Cattive intinzioni

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Messaggio da Automedonte »

Bons ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 11:41 La mia impressione è che, agli arbori del forum, qualcuno, non sapendo come membro virile si chiamasse l'oggetto in oggetto, abbia utilizzato il termine sbagliato.
Poi, senza farsi troppe domande, gli altri, continuando a chiedersi "ma come pene si chiamerà 'sto coso?" abbiano seguito.

Ma, come diceva un mio trisavolo: "Errare humanum est, perseverare diabolicum".
arbori= piccolo pioppo bianco

Albori = inizi di un epoca

:D
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Messaggio da Bons »

Automedonte ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 12:07
Bons ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 11:41 La mia impressione è che, agli arbori del forum, qualcuno, non sapendo come membro virile si chiamasse l'oggetto in oggetto, abbia utilizzato il termine sbagliato.
Poi, senza farsi troppe domande, gli altri, continuando a chiedersi "ma come pene si chiamerà 'sto coso?" abbiano seguito.

Ma, come diceva un mio trisavolo: "Errare humanum est, perseverare diabolicum".
arbori= piccolo pioppo bianco

Albori = inizi di un epoca

:D
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levodi ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 11:50 Purtroppo anche chi dovrebbe fare da notaio, cioè L'Accademia della Crusca ci mette del suo con neologismi come: petaloso, pulmanista, legnameria, ghosting, ecc.
Be', petaloso lo bocciò dichiarando che si trattava di una membro virilata sparata da un bimbo delle elementari e non un vocabolo entrato nell'uso comune.
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Messaggio da levodi »

Bons ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 12:17
levodi ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 11:50 Purtroppo anche chi dovrebbe fare da notaio, cioè L'Accademia della Crusca ci mette del suo con neologismi come: petaloso, pulmanista, legnameria, ghosting, ecc.
Be', petaloso lo bocciò dichiarando che si trattava di una membro virilata sparata da un bimbo delle elementari e non un vocabolo entrato nell'uso comune.
pechè chiamare i conduttori di autobus, corriere e pulman pulmanisti? a me vengono i brividi
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Messaggio da stefano62 »

Bons ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 9:53 Ho iniziato il mio percorso rieducativo e ne sono fiero. 😊

Oggi, passeggiando, ho distrattamente pestato una mer... un escremento solido di cane. Stavo partendo con un: " E che cazz..." ma, rattamente ripreso il controllo, ho esclamato: "Perbacco, ebbi testé a calpestare una deiezione canina lordandomi la calzatura destra! Suina dedita al meretricio!" 😇

Posso farcela. 😎
Volgari non sono mai le parole stesse.
Possono esserlo, ma dipende dalla maestria, l’intelligenza e la cultura di chi le usa.
E il suo intervento, se mi permette, appare ben più volgare di quanto apparirebbe scritto con i termini più attinenti al "volgo".
In una discussione, intelligentemente aperta, con le buone intenzioni di elevare la lingua italiana attualmente calpestata dai media e dagli adolescenti, e non solo, non ho trovato questo intervento particolarmente attinente. Pur nella sua goliardia.
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Messaggio da Scriptor »

Gargaros ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 6:23 Secondo me parlate per estremi. Che la lingua cambi nel tempo non ci piove, ma quando viene introdotto l'errore, e viene accettato, siamo di fronte a una barbarie.
Mi spiace contraddirti, ma la linguistica - o, se preferisci, il meccanismo d'evoluzione di una lingua - non funziona così. :)

L'errore di prospettiva è comunque antico e comune: vedasi l'Appendix Probi, per fare un esempio classico e famoso. ;)
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Messaggio da Spiller84 »

Oh mamma, l'Appendix Probi... Per dirla in termini odierni, mi hai sbloccato un ricordo 😁
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Messaggio da levodi »

Spiller84 ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 14:44 Oh mamma, l'Appendix Probi... Per dirla in termini odierni, mi hai sbloccato un ricordo 😁
perchè sei un boomer :D
Bons

