Del pennino stilografico flessibile

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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

maylota ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 1:22
fufluns ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 0:34
Può essere che la misura non sia perfetta, ma il divario tra i due valori suggerisce evidentemente che il semi-flex della Conway Stewart sia più flex di quello della OMAS 555/s...
Tenderei a concordare, se non fosse che...per me non è del tutto vero!
Mi spiego meglio: quando scrivo su un foglio in condizioni normali, il pennino della Omas (350gr) mi dà più variazioni di linea di quello della Conway Stewart (250gr). E' assolutamente contro-intuitivo, lo so e non riesco a darmi una spiegazione.
E' come se quello che conti non sia la forza che devo metterci, ma quanto il pennino si allarga e si stringa e quanto velocemente lo faccia.

Io non sono palesemente un calligrafo. Ma se un pennino non ritorna velocemente in posizione "chiusa", può anche essere superflessibile ma io non avrò mai una gran differenza di tratto. Come se la "geometria" del pennino fosse importante tanto quanto la pura "pressione" che va applicata?

PS: Liberissimi di dirmi che io i flessibili non li so usare: è vero. :D
Esattamente quello che scrivevo sopra
fufluns ha scritto: sabato 1 maggio 2021, 19:56 La vecchia Nizzoli invece è un semi-flex che riesce a donare buona espressione allo scritto, infatti si nota come il pennino "torna" bene
Il fattore più importante nel pennino flessibile, quello che riesce a donare una migliore variazione di tratto e espressività della grafia è la sua capacità di tornare, ovvero la velocità con cui al suo tratto originale
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Messaggio da fufluns »

francoiacc ha scritto: sabato 1 maggio 2021, 22:57 Caro Franco, leggerti per me è sempre un piacere, e questo tuo intervento mi ha davvero colpito e fatto riflettere.
Confesso da neofita in questo campo che sei stato sempre una grandissima fonte di ispirazione per me, sono cresciuto all'ombra dei tuoi interventi ma pian piano ho iniziato a saltare da solo trovando la mia strada.
[...]
Veniamo dunque al nocciolo della questione, quali sono i pennini flex che mi hanno colpito. Inizio subito col dire quelli che non mi hanno colpito, i pennini moderni di casa Aurora. Presi due 88 Big rebbi lunghi, ad onor del vero mai descritti come pennini flessibili, ma a detta di molti elastici e capaci di donare espressione alla grafia, ecco quel che riescono a fare comparate ad un semiflex di una vecchia 88 Nizzoli.
IMG_7462.JPG
Solo il pennino fine (rigo di mezzo) riesce a farsi notare un po', l'altro medio è piatto. E comunque la variazione di tratto richiede una buona pressione diminuendo il piacere d'uso. Trovo che i moderni pennini Aurora siano campioni di affidabilità in barba ai blasonati Giapponesi ma non hanno nulla a che vedere con un pennino flessibile e quantomeno elastico. La vecchia Nizzoli invece è un semi-flex che riesce a donare buona espressione allo scritto, infatti si nota come il pennino "torna" bene. Purtroppo però direi che questa è una conoscenza andata completamente persa negli stabilimenti torinesi di Aurora.
Per ora mi fermo qui, ma sarò ben felice di continuare con altri marchi e pennini a breve. :wave:
Carissimo Francesco, mi fa molto piacere che ti sia affacciato a questo argomento per presentare alcune tue opinioni generali e su pennini specifici, e davvero spero che siano solo i primi commenti di una lunga serie.

Inizio col dirti, a titolo personale, che ho seguito la tua rapida crescita in termini di esperienza e di uso delle stilografiche, insieme alla crescita realmente impressionante - e lo dico in termini di qualità - della tua collezione. È proprio questo tipo di esperienza diretta, come dimostri in questo tuo primo intervento, quella che arricchisce un tema come quello che stiamo trattando, così pieno di variabili che sfuggono una stretta razionalizzazione. La tua maturità come esperto di penne non può che essere la benvenuta!

