Gioie e amarezze stilografiche

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Gioie e amarezze stilografiche

Messaggio da Alpha7 »

Acquisto una nuova penna, una Leonardo Furore che desideravo da parecchio tempo, arriva il pacchetto, apro e la vedo bellissima, ancor più bella di quanto sembrasse in foto.
Faccio una prova di scrittura per intinzione e... non scrive. Flusso quasi inesistente, per verosimile eccessivo serraggio dei rebbi.
Per carità, niente di tremendo, il pennino è in acciaio, costa poco e probabilmente si potrebbe sistemare con un po' di manualità. In più la penna è in garanzia e quindi sicuramente il problema verrà risolto.
Il punto però è un altro. O sono particolarmente sfortunato io o capita troppo spesso che penne nuove abbiano problemi. Per par condicio posso dire che ho dovuto mandare in assistenza penne di varie marche, Pelikan, Aurora e persino Sailor. Insomma, come da titolo, gioie e amarezze stilografiche... :(
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Messaggio da FinancialAdvisor »

Di chi é la colpa del fatto che delle penne nuove possano avere questi problemi?
Delle case produttrici? No, degli acquirenti!

Sino a quando il mercato tollererà il fatto che sia normale acquistare uno strumento di scrittura
che non sia in grado di assolvere quella che é la sua precipua (o meglio unica) funzione,
ed il fatto che una penna nuova vada subito inviata alla casa madre per essere riparata
("ma tanto é in garanzia"..."l'assistenza sicuramente risolverà il problema"..."il servizio post-vendita é eccellente"),
le case produttrici continueranno a risparmiare sui costi del controllo qualità.

Se in altri settori merceologici (automobili, smartphone, etc) alcune aziende vendessero un prodotto che così frequentemente,
appena acquistato, ha necessità di essere mandato in assistenza, queste sarebbero "out of business" (o se preferite fallite) in meno di un anno.
Immaginate di andare a ritirare una macchina nuova dal concessionario e questa non si metta in moto
("ma non si preoccupi, la lasci qui in assistenza e venga a riprenderla tra due mesi...")
o di acquistare un telefonino che appena tirato fuori dalla confezione non si accende
("ora lo mandiamo a Cupertino, appena é pronto le inviamo una mail..").

Personalmente ho avuto la medesima esperienza con una Leonardo Momento Zero. Restituita.
Lo scrivere "male" di una stilografica può essere un fatto soggettivo:
una penna che letteralmente scivola sul foglio ma accusa uno sporadico baby bottom può essere intollerabile per Tizio
mentre una penna che per Caio gratta come un aratro per Sempronio ha un piacevole feedback.
Ma una penna che non scrive é un fatto oggettivo: indica la totale mancanza di qualsiasi controllo qualità!
Va restituita senza se e senza ma, e quel marchio in futuro va evitato come la peste!
Se tutti adottassimo questa condotta, questi episodi diventerebbero statisticamente irrilevanti.
Ultima modifica di FinancialAdvisor il venerdì 5 agosto 2022, 22:51, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Calpurnio »

FinancialAdvisor ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 22:16 Di chi é la colpa del fatto che delle penne nuove possano avere questi problemi?
Delle case produttrici? No, degli acquirenti!

Sino a quando il mercato tollererà il fatto che sia normale acquistare uno strumento di scrittura
che non sia in grado di assolvere quella che é la sua precipua (o meglio unica) funzione,
ed il fatto che una penna nuova vada subito inviata alla casa madre per essere riparata
("ma tanto é in garanzia"..."l'assistenza sicuramente risolverà il problema"..."il servizio post-vendita é eccellente"),
le case produttrici continueranno a risparmiare sui costi del controllo qualità.

Se in altri settori merceologici (automobili, smartphone, etc) alcune aziende vendessero un prodotto che così frequentemente,
appena acquistato, ha necessità di essere mandato assistenza, queste sarebbero "out of business" (o se preferite fallite) in meno di un anno.
Immaginate di andare a ritirare una macchina nuova dal concessionario e questa non si metta in moto
("ma non si preoccupi, la lasci qui in assistenza e venga a riprenderla tra due mesi...")
o di acquistare un telefonino che appena tirato fuori dalla confezione non si accende
("ora lo mandiamo a Cupertino, appena é pronto le inviamo una mail..").

Personalmente ho avuto la medesima esperienza con una Leonardo Momento Zero. Restituita.
Lo scrivere "male" di una stilografica può essere un fatto soggettivo:
una penna che letteralmente scivola sul foglio ma accusa uno sporadico baby bottom può essere intollerabile per Tizio
mentre una penna che per Caio gratta come un aratro per Sempronio ha un piacevole feedback.
Ma una penna che non scrive é un fatto oggettivo: indica la totale mancanza di qualsiasi controllo qualità!
Va restituita senza se e senza ma, e quel marchio in futuro va evitato come la peste!
Se tutti adottassimo questa condotta questi episodi diventerebbero statisticamente irrilevanti.
Sono totalmente d'accordo con te !!!!!
wow finalmente qualcuno che scrive questo !!!

