nero & oro - Avatar UR DELUXE e GOLDEN BROWN

Le recensioni: impressioni d'uso e valutazioni direttamente dagli utenti
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rizzi83
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Messaggio da rizzi83 »

Qualche tempo fa ho acquistato, tramite un annuncio inserito nel mercatino da un utente del forum, una stilografica Pineider Avatar UR DELUXE nera, munita di pennino Quill Nib misura EF (soft extra fine, secondo l'indicazione della Ditta).
Sono una penna e un pennino abbastanza peculiari, ma di cui non si trovano in giro molte recensioni: per cui ho pensato di lasciare un piccolo contributo agli interessati, nonostante la mia inesperienza.

La principale caratteristica di tutte le Avatar è l'innovativo materiale denominato Ultraresin (da cui la sigla UR) e definito da Pineider come "un compound di madreperla e resina ... duro, quasi come il metallo, ma anche incredibilmente resistente agli urti, agli oli, agli inchiostri, all'elettricità, alle alte e basse temperature, ai raggi ultravioletti e agli agenti atmosferici".
Il materiale è disponibile in una varietà di colorazioni, dal mio nero solido a diverse tonalità cangianti, perlate e metallizzate, fino alle versioni trasparenti (UR demo). L'azienda produttrice reclamizza l'assemblaggio puramente meccanico, senza una goccia di colla.
Altre caratteristiche originali di queste penne sono il cappuccio magnetico e la clip a molla.
La versione DELUXE si distingue da quella "ordinaria", con cui condivide i colori, per la sezione dello stesso materiale della penna (anziché in metallo), per le finiture placcate oro e soprattutto per avere in donazione il pennino "Quill Nib" o "Hyperflex", sul quale in rete si leggono alcune lusinghiere recensioni. Si tratta della penna più economica su cui si può avere questo pennino, il prezzo è poco superiore a 300 euro, quindi quasi 200 in più rispetto alla versione col pennino Bock in acciaio.

Sul sito ufficiale Pineider e in rete abbondano le immagini, dunque questa volta mi sono applicato poco con il servizio fotografico; ma proverò a darvi qualche informazione in più...
AR210008.jpg
Come potete vedere dalla foto, si tratta di una penna medio-grande ma non enorme e soprattutto non molto spessa.
Le altre penne in foto sono una OMAS 360 Tabellionis Stilus (una oversize di ben 16 cm) e una Noodler's Konrad (classica media da 13 cm).
La Avatar misura circa 14,5mm da chiusa, che diventano 13,3 da aperta; il diametro massimo del corpo è attorno ai 12mm ma la sezione misura 10mm o poco meno.
Il peso, con il converter pieno, è di circa 28grammi, 10 dei quali spettano al tappo.
Le finiture mi sembrano ineccepibili, in particolare la lavorazione della larga veretta; come potete vedere il colore dell'oro è sensibilmente meno caldo rispetto alla OMAS ma la lavorazione è molto bella e curata.
Nell'insieme si tratta di una stilografica molto comoda da tenere in mano, che non stanca nemmeno per lunghe sessioni. A patto però di non postare il cappuccio sul fondello: in questo caso il baricentro arretra sensibilmente e l'insieme si fa meno bilanciato (inoltre non c'è attacco magnetico in questa posizione, anche se si incastra comunque saldamente).