Venendo alla disamina centrale del tuo intervento, mi sembra molto interessante che tu abbia presentato due pennini che non si considerano tradizionalmente flessibili, ma - e questo è stato effettivamente scritto ripetutamente anche se con diversa terminologia - sono considerati pennini “espressivi”. Dico che è interessante perché dimostra chiaramente come, nel mondo della “scrittura flessibile”, la terminologia utilizzata per distinguere pennini con prestazioni a volte diversissime tende invece a sovrapporsi abbondantemente, a chiaro svantaggio di chi voglia districarsi tra le differenze.

Non ho esperienza diretta con la versione moderna della Aurora 88 né con il suo famoso pennino a rebbi lunghi, ma da quelli che vedo nella tua interessantissima prova di scrittura assomiglia molto a quello che facevano le Meisterstück di Montblanc fino alla metà degli anni ‘80: pennini “vivaci”, con una certa piacevole risposta alla pressione (anch’essa variabile tra differenti esemplari della stessa penna, come nel tuo esempio) e un loro modo di @suonare” sulla carta. Queste caratteristiche sono scomparse sulle Meisterstück più recenti, che hanno pennini leggermente più rigidi, più scorrevoli, più “esatti” e probabilmente più immediati da usare per chi non abbia grande esperienza con la stilografica.

Questi pennini, anche se a volte vengono presentati e proposti come semi-flessibili, non lo sono, come ben fai notare. È sufficiente paragonarli a un vero semi-flex, come quello della 88 di Nizzoli (che anch’io posseggo), che è una vera delizia, per osservarne le differenze sostanziali.
Di fatti, potremmo lasciare questi pennini da un lato, nella nostra discussione, se non fosse che proprio Aurora ha recentemente proposto una serie di 88 con pennino “flessibile” che, per quello che ho letto e visto, non dovrebbe forse neppure essere considerato un vero semi-flessibile. Così dobbiamo occuparcene, per avvisare di prendere cum grano salis le affermazioni delle réclames...
Ultima modifica di fufluns il domenica 2 maggio 2021, 21:50, modificato 2 volte in totale.
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Messaggio da fufluns »

maylota ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 1:22
fufluns ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 0:34
Può essere che la misura non sia perfetta, ma il divario tra i due valori suggerisce evidentemente che il semi-flex della Conway Stewart sia più flex di quello della OMAS 555/s...
Tenderei a concordare, se non fosse che...per me non è del tutto vero!
Mi spiego meglio: quando scrivo su un foglio in condizioni normali, il pennino della Omas (350gr) mi dà più variazioni di linea di quello della Conway Stewart (250gr). E' assolutamente contro-intuitivo, lo so e non riesco a darmi una spiegazione.
E' come se quello che conti non sia la forza che devo metterci, ma quanto il pennino si allarga e si stringa e quanto velocemente lo faccia.

Io non sono palesemente un calligrafo. Ma se un pennino non ritorna velocemente in posizione "chiusa", può anche essere superflessibile ma io non avrò mai una gran differenza di tratto. Come se la "geometria" del pennino fosse importante tanto quanto la pura "pressione" che va applicata?

PS: Liberissimi di dirmi che io i flessibili non li so usare: è vero. :D
Mentre preparavo queste righe, vedo che francoiacc le ha già risposto...

No, non c’è nulla di strano in quello che commenta, solo una chiara constatazione del fatto che “la pressione necessaria per divaricare i rebbi” è solo una delle variabili per definire un pennino flessibile, ma ha il pregio di essere misurabile.

francoiacc ha ragione: uno dei grandi pregi del pennino flessibile di qualità è la sua capacità di tornare “a riposo” quasi istantaneamente dopo una pressione, ma questa virtù che si manifesta in millisecondi è davvero difficile da misurare. La mano, però , la sente perfettamente, come lei con la sua OMAS 555-s.

Io ho avuto due OMAS 555-s (ora le hanno le mie ragazze) e ancora ho una Dama in celluloide Grigioperla del 1967, tutte con pennini straordinari per scrivere. Suppongo che, se li misurassimo con il sistema Maturana-Campos o con quello Nishimura, risulterebbero appena appena flessibili.

