Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Visita a Montegrappa
-
- Levetta
- Messaggi: 698
- Iscritto il: domenica 12 ottobre 2014, 19:06
- La mia penna preferita: wahl eversharp doric
- Il mio inchiostro preferito: Aurora black
- Misura preferita del pennino: Extra Fine
- Fp.it 霊気: 071
- Fp.it Vera: 071
- Località: Thiene (VI)
- Gender:
Visita a Montegrappa
Ciao a tutti.
Abito a circa 25 km da Bassano del Grappa, approfittando di questo e avendo ricevuto comunicazione che sono riprese le visite in azienda, ieri mattina ho fatto la visita guidata alla fabbrica. Vi faccio un piccolo resoconto, nel caso a qualcuno potesse interessare.
La sede è appena fuori dalla cittadina, avevo acquistato il biglietto in internet e all'arrivo si entra nel negozio (si è trasferito in sede dalla boutique che era presente in piazza a Bassano). Sono stato calorosamente accolto, con una tesserina in plastica denominata "Montegrappa Experience" a mio nome e con un Qr code che permette di avere € 25 di sconto su acquisti online. L'ho trovata una piacevole sorpresa.
Dopo un video introduttivo la guida ci ha introdotti nella fabbrica (eravamo in tre persone, io, un padre e un figlio non appassionati di stilografiche ma di penne in generale). Il primo corridoio contiene alcune vetrine con le edizioni limitate (quelle solitamente qui sbeffeggiate ), l'unica che ho trovato interessante era una penna ormai esaurita denominata Q1 prodotta nel 2015 di stile moderno in metallo che permetteva di cambiare inchiostro azionando una leva. Quattro cartucce, anche di diverso inchiostro, e con la leva si poteva (si può) scegliere il colore che si vuole. Come quelle penne biro giapponesi che erano in voga trent'annni fa. Non l'avevo mai vista nemmeno in foto. Secondo la guida ovviamente nel momento del cambio l'inchiostro per 2/3 pagine esce mischiato ma di una colorazione unica (dipende ovviamente dal colore) e questo è uno dei pregi della penna che ha affascinato la clientela.
Poi c'è un po' di storia , con qualche foto e qui ho scoperto perché lo scrittore Hemingway fosse così strettamente legato a Montegrappa (per chi è interessato: a circa 20 metri dal portone di ingresso c'è villa Ca' Erizzo, sede durante la guerra delle ambulanze. Hemingway, che guidava ambulanze, partiva da qui e, essendo anche reporter, andava a rifornirsi di pennini in Montegrappa semplicemente perché era la porta a fianco. C'è anche un museo Hemingway nelle vicinanze).
Infine si entra nella fabbrica vera e propria. Una prima tappa è dedicata ai materiali, dalla celluloide (ne hanno ancora una certa riserva ma la guida dice che è sempre più difficile da trovare, e i tempi di giacenza prima di giungere alla penna sono molto lunghi) al legno, marmo, resine fino alla "Montegrappite" una speciale resina che ha il vantaggio di poter riutilizzare i truccioli che escono dal tornio, vengono rimpastati e producono nuovo materiale da utilizzare. La guida l'ha definita una scelta ecosostenibile e antispreco, ovviamente c'è un notevole vantaggio economico. Si possono, dalle polveri (credo di polimeri ma non sono un chimico), formare i colori che si desiderano e alcuni sono affascinanti.
Poi la fase produttiva, vari macchinari che - guidati da tecnici che lavorano al pc - forgiano i pezzi. Il controllo è per ogni singolo pezzo, un dipendente per macchinario che lima, sistema, verifica ogni singolo pezzo della futura penna. La penna più semplice da loro prodotta ha 54 pezzi...
