Gioie e amarezze stilografiche

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maylota
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Messaggio da maylota »

Polemarco ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 20:49 Ma c’e un corollario: se le penne sono progettate bene e l’esecuzione pure, le ipotesi di assistenza si riducono al minimo.
Lapalissiano? :D

In realtà non sono d'accordo (disclaimer: sto facendo l'Avvocato del Diavolo in versione sabato sera di piena estate....)
L'assistenza o in senso lato "il problema di qualità" sembra che ci sia solo per alcuni specifici aspetti, di solito un pennino non del tutto a punto o rodato o adatto alla propria mano o semplicemente "sfigato".

Poi magari ci sono penne malfatte, con tolleranze di lavorazione ridicole, tappi che ballano troppo, materiali infimi e minuteria metallica ridicola (clip stampate economiche su penne da 300 euro?) e vengono prese a esempio preclaro di penna con controllo di qualità coi controfiocchi :D
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Messaggio da Automedonte »

Maruska ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 20:56
Polemarco ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 20:54

Ma allora bisogna avere le grandezze come dice Bons
le grandezze mi sembra che le marche che solitamente menzionamo ce l'abbiano
Visto che le hai dille anche a noi, quante penne vende Aurora e quante vengono inviate indietro per essere sistemate o perché restituite?

Poi gentilmente dacci i numeri anche di Pilot, Leonardo, Visconti, Tibaldi, Sailor e tutte le altre che non mi vengono in mente.

Senza questi numeri sono chiacchiere da bar :thumbdown:
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Messaggio da Polemarco »

Automedonte ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 22:29
Maruska ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 20:56
le grandezze mi sembra che le marche che solitamente menzionamo ce l'abbiano
Visto che le hai dille anche a noi, quante penne vende Aurora e quante vengono inviate indietro per essere sistemate o perché restituite?

Poi gentilmente dacci i numeri anche di Pilot, Leonardo, Visconti, Tibaldi, Sailor e tutte le altre che non mi vengono in mente.

Senza questi numeri sono chiacchiere da bar :thumbdown:
Automedonte pretendi troppo: sono grandezze che non conosciamo nemmeno noi !
Occhio che il marito di Maruska fa il fabbro.
Però mi sa che basta lei 😂
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Messaggio da Maruska »

Automedonte ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 22:29
Maruska ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 20:56
le grandezze mi sembra che le marche che solitamente menzionamo ce l'abbiano
Visto che le hai dille anche a noi, quante penne vende Aurora e quante vengono inviate indietro per essere sistemate o perché restituite?

Poi gentilmente dacci i numeri anche di Pilot, Leonardo, Visconti, Tibaldi, Sailor e tutte le altre che non mi vengono in mente.

Senza questi numeri sono chiacchiere da bar :thumbdown:
ce li hanno loro i numeri, non io
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Messaggio da Automedonte »

Maruska ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 23:09
Automedonte ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 22:29

Visto che le hai dille anche a noi, quante penne vende Aurora e quante vengono inviate indietro per essere sistemate o perché restituite?

Poi gentilmente dacci i numeri anche di Pilot, Leonardo, Visconti, Tibaldi, Sailor e tutte le altre che non mi vengono in mente.

Senza questi numeri sono chiacchiere da bar :thumbdown:
ce li hanno loro i numeri, non io
E se li hanno loro perché pretendi di commentarli tu che non li conosci?

Evidentemente i loro numeri gli danno ragione e noi parliamo solo di fuffa cercando di commentare cose che non conosciamo ;)
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Messaggio da Esme »