La componente soggettiva è altrettanto importante di quella oggettiva, ma non la sostituisce. Per questo conta avere le misure e le impressioni come la sua.
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Messaggio da maylota »

piccardi ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 15:37
Ma non sottovalutiamole neanche, perché ci sono fin troppe penne date per flessibili, che lo sono solo se premi come un dannato (e sopra i 250 per me è premere come un dannato), e che se mi venissero indicate come tali qualificherei immediatamente come presa in giro (o esagerazione pubblicitaria).

Inoltre un pennino molto flessibile (un wet noodle) non è detto affatto sia semplice o comodo a usare. Quello che ho mostrato richiede attenzione, anche con una mano leggera. E conta pure l'impugnabilità delle penne.
Come "impugnabilità" delle penne si intende una cosa del genere? (faccio un esempio estremo e in parte scorretto, solo per farmi capire):
IMG_2384.JPG
I miei ricordi di Fisica, delle leve e del fulcro sono arrugginiti, ma non è che per applicare i medesimi 250gr in un caso devo "premere come un dannato" e nell'altro premere meno? Ossia che la bilancia ci dia un valore fondamentale e misurabile ma che non è necessariamente indicativo di "quanto noi premiamo" ? (perdonate la terminologia imprecisa).
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Messaggio da Phrancesco »

maylota ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 21:30 I miei ricordi di Fisica, delle leve e del fulcro sono arrugginiti, ma non è che per applicare i medesimi 250gr in un caso devo "premere come un dannato" e nell'altro premere meno? Ossia che la bilancia ci dia un valore fondamentale e misurabile ma che non è necessariamente indicativo di "quanto noi premiamo" ? (perdonate la terminologia imprecisa).
E' così, quando la bilancia dice 250 non dice però quanti ne stai applicando tu, ed è un problema più complesso di quello della leva e del fulcro, servirebbe un modello a elementi finiti del sistema. E' significativo, ad esempio, il fatto che qualcuno (tipo Aurora) per ridurre lo sforzo, invece di riprogettare l'intero pennino, si limita ad aumentare la lunghezza dei rebbi.
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Messaggio da piccardi »

maylota ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 21:30 Come "impugnabilità" delle penne si intende una cosa del genere? (faccio un esempio estremo e in parte scorretto, solo per farmi capire):
precisa).
Veramente per impugnabilità in quella citazione facevo riferimento alla piacevolezza della scrittura non alla flessibiltà. Quindi non mi è chiaro a cosa fai riferimento al riguardo.

In ogni caso la bilancia pesa la forza che le punte applicano sul contatto, esprimendola con un peso. La forza che usi su dove impugni la penna non viene misurata, ma non è che abbia molto interesse. Quello che fa piegare il pennino è la forza con cui lo appoggi alla carta, non quella con cui impugni la penna.

Quando dico che per me 350g (misurati sulla bilancia) sono eccessivi, dico che scrivere premendo per arrivare a quel livello mi è totalmente sgradevole, mi parebbe di usare la penna come fosse uno scalpello.

Dopo di che la scelta di dove porre la qualifica di flessibile è alla fine convenzionale, non c'è una legge che ne codifichi le specifiche. Ma per me se quella è la forza (perché Alfredo giustamente osserva che di questo si tratta e di non pressione) per avere una variazione del tratto, non considero il pennino flessibile.

Ma ripeto mentre dire per me è flessibile per altri significa poco, dire che richiede 350 g per allargarsi ad un millimetro dice qualcosa di preciso e verificabile, e, almeno a me, da l'immediata informazione che si tratta di un pennino tutt'altro che flessibile

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Messaggio da francoiacc »

Stasera qualche interessante pennino teutonico:
IMG_7476.JPG
La 400 Tortoise e la 101N Tortoise hanno pennino Medio mentre la 140 ha un pennino EF, la differenza non è praticamente visibile. Sono pennini che richiedono una discreta pressione, ma flettono e ritornano bene. E' interessante vedere come per pennini che spaziano dagli anni '30 della 101N agli anni 60 della 140 il carattere è rimasto pressoché invariato. Successivamente trovo che i pennini Pelikan siano al massimo piacevolmente morbidi, ma almeno fino agli anni 80 ancora in grado di dare una certa espressione alla grafia.