I singoli pezzi passano poi al reparto di pulizia ad ultrasuoni, e levigatura, e infine giungono in un altro reparto dove ogni singolo dipendente (sono in tutto oltre 50) ha il compito di operare su quel pezzo per applicare clip, pennini, pezzetti vari (la signora che ho visto stava sistemando un pezzo del cappuccio della penna Batman), lucidatura. Poi i pezzi vengono assemblati e per le penne "normali" c'è una persona che verifica il corretto funzionamento di ogni singola penna. Per le penne ad edizione limitata c'è un computer che è collegato ad un braccio, la penna tenuta in posizione di scrittura dal braccio meccanico scrive in questo modo 4/5 fogli, con modalità diverse. Questi fogli vengono poi conservati in azienda con il numero della penna, in modo da poter garantire che quando esce dalla fabbrica è perfettamente funzionante.
Infine altre dipendenti lucidano l'intera penna e la inseriscono nella scatola (qui ho visto una penna Paradiso, enorme e pesantissima, che stava per essere inscatolata) con cartucce o boccetta di inchiostro.
Non sono solito frequentare fabbriche e quindi la mia opinione non è ovviamente così importante, ma a me personalmente è sembrato un lavoro incredibile e molto lungo, curato in ogni dettaglio.
Poi, usciti dal reparto produzione si passa a vedere, attraverso un vetro, la stanza degli "artisti", tre dipendenti che si occupano esclusivamente delle penne limitate, a volte prodotte anche in un solo esemplare per volontà di un singolo cliente. Uno incastona le pietre preziose, uno cesella l'argento e il metallo e una dipinge con pennellini minuscoli fusto o cappuccio delle penne. Non sono, secondo me, oggetti come le normali penne, ma dei veri gioielli. La creazione, anche su disegno o fotografia del cliente volendo, può durare 3/4 settimane. In esposizione ho visto una penna in argento con la "foto" di Muhammad D'Ali cesellata sul fusto. Prima di intraprendere queste opere la ditta invia un preventivo, si parte da circa 4.000 euro a salire (il mese scorso ne è stata venduta una a 29.000 euro...).
Da ultimo si visita quello che, forse un po' pomposamente, è definito il museo. Qui l'unico appunto un po' negativo per me, appassionato di vintage. La vetrina con le penne datate ne contiene qualche decina, poche in considerazione che la ditta è attiva dal 1912, gran parte della stanza piuttosto grande è dedicata alle penne in edizione limitata prodotte dai primi anni Duemila e ora esaurite. Una vetrina per ogni penna, con targhetta riportante il nome e l'anno di produzione. La guida mi ha riferito che inizialmente venivano prodotte in quantità abbastanza rilevanti (talvolta 1912 pezzi), negli ultimi anni in poco più di 100/200 esemplari per una specifica ragione di marketing. In tal modo vanno esaurite quasi subito e si crea una certa aspettativa, però così la produzione limitata è passata da una penna all'anno a 5/6 penne, una ogni bimestre... Appesi alle pareti fotografie di personaggi famosi a cui la società ha donato una penna con la relativa penna (solitamente una extra con colorazioni particolari), sono decine.
Si torna alla fine al negozio dove si possono provare per intinzione alcune penne di varie gradazioni. Sono a disposizioni vari esemplari di Fortuna con pennini diversi e circa una decina di inchiostri (mi sono parsi belli il verde scuro e il grigio scuro).
Comprendendo che scrivo normalmente con la stilografica la signora del negozio mi ha fatto provare, su mia richiesta, una Nazionale con pennino flex che ho trovato molto piacevole nella scrittura e con un certa marcata diversificazione del tratto che si avvicina ad un pennino vintage. Poi mi ha fatto vedere una penna che non conoscevo, la Carissima Mia in ebanite e con pennino retrattile, a contagocce. Il nome deriva dalle prime righe che i soldati scrivevano nelle lettere inviate a casa durante la guerra. L'ho trovata superba.
Se si vuole si può acquistare qualcosa. In tal caso il prezzo di ingresso (25 euro) viene integralmente rifuso scontando l'acquisto (io ho preso un portapenne in pelle da un posto).
Peccato che le penne siano vendute esattamente al prezzo di listino senza alcuno sconto (la Nazionale Flex a 1.100, la Carissima Mia 1.700).
Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui avrete capito che per me è stata una bellissima esperienza. Avevo visitato qualche anno fa, in occasione di un Pen Show, la fabbrica Aurora ma era sabato e non lavoravano... vedere i dipendenti creare una penna è stato affascinante.
Ultima annotazione: la guida mi ha riferito che Montegrappa ha acquistato un macchinario per fare i pennini in casa (ora sono tedeschi, non ha saputo confermarmi Bock), dovrebbe arrivare verso fine anno e in tal modo ogni penna sarà creata integralmente a Bassano del Grappa.
Purtroppo sono vietate le fotografie se non nella parte "museale".
Grazie per l'attenzione
Abito a circa 25 km da Bassano del Grappa, approfittando di questo e avendo ricevuto comunicazione che sono riprese le visite in azienda, ieri mattina ho fatto la visita guidata alla fabbrica. Vi faccio un piccolo resoconto, nel caso a qualcuno potesse interessare.
La sede è appena fuori dalla cittadina, avevo acquistato il biglietto in internet e all'arrivo si entra nel negozio (si è trasferito in sede dalla boutique che era presente in piazza a Bassano). Sono stato calorosamente accolto, con una tesserina in plastica denominata "Montegrappa Experience" a mio nome e con un Qr code che permette di avere € 25 di sconto su acquisti online. L'ho trovata una piacevole sorpresa.
Dopo un video introduttivo la guida ci ha introdotti nella fabbrica (eravamo in tre persone, io, un padre e un figlio non appassionati di stilografiche ma di penne in generale). Il primo corridoio contiene alcune vetrine con le edizioni limitate (quelle solitamente qui sbeffeggiate ), l'unica che ho trovato interessante era una penna ormai esaurita denominata Q1 prodotta nel 2015 di stile moderno in metallo che permetteva di cambiare inchiostro azionando una leva. Quattro cartucce, anche di diverso inchiostro, e con la leva si poteva (si può) scegliere il colore che si vuole. Come quelle penne biro giapponesi che erano in voga trent'annni fa. Non l'avevo mai vista nemmeno in foto. Secondo la guida ovviamente nel momento del cambio l'inchiostro per 2/3 pagine esce mischiato ma di una colorazione unica (dipende ovviamente dal colore) e questo è uno dei pregi della penna che ha affascinato la clientela.
Poi c'è un po' di storia , con qualche foto e qui ho scoperto perché lo scrittore Hemingway fosse così strettamente legato a Montegrappa (per chi è interessato: a circa 20 metri dal portone di ingresso c'è villa Ca' Erizzo, sede durante la guerra delle ambulanze. Hemingway, che guidava ambulanze, partiva da qui e, essendo anche reporter, andava a rifornirsi di pennini in Montegrappa semplicemente perché era la porta a fianco. C'è anche un museo Hemingway nelle vicinanze).
Infine si entra nella fabbrica vera e propria. Una prima tappa è dedicata ai materiali, dalla celluloide (ne hanno ancora una certa riserva ma la guida dice che è sempre più difficile da trovare, e i tempi di giacenza prima di giungere alla penna sono molto lunghi) al legno, marmo, resine fino alla "Montegrappite" una speciale resina che ha il vantaggio di poter riutilizzare i truccioli che escono dal tornio, vengono rimpastati e producono nuovo materiale da utilizzare. La guida l'ha definita una scelta ecosostenibile e antispreco, ovviamente c'è un notevole vantaggio economico. Si possono, dalle polveri (credo di polimeri ma non sono un chimico), formare i colori che si desiderano e alcuni sono affascinanti.
Poi la fase produttiva, vari macchinari che - guidati da tecnici che lavorano al pc - forgiano i pezzi. Il controllo è per ogni singolo pezzo, un dipendente per macchinario che lima, sistema, verifica ogni singolo pezzo della futura penna. La penna più semplice da loro prodotta ha 54 pezzi...
