Cose da notare quando si compra una Montblanc 149 usata ??

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Albaspina
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Messaggio da Albaspina »

gandalff ha scritto:
Albaspina ha scritto: Ho colto la provocazione, non preoccuparti. L'esempio che ti porto (la lacoste non è calzante in quanto replica) sono ottimi orologi pressoché identici al Rolex Submariner, con movimenti di alta qualità che riportano un marchio differente. Sto parlando di orologi di marca X che replicano nelle forme il submariner, e che costano circa 1000€ il pezzo.
Credo che con il suggerimento/provocazione non volesse dirti di prendere una simil mont blanc ad una frazione del prezzo, ma a prendere una penna che non costa quasi niente e ti permettesse di valutare quanto una penna di quelle dimensioni si adattasse alla tua mano e poi, eventualmente, prendere una MB
Concordo, ma per come sono fatto io non me ne faccio nulla di tenere penne nel cassetto, tanto vale venderle. Puntavo sulla 149 per pendermi una rivincita, ma è una lunga storia, e finalmente la posso avere coi soldi miei. Per questo non puntavo su altre simili, per quanto abbia visto una penna cinese simile che mi è piaciuta molto.
Non lo vedo molto logico prendersi un Rolex da tenere a casa ed una imitazione per andarci in giro......
Nemmeno io, ma sono scelte.

Saluti
Gustav
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Messaggio da Gustav »

Albaspina ha scritto: Concordo, ma per come sono fatto io non me ne faccio nulla di tenere penne nel cassetto, tanto vale venderle. Puntavo sulla 149 per pendermi una rivincita, ma è una lunga storia...
Mah, la penna è uno strumento secondo me, non un fine, ed è uno strumento di scrittura, non di rivincita, tu non sei la Montblanc, sei la mano che la tiene... Se poi la Montblanc è un bell'oggetto, elegante, che scrive magnificamente, allora va bene, però le rivincite sono altre per me, anche perché se l'oggetto in cui identifichiamo la rivincita si rompesse, la sconfitta che ha originato la rivincita rivivrebbe tragicamente. Forse la rivincita è nell'aver guadagnato onestamente e meritatamente il denaro per comprare un oggetto che ti gratifica. Ma questa è un'altra storia e la Montblanc non c'entra nulla. Scusa la franchezza ma il tema è appassionante e il tuo garbo e la tua onestà intellettuale meritano risposte sincere.
Gustav
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Messaggio da Albaspina »

Gustav ha scritto:
Albaspina ha scritto: Concordo, ma per come sono fatto io non me ne faccio nulla di tenere penne nel cassetto, tanto vale venderle. Puntavo sulla 149 per pendermi una rivincita, ma è una lunga storia...
Mah, la penna è uno strumento secondo me, non un fine, ed è uno strumento di scrittura, non di rivincita, tu non sei la Montblanc, sei la mano che la tiene... Se poi la Montblanc è un bell'oggetto, elegante, che scrive magnificamente, allora va bene, però le rivincite sono altre per me, anche perché se l'oggetto in cui identifichiamo la rivincita si rompesse, la sconfitta che ha originato la rivincita rivivrebbe tragicamente. Forse la rivincita è nell'aver guadagnato onestamente e meritatamente il denaro per comprare un oggetto che ti gratifica. Ma questa è un'altra storia e la Montblanc non c'entra nulla. Scusa la franchezza ma il tema è appassionante e il tuo garbo e la tua onestà intellettuale meritano risposte sincere.
Gustav
Grazie Gustav per le tue parole, che apprezzo molto.
Qualunque strumento è emotivamente neutro, e rimane tale finché non proiettiamo su di esso un significato. La penna del caro parente estinto non sarà mai come la medesima penna dietro una vetrina; la penna del genitore, esibita e ostentata, ma mai prestata (nemmeno per una sera) per ottusa gelosia, seguito dal discorso "quando vorrà se la comprerà con i soldi suoi", diviene un oggetto carico negativamente a livello emotivo, da comprare in separata sede e prestare a chi voglio io, e farne ciò che più mi aggrada. Nella fattispecie del mio caso specifico, è un modo personalissimo che simboleggia la fine di un ciclo. Se si rompe pazienza, magari l'aggiusterò, ma non cambia il significato per cui l'ho comprata. Prima ero figlio, ora sarò padre. E per intenderci, non vado di certo a dirglielo.
Ma è anche uno strumento di scrittura.

Grazie.
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

Albaspina ha scritto:Prima ero figlio, ora sarò padre. E per intenderci, non vado di certo a dirglielo.
Grazie.
Seguivo con interesse questa discussione; ad un certo punto ho sentito il dovere di dirti che credo di capire a fondo le tue parole, perché in passato ho fatto lo stesso identico ragionamento, anche se si trattava di altro tipo di strumento.
Ma volevo soprattutto ringraziarti per avermi in qualche modo "ricordato" i perché ed i percome di alcune scelte fatte tanti anni fa, delle quali rischiavo di perderne memoria e motivazioni.
Un salutone.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Messaggio da Gustav »

Temi importanti, difficile rispondere per pudore e rispetto dei sentimenti degli interlocutori. Mi avete fatto venire in mente una battuta splendida del film La meglio gioventù. La dice un padre a una figlia felice, per spiegarle come si deve comportare con una madre che le ha fatto passare di tutto.

Nicola Carati (Luigi Lo Cascio)
"Adesso sei felice? Allora è arrivato il momento di essere generosi!"