La Montblanc 146 in celluloide ha un pennino M più morbido e più facile da far flettere, si avvicina più ad un vero flex che ad un semi-flex, però parte da un tratto M e come dice Franco si esprime meglio su spazi maggiori.
IMG_7489.JPG
Scrivendo con questa penna si capisce perché Montbalnc è diventata quel che è, purtroppo nessuno dei pennini moderni è così morbido e riesce a flettere così piacevolmente, sembra quasi di scrivere con una penna di un altro marchio. Confesso che in buona parte è responsabilità di questa 146 se non sono corso a prendere la Calligraphy, benchè non sia un EF.

Aggiungo adesso tre pennini flessibili di razza.
IMG_7477.JPG
Il primo è un Whal Eversharp Gold Seal Flexible. La penna porta naturalmente ad esercitare pressione sul pennino, è un pennino che parte da un fine e flette fino aun BBB, ma non senza controllo, si sente il pennino flettere e ritornare seguendo perfettamente il movimento della mano, per me ha un solo difetto: non scrive da solo :lol:

Il secondo è un flessibile nostrano di casa Radius, qui ritrovo una caratteristica che accomunava molte penne nostrane dell'epoca, bisogna avere una mano molto leggera nei tratti ascendenti altrimenti ara la carta, cosa molto meno accentuata nei tratti discendenti. Io evito di usare inchiostri che tendono alla spiumaggio con questo pennino, quello che si vede in queste prove è l'affidabilissimo Waterman Serenity Blue. Ricordo la stessa sensazione con un paio di pennini Astura, a tutti gli effetti prodotte dalla stessa Radius, e qualche altro marchio minore italiano.

L'ultimo pennino è uno Union Warranted che montai su una trovatella semisconosciuta rinvenuta tra le bancarelle di un mercatino. Si difende abbastanza bene come flessibile, è molto piacevole e scorrevole ma è meno reattivo del Gold Seal e del Radius.

Mi fermo qui, nella speranza di vedere altri appassionati con i loro pennini flessibili e le loro impressioni. :wave:
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Messaggio da piccardi »

Phrancesco ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 21:50 E' così, quando la bilancia dice 250 non dice però quanti ne stai applicando tu, ed è un problema più complesso di quello della leva e del fulcro, servirebbe un modello a elementi finiti del sistema. E' significativo, ad esempio, il fatto che qualcuno (tipo Aurora) per ridurre lo sforzo, invece di riprogettare l'intero pennino, si limita ad aumentare la lunghezza dei rebbi.
Si tende a fare pennini con rebbi più lunghi per rendere più facile la divaricazione delle punte a parità di forza applicata (ed infatti molti pennini da contabile per ricalco li hanno parecchio corti, ed in certi casi anche un taglio ridotto).

Ma non è detto che se un pennino ha rebbi lunghi sia flessibile, dipende anche dal modulo di Young del materiale, dallo spessore, ecc. Ma la forza che lo fa piegare resta quella che la punta esercita sulla carta, che è quella che misura la bilancia, e vedere quanto lo fa divaricare a parità di forza applicata, o quanta forza ci vuole per arrivare ad una certa divaricazione, sono comunque due buone misure per dare una indicazione (indicazione non la totalità della sua risposta) sulla flessibilità di un pennino.

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Messaggio da francoiacc »

piccardi ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 22:51
maylota ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 21:30 Come "impugnabilità" delle penne si intende una cosa del genere? (faccio un esempio estremo e in parte scorretto, solo per farmi capire):
precisa).
Veramente per impugnabilità in quella citazione facevo riferimento alla piacevolezza della scrittura non alla flessibiltà. Quindi non mi è chiaro a cosa fai riferimento al riguardo.

