Come? Hai semplicente messo del grasso vicino la filettatura o qualche altra accortezza? Vorrei tentare sulla miaA Casirati ha scritto: ↑martedì 6 luglio 2021, 11:58 ho ottenuto ottimi risultati con una Kaweco Sport converita in eyedropper.
Eyedropper ... sono infide ?
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Alfredo
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E' bastato un po' di grasso di silicone sulla filettatura della sezione. L'ho riempita per tre quarti.05Fred ha scritto: ↑martedì 6 luglio 2021, 19:16Come? Hai semplicente messo del grasso vicino la filettatura o qualche altra accortezza? Vorrei tentare sulla miaA Casirati ha scritto: ↑martedì 6 luglio 2021, 11:58 ho ottenuto ottimi risultati con una Kaweco Sport converita in eyedropper.
Alberto Casirati
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Proverò presto, grazie milleA Casirati ha scritto: ↑martedì 6 luglio 2021, 19:30 E' bastato un po' di grasso di silicone sulla filettatura della sezione. L'ho riempita per tre quarti.
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Eyedropper ... sono infide ?
Intanto non demoralizzarti per la prima esperienza, banalmente è probabile che tu la abbia caricata troppo, in tal caso non è solo possibile, ma è sicuro ritrovarti le mani sporche di inchiostro...
ti ho fatto un (orrendo e affrettato) disegnino per spiegarti il probabile errore
se vai oltre la filettatura interna al fusto con l'inchiostro, crei una pressione interna che spinge l'inchiostro attraverso l'alimentatore, nel pennino e nel cappuccio...
Se la carichi correttamente (come probabilmente hai fatto la seconda volta) il problema non si pone (almeno su questo aspetto)
Come fa notare Cinturino la filettatura del fusto/sezione è solitamente lunga e molto fine. Questo da solo spesso già garantisce che da lì l'inchiostro non fuoriesca, tuttavia dipende da quanto sia precisa la filettatura (la maggiorparte di queste penne sono artigianali).
A questo problema si ovvia solitamente con il grasso di silicone. Ne basta pochissimo, e quando si lava la penna, se si nota che la filettatura è molto "asciutta" è bene aggiungerne una punta.
Solitamente quando si compra una eyedropper indiana arriva già "ingrassata".
Ho diverse eyedropper in ebanite e alcune le porto nel taschino della giacca, anche in ufficio.
Quelle che possiedo le conosco. Qualcuna è più soggetta al burping, e con quelle sto attento. Un esperto indiano di eyedropper mi ha spiegato che quando ciò accade in modo imprevisto solitamente è dovuto ad un alimentatore non perfetto che non mantiene perfettamente la tenuta nella sezione, ossia una piccola perdita permette l'ingresso di aria dal lato pennino, che debilita la pressione negativa interna al fusto, favorendo la fuoriuscita dell'inchiostro più del normale.
Purtuttavia, il mio parere è che il caricamento a contagocce non sia un sistema obsoleto e rozzo come dice Bons. Certo ci sono sistemi più moderni, eppure non hanno esattamente le stesse caratteristiche di performance.
Ogni sistema di caricamento, a mio parere, genera un flusso leggermente diverso, poi ovviamente ci sono infinite possibilità tra sistemi di caricamento, inchiostri, pennini, che si può ottenere il flusso che si preferisce, tuttavia in generale il flusso di una eyedropper è meno trattenuto, somiglia un po' a quello di una penna a pistone - non a caso - (e spesso è maggiore) o magari di una bottomfiller, mentre differisce abbastanza da quello delle penne a converter, che a mio parere in generale è più trattenuto.
Poi ovviamente c'è chi odia il flusso abbondante d'inchiostro. A me piace ed è per questo che non rinuncio del tutto alle eyedropper (pur possedendo molte più stilografiche a pistone o converter che eyedropper).
A mio modesto parere quindi, questo è il tratto distintivo di una eyedropper, e il motivo per averne una, insieme ad un conduttore in ebanite, non tanto il volume di inchiostro caricato, che non trovo essere un enorme vantaggio se non in rari casi.