Alpha7 ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 14:20 Mi sono limitato a riportare quanto accaduto. Provata per intinzione non scrive.
Ora, non sono un un grande esperto ma neppure mi definirei inesperto. Sempre per quella che è la mia esperienza se la penna non scrive per intinzione con un alimentatore zeppo di inchiostro significa che i rebbi sono stretti e, infatti, ho notato che non vi è "luce" all'estremità della punta. Premendo un po', ma decisamente troppo per una scrittura "normale", allora l'inchiostro fluiva perché così i rebbi si allargano meccanicamente.
Una stilo dovrebbe scrivere con il suo solo peso e questa non lo fa, neppure lontanamente.
Ne deduco - senza alcuna presunzione - che il pennino ha un problema e ho più di qualche dubbio che il rodaggio possa risolverlo. Comunque per mia natura non ritengo di avere la verità in tasca e se mi sbaglio sono ben felice di imparare qualcosa che non so.
Puó anche essere.
Ma proprio non capisco perchè non testarla per il suo funzionamento corretto.
Hai preso una stilografica, non un pennino ad intinzione.
Se ti interessa scriverci veramente non capisco perché non testarla caricandola.
Il suo funzionamento corretto lo prevede.
Il suo alimentatore lo prevede. "Inzupparlo" non è quello per cui è progettato, e non lo stai facendo lavorare correttamente.
Poi magari ha anche i rebbi stretti, ma anche una stilo con il pennino a posto può scrivere da schifo se usata per intinzione, su questo posso parlare per esperienza.*
Non si tratta di avere la verità in tasca, ma mi pare che lamentarsi del lavoro altrui senza aver provato l'oggetto in questione nel modo per cui è stato progettato e realizzato sia fuorviante.

*Che poi questa cosa dei rebbi stretti mi pare che stia diventando una pandemia: possibile che i due terzi dei pennini abbiano questo problema (a giudicare dai post)? Possibile che i produttori di pennini siano così cialtroni?
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Messaggio da Koten90 »

Automedonte ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 19:24 Io una Platinum o una Pilot belle a 200 euro devo ancora vederle ;)

Scrivono bene ma per averne una bella devi andare sulle laccate ed il prezzo è più del triplo, viceversa di italiane belle a 200 euro ne conosco varie e scrivono anche bene (sarò stato fortunato)
Va beh, “bello” è quantomai soggettivo. Molte penne italiane che hanno la plastica più colorata di quella Pilot (perché di questo si tratta: plastica colorata invece della stessa plastica nera) tu puoi trovarle belle e io pacchiane.
In compenso le italiane da 200€ di solito montano pennini in acciaio da 15€ fatti dalla Jowo (che a quanto pare ha il controllo qualità peggiore del mondo e di cui i produttori italiani hanno, probabilmente, motivo di non curarsi), mentre le giapponesi montano già un pennino in oro 14k autoprodotto e magari anche morbido
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Messaggio da Bokeh »

Koten90 ha scritto: domenica 7 agosto 2022, 9:42
Automedonte ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 19:24 Io una Platinum o una Pilot belle a 200 euro devo ancora vederle ;)

Scrivono bene ma per averne una bella devi andare sulle laccate ed il prezzo è più del triplo, viceversa di italiane belle a 200 euro ne conosco varie e scrivono anche bene (sarò stato fortunato)
Va beh, “bello” è quantomai soggettivo. Molte penne italiane che hanno la plastica più colorata di quella Pilot (perché di questo si tratta: plastica colorata invece della stessa plastica nera) tu puoi trovarle belle e io pacchiane.
In compenso le italiane da 200€ di solito montano pennini in acciaio da 15€ fatti dalla Jowo (che a quanto pare ha il controllo qualità peggiore del mondo e di cui i produttori italiani hanno, probabilmente, motivo di non curarsi), mentre le giapponesi montano già un pennino in oro 14k autoprodotto e magari anche morbido
Concordo con quanto hai scritto, il bello è veramente soggettivo, le caratteristiche "tecniche" sono invece oggettive e spesso superiori sulle Giapponesi di pari fascia di prezzo.
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Messaggio da Esme »

FinancialAdvisor ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 16:13 La mia Leonardo é stata provata con converter, cartuccia, lavata, riprovata, niente!
[...]
Suvvia, non stiamo parlando di meccanica quantistica o di scissione dell'atomo ma di gravità e capillarità!
[...]
L'artigianalità deve essere un valore aggiunto e non una scusa per giustificare dei difetti di produzione.
Il mio commento era rivolto all'op, per il fatto che provare una penna stilografica per semplice intinzione è fuorviante.
Non è che ci si possa lamentare di produttori che non testano le penne se poi l'idea che siano inchiostrate (veramente, non solo pucciate) crea problemi.