La penna restituisce una sensazione di piacevole solidità.
Il mio esemplare, non presenta le belle variazioni di alcune versioni colorate; però esibisce una tinta molto scura e piena, vicina alla bellissima resina di cotone OMAS. Al tatto il materiale è caldo e naturale, lucido ma non scivoloso e facile da pulire.
In rete si trovano alcune prove estreme sulla resistenza di questo materiale, che se non può dirsi autenticamente "infrangibile" sembra resistere abbondantemente ai classici urti e cadute. Non mi sembra comunque che la superficie sia particolarmente dura: il mio esemplare, che non è stato strapazzato, presenta vari micrograffi, che potete ben vedere nelle successive immagini (soprattutto in corrispondenza della sezione, immagino causati dall'apri-e-chiudi col cappuccio) ma che ad occhio nudo si possono notare solo con una osservazione attenta sotto luce radente, mentre ad una normale occhiata il materiale pare ben lucido.
Direi che si tratta di un materiale piacevole e ragionevolmente durevole, non delicato ma nemmeno immune dai normali segni d'uso.
AR210016.jpg
Il cappuccio offre una chiusura molto salda e pratica.
Avevo qualche timore per la tenuta dell'aria, ma era infondato: in realtà la chiusura mi sembra praticamente ermetica, tanto che non è difficile provocare qualche scompenso di pressione con l'apertura, causando la fuoriuscita di piccole gocce di inchiostro. Quindi meglio evitare di aprire troppo bruscamente, anche se non mi è mai capitato di macchiare seriamente un foglio. Mai sperimentato il minimo problema di ripartenza, nemmeno dopo giorni di inutilizzo: l'inchiostro non secca mai.
Trovo quindi che la chiusura magnetica sia ottimamente realizzata e offra un servizio notevole, specie se si utilizza la penna per prendere appunti o in altre situazioni che richiedono apertura e chiusura frequenti.
La clip mi piace molto, esile e raffinata; ma al tempo stesso è molto solida e pratica, si alza con poco sforzo di quasi 1cm, si infila e sfila con facilità da qualsiasi tessuto, anche ruvido e spesso.
AR210020.jpg
Ora veniamo al pezzo forte: il pennino.
E' piuttosto grande, in particolare lungo (quasi 24mm la parte scoperta) e piuttosto sottile (con fianchi sagomati e ali allungate); ha un aspetto "appuntito" che è studiato appunto per favorire la flessibilità.
Lo trovo molto scorrevole e piacevole da usare, in tutte le condizioni. Ha sempre un minimo feedback e un leggero fruscio mentre scivola sulla carta, mai fastidioso.
La punta è molto ben arrotondata, non fa resistenza in nessuna direzione; non ho mai sperimentato impuntature né incertezze, nemmeno su carte abbastanza ruvide.
Il tratto del mio esemplare non è sottilissimo, almeno non quanto mi sarei atteso da un pennino marcato "EF"; inoltre per ottenere un tratto sottile è necessario tenersi veramente leggerissimi, sfiorando la carta. Scrivendo in modo più rilassato, il tratto mi pare vicino a quello di un F europeo.
In ogni caso, se ho ben capito si tratta di pennini realizzati in casa e in modo quasi artigianale: quindi potrebbero esserci delle variazioni fra i singoli esemplari e io ho potuto provare solo quello che possiedo.
Aumentando di poco la pressione, il tratto cambia in modo sensibile. La sensazione è molto piacevole e armoniosa; soprattutto la forza che occorre applicare per variare lo spessore delle linee è veramente contenuta. Il ritorno è piuttosto pronto. Insomma è un pennino morbido e piacevole.
Le variazioni che si ottengono non sono eclatanti: il pennino di una Noodler's Konrad consente un tratto decisamente più largo e parte da una linea sensibilmente più sottile; però il Quill Nib richiede molta meno forza ed è veramente piacevole.
Il flusso è tendenzialmente abbondante e sta dietro senza problemi alle variazioni di tratto: è molto difficile ottenere dei binari, a meno che non si scriva davvero velocemente e insistendo molto con la flessione.
Il gruppo di scrittura si può facilmente svitare dalla sezione, facilitando la pulizia di entrambi.
prova Avatar 4001.jpeg
Qui una prova con un classico Pelikan 4001...
prova Avatar GB.jpeg
Qui invece con l'inchiostro che ho scelto come compagno d'elezione di questa penna.
Trovo che il Noodler's Golden Brown offra caratteristiche interessanti e che ben si abbinano alla Avatar UR DELUXE, specialmente perché si tratta di un inchiostro che aiuta a contenere il tratto. Il colore è chiaro, molto caldo e ricco di sfumature, che vanno dal marrone legno al giallo oro; è presente una componente aranciata. Trovo sia un ottimo inchiostro per evidenziare o correggere un testo stampato, garantendo un notevole stacco; inoltre è "bulletproof" e "forge resistant" quindi dovrebbe offrire una buona permanenza.
Lo sto utilizzando da diverse settimane e non ho notato alcun problema di intasamento né difficoltà di pulizia; mi pare un inchiostro utilizzabile senza particolari cautele.