Riguardo al burping di fine inchiostro, oltretutto è evidente che non sia consigliabile tirare a secco una eyedropper, seppure devo dire che ne ho alcune della Ranga che evidentemente sono nate bene, e le ho usate fino a fine inchiostro senza il benché minimo accenno di burping.
Il problema della differenza di temperatura generata dal calore della mano che aumenta il volume dell'aria contenuta e causa perdite di inchiostro durante l'uso, è molto diverso a seconda della temperatura esterna. In ambienti freddi è molto accentuato. In India, mi faceva notare l'amico indiano, date le temperature quest'aspetto è quasi ininfluente...
ti ho fatto un (orrendo e affrettato) disegnino per spiegarti il probabile errore
se vai oltre la filettatura interna al fusto con l'inchiostro, crei una pressione interna che spinge l'inchiostro attraverso l'alimentatore, nel pennino e nel cappuccio...
Se la carichi correttamente (come probabilmente hai fatto la seconda volta) il problema non si pone (almeno su questo aspetto)
Come fa notare Cinturino la filettatura del fusto/sezione è solitamente lunga e molto fine. Questo da solo spesso già garantisce che da lì l'inchiostro non fuoriesca, tuttavia dipende da quanto sia precisa la filettatura (la maggiorparte di queste penne sono artigianali).
A questo problema si ovvia solitamente con il grasso di silicone. Ne basta pochissimo, e quando si lava la penna, se si nota che la filettatura è molto "asciutta" è bene aggiungerne una punta.
Solitamente quando si compra una eyedropper indiana arriva già "ingrassata".
Ho diverse eyedropper in ebanite e alcune le porto nel taschino della giacca, anche in ufficio.
Quelle che possiedo le conosco. Qualcuna è più soggetta al burping, e con quelle sto attento. Un esperto indiano di eyedropper mi ha spiegato che quando ciò accade in modo imprevisto solitamente è dovuto ad un alimentatore non perfetto che non mantiene perfettamente la tenuta nella sezione, ossia una piccola perdita permette l'ingresso di aria dal lato pennino, che debilita la pressione negativa interna al fusto, favorendo la fuoriuscita dell'inchiostro più del normale.
Purtuttavia, il mio parere è che il caricamento a contagocce non sia un sistema obsoleto e rozzo come dice Bons. Certo ci sono sistemi più moderni, eppure non hanno esattamente le stesse caratteristiche di performance.
Ogni sistema di caricamento, a mio parere, genera un flusso leggermente diverso, poi ovviamente ci sono infinite possibilità tra sistemi di caricamento, inchiostri, pennini, che si può ottenere il flusso che si preferisce, tuttavia in generale il flusso di una eyedropper è meno trattenuto, somiglia un po' a quello di una penna a pistone - non a caso - (e spesso è maggiore) o magari di una bottomfiller, mentre differisce abbastanza da quello delle penne a converter, che a mio parere in generale è più trattenuto.
Poi ovviamente c'è chi odia il flusso abbondante d'inchiostro. A me piace ed è per questo che non rinuncio del tutto alle eyedropper (pur possedendo molte più stilografiche a pistone o converter che eyedropper).
A mio modesto parere quindi, questo è il tratto distintivo di una eyedropper, e il motivo per averne una, insieme ad un conduttore in ebanite, non tanto il volume di inchiostro caricato, che non trovo essere un enorme vantaggio se non in rari casi.
Riguardo al burping di fine inchiostro, oltretutto è evidente che non sia consigliabile tirare a secco una eyedropper, seppure devo dire che ne ho alcune della Ranga che evidentemente sono nate bene, e le ho usate fino a fine inchiostro senza il benché minimo accenno di burping.
Il problema della differenza di temperatura generata dal calore della mano che aumenta il volume dell'aria contenuta e causa perdite di inchiostro durante l'uso, è molto diverso a seconda della temperatura esterna. In ambienti freddi è molto accentuato. In India, mi faceva notare l'amico indiano, date le temperature quest'aspetto è quasi ininfluente...