In ogni caso la bilancia pesa la forza che le punte applicano sul contatto, esprimendola con un peso. La forza che usi su dove impugni la penna non viene misurata, ma non è che abbia molto interesse. Quello che fa piegare il pennino è la forza con cui lo appoggi alla carta, non quella con cui impugni la penna.

Quando dico che per me 350g (misurati sulla bilancia) sono eccessivi, dico che scrivere premendo per arrivare a quel livello mi è totalmente sgradevole, mi parebbe di usare la penna come fosse uno scalpello.

Dopo di che la scelta di dove porre la qualifica di flessibile è alla fine convenzionale, non c'è una legge che ne codifichi le specifiche. Ma per me se quella è la forza (perché Alfredo giustamente osserva che di questo si tratta e di non pressione) per avere una variazione del tratto, non considero il pennino flessibile.

Ma ripeto mentre dire per me è flessibile per altri significa poco, dire che richiede 350 g per allargarsi ad un millimetro dice qualcosa di preciso e verificabile, e, almeno a me, da l'immediata informazione che si tratta di un pennino tutt'altro che flessibile

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Io reputo che l’impugnabilità sia la variabile più rilevante nel giudicare se una penna nel suo complesso sia una buona penna flessibile, senza una impugnabilità adeguata, che porta la mano a imprimere la giusta forza sul pennino quando vogliamo aprire o chiudere le punte, non c’è pennino flessibile che possa farsi valere.
La Wahl citata sopra sembra essere disegnata intorno a quel pennino, la mano non fa alcuno sforzo nel guidare la penna tra pressioni e rilasci , è come una nave naturalmente portata su e giù dalle onde.
Io di calligrafia non ci capisco una acca, ma una penna con una buona impugnabilità e un pennino flessibile ti portano con naturalezza la mano a donare espressione alla grafia.

Capisco anche il tuo punto di vista sul discorso forza da applicare, motivo per cui faccio fatica a reputare flessibili i pennini moderni spacciati in quanto tali, anche e soprattutto perché in scrittura ho la mano alquanto leggera.
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Messaggio da fufluns »

piccardi ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 15:37
La pressione con cui si scrive è molto personale, come è variabile la risposta nel ritorno dei pennini. La flessibilità si può misurare, ma la capacità di fornire una buona variazione di tratto dipende da troppe variabili, fra cui la principale è la modalità di scrittura di una persona. […]

Inoltre, a parte l'ovvia differenza che ci può essere nella finezza di base del pennino, la risposta nella larghezza della scrittura al variare della pressione non è necessariamente lineare, iniziano ad entrare in questione pure la quantità di inchiostro che si riesce ad erogare. Ad esempio un pennino è più "bagnato" emette più inchiostro e fa righe più spesse anche se premuto meno.

Come diceva Franco, si può e si deve cercare di trovare delle indicazioni più oggettive possibili, ma la scrittura è comunque una attività molto personale, e bisogna anche essere consapevoli che quelle che si possono dare con quelle misure sono solo, appunto, indicazioni.

Ma non sottovalutiamole neanche, perché ci sono fin troppe penne date per flessibili, che lo sono solo se premi come un dannato (e sopra i 250 per me è premere come un dannato), e che se mi venissero indicate come tali qualificherei immediatamente come presa in giro (o esagerazione pubblicitaria).
Simone, grazie per la fotografia, utilissima.

Oltre al piacere di vedere quelle belle penne, la fotografia fornisce anche un elemento utile a sfatare miti persistenti. La misura del pennino non ha nulla che vedere con le sue prestazioni flessibili. Di fatto, tra le penne che presenti, quella con il pennino più flessibile è anche quella con il pennino più piccolo, la Anonima pennino "Para", che tu definisci wet-noodle.

Ma in questo intervento tocchi anche alcuni altri punti che ritengo centrali per la discussione.