I singoli pezzi passano poi al reparto di pulizia ad ultrasuoni, e levigatura, e infine giungono in un altro reparto dove ogni singolo dipendente (sono in tutto oltre 50) ha il compito di operare su quel pezzo per applicare clip, pennini, pezzetti vari (la signora che ho visto stava sistemando un pezzo del cappuccio della penna Batman), lucidatura. Poi i pezzi vengono assemblati e per le penne "normali" c'è una persona che verifica il corretto funzionamento di ogni singola penna. Per le penne ad edizione limitata c'è un computer che è collegato ad un braccio, la penna tenuta in posizione di scrittura dal braccio meccanico scrive in questo modo 4/5 fogli, con modalità diverse. Questi fogli vengono poi conservati in azienda con il numero della penna, in modo da poter garantire che quando esce dalla fabbrica è perfettamente funzionante.
Infine altre dipendenti lucidano l'intera penna e la inseriscono nella scatola (qui ho visto una penna Paradiso, enorme e pesantissima, che stava per essere inscatolata) con cartucce o boccetta di inchiostro.
Non sono solito frequentare fabbriche e quindi la mia opinione non è ovviamente così importante, ma a me personalmente è sembrato un lavoro incredibile e molto lungo, curato in ogni dettaglio.
Poi, usciti dal reparto produzione si passa a vedere, attraverso un vetro, la stanza degli "artisti", tre dipendenti che si occupano esclusivamente delle penne limitate, a volte prodotte anche in un solo esemplare per volontà di un singolo cliente. Uno incastona le pietre preziose, uno cesella l'argento e il metallo e una dipinge con pennellini minuscoli fusto o cappuccio delle penne. Non sono, secondo me, oggetti come le normali penne, ma dei veri gioielli. La creazione, anche su disegno o fotografia del cliente volendo, può durare 3/4 settimane. In esposizione ho visto una penna in argento con la "foto" di Muhammad D'Ali cesellata sul fusto. Prima di intraprendere queste opere la ditta invia un preventivo, si parte da circa 4.000 euro a salire (il mese scorso ne è stata venduta una a 29.000 euro...).
Da ultimo si visita quello che, forse un po' pomposamente, è definito il museo. Qui l'unico appunto un po' negativo per me, appassionato di vintage. La vetrina con le penne datate ne contiene qualche decina, poche in considerazione che la ditta è attiva dal 1912, gran parte della stanza piuttosto grande è dedicata alle penne in edizione limitata prodotte dai primi anni Duemila e ora esaurite. Una vetrina per ogni penna, con targhetta riportante il nome e l'anno di produzione. La guida mi ha riferito che inizialmente venivano prodotte in quantità abbastanza rilevanti (talvolta 1912 pezzi), negli ultimi anni in poco più di 100/200 esemplari per una specifica ragione di marketing. In tal modo vanno esaurite quasi subito e si crea una certa aspettativa, però così la produzione limitata è passata da una penna all'anno a 5/6 penne, una ogni bimestre... Appesi alle pareti fotografie di personaggi famosi a cui la società ha donato una penna con la relativa penna (solitamente una extra con colorazioni particolari), sono decine.
Si torna alla fine al negozio dove si possono provare per intinzione alcune penne di varie gradazioni. Sono a disposizioni vari esemplari di Fortuna con pennini diversi e circa una decina di inchiostri (mi sono parsi belli il verde scuro e il grigio scuro).
Comprendendo che scrivo normalmente con la stilografica la signora del negozio mi ha fatto provare, su mia richiesta, una Nazionale con pennino flex che ho trovato molto piacevole nella scrittura e con un certa marcata diversificazione del tratto che si avvicina ad un pennino vintage. Poi mi ha fatto vedere una penna che non conoscevo, la Carissima Mia in ebanite e con pennino retrattile, a contagocce. Il nome deriva dalle prime righe che i soldati scrivevano nelle lettere inviate a casa durante la guerra. L'ho trovata superba.
Se si vuole si può acquistare qualcosa. In tal caso il prezzo di ingresso (25 euro) viene integralmente rifuso scontando l'acquisto (io ho preso un portapenne in pelle da un posto).
