quando si lava) e poi con l'inchiostro non è che poi senta tutta questa immensa differenza...
Altro discorso è se una penna è difettosa o inadatta a me, ma andare a cercare e spender soldi per inchiostri che migliorino delle penne sbagliate è esercizio poco entusiasmante. Parere ovviamente personalissimo
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L’Asa Gao è diventato l’inchiostro principale sulla mia 149calli. Questo per me (e per la mia esperienza opinabile) lo eleva nell’Olimpo degli inchiostri che domano anche le penne più difficili
Anche il pennino FA numero 10 ha trovato la sua pace dei sensi con un Iroshizuku.
Però è anche vero (sempre secondo me) che alcuni Iroshizuku son più secchi di altri, per esempio lo Tsuki yo.
Anche il pennino FA numero 10 ha trovato la sua pace dei sensi con un Iroshizuku.
Però è anche vero (sempre secondo me) che alcuni Iroshizuku son più secchi di altri, per esempio lo Tsuki yo.
Più di 25 anni di esperienza nell’accontentare scimmie. Per consulenze e preventivi contattatemi.
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Io fatico a capire come un inchiostro lubrificato possa non lubrificare, ecco. Che poi ci metta un secolo oppure un attimo ad asciugare o sia di flusso più o meno generoso (il che dipende anche dalla penna ovviamente) mi interessa poco. Lasciando da parte tutto ciò che riguarda il marketing, facendo finta di essere davanti a due boccette anonime di cui una, alla prova scrittura, fa volare il pennino finissimo sul foglio mentre l’altra lo fa scorrere poco, scelgo la prima per gusto personale. Questo mi aspetto in generale da un inchiostro Sailor o Pilot, ma evidentemente non tutti si comportano così (a parità di carta, per non introdurre il terzo elemento incomodo nella prova).
Arrivo alla conclusione che proverò sui fini tutti gli inchiostri che ho (ci vorrà un po’) per decidere con ogni penna cosa si sposa bene.
Una domanda, a seguito esperienza recente: cartucce di Jentle Ink nere provate su Sailor appena comprate mi hanno stupito per come volava la penna sul foglio. Stesse cartucce riprovate dopo tre anni nel cassetto, pare un altro inchiostro. Fatico quasi a scrivere, eppure non mi sembra si siano asciugate. Troppo datato, in cartuccia può cambiare caratteristiche? Grazie ancora
Arrivo alla conclusione che proverò sui fini tutti gli inchiostri che ho (ci vorrà un po’) per decidere con ogni penna cosa si sposa bene.
Una domanda, a seguito esperienza recente: cartucce di Jentle Ink nere provate su Sailor appena comprate mi hanno stupito per come volava la penna sul foglio. Stesse cartucce riprovate dopo tre anni nel cassetto, pare un altro inchiostro. Fatico quasi a scrivere, eppure non mi sembra si siano asciugate. Troppo datato, in cartuccia può cambiare caratteristiche? Grazie ancora
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Se una penna è chiaramente difettosa, la rendo al mittente. Se semplicemente è inadatta al mio uso, la vendo. Se invece voglio provare quale inchiostro la rende meglio performante o più godibile, è un divertimento fare dei test. Mi è capitato di veder cambiare comportamento, in meglio, un pennino magari un po’ anonimo o che scorreva poco, solo cambiando inchiostro.
Qui cercavo di capire qualcosa in più sul tema, ma credo che effettivamente ci sia un ampio margine di soggettività e dunque come dicevo mi darò alle prove personali
Silvia
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Specifico che io non ho problemi di feedback, le Platinum sono le mie penne preferite, le sailor le seconde.
Se passo da un inchiostro giapponese ( sailor o iroshizuku) a uno diamine o Edelstein lubrificato, la differenza si sente.
Poi se uno non ha i soldi o la voglia o l'ego o il tempo o la necessità o la curiosità di verificare quello che dico non ci sono problemi.
Molti degli inchiostri che ho ancora non li ho provati ma quelle giapponesi che ho già le ho provate, per questo sono sicuro di quello che dico.
quando avrai la possibilità di provare il diamine purple bow o il parker quink black, due degli inchiostri di cui sono sicuro facciano notare la differenza di lubrificazione ( purple bow è più lubrificato del parker ), potrai comprendere il mio metro di valutazione.
La qualità della lubrificazione offerta ovviamente rimane soggettiva del pennino.
Alcune penne vorranno un inchiostro meno lubrificato, altri preferiranno uno di più.
Personalmente trovo che chi dice che gli iroshizuku sono inchiostri perfetti o giù di lì, sono sotto effetto placebo, hanno provato pochi inchiostri in generale o vittime di marketing.
Sono inchiostri tecnicamente mediocri per quello che offrono al prezzo che hanno, ci sono inchiostri decisamente migliori se si vuole cercare di ottenere un effetto specifico.