L'unica nota un po' stonata riguarda l'alimentatore mediante il converter. Quello fornito in dotazione, marcato Pineider e dotato di attacco standard, è evidentemente uno Schmidt K5.
Purtroppo, mentre se si utilizzano le cartucce l'alimentazione risulta assolutamente continua e regolare, dalla prima all'ultima goccia di inchiostro, con il converter si presentano invece delle interruzioni di flusso. Ho acquistato un converter Schmidt k5 nuovo, ma non noto differenze.
Ho fatto diverse prove e ho notato due possibili fattori:
- non so se dipenda dal design del converter, ma c'è un problema di tensione superficiale: con tutti gli inchiostri e anche con semplice acqua, capovolgendo il converter il liquido tende a rimanere abbarbicato alle pareti, anziché scendere assecondare la forza di gravità;
- credo ci sia anche qualche difficoltà di compensazione della pressione, perché a volte il pennino si asciuga mentre si sta scrivendo, ma riparte dopo qualche minuto di riposo.
Ho provato il trucchetto di inserire un paio di palline di plastica prelevate da vecchie cartucce nel converter: la situazione è migliorata un po', ma non molto; di fatto noto che spesso il peso delle palline non basta a rompere la tensione superficiale e per far scendere il liquido bisogna agitare un po' la penna. Alla prima occasione acquisterò un converter pilot per estrarne le palline di metallo e provare con quelle, che dovrebbero essere più pesanti...
Ho notato anche che le cartucce si inseriscono molto meno saldamente del converter (pur senza causare perdite di inchiostro) e forse ciò aiuta la compensazione della pressione. Però, dei due converter che possiedo, uno (quello originale) è meno saldo dell'altro, eppure sembra funzionare peggio.
Ho anche notato una cosa che mi pare strana: fare qualche ghirigoro col pennino rovesciato (scrivendo col lato secco) spesso aiuta a far ripartire l'alimentazione... ma non so spiegarmi il perché!
Non si tratta di un difetto che comprometta l'uso della penna: con le palline inserite nel converter, se il flusso si interrompe è quasi sempre sufficiente rigirarla un po' perché riparta; inoltre le interruzioni si manifestano quasi solo nell'uso prolungato, mentre se si si utilizza la penna in modo intermittente non compaiono quasi mai. Però è fastidioso...

Ho anche provato a scrivere a Pineider per chiedere qualche indicazione, ma non ho ricevuto risposta.
Se qualcuno di voi ha esperienza nell'uso di pennini Quill Nib con converter o ha comunque qualche suggerimento, sono tutt'orecchi!
rizzi83
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Messaggio da rizzi83 »

Piccolo aggiornamento della recensione...
Sto continuando a usare la Pineider Avatar UR deluxe con il Noodler's Golden Brown e ho notato alcune cose che mi sembrano interessanti e quindi ritengo utile segnalare.

