Omas Extra: tempi di produzione?

Note storiche sulle penne stilografiche e sui loro produttori. Aneddoti e curiosità.
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A Casirati
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Omas Extra: tempi di produzione?

Messaggio da A Casirati »

Ottorino ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 8:31
A Casirati ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 6:28 per quantità e qualità, la palma del migliore spetti agli statunitensi. Sbaglio?
Qualità non saprei risponderti

I confronti quantitativi con gli USA mi lasciano sempre perplesso per semplici motivi di superfici, censo e demografici.

Secondo me non ha senso un confronto tra un semicontinente e una penisola.
Ma non parlo delle sole penne.
Mi scuso, perché non mi sono espresso bene: intendevo parlare del numero d'innovazioni tecniche introdotte nel campo della stilografica e della qualità dell'innovazione (in termini d'impatto e d'evoluzione dello strumento). Ad esempio, i meccanismi d'alimentazione a leva (Sheaffer'S), a pulsante di fondo (Parker), snorkel (Sheaffer'S) ed a cartuccia / converter (Parker 45), oppure innovazioni stilistiche come la Sheaffer's Balance, la Wahl Eversharp Doric o la Parker 51, oppure il pennino intarsiato, sempre di Sheaffer'S...
Mi sembra che il numero e l'impatto pratico delle innovazioni più significative (se si eccettuano il sistema d'alimentazione a siringa rovesciata di Onoto, il primato d'Aurora relativamente alla cartuccia in materiale plastico e quello di Pelikan circa l'alimentazione a stantuffo) penda a favore degli statunitensi, indipendentemente dal numero delle penne prodotte e dalla qualità di queste ultime.
Alberto Casirati
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Messaggio da riktik »

Ritengo la considerazione di Ottorino molto corretta. Nella prima metà del novecento i mercati erano molto chiusi, per un’azienda non era semplice esportare. In questo senso le aziende statunitensi erano estremamente aiutate da un mercato incredilmente più grande. Un mercato in cui il tasso di alfabetizzazione era in veloce aumento. Neanche gli inglesi con il loro Commonwealth potevano paragonarsi.

Numeri più grandi di vendita significano più risorse, ed anche più spinta all’innovazione visto che la concorrenza non mancava.

È quindi facilmente comprensibile che con un mercato interno così consolidato tali aziende avessero prodotti migliori per poter provare ad “invadere” gli altri mercati.

In questo senso l’Italia, ma anche il Giappone, rappresentano una rarità nella loro capacità (con aziende familiari) di coprire il mercato e reggere poi la concorrenza nel momento in cui arrivò l’apertura.
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Omas Extra: tempi di produzione?

Messaggio da Bons »

riktik ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 9:17 Ritengo la considerazione di Ottorino molto corretta. Nella prima metà del novecento i mercati erano molto chiusi, per un’azienda non era semplice esportare. In questo senso le aziende statunitensi erano estremamente aiutate da un mercato incredilmente più grande. Un mercato in cui il tasso di alfabetizzazione era in veloce aumento. Neanche gli inglesi con il loro Commonwealth potevano paragonarsi. 😯

Numeri più grandi di vendita significano più risorse, ed anche più spinta all’innovazione visto che la concorrenza non mancava.

È quindi facilmente comprensibile che con un mercato interno così consolidato tali aziende avessero prodotti migliori per poter provare ad “invadere” gli altri mercati.

Il mercato statunitense è stato sempre autoreferenziale, tant'è che gli ammeregani continuano a produrre gli stessi carrozzoni ipermolleggiati come automobili e alcuni quintali di ghisa su due ruote, con trasmissione a cinghia, come motociclette che nessuno compra, tranne loro stessi.
Per quello che riguarda l'"invadere", si, hanno una decisa attitudine ad interferire militarmente negli affari degli altri Paesi. E i mercati a cui sono più interessati sono quelli degli armamenti.


In questo senso l’Italia, ma anche il Giappone, rappresentano una rarità nella loro capacità (con aziende familiari) di coprire il mercato e reggere poi la concorrenza nel momento in cui arrivò l’apertura.
Poi, in questa discussione, stiamo parlando dei primissimi anni '30. Per farsi un'idea di quello che erano gli Stati Uniti in quel periodo, consiglio di vedere "Furore" di John Ford o, meglio ancora, di leggere il romanzo di John Steinbeck (però attenzione: fanno male).
Ultima modifica di Bons il giovedì 16 dicembre 2021, 14:57, modificato 1 volta in totale.
Bons

Omas Extra: tempi di produzione?