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Messaggio da Bons »

stefano62 ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 13:18 Volgari non sono mai le parole stesse.
Possono esserlo, ma dipende dalla maestria, l’intelligenza e la cultura di chi le usa.
E il suo intervento, se mi permette, appare ben più volgare di quanto apparirebbe scritto con i termini più attinenti al "volgo".
In una discussione, intelligentemente aperta, con le buone intenzioni di elevare la lingua italiana attualmente calpestata dai media e dagli adolescenti, e non solo, non ho trovato questo intervento particolarmente attinente. Pur nella sua goliardia.
Possiamo darci del tu? Nei forum è la prassi.
Hai colto il senso del mio ultimo intervento.
Sono assolutamente d'accordo con te, la volgarità non è nei termini ma negli atteggiamenti e nei modi di esporre ed è quello che intendevo più su.
Bons ha scritto: martedì 16 marzo 2021, 20:14 La trivialità ritengo sia altra ma, se il mio eloquio da tutti i giorni infastidisce, ne chiedo scusa ed eviteró di usarlo in futuro.
Però comprendo le ragioni che hanno portato Giovanni Paolo a censurare i miei messaggi.
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Messaggio da maylota »

Bons ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 12:17
levodi ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 11:50 Purtroppo anche chi dovrebbe fare da notaio, cioè L'Accademia della Crusca ci mette del suo con neologismi come: petaloso, pulmanista, legnameria, ghosting, ecc.
Be', petaloso lo bocciò dichiarando che si trattava di una membro virilata sparata da un bimbo delle elementari e non un vocabolo entrato nell'uso comune.
Non so chi "comandi" in Italia sull'uso e legittimità delle parole, ma la Treccani "petaloso" lo accetta ed anzi ha trovato pure una presistenza rispetto alla nota storia del bambino e della sua maestra. https://treccani.it/vocabolario/petaloso_(Neologismi)/

A questo punto mi domando perchè per la Treccani "petaloso" esista e "intinzione" come termine tecnico nel campo della scrittura no.
Venceremos.
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Messaggio da Automedonte »

maylota ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 16:28

A questo punto mi domando perchè per la Treccani "petaloso" esista e "intinzione" come termine tecnico nel campo della scrittura no.
Perchè si dice pennini da intingere e non da intinzione, semplice :D

Il termine intinzione è specifico per le ostie nel calice, se poi per analogia lo si vuole usare è un altro discorso ma non è corretto.
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Messaggio da Al3xI98O »

Uh, non sapevo questa cosa (il mio essere ateo e non andare in chiesa da decenni aiuta :P).

Buono a sapersi!

PS: bel titolo :D
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Messaggio da Monet63 »

Io, su alcune sfumature, tendo a fare come mi piace di più, come suona meglio al mio orecchio o semplicemente come reputo più corretto.
Era successo qualcosa di simile con la famosa diatriba tra "qual é" e "qual'é": io, dopo un certo ragionamento, ho deciso di usare la seconda forma, che ritengo più aderente alla logica e all'uso "storico" (Manzoni, Collodi, etc.).
Nel caso specifico, ho sempre usato "intinsione", semplicemente perché mi suona meglio perché mi piace il tocco di delicatezza dato dalla "s".
:wave:
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Messaggio da Gargaros »

Scriptor ha scritto: mercoledì 17 marzo 2021, 13:36 Mi spiace contraddirti, ma la linguistica - o, se preferisci, il meccanismo d'evoluzione di una lingua - non funziona così. :)

L'errore di prospettiva è comunque antico e comune: vedasi l'Appendix Probi, per fare un esempio classico e famoso. ;)
Perché dispiacerti, se dici cose degne di attenzione? :D

Però resto convinto che l'esempio che riporti non può coprire tutta la casistica, sopratutto non può essere valido considerando l'abissale differenza dei tempi.

Posso farti degli esempi: la parola paventare, che deriva da temere, che però oggi viene usata spesso come sinonimo di ventilare/ipotizzare/proporre.