Abbiamo visto che la “duttilità “ del pennino, la sua capacità di deformarsi temporalmente sotto l’effetto di una pressione, è un punto chiave, anche se non unico. È difficile da misurare bene, per le molte variabili in gioco (vedi anche gli ultimi commenti di Maylota e di Phrancesco), ma fornisce un elemento, diciamo, di filtro: al di sopra di una certa pressione necessaria per fletterlo (vedremo insieme quale), un pennino non entra di diritto in questa discussione.

Ora, tu aggiungi, e mi sembra giustissimo, la “risposta nel ritorno”. Non credo possiamo misurarla - se non, forse, con attrezzature molto sofisticate - ma possiamo vederla. Quando si rilascia la pressione di un pennino con buon “ritorno”, la linea ritorna sottile (o sottilissima) nello spazio di un millimetro o meno. Nelle curve inferiori, che si eseguono rilasciando la pressione dopo aver segnato l’asta verticale, i pennini a “ritorno lento” fanno la curva con tratto largo, anziché fine, perché i rebbi non sono ancora tornati a riposo. Quelli a “ritorno rapido” eseguono le curve inferiori con tratto sottile.

Citi, e anche qui in modo che trovo molto appropriato, il flusso. Un pennino potrebbe forse essere a ‘ritorno rapido”, ma l’eccesso di Inchiostro rilasciato al momento della pressione deve essere ancora smaltito dopo che la pressione cessa, così che la linea non diventa immediatamente sottile, ma “trascina” un po’ dell’inchiostro in eccesso. Secondo me, il Calligraphy di Montblanc è di questo tipo.

Inoltre, come dici, a parità di misura della punta, un pennino che riceve un’alimentazione maggiore rilascerà una linea di base più spessa e, nell’insieme, fornirà un’impressione di “meno flessibile” dovuta alla minor variazione tra i tratti sottili e quelli larghi.

Aggiungerei ancora un altro punto, che per il mio modo di usare la penna, e per i risultati che mi attendo, è chiave: l’altezza del corpo del testo (o quella del rigo). Per molti stili di scrittura, mi sembra che esista un optimum nel rapporto tra la la larghezza delle linee sottili, quella delle linee grosse e l’altezza del carattere. Al di sotto di questo rapporto ideale, la scrittura si vede grossa, e al di sopra si vede magra. Nel prossimo intervento allegherò un esempio per spiegare meglio che cosa intendo con questo punto.
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Messaggio da piccardi »

francoiacc ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 23:27 Io reputo che l’impugnabilità sia la variabile più rilevante nel giudicare se una penna nel suo complesso sia una buona penna flessibile, senza una impugnabilità adeguata, che porta la mano a imprimere la giusta forza sul pennino quando vogliamo aprire o chiudere le punte, non c’è pennino flessibile che possa farsi valere.
Mhh, no, su questo non sono d'accordo. Certo avere una penna con una presa comoda è di aiuto, ma quando il pennino c'è la comodità dell'impugnatura, almeno per me, aiuta, ma non più di tanto. Ho tenuto a lungo una seconda Wahl Signature identica, a parte il pennino, a quella mostrata nelle prove precedenti, e, come del resto è scontato, la differenza era abissale.

Poi ripeto, la scrittura è comunque una cosa prettamente personale, però la "flessibilità" rispetto alla pressione secondo me resta l'indicazione primaria. Non sufficiente ad avere un buon flessibile (perché senza una buona risposta di ritorno si ottiene poco, e se l'alimentatore non segue, ancor meno) ma comunque assolutamente necessaria. L'impugnabilità è un plus notevole ma per me viene dopo tutto questo.