La penna mi sembra migliorata sensibilmente con l'uso.
In particolare mi sembra più semplice ottenere tratti sottili: può darsi che io stia facendo l'abitudine a tenere la mano più leggera o che il rodaggio del pennino incida un po'. In ogni caso il tratto continua a non essere quello che mi sarei aspettato da un EF, ma è un po' migliorato.
Recentemente ho avuto occasione di provare un paio di stilografice vintage dotate di pennini flessibili. Senza volermi lanciare in un paragone difficile (anche se starei meditando di imbastire una sorta di confronto tra flex di vario tipo ed epoca...), posso dire che le variazioni di tratto sono sicuramente molto più contenute rispetto a quelle che si possono trovare su un buon flessibile di una volta; però mi pare anche che il feeling sia abbastanza simile, soprattutto per il ritorno armonioso e la poca forza richiesta... quest'ultima, in particolare, è sicuramente superiore rispetto ai pennini "burrosi" d'antan, ma ben inferiore a quella richiesta dagli altri flessibili moderni che ho avuto occasione di provare finora.
Col passare del tempo il flusso si è fatto più regolare e sono molto diminuiti anche i problemi relativi al converter: di fatto ora sperimento raramento delle interruzioni e, quando accade, basta rigirare la stilografica tra le dita un paio di volte per farla ripartire.
Sto usando la avatar come penna per gli appunti. L'utilizzo è discontinuo e talvolta sporadico: è rimasta anche 10 giorni in verticale senza scrivere una parola. Ebbene, riparte sempre al primo colpo, senza la più piccola incertezza! Credo che il merito vada sia all'inchiostro che al tappo, di fatto il pennino non secca proprio mai!
Confermo l'enorme praticità ed efficacia sia del tappo magnetico che della clip a molla: per me due plus importanti di questa penna (e anche della Avatar base) anche se la loro rilevanza dipende molto dal tipo di uso che se ne fa.

Ho qualche osservazione anche sul Noodler's Golden Brown.
Come già accennato, la resa varia molto a seconda della carta, su alcune (anche economiche) ha uno shading bellissimo mentre su altre (porose) diventa totalmente piatto o addirittura puntinato (successo su un moleskine che invece non mi dà problemi con altri inchiostri).
Anche sulle stessa carta, a volte, dà risultati diversi: credo che risenta parecchio dell'umidità, perché rivela istantaneamente le ditate lasciare sul foglio prima di scriverci (ti ritrovi le impronte digitali sulle parole, come se avessi premuto il dito sull'inchiostro fresco!) e la resa peggiora avvertibilmente se si usa un foglio di carta che è rimasto per qualche giorno esposto fuori dal blocco. Gli altri inchiostri che uso mi sembrano decisamente meno sensibili...
D'altra parte, però, su tutte le carte lo spiumaggio è molto contenuto o del tutto assente e il trapasso limitato (ovviamente usando la penna in modo leggero, se si preme il flusso aumenta drasticamente e con lui anche il trapasso e, in misura minore, lo spiumaggio).
Mai nessun problema di intasamento né di pulizia, non mi pare nemmeno che macchi il converter e dalle mani si toglie molto facilmente.
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Messaggio da Tribbo »

Ottima recensione! Me l'ero persa alla prima pubblicazione

Cosa dici invece dello scalino pronunciato che vedo all'attacco della sezione? Può in alcuni casi dare fastidio o comunque essere avvertito dalle dita durante la scrittura?
Renatobossi
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Messaggio da Renatobossi »

Bella e accurata recensione e interessanti osservazioni a corredo. Complimenti!
Possiedo una Avatar UR con pennino in acciaio, di cui sono del tutto soddisfatto. In particolare non si sono mai verificati, con inchiostro Stilo e Stile Roman Bronze Oxidation su carte comuni, gli inconvenienti che riferisci, nemmeno nelle fasi iniziali dell'uso della penna.
Il pennino in oro di Pineider mi interessa, ancor più a seguito della tua recensione: credo che prima o poi acquisterò anche la versione dell'Avatar che hai tanto doviziosamente presentato.
rizzi83
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Messaggio da rizzi83 »

Tribbo ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 13:36 Cosa dici invece dello scalino pronunciato che vedo all'attacco della sezione?
Grazie e scusa il ritardo nella risposta!
Per me l’impugnatura è molto comoda, però non sono particolarmente delicato e sono solito impugnare piuttosto in basso.
Credo che lo scalino sia indispensabile al funzionamento del tappo magnetico, che come già detto è molto efficace. Comunque è ben arrotondato e liscio e a me personalmente non dà alcun fastidio.
La trovo una penna molto comoda da tenere in mano, nonostante non sia leggerissima e di norma io prediliga sezioni più generose… ma ovviamente è molto personale!
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Messaggio da rizzi83 »

Renatobossi ha scritto: giovedì 16 dicembre 2021, 13:55 In particolare non si sono mai verificati, con inchiostro Stilo e Stile Roman Bronze Oxidation su carte comuni, gli inconvenienti che riferisci, nemmeno nelle fasi iniziali dell'uso della penna.
Grazie e perdona il ritardo anche tu!

