È una mia impressione? (il mercato delle stilografiche)

I problemi che incontriamo nel mondo delle Penne, oltre quelli generali. Parliamone.
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

maylota ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 11:15 Credo ti riferisca alla ricerca qui citata:
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=19471

La mia impressione dopo averla letta, è però diversa dalla tua sulla strategia di abbandono delle scolastiche da parte dei marchi italiani: se abbandoni il mercato delle penne usate dai giovani, ti "autocondanni" alla nicchia dell'anziano ultra sessantacinquenne (per usare i termini della ricerca).
E sei fuori ad esempio da possibili trend di recupero della scrittura analogica.
Leggevo da qualche parte che Instagram ha avuto un ruolo molto forte sul boom degli inchiostri cui stiamo assistendo. Però se il mercato dei giovani lo abbandoni perchè scolastica=economica=pochi profitti, forse rischi di rimanere ai margini.
Sono assolutamente d'accordo. L'atteggiamento più intelligente, a mio avviso, è quello di Pelikan, perché spazia dalle penne da pochi euro a quelle di alta gamma. In pratica fidelizzano il cliente fin dalle scuole elementari, complice anche il sistema scolastico tedesco.
:wave:
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Messaggio da Phormula »

Monet63 ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 14:13 fidelizzano il cliente fin dalle scuole elementari, complice anche il sistema scolastico tedesco.
:wave:
Quello non è cosa da poco, perchè chi ha cominciato a scrivere con la stilografica ha una probabilità molto maggiore di continuare a farlo anche alle superiori, all'università e persino nel lavoro e nella vita privata, come sto facendo io. Avessi cominciato con la biro, probabilmente oggi non userei la stilografica. Infatti quasi tutti i produttori di penne scolastiche sono tedeschi.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Messaggio da Monet63 »

Phormula ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 14:17 Infatti quasi tutti i produttori di penne scolastiche sono tedeschi.
E' vero. In alcuni stores tedeschi si trovano marchi stranissimi, mai sentiti, anche a costo molto basso. Non solo penne: carta, cartucce...
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Messaggio da maylota »

Phormula ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 14:17
Quello non è cosa da poco, perchè chi ha cominciato a scrivere con la stilografica ha una probabilità molto maggiore di continuare a farlo anche alle superiori, all'università e persino nel lavoro e nella vita privata, come sto facendo io. Avessi cominciato con la biro, probabilmente oggi non userei la stilografica. Infatti quasi tutti i produttori di penne scolastiche sono tedeschi.
Sul mercato delle elementari non ho molte speranze, senza per questo voler aprire il vaso di Pandora su corpo docente e programmi in Italia.
Però su Medie Superiori, Università e anche post laurea, i produttori potrebbero fare grande lavoro se volessero e ne avessero le capacità. Qualcosa da parte di Pelikan e soprattutto Lamy si vede, ma per loro credo l'Italia sia mercato del tutto marginale (anche per problematiche demografiche).

In ogni caso, se non getti il seme quando le persone sono ancora relativamente giovani e curiose, poi non le riprendi più a mio parere.
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Messaggio da Phormula »

Monet63 ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 14:28
Phormula ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 14:17 Infatti quasi tutti i produttori di penne scolastiche sono tedeschi.
E' vero. In alcuni stores tedeschi si trovano marchi stranissimi, mai sentiti, anche a costo molto basso. Non solo penne: carta, cartucce...
In molti casi si tratta di marchi "private label" delle catene della grande distribuzione.
Io ho comprato le cartucce marchiate Carrefour o Kaufland, per esempio.