Esistono prodotti difettosi all'origine?
Certo che sì, vale per tutti i prodotti.
Significa per forza che si ha a che fare con cialtroni? No di certo.
È così facile realizzare una stilografica? Io non lo so, non ho mai provato, quindi non mi permetto di banalizzare il lavoro altrui.

Un lavoro altamente standardizzato produce prodotti molto buoni, con pochi difetti ma con poche punte di eccellenza. Un prodotto uniforme.
Un lavoro più artigianale produce più prodotti difettosi ma anche più prodotti che rasentano la perfezione. Un prodotto molto più variegato.
Bisogna sapere quello che si desidera e scegliere di conseguenza.

Dopodiché in apertura del mio commento avevo anche detto che alcune riflessioni erano per me condivisibili, per esempio il fatto che se un oggetto non funziona lo si rimanda indietro, non ci si giochicchia a casaccio (stringo qua allargo lá).
E non dubito che ci possano essere produttori che debbano rivedere la loro filiera, ma possibile che, a parte quello della "preziosa resina", tutti gli altri siano così incompetenti?
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Messaggio da Bokeh »

Esme ha scritto: domenica 7 agosto 2022, 10:08
FinancialAdvisor ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 16:13 La mia Leonardo é stata provata con converter, cartuccia, lavata, riprovata, niente!
[...]
Suvvia, non stiamo parlando di meccanica quantistica o di scissione dell'atomo ma di gravità e capillarità!
[...]
L'artigianalità deve essere un valore aggiunto e non una scusa per giustificare dei difetti di produzione.
Il mio commento era rivolto all'op, per il fatto che provare una penna stilografica per semplice intinzione è fuorviante.
Non è che ci si possa lamentare di produttori che non testano le penne se poi l'idea che siano inchiostrate (veramente, non solo pucciate) crea problemi.

Esistono prodotti difettosi all'origine?
Certo che sì, vale per tutti i prodotti.
Significa per forza che si ha a che fare con cialtroni? No di certo.
È così facile realizzare una stilografica? Io non lo so, non ho mai provato, quindi non mi permetto di banalizzare il lavoro altrui.

Un lavoro altamente standardizzato produce prodotti molto buoni, con pochi difetti ma con poche punte di eccellenza. Un prodotto uniforme.
Un lavoro più artigianale produce più prodotti difettosi ma anche più prodotti che rasentano la perfezione. Un prodotto molto più variegato.
Bisogna sapere quello che si desidera e scegliere di conseguenza.

Dopodiché in apertura del mio commento avevo anche detto che alcune riflessioni erano per me condivisibili, per esempio il fatto che se un oggetto non funziona lo si rimanda indietro, non ci si giochicchia a casaccio (stringo qua allargo lá).
E non dubito che ci possano essere produttori che debbano rivedere la loro filiera, ma possibile che, a parte quello della "preziosa resina", tutti gli altri siano così incompetenti?
Mi permetto di dissentire sul fatto che un lavoro artigianale produce più prodotti difettosi, al contrario un vero artigiano cura il proprio lavoro e tende a fornire prodotti non standardizzati ma tipicamente curati nei particolari, testati e rifiniti.
Nel caso delle penne non parlerei tanto di artigianato (mi riferisco alle produzioni di "serie" e non alle "serie limitate") ma di piccoli produttori con processi meno industrializzati e purtroppo in alcuni casi con meno controllo di quelli che sarebbero necessari in un processo di quel tipo.
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Messaggio da edis »

Koten90 ha scritto: domenica 7 agosto 2022, 9:42 Va beh, “bello” è quantomai soggettivo. Molte penne italiane che hanno la plastica più colorata di quella Pilot (perché di questo si tratta: plastica colorata invece della stessa plastica nera) tu puoi trovarle belle e io pacchiane.
In compenso le italiane da 200€ di solito montano pennini in acciaio da 15€ fatti dalla Jowo (che a quanto pare ha il controllo qualità peggiore del mondo e di cui i produttori italiani hanno, probabilmente, motivo di non curarsi), mentre le giapponesi montano già un pennino in oro 14k autoprodotto e magari anche morbido
Il bello è soggettivo, la qualità non è soggettiva. Le penne giapponesi sono fatte di plastica ad iniezione, in alcune marche si vede la linea di giuntura, in alcuni casi la linea di giuntura dà anche fastidio a chi scrive (parlo per esperienza). Le saldature da maestri sono quelle in cui non si vede il punto dove il ferro è saldato, così come le suture fatte da un bravo chirurgo lasciano una cicatrice poco visibile. Non puoi paragonare la resina delle giapponesi alla solidità di resine migliori in partenza che poi vengono tornite. Pensare poi che le macchine a controllo numerico facciano tutto da sole senza l'intervento dell'operaio specializzato è un altro dei miti da sfatare (mio padre era tornitore, mio cognato lo è ancora).