Anche perché gli iroshizuku poi costano 1500 yen, pari al Carbon ink della Platinum e mi puzza davvero che uno costi anche 30 euro e l'altro rimanga sui 19.
Però oh, il mondo è pieno di roba la cui qualità è esagerata dal marketing, e spesso finisce per diventare davvero ciò che la gente pensa. Ma alla fine che hai nelle mani un prodotto sottopagato o sovraprezzato non deve influenzare l'esperienza con essa. Tutto ha una dose di soggettività da tenere in considerazione.
Poi si trattano sempre di inchiostri, al più l'utente medio si preoccupa che scriva sulla sua penna e che gli piaccia il colore
Se passo da un inchiostro giapponese ( sailor o iroshizuku) a uno diamine o Edelstein lubrificato, la differenza si sente.
Poi se uno non ha i soldi o la voglia o l'ego o il tempo o la necessità o la curiosità di verificare quello che dico non ci sono problemi.
Molti degli inchiostri che ho ancora non li ho provati ma quelle giapponesi che ho già le ho provate, per questo sono sicuro di quello che dico.
Silvia1974 ha scritto: ↑mercoledì 7 febbraio 2024, 7:20 Io fatico a capire come un inchiostro lubrificato possa non lubrificare, ecco.
quando avrai la possibilità di provare il diamine purple bow o il parker quink black, due degli inchiostri di cui sono sicuro facciano notare la differenza di lubrificazione ( purple bow è più lubrificato del parker ), potrai comprendere il mio metro di valutazione.
La qualità della lubrificazione offerta ovviamente rimane soggettiva del pennino.
Alcune penne vorranno un inchiostro meno lubrificato, altri preferiranno uno di più.
Personalmente trovo che chi dice che gli iroshizuku sono inchiostri perfetti o giù di lì, sono sotto effetto placebo, hanno provato pochi inchiostri in generale o vittime di marketing.
Sono inchiostri tecnicamente mediocri per quello che offrono al prezzo che hanno, ci sono inchiostri decisamente migliori se si vuole cercare di ottenere un effetto specifico.
Anche perché gli iroshizuku poi costano 1500 yen, pari al Carbon ink della Platinum e mi puzza davvero che uno costi anche 30 euro e l'altro rimanga sui 19.
Però oh, il mondo è pieno di roba la cui qualità è esagerata dal marketing, e spesso finisce per diventare davvero ciò che la gente pensa. Ma alla fine che hai nelle mani un prodotto sottopagato o sovraprezzato non deve influenzare l'esperienza con essa. Tutto ha una dose di soggettività da tenere in considerazione.
Poi si trattano sempre di inchiostri, al più l'utente medio si preoccupa che scriva sulla sua penna e che gli piaccia il colore
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Risotto non ho capito assolutamente nulla
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Hai assolutamente ragione, provare è divertentissimo. Quello che ho scritto non voleva suonare negativo era solo una considerazione molto generica (e personalissima) sui limiti del concetto di "lubrificazione", e sul fatto che un pennino fatto bene dovrebbe poter dare soddisfazione con qualsiasi inchiostro senza dover troppo scervellarsi e impoverirsi in acquisti di liquidi magari costosi: che va benissimo ma dev'essere per divertimento, non per necessita a mio parereSilvia1974 ha scritto: ↑mercoledì 7 febbraio 2024, 7:28Se invece voglio provare quale inchiostro la rende meglio performante o più godibile, è un divertimento fare dei test. Mi è capitato di veder cambiare comportamento, in meglio, un pennino magari un po’ anonimo o che scorreva poco, solo cambiando inchiostro.
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Perché l'acqua è lo 0 nella metrica di questo paragone.
Un inchiostro che esce meglio dell'acqua è lubrificato e io lo definisco bagnato, altrimenti è viscoso.
Solitamente un inchiostro bagnato allarga il tratto, uno viscoso restringe il tratto.
Qui entra in gioco il pennino per l'oggetto su cui porre l'attenzione della proprietà desiderata.
Un inchiostro che aumenta l'attrito tra foglio e pennino più dell'acqua è secco per me, meno è lubrificante. Poi io uso lubrificato, ma credo che confonda molta gente quindi cambierò termine con lubrificante d'ora in poi.
Solitamente un inchiostro secco è meno scorrevole e uno lubrificante è più scorrevole.
Qui entra in gioco la carta per l'oggetto su cui porre l'attenzione della proprietà desiderata.
Certo che se poi provi differenza acqua-inchiostro su un pennino che non è almeno un M europeo non sentirai tutta sta differenza
Ultima modifica di RisottoPensa il mercoledì 7 febbraio 2024, 8:53, modificato 1 volta in totale.
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