Peccato che le penne siano vendute esattamente al prezzo di listino senza alcuno sconto (la Nazionale Flex a 1.100, la Carissima Mia 1.700).
Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui avrete capito che per me è stata una bellissima esperienza. Avevo visitato qualche anno fa, in occasione di un Pen Show, la fabbrica Aurora ma era sabato e non lavoravano... vedere i dipendenti creare una penna è stato affascinante.
Ultima annotazione: la guida mi ha riferito che Montegrappa ha acquistato un macchinario per fare i pennini in casa (ora sono tedeschi, non ha saputo confermarmi Bock), dovrebbe arrivare verso fine anno e in tal modo ogni penna sarà creata integralmente a Bassano del Grappa.
Purtroppo sono vietate le fotografie se non nella parte "museale".
Grazie per l'attenzione
Cesare
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Visita a Montegrappa
Molto interessante. Grazie
„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“
Giuseppe
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Visita a Montegrappa
Grazie per il racconto.
Questa è una bella notizia, sarebbe ora.
Hier nous étions au bord du gouffre, aujourd'huis nous avons fait un grand pas en avant.
(Omar Bongo, "presidente" del Gabon - 1967/2009)
(Omar Bongo, "presidente" del Gabon - 1967/2009)
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Visita a Montegrappa
Grazie Cesare Ho letto con interesse.
Anche l'involontaria ironia
Anche l'involontaria ironia
a Carissima Mia 1.700
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
Visita a Montegrappa
Sempre affascinante leggere questo genere di reportage, grazie
Visita a Montegrappa
Bel resoconto, Cesare. Grazie.
Ci sono stato, e so che é una bella esperienza. Fa venir voglia di comprarsi una bella penna e stabilisce un rapporto con Montegrappa che, prima, non c'era o non era uguale.
Ci sono stato, e so che é una bella esperienza. Fa venir voglia di comprarsi una bella penna e stabilisce un rapporto con Montegrappa che, prima, non c'era o non era uguale.
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- Levetta
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Visita a Montegrappa
E' un'esperienza che mi manca ma che vorrei fare appena ci sarà occasione.
Credo che capire come inizia e finisce il processo di produzione di una stilografica permetta di apprezzare certi dettagli che a vista possano sembrare banali o scontati.
Grazie del racconto, molto interessante!
Credo che capire come inizia e finisce il processo di produzione di una stilografica permetta di apprezzare certi dettagli che a vista possano sembrare banali o scontati.
Grazie del racconto, molto interessante!
BP
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- Levetta
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Visita a Montegrappa
Hai perfettamente ragione, qualche penna Montegrappa la possiedo ma il rapporto con la marca non era uguale ad ora. Davvero vedere l'attenzione e la cura con cui vengono create anche le penne a prezzo più basso (le altre, come detto, sembrano più gioielli che penne e alcune sono davvero esagerate, non solo nel prezzo) è stato affascinante.
Grazie a tutti per i ringraziamenti
Cesare
- Tribbo
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- Iscritto il: lunedì 30 dicembre 2019, 15:37
- La mia penna preferita: Montblanc 149 -
- Il mio inchiostro preferito: Waterman Serenity Blu
- Misura preferita del pennino: Extra Fine
- Località: Roma
- Gender:
Visita a Montegrappa
Molto interessante Cesare, grazie del gradito racconto.
Quando sarà possibile piacerebbe anche a me fare qualche visita presso le ditte produttrici... Aurora, Montegrappa..
Quali sono le altre ditte produttrici che fanno fare visite? Forse la Leonardo?
Quando sarà possibile piacerebbe anche a me fare qualche visita presso le ditte produttrici... Aurora, Montegrappa..
Quali sono le altre ditte produttrici che fanno fare visite? Forse la Leonardo?
Visita a Montegrappa
Si, ci si incontra alla stazione di Mergellina e poi, con occhi bendati e orecchie tappate, si prosegue con un pulmino coi vetri schermati per l'opificio più segreto d'Italia.