Messaggio da Bons »

Dato che anch'io sono curioso, riporto in primo piano la domanda iniziale di Alberto (con un piccolo aggiustamento 😋 ).
Se nel 1932 a Mazzucchelli occorrevano 349 giorni per produrre una barra di celluloide, nel 1992, con l'evoluzione tecnologica avvenuta in sessant'anni, ci voleva lo stesso tempo o no?
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Messaggio da Ottorino »

A Casirati ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 8:53 Mi scuso, perché non mi sono espresso bene: intendevo parlare ...
A parte il garbo, non c'e' bisogno di scusarsi, Alberto.
E' il mezzo che a volte impedisce di intendersi.

Si, nella accezione che intendi, penso che gli USA fossero avanti a tutti.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da piccardi »

Bons ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 14:30 Dato che anch'io sono curioso, riporto in primo piano la domanda iniziale di Alberto (con un piccolo aggiustamento 😋 ).
Se nel 1932 a Mazzucchelli occorrevano 349 giorni per produrre una barra di celluloide, nel 1992, con l'evoluzione tecnologica avvenuta in sessant'anni, ci voleva lo stesso tempo o no?
Ti cito quanto ci raccontò Dante Del Vecchio durante la visita alla Visconti che organizzammo diversi anni fa.
La Mazzucchelli aveva un magazzino in cima ad una collina, dove fare asciugare le lastre di celluloide prodotte per 6 mesi / un anno a seconda del tipo.

In cima ad una collina isolata e lontana da tutto e da tutti così in caso di incendio/esplosione non si rischiava di appiccare il fuoco ad altro. Questo fino alla fine secolo scorso, oggi non credo comunque producano più celluloide vera, quella fatta con la nitrocellulosa.

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Messaggio da piccardi »

A Casirati ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 8:53 Mi sembra che il numero e l'impatto pratico delle innovazioni più significative (se si eccettuano il sistema d'alimentazione a siringa rovesciata di Onoto, il primato d'Aurora relativamente alla cartuccia in materiale plastico e quello di Pelikan circa l'alimentazione a stantuffo) penda a favore degli statunitensi, indipendentemente dal numero delle penne prodotte e dalla qualità di queste ultime.
Si, a lungo il grosso della evoluzione tecnica della stilografica è stata negli USA, è nata li e poi si è diffusa anche altrove, ma il grosso del suo sviluppo è comunque stato negli USA.

Simone
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Bons

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Messaggio da Bons »

piccardi ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 15:20 La Mazzucchelli aveva un magazzino in cima ad una collina, dove fare asciugare le lastre di celluloide prodotte per 6 mesi / un anno a seconda del tipo.

In cima ad una collina isolata e lontana da tutto e da tutti così in caso di incendio/esplosione non si rischiava di appiccare il fuoco ad altro. Questo fino alla fine secolo scorso, oggi non credo comunque producano più celluloide vera, quella fatta con la nitrocellulosa.
Grazie per aver riportato questa testimonianza.
Quindi il metodo di stagionatura (e il tempo) è rimasto sempre lo stesso.
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Messaggio da Automedonte »

Bons ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 20:17
piccardi ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 15:20 La Mazzucchelli aveva un magazzino in cima ad una collina, dove fare asciugare le lastre di celluloide prodotte per 6 mesi / un anno a seconda del tipo.

In cima ad una collina isolata e lontana da tutto e da tutti così in caso di incendio/esplosione non si rischiava di appiccare il fuoco ad altro. Questo fino alla fine secolo scorso, oggi non credo comunque producano più celluloide vera, quella fatta con la nitrocellulosa.
Grazie per aver riportato questa testimonianza.
Quindi il metodo di stagionatura (e il tempo) è rimasto sempre lo stesso.
Credo che ci siano “cose” che decessi tanò di un tempo naturale di maturazione, accelerarlo con la tecnologia moderna forse si può fare ma penso che il risultato sarebbe diverso. Usare un qualche marchingegno per accelerare i tempi altera il risultato, il parmigiano o il prosciutto vogliono i loro tempi per stagionare se si accelera non vengono uguali.
Cesare Augusto
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Automedonte ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 21:43 Credo che ci siano “cose” che decessi tanò
Ne sono convinto anch'io, Cesare.
Si, pronto, è la neuro?

La creatività del correttore automatico alle volte è incredibile. 🤣
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Messaggio da Automedonte »

Bons ha scritto: venerdì 17 dicembre 2021, 12:21
Automedonte ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 21:43 Credo che ci siano “cose” che decessi tanò
Ne sono convinto anch'io, Cesare.
Si, pronto, è la neuro?

La creatività del correttore automatico alle volte è incredibile. 🤣
Come darti torto :shifty:
Ovviamente intendevo necessitano
Cesare Augusto
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