L'etimo della parola è chiaro, non si discute, quindi l'accezione in cui viene usata spesso oggi è sbagliata. Eppure troppi continuano imperterriti a sbagliare. Perché? Perché non si informano, e non si informano perché non vi porgono attenzione, e non vi porgono attenzione perché chi sa che sbagliano non lo dice (per timidezza, per menefreghismo, per fastidio, per Dio solo sa quali altri motivi).

Idem dicasi per altri errori di questo tipo, per la pronuncia scorretta di parole latine, per la punteggiatura che diventa sempre più un'opinione personale (basta sfogliare una qualunque pagina dei più importanti quotidiani online per accorgersi di orrori inenarrabili)... Di esempi se ne potrebbero fare a iosa.

E insomma, è vero che la lingua cambia, ma lasciarla cambiare nelle condizioni attuali non significa più farla evolvere. Significa dare la stura al caos, e dal caos è altamente improbabile che venga fuori qualcosa di decende...


PS
Mi stavo informando di più su questo Appendiabiti Probo (che conoscevo solo in superficie), quando trovo questo articolo:

https://www.ultimavoce.it/errori-nella-lingua/

Comincio a leggerlo con entusiasmo, credendo di essere di fronte a un saggio capace di farmi mutare parere. E poi... trac!

Ogni linguaggio è “vivo” perché muta nel corso del tempo. Infatti la stessa lingua italiana, inizialmente era suddivisa in tanti volgari differenti per ogni regione italiana

... arrivo a questo passo e mi si ammoscia l'hype :crazy:

Magari l'autore lo ha fatto a posta, chissà, visto il contenuto di cui parla. Ma qualcosa mi dice che non ne era consapevole.
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Messaggio da fufluns »

Gentile Bons, capisco le ragioni della sua difesa della lingua, peró in questo caso, all’osteggiare il termine “intinzione”, sceglie un obiettivo sbagliato.

Sebbene vari dizionari della lingua italiana riferiscano l’uso della parola intinctio al latino ecclesiastico e ne limitino l’uso in italiano all’atto di intingere l’ostia nel calice del vino consacrato, vi sono numerosi esempi dell’uso in una accezione ampia di questo sostantivo latino derivato da intingĕre, "immergere qualcosa in un liquido perché si bagni o si impregni».

Imperatore Giustiniano, Codex, Liber undecimus:
«De vestibus holoveris et auratis et de intinctione sacri muricis».

Ecclesiasticus, Capitulum 31:
«Fornax probat aciem ferri in intinctione: sic vinum in lite corda superborum».
Il fuoco prova la durezza del ferro nella intinzione; così il vino bevuto fino all'ebbrezza manifesta i cuori de' superbi.

Tertullianus, Opera omnia, De poenitentia liber [1239B]:
«... nisi a custodibus corporum obstructi, si nemo Domino deditus delinquere desinet, nisi intinctione alligatus» (qui “intinctio” nel senso battesimale).

Jacobi Cujacii [Jacques Cujas]: Opera ad Parisiensen frabrotianam Editionem diligentissime exacta..., Volume 6:
«Fragiles intinctione aquae, perinde ac ferrum».

Bayerische Staatsbibliothek, München, manoscritto Ad colorandum pannum lineum cum colore rubeo:
«Recipe Gallas unciam dimidiam. aluminis dragmas ii. et hoc pro vna vlna panni linei. superfunde quolibet illorum prius bene trito aque quantum satis pro intinctione panni linei».

E, parlando propriamente della penna, il Novum Testamentum Graece, a cura di A. F. C. Tischendorf (1865):
«...saepe perquisiverim, locum inveniri similem, quum librarius toties calamum intingere debuerit, boc uno vero loco rem gravissimam a fatali calami intinctione pendere».