Inoltre, il fatto che debbano essere usati con la stilografica, rende i blocchi e i quaderni tedeschi, anche quelli più economici (vedi Lidl) ottimi per questo tipo di utilizzo, cosa che invece non vale per quelli di casa nostra, con una ricaduta positiva anche su noi appassionati.
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Phormula ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 15:43 Inoltre, il fatto che debbano essere usati con la stilografica, rende i blocchi e i quaderni tedeschi, anche quelli più economici (vedi Lidl) ottimi per questo tipo di utilizzo, cosa che invece non vale per quelli di casa nostra, con una ricaduta positiva anche su noi appassionati.
Esatto!
Ho appena scovato dei quaderni spiralati che hanno una carta fantastica, sottile (60gr.), molto economica (60 eurocents in Italia per il formato A4), che regge davvero ogni cosa, anche gli inchiostri più cattivi di Noodler's. E' sostanzialmente identica, come sensazione e pure come struttura, alla Tomoe River, che ha ben altri prezzi. Davvero non me l'aspettavo. Ne avevo comprato solo uno per provarlo, sono tornato a prenderne alcuni.
:wave:
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Messaggio da Spiller84 »

Monet63 ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 16:25
Phormula ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 15:43
... E' sostanzialmente identica, come sensazione e pure come struttura, alla Tomoe River, che ha ben altri prezzi. Davvero non me l'aspettavo. Ne avevo comprato solo uno per provarlo, sono tornato a prenderne alcuni.
:wave:
Interessante. E di cosa si tratta? O è come per chi va a tartufi, che non rivela i suoi segreti? 😁
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Messaggio da Invernomuto »

maylota ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 11:15
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=19471

La mia impressione dopo averla letta, è però diversa dalla tua sulla strategia di abbandono delle scolastiche da parte dei marchi italiani: se abbandoni il mercato delle penne usate dai giovani, ti "autocondanni" alla nicchia dell'anziano ultra sessantacinquenne (per usare i termini della ricerca).
E sei fuori ad esempio da possibili trend di recupero della scrittura analogica.
Leggevo da qualche parte che Instagram ha avuto un ruolo molto forte sul boom degli inchiostri cui stiamo assistendo. Però se il mercato dei giovani lo abbandoni perchè scolastica=economica=pochi profitti, forse rischi di rimanere ai margini.
Ma non ho espresso opinioni o impressioni, ma dati di fatto: per Aurora, a detta delle parole del suo AD (e dei dati del sole24ore) il riposizionarsi sulla fascia alta di mercato abbandonando quella bassa ha pagato, e molto bene. Hanno raddoppiato il fatturato in 5 anni. Sono passati da un mercato esclusivamente domestico negli anni 90 a uno internazionale (oggi Aurora fa il 70% del fatturato all'estero). Ricordiamoci che parliamo di una piccola impresa, non di una multinazionale.
Non è che devi necessariamente coprire tutti i settori produttivi per avere un'attività di successo, vedi ad esempio la Mercedes: non mi pare le freghi molto di produrre utilitarie, dove hai margini vicini allo zero e concorrenza spietata da parte di produttori di mezzo mondo, specie dell'est asiatico.
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Spiller84 ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 21:20 Interessante. E di cosa si tratta? O è come per chi va a tartufi, che non rivela i suoi segreti? 😁
:D
Sono quaderni spiralati venduti da Tedi. Metto una foto presa dal web. Il prezzo è di 55 centesimi in Germania, 65 centesimi in Italia e altri paesi europei.
Stranamente gli A5 costano di più (1 euro) e la carta, pur essendo ottima, non è così buona come quelli in formato A4.
Allegati
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Messaggio da maylota »

Invernomuto ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 21:40
Ma non ho espresso opinioni o impressioni, ma dati di fatto
Avevo erroneamente interpretato le dichiarazioni dell'AD di Aurora come la tua opinione, chiedo venia.
Invernomuto ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 21:40
per Aurora, a detta delle parole del suo AD (e dei dati del sole24ore) il riposizionarsi sulla fascia alta di mercato abbandonando quella bassa ha pagato, e molto bene. Hanno raddoppiato il fatturato in 5 anni. Sono passati da un mercato esclusivamente domestico negli anni 90 a uno internazionale (oggi Aurora fa il 70% del fatturato all'estero). Ricordiamoci che parliamo di una piccola impresa, non di una multinazionale.
Non è che devi necessariamente coprire tutti i settori produttivi per avere un'attività di successo, vedi ad esempio la Mercedes: non mi pare le freghi molto di produrre utilitarie, dove hai margini vicini allo zero e concorrenza spietata da parte di produttori di mezzo mondo, specie dell'est asiatico.
Non è facile fare l'AD di una PMI Italiana, con risorse non illimitate e dipendenti che con lo stipendio mandano avanti le famiglia. Sta avendo successo ed è una grande cosa e un grande merito, anche perchè ha scelto una strada e la sta seguendo in modo determinato.