I pennini Jowo hanno un ottimo controllo di qualità, sono i Bock che hanno un controllo di qualità meno accurato. Se i pennini JoWo avessero il controllo di qualità "peggiore al mondo" quasi tutte le penne del mondo non scriverebbero, dato che JoWo fornisce i pennini ad una fetta ben consistente del mercato di produttori di penne.

A me di questo thread, come degli altri assai simili, non sconvolge il livello di approssimazione con cui si discute, quanto gli assoluti usati senza avere nemmeno un numero a supporto (se ce li avete, non sono stati qui usati perché io non ne vedo).
Automedonte ha scritto: domenica 7 agosto 2022, 9:28
E se li hanno loro perché pretendi di commentarli tu che non li conosci?

Evidentemente i loro numeri gli danno ragione e noi parliamo solo di fuffa cercando di commentare cose che non conosciamo ;)
E a quanto pare non sono l'unica a pensarla così.
Esme ha scritto: domenica 7 agosto 2022, 9:38 *Che poi questa cosa dei rebbi stretti mi pare che stia diventando una pandemia: possibile che i due terzi dei pennini abbiano questo problema (a giudicare dai post)? Possibile che i produttori di pennini siano così cialtroni?
Il mio sospetto è che le penne stilografiche, in quanto strumenti nati quando non c'era altro per scrivere, siano fatte per scrivere a lungo e nel continuo. Se si scrive un rigo al giorno difficilmente il pennino si ammorbirà con l'uso.
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Messaggio da Esme »

Bokeh ha scritto: domenica 7 agosto 2022, 10:14 Mi permetto di dissentire sul fatto che un lavoro artigianale produce più prodotti difettosi, al contrario un vero artigiano cura il proprio lavoro e tende a fornire prodotti non standardizzati ma tipicamente curati nei particolari, testati e rifiniti.
Nel caso delle penne non parlerei tanto di artigianato (mi riferisco alle produzioni di "serie" e non alle "serie limitate") ma di piccoli produttori con processi meno industrializzati e purtroppo in alcuni casi con meno controllo di quelli che sarebbero necessari in un processo di quel tipo.
Chiaramente non sto riferendomi ad un lavoro artigianale in senso stretto, ma alla minore o maggiore standardizzazione del processo produttivo.
Lá dove c'è un operatore che è lasciato libero di usare la propria perizia si riscontra una varietà di produzione maggiore, nel bene e nel male.
Un esempio? Quando, verso la fine degli anni 80, in Corea hanno iniziato ad acquistare i macchinari tessili per la seta direttamente dal comasco, si lamentavano perché il prodotto non aveva l'eccellenza di quello italiano e avevano il sospetto che le macchine fossero di minore qualità.
Non era così, erano gli operatori. Quelli italiani avevano una sensibilità e un'artigianalitá che i coreani non avevano.
In Corea riuscivano ad avere un'alta uniformità, meno difetti, ma meno eccellenza. Nelle fabbriche comasche il prodotto era meno uniforme, ma proprio per questo c'era un'eccellenza che in Corea non riuscivano ad ottenere.
Mio padre ha passato mezza vita lavorativa a far capire ai clienti (di molti settori) che le macchine operatrici non sono l'unico fattore da valutare.