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E' un punto interessante e a sensazione condivisibile, ma non capisco in pratica come possa succedere.sansenri ha scritto: ↑martedì 6 luglio 2021, 21:56
Ogni sistema di caricamento, a mio parere, genera un flusso leggermente diverso, poi ovviamente ci sono infinite possibilità tra sistemi di caricamento, inchiostri, pennini, che si può ottenere il flusso che si preferisce, tuttavia in generale il flusso di una eyedropper è meno trattenuto, somiglia un po' a quello di una penna a pistone - non a caso - (e spesso è maggiore) o magari di una bottomfiller, mentre differisce abbastanza da quello delle penne a converter, che a mio parere in generale è più trattenuto.
Faccio un esempio: la Leonardo Momento Magico è una penna a pistone ma ha lo stesso alimentatore della penna a converter, con il nipplo per intenderci. Perchè dovrebbe avere un flusso maggiore della versione a converter?
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l'aspetto puramente tecnico mi è solo parzialmente chiaro, perchè complesso, ma a mio parere con il converter hai una strozzatura dove non solo passa meno inchiostro ma passa anche meno aria (quando l'inchiostro scende deve essere sostituito da aria, se questo scambio è lento, causa una strozzatura, l'inchiostro defluisce più lentamente).
In sistemi in cui l'inchiostro è più a diretto contatto con l'alimentatore è probabile che questo permetta flusso maggiore, e dove hai meno strozzature maggiore scambio aria/inchiostro.
E' comunque riduttivo semplificare il discorso, molte penne hanno forme, dimensioni, superfici di contatto interne, peculiarità interne differenti che bastano sicuramente a rendere non sempre direttamente confrontabili anche due penne con lo stesso sistema di caricamento. Entrano in gioco altri fattori, la bagnabilità dei materiali, etc.
Considera anche che nelle penne moderne queste differenze si sono abbastanza ridotte, è come dici, se la penna a converter e quella a pistone usano lo stesso collare alimentatore e pennino, con la stessa conformazione è probabile che il flusso sia molto simile.
Infatti se opto per una eyedropper preferisco che il pennino sia a frizione con alimentatore in ebanite, se monto un pennino avvitato con il suo collare come un Jowo standard, ho perso lo scopo (alcuni peraltro usano proprio fare questo, per mitigare il flusso abbondante della conformazione eyedropper).
In sistemi in cui l'inchiostro è più a diretto contatto con l'alimentatore è probabile che questo permetta flusso maggiore, e dove hai meno strozzature maggiore scambio aria/inchiostro.
E' comunque riduttivo semplificare il discorso, molte penne hanno forme, dimensioni, superfici di contatto interne, peculiarità interne differenti che bastano sicuramente a rendere non sempre direttamente confrontabili anche due penne con lo stesso sistema di caricamento. Entrano in gioco altri fattori, la bagnabilità dei materiali, etc.
Considera anche che nelle penne moderne queste differenze si sono abbastanza ridotte, è come dici, se la penna a converter e quella a pistone usano lo stesso collare alimentatore e pennino, con la stessa conformazione è probabile che il flusso sia molto simile.
Infatti se opto per una eyedropper preferisco che il pennino sia a frizione con alimentatore in ebanite, se monto un pennino avvitato con il suo collare come un Jowo standard, ho perso lo scopo (alcuni peraltro usano proprio fare questo, per mitigare il flusso abbondante della conformazione eyedropper).
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Eyedropper ... sono infide ?
Se avessero una capacità comparabile (ben oltre i 2ml) probabilmente ci sarebbe, ma di moderne a stantuffo con questa capacità non ne conosco. La più grossa di quelle che ho misurato è una 149, che è circa 1.5, praticamente la stessa di una cartuccia Waterman lunga. Ma la gran parte manco arrivano a 1.3. La mia Decoband, che ha un sacchetto da 20, messo quando ancora pensavo più grande meglio è, il problema lo presenta (ancora la capacità non l'ho misurata ma mi aspetto più o meno quel valore). Ovviamente su alimentatori con minore compensazione si sente di più, e questo può giocare una differenza essenziale.hobbit ha scritto: ↑martedì 6 luglio 2021, 19:12 È vero che le cartucce e i converter sono piccolini e termicamente più isolati, perciò l'espansione dell'aria è ridicola, ma anche nelle penne a stantuffo, tanto apprezzate ci dovrebbe essere lo stesso effetto presente nelle eyedropper. Io però ho poca esperienza con le stantuffo, se così non fosse, sarei curioso di capire perché!