Come il latino intinctio -onis, la parola italiana “intinzione" deriva da intingere, ed é formata allo stesso modo di “finzione” da fingere, “minzione” da mingere, “recinzione" da recingere, ecc. L’italiano ha a disposizione, per indicare l’atto di immergere qualcosa in un liquido, le parole intinzione, intintura e intingitura (tutti sostantivi femminili), oltre a intingimento (maschile). Tra tutte, trovo la parola intinzione, oltre che più vicina alla sua radice etimologica, anche la foneticamente più elegante, e perció quella che preferisco utilizzare.

Come ha giustamente indicato Polemarco in una sua risposta, le lingue sono organismi vivi e mutevoli. Cambiano per semplificazione, per osmosi, per errore e anche, come in questo caso, per evitare errori che non sono tali.
Bons

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Messaggio da Bons »

fufluns ha scritto: giovedì 18 marzo 2021, 6:21 Gentile Bons, capisco le ragioni della sua difesa della lingua, peró in questo caso, all’osteggiare il termine “intinzione”, sceglie un obiettivo sbagliato.

Sebbene vari dizionari della lingua italiana riferiscano l’uso della parola intinctio al latino ecclesiastico e ne limitino l’uso in italiano all’atto di intingere l’ostia nel calice del vino consacrato, vi sono numerosi esempi dell’uso in una accezione ampia di questo sostantivo latino derivato da intingĕre, "immergere qualcosa in un liquido perché si bagni o si impregni».

Imperatore Giustiniano, Codex, Liber undecimus:
«De vestibus holoveris et auratis et de intinctione sacri muricis».

Ecclesiasticus, Capitulum 31:
«Fornax probat aciem ferri in intinctione: sic vinum in lite corda superborum».
Il fuoco prova la durezza del ferro nella intinzione; così il vino bevuto fino all'ebbrezza manifesta i cuori de' superbi.

Tertullianus, Opera omnia, De poenitentia liber [1239B]:
«... nisi a custodibus corporum obstructi, si nemo Domino deditus delinquere desinet, nisi intinctione alligatus» (qui “intinctio” nel senso battesimale).

Jacobi Cujacii [Jacques Cujas]: Opera ad Parisiensen frabrotianam Editionem diligentissime exacta..., Volume 6:
«Fragiles intinctione aquae, perinde ac ferrum».

Bayerische Staatsbibliothek, München, manoscritto Ad colorandum pannum lineum cum colore rubeo:
«Recipe Gallas unciam dimidiam. aluminis dragmas ii. et hoc pro vna vlna panni linei. superfunde quolibet illorum prius bene trito aque quantum satis pro intinctione panni linei».

E, parlando propriamente della penna, il Novum Testamentum Graece, a cura di A. F. C. Tischendorf (1865):
«...saepe perquisiverim, locum inveniri similem, quum librarius toties calamum intingere debuerit, boc uno vero loco rem gravissimam a fatali calami intinctione pendere».

Come il latino intinctio -onis, la parola italiana “intinzione" deriva da intingere, ed é formata allo stesso modo di “finzione” da fingere, “minzione” da mingere, “recinzione" da recingere, ecc. L’italiano ha a disposizione, per indicare l’atto di immergere qualcosa in un liquido, le parole intinzione, intintura e intingitura (tutti sostantivi femminili), oltre a intingimento (maschile). Tra tutte, trovo la parola intinzione, oltre che più vicina alla sua radice etimologica, anche la foneticamente più elegante, e perció quella che preferisco utilizzare.

Come ha giustamente indicato Polemarco in una sua risposta, le lingue sono organismi vivi e mutevoli. Cambiano per semplificazione, per osmosi, per errore e anche, come in questo caso, per evitare errori che non sono tali.
Gentilissimo flufluns, ho apprezzato grandemente il suo intervento che potrebbe essere stato il soggetto per un film del Sam Raimi dei bei tempi.
"In soccorso di un gruppuscolo di umani, asserragliato in un centro commerciale (non si sa per quale ragione, contro chi, in difesa di cosa), arriva una sparuta pattuglia di zombie".
Grazie
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