Sulla mancanza di controllo non posso esprimermi perché, come facevano già notare, mancano i numeri.
Ma mi sento di ribadire un'ovvietá: se si vuole che una penna sia testata, si deve accettare che lo sia sul serio. Se ci si fa problemi perché un alimentatore non è intonso diventa difficile.
Se non erro anche Ottorino per la Duchessa ha specificato che, sapendo che alcuni non tollerano di non essere i primi ad inchiostrare la penna, il rodaggio non era possibile farlo prima di consegnarle.
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Messaggio da Bokeh »

Esme ha scritto: domenica 7 agosto 2022, 10:47
Bokeh ha scritto: domenica 7 agosto 2022, 10:14 Mi permetto di dissentire sul fatto che un lavoro artigianale produce più prodotti difettosi, al contrario un vero artigiano cura il proprio lavoro e tende a fornire prodotti non standardizzati ma tipicamente curati nei particolari, testati e rifiniti.
Nel caso delle penne non parlerei tanto di artigianato (mi riferisco alle produzioni di "serie" e non alle "serie limitate") ma di piccoli produttori con processi meno industrializzati e purtroppo in alcuni casi con meno controllo di quelli che sarebbero necessari in un processo di quel tipo.
Chiaramente non sto riferendomi ad un lavoro artigianale in senso stretto, ma alla minore o maggiore standardizzazione del processo produttivo.
Lá dove c'è un operatore che è lasciato libero di usare la propria perizia si riscontra una varietà di produzione maggiore, nel bene e nel male.
Un esempio? Quando, verso la fine degli anni 80, in Corea hanno iniziato ad acquistare i macchinari tessili per la seta direttamente dal comasco, si lamentavano perché il prodotto non aveva l'eccellenza di quello italiano e avevano il sospetto che le macchine fossero di minore qualità.
Non era così, erano gli operatori. Quelli italiani avevano una sensibilità e un'artigianalitá che i coreani non avevano.
In Corea riuscivano ad avere un'alta uniformità, meno difetti, ma meno eccellenza. Nelle fabbriche comasche il prodotto era meno uniforme, ma proprio per questo c'era un'eccellenza che in Corea non riuscivano ad ottenere.
Mio padre ha passato mezza vita lavorativa a far capire ai clienti (di molti settori) che le macchine operatrici non sono l'unico fattore da valutare.

Sulla mancanza di controllo non posso esprimermi perché, come facevano già notare, mancano i numeri.
Ma mi sento di ribadire un'ovvietá: se si vuole che una penna sia testata, si deve accettare che lo sia sul serio. Se ci si fa problemi perché un alimentatore non è intonso diventa difficile.
Se non erro anche Ottorino per la Duchessa ha specificato che, sapendo che alcuni non tollerano di non essere i primi ad inchiostrare la penna, il rodaggio non era possibile farlo prima di consegnarle.
Questo è vero, non è sufficiente "schiacciare un bottone" per ottenere un ottimo risultato, dipende sicuramente dal livello di specializzazione e della sensibilità della manodopera, in ogni caso con impianti a controllo numerico l'artigianalitá è ridotto al minimo, anzi direi che si tratta di prodotti di produzione in bassi volumi.
Sul tema della necessità di fare una prova approfondita che a qualcuno può dare fastidio anche questo è vero, personalmente quando acquisti online dai siti convenzionati chiedo sempre una prova di scrittura.
Giusto a sostegno del fatto che anche una prova può non essere sufficiente, in un caso per l'acquisto di una giapponese con pennino "elastico" ho chiesto la prova, eppure quando la penna è arrivata scriveva benissimo ma appena si esercitava un po' di pressione rimanere a a "secco", infatti l'unico modo è stato allargare un po' il canale dell'alimentatore.
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Messaggio da Alpha7 »

Non volevo aprire chissà quale polemica. Anzi, sono ragionevolmente sicuro che la stragrande maggioranza delle stilo nuove scriva bene sin da subito.
Farò come suggerito una prova più completa, non solo per intinzione e vedremo.
Se il mio lieve sconforto - penso comprensibile - per non aver avuto una scrittura regolare sin dalla prima prova è da ritenersi ingiustificato perché la penna deve fare il rodaggio e perché comunque statisticamente sono irrilevanti i pennini problematici allora niente, che devo dire? Sarò solo stato sfortunato e avrò sbagliato a parlarne qui nel forum.
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Messaggio da Ottorino »

Non hai sbagliato, ci mancherebbe. È che fa più rumore uns penna difettosa che centomila penne che funzionano.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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