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Messaggio da jegio »

Che discussione meravigliosa!
Mi sono ritagliato quest'ultima ora per leggerla con calma e fare tesoro delle tante informazioni presenti sui pennini stilografici flessibili.
Purtroppo la mia scarsa conoscenza della materia non mi dà modo di aggiungere nozioni tecniche all'argomento, mi dà però molti spunti per valutare in maniera più oggettiva le penne in mio possesso.
Al momento le penne che possono rientrare in questa discussione sono una Omas 555/s, una 556/s, una 557F (a dire il vero 2 ma una ha il pennino rigido) ed una waterman's 52v. Proverò più avanti a testare i loro pennini sulla bilancia.
Vorrei poter dire che le uso per scopi calligrafici come il bravissimo Franco, autore del post, ma nella realtà mi limito a scrivere parole a caso in ordine sparso per liberare la mente dopo le giornate più impegnative. Non escludo sul lungo periodo di studiare alcuni stili per regolamentare forme e tratti ma al momento (non ridete) l"unica cosa sensata che riesco a scrivere è di tanto in tanto la lista della spesa da condividere con mia moglie.
1619989408865-01.jpeg
Non stavo scherzando.

Mi accontento per ora di una scrittura quotidiana con un pizzico di brio.
In questo caso ho usato la waterman's caricata col nero Aurora.
Ho sempre pensato ad un utilizzo del pennino flessibile più creativo che schematico ma ultimamente, a forza di guardare e riguardare le opere del sig.Franco, mi rendo conto di quanto le regole siano importanti per restituire una visione d'insieme appagante. Nel rivedere una pagina scritta da me, vorrei poter provare lo stesso piacere che provo mentre la scrivo.

Inizio, e finisco, ringraziando tutti per i contributi interessantissimi e farò il possibile per partecipare attivamente agli sviluppi!
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Del pennino stilografico flessibile

Messaggio da fufluns »

C’è un’altezza ideale del carattere rispetto alla gradazione e flessibilità del pennino?

Qui ho usato sei penne diverse, delle quali quattro con pennino flessibile. Ho scritto la lettera “a” in righe, rispettivamente, dall’alto verso il basso, di 2.7 mm, 5.4, 8.1, 10.8 e 13.5 mm. Dalla sinistra, la prima colonna è stata scritta con pennino Montblanc Calligraphy EF (149); seguono, verso destra, OMAS Extra Lucens EF (Gentlemen), OMAS Extra EF (Gentlemen), OMAS Extra Lucens F (Milord), e due OMAS, Extra-fine e fine (entrambi Grand Paragon).

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In primo luogo, potrete notare come solamente i pennini Extra-fini offrano una apprezzabile variazione nel rigo da 2.7 mm; persino l’OMAS Extra Lucens, che è flessibile, in gradazione F non riesce a mostrare le sue doti in un rigo così stretto.
Nel rigo da 5.4 mm la situazione cambia di poco, ma il pennino flessibile F comincia a mostrare una leggera variazione nel tratto.
Nel rigo che segue (8.1 mm) tutti i pennini offrono una variazione visibile, anche se i non-flessibili richiedono ovviamente molta più pressione. Si noti però come, anche con un rigo così alto, il pennino in gradazione F (quarta colonna) abbia meno variazione dei primi tre, perché parte da un tratto-base più largo.
Rigo da 10.8 mm: i due pennini non flessibili (ultimi a destra) sono quasi giunti al massimo della loro “espressività”, perché i tratti grossi non possono essere aumentati di larghezza con maggior pressione, e su un carattere grande la loro differenza rispetto a quelli sottili diventa modesta; qui il pennino flessibile F fa quasi lo stesso effetto degli EF, perché il tratto sottile è ben differente da quello grosso.
Nell’ultimo rigo, da 13.5 mm, i pennini flessibili, senza eccezione, mostrano una variazione incomparabile rispetto ai non-flex; però, ad eccezione dell’Extra Lucens Fine, il carattere comincia ad essere decisamente “leggero”.

Se dovessi dare un giudizio, a mio parere, i tre pennini flessibili Extra-fini danno il loro meglio , esteticamente, nelle righe 1, 2 e 3 (in neretto i risultati ottimali secondo me), il flessibile fine è migliore nelle righe 3, 4 e 5, mentre i pennini non-flessibili forniscono la scrittura più espressiva nelle righe 2 e 3.