Interessante…
Non credo che il colpevole sia l’inchiostro: Pelikan 4001, Diamine Regency Blue e Noodler’s Golden Brown sono parecchio diversi eppure ho avuto un po’ di grattacapi con tutti. Credo che l’alimentatore sia lo stesso k-5 e io ne ho provati due, con qualche differenza: potrebbe esserci una certa variabilità in questo elemento. Oppure il responsabile è il QUILL NIB o l’alimentatore (di cui nulla so).
Il mistero si infittisce: se qualcuno ne sa di più, si faccia avanti!!
Però, ripeto: dopo rodaggio e palline, almeno con Golden Brown è diventato un problema da poco…
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Messaggio da rizzi83 »

Piccolo aggiornamento.

Dopo un annetto di utilizzo possono confermare tutto quanto scritto finora, salvo un piccolo incidente.
Un giorno, scrivendo, l'impugnatura ha cominciato a girare sul fusto, come se non fosse più fissata. E' bastato mollare la presa perché un cilindretto di plastica nera scivolasse giù dalla sezione in metallo dorato che regge il gruppo di scrittura. Ho notato che i due pezzi erano mantenuti coesi da una goccia di colla e ho riassemblato il tutto utilizzando un poco di silicone.
Ora, la cosa mi disturba un pochettino perché Pineider pubblicizzava le Avatar UR come "puzzle tecnologici" realizzati tutti a incastro senza nemmeno una goccia di colla... affermazione che non si è rivelata proprio veritiera. Inoltre, il fatto che l'impugnatura sia incollata su una sezione di metallo rende abbastanza facile per l'inchiostro infilarsi fra i due pezzi: non mi pare che crei problemi, ma di sicuro non è facile da pulire (senza scollare tutto).

Però devo anche dire che, per il resto, è la penna più facile da pulire che possiedo: bastano un paio di risciacqui per rimuovere ogni traccia di inchiostro tra pennino e alimentatore. Anche questo lo trovo un plus rilevante, per chi desidera cambiare spesso inchiostro.

Purtroppo devo anche confermare che la UltraResin è sì resistenze, anzi molto resistente, ma non del tutto antigraffio. Anzi onestamente ho delle penne moderne in resina che si graffiano meno, anche se magari il nero non aiuta le righine a passare inosservate.
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Messaggio da rizzi83 »

Aggiornamento sul converter: alla fine ho fatto l’esperimento cannibalizzando un con-40 Pilot e trapiantando le sferette d’acciaio… purtroppo la situazione non è migliorata, anzi forse è peggiorata.
Le palline sono minuscole, decisamente più piccole di quelle in plastica di una cartuccia standard. Quindi entrano (ed escono) senza alcuna resistenza dalla bocca del caricatore. Credevo fosse un bene, non dover sforzare. Invece temo che, scrivendo, finiscano per ammassarsi proprio lì, intralciando il flusso verso l’alimentatore.
Inoltre ho osservato che, pur essendo pesanti, non riescono a rompere la tensione superficiale del liquido: capovolgendo il converter pieno a metà, passano attraverso la superficie inchiostro/acqua (a differenza delle palline di plastica che non ce la fanno proprio) ma senza tirarsi dietro il liquido!
Proverò a insistere per qualche settimana, ma per il momento mi pare meglio (e gratis!) cannibalizzare le cartucce usate…

Piuttosto, negli ultimi 2 mesi sto usando la Avatar con il Diamine Autumn Oak, che ha un flusso ancor più parco del Noodler’s Golden Brown. Il tratto se ne è giovato e la resa mi piace molto!
ilValla
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Messaggio da ilValla »

Devo dire che mi spiace per i problemi che ti ha dato la Avatar…ne posseggo una con pennino in acciaio e ho il quillnib (EF come il tuo) equipaggiato su La Grande Bellezza e in entrambe le penne non ho riscontrato problemi del genere. Comunque sì la Avatar (più della LGB) è una penna comodissima e godibilissima.
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