Resta il fatto però che tutti i produttori Italiani di penne hanno adottato la strategia "nicchia ultrasessantenne" (sempre per usare i termini della ricerca citata sopra), espandendosi con l'internazionalizzazione e non con nuove idee di prodotto o target.

Se a livello globale ci sarà un trend di ritorno alla scrittura a mano, non sarà probabilmente una azienda italiana a cavalcarlo. E ben pochi degli "ultrasessantenni" del 2050 avranno nel loro bagaglio dei ricordi una marca italiana: questo lo si vede - purtroppo - anche nei consigli sulle marche che noi stessi diamo a studenti e giovani entuasiasti che si affacciano al mondo delle stilografiche su questo forum.
Opinione ovviamente personale e (come ogni opinione) del tutto opinabile. ;)
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Messaggio da Phormula »

La scelta fatta da Aurora era la migliore possibile, considerate le dimensioni dell'azienda.

La chiave secondo me resta sempre la stessa, i produttori tedeschi possono e vogliono offrire penne di fascia medio bassa perché hanno un gigantesco mercato di studenti che le usano tutti i giorni. Senza questo mercato di milioni di pezzi, navigherebbero in pessime acque o, per alcuni, avrebbero già tolto le stilografiche dai listini da tempo. Perchè, se parliamo di gruppi come Pelikan, Staedtler, Schneider, Faber Castell e in parte la stessa Lamy, le stilografiche sono uno dei prodotti a catalogo ma non l'unico. Sono essenzialmente produttori di cancelleria scolastica e da ufficio. Il punto è sempre avere un mercato. Esemplare è il caso di Rotring. Era una potenza quando nei reparti progettazione delle aziende c'era la sala tecnigrafi e nelle scuole si faceva disegno tecnico. Oggi che si fa tutto tramite computer, dopo avere tentato l'avventura delle penne stilografiche di design, l'azienda sopravvive come parte di un grosso gruppo. Lo stesso che ha ridotto Papermate al rango di fornitore di cancelleria economica scolastica e da ufficio e ridimensionato Parker e Waterman.

Aurora ha giustamente puntato su quello che sanno fare meglio, le penne di pregio. Senza il solido mercato che hanno i tedeschi, non avrebbero mai potuto competere sul mercato di fascia bassa. E non mi sorprenderebbe se anche gli altri marchi italiani superstiti, come Montegrappa, Leonardo e Visconti, prendessero la stessa strada. Sotto i 100-150 Euro servono grossi volumi per restare competitivi, volumi che il mercato italiano non offre e che si trovano solo in alcuni mercati specifici, stabilmente presidiati dai produttori locali. Fare previsioni di lungo periodo è impossibile, ma io mi aspetto che un mercato per penne di pregio ci sarà anche nel 2050, perchè ci sarà sempre una nicchia interessata, ma non è detto che sia una stilografica, già oggi avevo letto che Montblanc vende principalmente rollerball.
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Messaggio da Invernomuto »

Sottoscrivo ogni parola di Phormula, a sensazione da quel che leggo in giro, in prospettiva mi pare messa meglio una Aurora rispetto ad una Lamy. Il mercato al momento non segna un aumento di volumi delle stilo né un ritorno delle stesse su grossi volumi, anzi, per cui non è detto che qualche grosso produttore tedesco non salti o non sia obbligato a qualche fusione.
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Messaggio da Phormula »