Infine, sull’ultima riga in basso, ho ripetuto il carattere “a” con la Montblanc Calligraphy e un rigo da 10 mm, variando la pressione sui tratti ingrossati. La miglior “proporzione” si tiene, a mio parere, con la pressione applicata alla terza lettera da sinistra; nelle tre che seguono il carattere si vede come “engrossed”, e nuovamente corretto nell’ultima lettera di destra, non inclinata.
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fufluns
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Del pennino stilografico flessibile

Messaggio da fufluns »

Ho approfittato di una domenica pomeriggio piovigginosa per calcolare l'Indice di Rigidezza (IR) di alcune delle mie penne, con il sistema di Maturana-Campos.

Mi é sembrato più difficile del previsto mantenere i rebbi divaricati alla distanza di 1 mm, facendo pressione sul pennino, e nel frattempo osservare lo schermo digitale della bilancia, in continuo cambiamento.

Ho ripetuto la misurazione 12 volte, ho scartato le due misure estreme, ho calcolato la media delle 10 misurazioni rimaste e l'ho riportata sul grafico, insieme alle variazioni min/max di ogni set di misure.


IR fufluns.jpg

Pur con i difetti della misurazione, mi sembra che i risultati riflettano la mia "impressione" dei pennini.

Il pennino medio della mia Aurora 88 Nikargenta si conferma nel rango di flessibilitá delle mie OMAS Extra e Lucens, il che non mi stupisce perché io lo "sento" un pennino flessibile, nonostante la sua gradazione lo penalizzi un poco.

Anche il T-Flex della Stipula rientra grosso modo in questo rango, e questo mi ha certamente stupito maggiormente.

I pennini non-flessibili delle mie OMAS Grand Paragon, tanto nelle gradazioni EF come F, si comportano come era da attendersi, con IR compresi tra 480 e 520. Il valore piú alto, di 561, si riferisce al pennino di una Grand Paragon che ricevetti maldestramente piegato e che ho risistemato io stesso. Ora scrive molto bene, ma non sono certo che la sua "curvatura" corrisponda agli standard con i quali lasciò la fabbrica di OMAS.

Un'ultima nota su questi risultati. Maturana-Campos riportò un IR per la Montblanc 149 Calligraphy di 284.4, piuttosto lontano dal mio 248.0. Fortunatamente, in un suo post sul fountainpennetwork forum, l'autore riportò gli 11 valori effettivamente misurati, e calcolandone la media il risultato effettivo dà un IR = 258.5, vicino a quello che ho calcolato io e incluso nel rango di variazione delle misure che io ho registrato. Sommando tutte le misurazioni di Maturana-Campos e le mie, l'IR della Montblanc 149 Calligraphy é pari a 252.3. E' il più flessibile tra i miei pennini.
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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

piccardi ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 23:55
francoiacc ha scritto: domenica 2 maggio 2021, 23:27 Io reputo che l’impugnabilità sia la variabile più rilevante nel giudicare se una penna nel suo complesso sia una buona penna flessibile, senza una impugnabilità adeguata, che porta la mano a imprimere la giusta forza sul pennino quando vogliamo aprire o chiudere le punte, non c’è pennino flessibile che possa farsi valere.
Mhh, no, su questo non sono d'accordo. Certo avere una penna con una presa comoda è di aiuto, ma quando il pennino c'è la comodità dell'impugnatura, almeno per me, aiuta, ma non più di tanto. Ho tenuto a lungo una seconda Wahl Signature identica, a parte il pennino, a quella mostrata nelle prove precedenti, e, come del resto è scontato, la differenza era abissale.

Poi ripeto, la scrittura è comunque una cosa prettamente personale, però la "flessibilità" rispetto alla pressione secondo me resta l'indicazione primaria. Non sufficiente ad avere un buon flessibile (perché senza una buona risposta di ritorno si ottiene poco, e se l'alimentatore non segue, ancor meno) ma comunque assolutamente necessaria. L'impugnabilità è un plus notevole ma per me viene dopo tutto questo.

Simone
Ma no Simone, è senza dubbio (e credo scontato) che in primis la penna debba avere un pennino flessibile, poi ci sono altri aspetti da considerare tra i quali l’impugnabilità della penna, che a parer mio è un aspetto primario.
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