E pensare che si partiva da una penna usata, però resto della mia opinione, non dobbiamo proiettarci sulle cose o pensare che esse ci rappresentino.

Saluti.
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Messaggio da Albaspina »

Monet63 ha scritto:
Albaspina ha scritto:Prima ero figlio, ora sarò padre. E per intenderci, non vado di certo a dirglielo.
Grazie.
Seguivo con interesse questa discussione; ad un certo punto ho sentito il dovere di dirti che credo di capire a fondo le tue parole, perché in passato ho fatto lo stesso identico ragionamento, anche se si trattava di altro tipo di strumento.
Ma volevo soprattutto ringraziarti per avermi in qualche modo "ricordato" i perché ed i percome di alcune scelte fatte tanti anni fa, delle quali rischiavo di perderne memoria e motivazioni.
Un salutone.
Sono io che ringrazio te per le tue parole e la tua condivisione.

A presto

G.
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Messaggio da Albaspina »

Gustav ha scritto:Temi importanti, difficile rispondere per pudore e rispetto dei sentimenti degli interlocutori. Mi avete fatto venire in mente una battuta splendida del film La meglio gioventù. La dice un padre a una figlia felice, per spiegarle come si deve comportare con una madre che le ha fatto passare di tutto.

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E pensare che si partiva da una penna usata, però resto della mia opinione, non dobbiamo proiettarci sulle cose o pensare che esse ci rappresentino.

Saluti.
Gustav
Ti ringrazio per la sensibilità e il rispetto che mostri.
Solo un dettaglio dell'ultima tua frase: le proiezioni sugli oggetti o sulle persone non sono cose che noi scegliamo di fare, sono cose che accadono in modo del tutto involontario, come quando ascoltiamo una canzone e ci riporta a tanti anni fa: l'associazione canzone-situaszione non è stata volontaria, è stata non razionale e non consapevole, ma è avvenuta lo stesso, e sarebbe avvenuta anche se non l'avessimo voluto. Ci son persone che lasciano una casa piena zeppa di cose del marito defunto 10 anni prima: perché lo fanno? E' una scelta? No, lo fanno per inerzia, perché non riescono a buttare nulla, perché buttare significa separarsi da quella persona che non c'è nella realtà ma c'è dentro di loro e che rivedono nelle foto, nei suoi oggetti, nelle cose che gli appartenevano.
Certi oggetti ci rappresentano, nel bene o nel male; le persone scelgono di tatuarsi o mettersi pearcing per un senso di appartenenza, si comprano una bmw o una mercedes perché la classe "premium" è uno status simbol, come la montblanc. Un pianoforte rappresenta un pianista, e un pianista può identificarsi col pianoforte, come Jimi Hendrix con la sua chitarra. Non è questione volontaria, di dovere o non dovere, succede e basta. Ci son persone che funzionano così, altre che, nel loro funzionamento, gli oggetti restano solo oggetti.
Spero di aver chiarito un funzionamento mentale diverso, perché ognuno ha la sua storia che l'ha portato fin qui.

Grazie per le tue riflessioni.
Gustav
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Albaspina ha scritto:
Gustav ha scritto:Temi importanti, difficile rispondere per pudore e rispetto dei sentimenti degli interlocutori. Mi avete fatto venire in mente una battuta splendida del film La meglio gioventù. La dice un padre a una figlia felice, per spiegarle come si deve comportare con una madre che le ha fatto passare di tutto.

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E pensare che si partiva da una penna usata, però resto della mia opinione, non dobbiamo proiettarci sulle cose o pensare che esse ci rappresentino.

Saluti.
Gustav
Ti ringrazio per la sensibilità e il rispetto che mostri.
Solo un dettaglio dell'ultima tua frase: le proiezioni sugli oggetti o sulle persone non sono cose che noi scegliamo di fare, sono cose che accadono in modo del tutto involontario, come quando ascoltiamo una canzone e ci riporta a tanti anni fa: l'associazione canzone-situaszione non è stata volontaria, è stata non razionale e non consapevole, ma è avvenuta lo stesso, e sarebbe avvenuta anche se non l'avessimo voluto. Ci son persone che lasciano una casa piena zeppa di cose del marito defunto 10 anni prima: perché lo fanno? E' una scelta? No, lo fanno per inerzia, perché non riescono a buttare nulla, perché buttare significa separarsi da quella persona che non c'è nella realtà ma c'è dentro di loro e che rivedono nelle foto, nei suoi oggetti, nelle cose che gli appartenevano.
Certi oggetti ci rappresentano, nel bene o nel male; le persone scelgono di tatuarsi o mettersi pearcing per un senso di appartenenza, si comprano una bmw o una mercedes perché la classe "premium" è uno status simbol, come la montblanc. Un pianoforte rappresenta un pianista, e un pianista può identificarsi col pianoforte, come Jimi Hendrix con la sua chitarra. Non è questione volontaria, di dovere o non dovere, succede e basta. Ci son persone che funzionano così, altre che, nel loro funzionamento, gli oggetti restano solo oggetti.
Spero di aver chiarito un funzionamento mentale diverso, perché ognuno ha la sua storia che l'ha portato fin qui.

Grazie per le tue riflessioni.
Sono d'accordo. Io facevo riferimento anche allo sforzo che si deve fare per moderare questi automatismi.
Grazie a te per la profonditá dei temi.
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Messaggio da Ottorino »

Cercate di limitarvi nelle citazioni, quando sono troppo ridondanti disturbano solamente
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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