Dei produttori tedeschi, Lamy è quella più, per così dire "esposta". Nel senso che oltre ad essere il principale produttore di penne stilografiche, deve il suo successo al mercato scolastico ed al formato proprietario delle cartucce. Tra gli studenti l'uso del converter e del calamaio è ovviamente meno frequente che tra gli appassionati. Questo permette di continuare a guadagnare anche dopo che hai venduto la penna, non a caso la tendenza tra i produttori di stilografiche è di offrire le proprie cartucce o il proprio inchiostro, operazione redditizia e relativamente poco costosa. Questa permette loro di continuare a produrre in Germania e vendere a prezzi competitivi. Se dovesse venir meno l'utilizzo delle stilografiche nelle scuole tedesche, perchè anche loro passano alle biro cancellabili come abbiamo fatto noi, l'azienda si troverebbe senza mercato e, anche a volersi ridimensionare, avrebbe difficoltà a farlo, non avendo una vera e propria gamma di fascia alta su cui contare, se si esclude la 2000, che fa storia a sè. Oltre alle penne producono pastelli e cancelleria, ma è un business minore. Infatti stanno cercando di alzare l'asticella, ma è chiaro che una gamma di fascia alta e una clientela disposta a spendere non si improvvisano. Oltre un certo prezzo la qualità è data per scontata e la differenza la fa il blasone.

Altri marchi se la caverebbero un po' meglio, perchè hanno una produzione molto più diversificata e probabilmente sopravviverebbero come produttori di cancelleria. L'unico marchio che vedo veramente male è Rotring, non si capisce in che direzione Sanford lo voglia mandare.
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Messaggio da Automedonte »

Condivido pienamente le vostre osservazioni, le PMI non possono certo far la guerra sui prezzi e sulle quantità prodotte perchè non ne hanno neanche la capacità produttiva. Aurora, ma vale per altri lo stesso discorso, riesce a produrre un tot di penne di un certo livello per produrne di più dovrebbe cambiare tutte le sue linee produttivi meccanizzando molto, acquisendo nuovi macchinari, nuovi dipendenti e nuovi stabilimenti per poi andare in concorrenza con ditte che riescono a lavorare con margini inferiori ai suoi.
In tutti i campi esistono marchi di livelli diversi, per tasche diverse e per gusti diversi. Sono molto pochi i marchi che coprono tutte le fasce.
Questo vale anche nella moda o nelle auto come già detto.
La Ferrari, Cartier o Rolex sono dei punti di arrivo non di partenza, da ragazzi si comprano le Fiat e gli Swatch e poi crescendo se ci si appassiona si cerca qualcosa di più soddisfacente se si sviluppa interesse in quel campo, altrimenti di continua con la Fiat e lo Swatch.
Il passaggio a penne di "qualità" superiore non è automatico da parte di tutti gli utilizzatori di stilografiche, alcuni continuano ad usare scolastiche per tutta la vita e con soddisfazione. Cosa di cui abbiamo spesso discusso nel Forum.
Quindi il mercato delle penne di "lusso" sarà sempre di nicchia come è sempre stato e questa nicchia ci sarà sempre, l'importante è saperci stare bene dentro ed Aurora sta dimostrando di riuscirci.
Cesare Augusto
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Messaggio da maylota »

Dal punto di vista industriale è tutto assolutamente logico e consistente con le strategie che hanno funzionato in altri settori in cui l'Italia è tradizionalmente stata forte.

In fondo la stilografica è una minuscola nicchia di un settore (strumenti di scrittura/prodotti per l'ufficio/prodotti per la scuola) fortemente ridimensionato dal digitale.
Ipotizzare di ridefinire il settore, trovare nuovi utilizzi, processi o nuovi target non è una impresa alla portata di una PMI Italiana e a ricamarci sopra si rischia di scivolare nella caricatura del temibile Amministratore Delegato da tastiera (io :lol: ) o dell'ancora più temibile guru da Società di Consulenza Internazionale (che in qualche anno ti fa fallire o ti vende ad un Fondo).

Resta il dubbio di quale sarà la rilevanza di un Marchio come Aurora fra qualche decennio per un ragazzo che fa il liceo oggi e non ha un babbo (o una mamma) come noi con la casa piena di stilografiche. Ma almeno in questo modo Aurora al 2040 ci dovrebbe arrivare e poi chi vivrà vedrà.
Venceremos.
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