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https://www.fountainpen.it/Sistemi_di_c ... _sicurezza
Un po' come i vaccini, c'è lo Sputnik e ci sono Moderna e BioNTech?
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Non mi riferivo ai vari sistemi di caricamento ma alla differenza tra il sistema Opus e quello classico Eyedropper.maylota ha scritto: ↑mercoledì 7 luglio 2021, 7:34https://www.fountainpen.it/Sistemi_di_c ... _sicurezza
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Opus adotta il caricamento "contagocce di sicurezza" illustrato nel linkBokeh ha scritto: ↑mercoledì 7 luglio 2021, 8:56Non mi riferivo ai vari sistemi di caricamento ma alla differenza tra il sistema Opus e quello classico Eyedropper.maylota ha scritto: ↑mercoledì 7 luglio 2021, 7:34 https://www.fountainpen.it/Sistemi_di_c ... _sicurezza
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Le Opus 88 permettono di regolare il flusso dell'inchiostro verso l'alimentatore, da modalità Cherrapunjee fino a modalità deserto del Nefūd, tramite una "valvola" azionabile ruotando il fondello.
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Ti ringrazio, molto interessante.
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Un'altro aspetto (di cui si discuteva su FPN) riguardo le eyedropper (ED) e in particolare il fenomeno del burping riguarda il tipo di alimentatore utilizzato.
Gli alimentatori in ebanite usati solitamente nelle ED indiane sono di fattura piuttosto grezza, con le alette spesso solo abbozzate e in numero ridotto (perchè ottenute manualmente seghettando l'ebanite con strumenti abbastanza rudimentali).
Un alimentatore moderno con un numero molto maggiore di alette più sottili riesce a contenere molto più inchiostro e prevenire la caduta della eventule goccia che si formi.
Un alimentatore (in plastica!) che è stato usato con successo su penne ED con diametro pennino #6 è quello delle vecchie Sheaffer Nononsense.
Personalmente non ho provato perchè posseggo due Nononsense intonse che mi dispiace sacrificare per gli alimentatori, ma chi ha provato dice di aver ridotto drasticamente il burping su penne eyedropper, tipo ad esempio la Wality 69t.
Sarei soprattutto curioso quindi di provare un alimentatore moderno, possibilmente in ebanite, su una delle mie Ranga ED... dovrebbe però avere diametro 6 mm e credo non sia semplice trovarne uno.
Al momento ho fatto solo la prova con l'alimentatore derivante da un J6E della Flexible Nibs Company, ma il diametro è inferiore a 6mm (perchè fatto per inserirsi all'interno di un collare Jowo) e quindi alimentatore e pennino non restano in sede in un foro 6mm... per cui nulla di fatto.
Gli alimentatori in ebanite usati solitamente nelle ED indiane sono di fattura piuttosto grezza, con le alette spesso solo abbozzate e in numero ridotto (perchè ottenute manualmente seghettando l'ebanite con strumenti abbastanza rudimentali).
Un alimentatore moderno con un numero molto maggiore di alette più sottili riesce a contenere molto più inchiostro e prevenire la caduta della eventule goccia che si formi.
Un alimentatore (in plastica!) che è stato usato con successo su penne ED con diametro pennino #6 è quello delle vecchie Sheaffer Nononsense.
Personalmente non ho provato perchè posseggo due Nononsense intonse che mi dispiace sacrificare per gli alimentatori, ma chi ha provato dice di aver ridotto drasticamente il burping su penne eyedropper, tipo ad esempio la Wality 69t.
Sarei soprattutto curioso quindi di provare un alimentatore moderno, possibilmente in ebanite, su una delle mie Ranga ED... dovrebbe però avere diametro 6 mm e credo non sia semplice trovarne uno.
Al momento ho fatto solo la prova con l'alimentatore derivante da un J6E della Flexible Nibs Company, ma il diametro è inferiore a 6mm (perchè fatto per inserirsi all'interno di un collare Jowo) e quindi alimentatore e pennino non restano in sede in un foro 6mm... per cui nulla di fatto.