Invece sembra quasi che faccia piacere che non scrive ... chi acquista non è uno che scrive ma un artigiano ... pronto a riparare - sostituire - metterci il sapone ... siamo pieni di tutorial che dicono come fare.. .ma perchè ??? bisogna pretendere che la penna funzioni, non deve essere una fatto normale.... facciamoci un esame di coscienza..... eh>?
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Messaggio da Maruska »

Non è colpa degli acquirenti è colpa dei produttori: ci sono acquirenti che comprano le penne per puro collezionismo, conoscevo un signore che comprava Visconti Van Gogh di continuo, ma non ne ha mai usata una, quindi Visconti con questa persona andava tranquillo, già con me non va tranquillo, gliene ho rispedito indietro due. Poi forse ci sono acquirenti dalla "bocca buona" che se il pennino gratta non fa niente, se salta non fa niente, se, se, se.... e tanti altri se. Poi ci sono gli acquirenti che non si accontentano e mandano le penne indietro. Ora bisognerebbe sapere qual è la percentuale di acquirenti facili e di acquirenti difficili. Un controllo qualità è doveroso da parte di un produttore, sia che venda a persone facili sia che venda a persone difficili. Ma forse non è conveniente e si spera negli acquirenti che comprano, ma che non scrivono.
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Messaggio da Alpha7 »

Il mio sfogo, se così vogliamo chiamarlo, era proprio per evidenziare un'esperienza personale di vari episodi di penne nuove che non funzionano a dovere. Insomma, penso non si tratti di casi eccezionali ed isolati a meno che non sia stato proprio sfortunato.
Inutile dire che la cosa non mi fa piacere e, sotto un profilo più generale, penso alla progressiva avanzata delle banali ma affidabilissime biro sulle stilografiche, queste ultime mille volte più affascinanti ma, evidentemente, più problematiche.
Poi però - giusto oggi - ho provato tre stilo pilot vpen usa e getta in cartoleria (totalmente a caso) e, manco a dirlo, scrivevano a meraviglia. Ma allora, mi chiedo, possibile che i problemi siano davvero irrisolvibili a monte, specie con penne più costose e da cui ci si aspetta che facciano il loro dovere?
Mah.. Non so darmi una spiegazione.
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Messaggio da Maruska »

Alpha7 ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 23:07 Il mio sfogo, se così vogliamo chiamarlo, era proprio per evidenziare un'esperienza personale di vari episodi di penne nuove che non funzionano a dovere. Insomma, penso non si tratti di casi eccezionali ed isolati a meno che non sia stato proprio sfortunato.
Inutile dire che la cosa non mi fa piacere e, sotto un profilo più generale, penso alla progressiva avanzata delle banali ma affidabilissime biro sulle stilografiche, queste ultime mille volte più affascinanti ma, evidentemente, più problematiche.
Poi però - giusto oggi - ho provato tre stilo pilot vpen usa e getta in cartoleria (totalmente a caso) e, manco a dirlo, scrivevano a meraviglia. Ma allora, mi chiedo, possibile che i problemi siano davvero irrisolvibili a monte, specie con penne più costose e da cui ci si aspetta che facciano il loro dovere?
Mah.. Non so darmi una spiegazione.
la spiegazione è che le pilot vpen usa e getta gli acquirenti le usano, la Medici Visconti invece la tengono nella teca e la stanno a guardare e ammirare ed ecco che ti arriva con il pennino che gratta e la devi mandare indietro
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Messaggio da A Casirati »

Quando un prodotto viene venduto senza che funzioni bene non vi può essere dubbio sul fatto che la colpa sia del produttore. È un fatto oggettivo.
Appartengo alla generazione di coloro che utilizzarono le stilografiche a scuola e nei miei ricordi non v'è un solo caso di strumenti che non scrivessero bene da subito, dalle Pelikano alle Parker 61 aerometric.
Al di là del tema "collezionista", vendere un prodotto che non fa bene ciò per cui è venduto è poco serio, indipendentemente dalla qualità dell'assistenza post vendita.
Purtroppo, ai nostri giorni il tema qualità è sempre meno valutato, a favore degli elementi estetici, di prestigio, di moda etc...
Una volta il prestigio veniva dato dalla qualità del prodotto, oggi è questione di marchio, innanzi tutto. Emblema della superficialità dei tempi.
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Messaggio da PierPan »

A Casirati ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 8:47 Quando un prodotto viene venduto senza che funzioni bene non vi può essere dubbio sul fatto che la colpa sia del produttore. È un fatto oggettivo.
Appartengo alla generazione di coloro che utilizzarono le stilografiche a scuola e nei miei ricordi non v'è un solo caso di strumenti che non scrivessero bene da subito, dalle Pelikano alle Parker 61 aerometric.
Al di là del tema "collezionista", vendere un prodotto che non fa bene ciò per cui è venduto è poco serio, indipendentemente dalla qualità dell'assistenza post vendita.
Purtroppo, ai nostri giorni il tema qualità è sempre meno valutato, a favore degli elementi estetici, di prestigio, di moda etc...
Una volta il prestigio veniva dato dalla qualità del prodotto, oggi è questione di marchio, innanzi tutto. Emblema della superficialità dei tempi.
Perfettamente d’accordo, ho avuto una esperienza che definirei da amarezze senza gioia. Oltre 15 anni fa un cliente, conoscendo la mia passione per le stilografiche, mi regalò una Aurora Leonardo Da Vinci dal prezzo di listino di circa 2.500 euro. Fui felicissimo del regalo ricevuto, ma l’entusiasmo si è trasformato in amarezza e delusione non appena ho “preteso” che la penna svolgesse la sua funzione, quella di scrivere. Ebbene ho dovuto constatare che la penna non è, almeno, utilizzabile per l’uso che io faccio delle stilografiche. Ed infatti, caricata la penna, ho scritto circa due facciate scarse e subito ha esaurito l’inchiostro. Allora ho provato a caricarla e scaricarla e, constatato che caricava appena 5-6 gocce di inchiostro, l’ho mandata in assistenza, ma anche dopo l’intervento il problema non è stato risolto. La ho rimandata di nuovo in Aurora ma mi è stato risposto che la penna caricava e lavorava correttamente. A quel punto h deciso di non usarla più, in quanto mi fa proprio male usarla con queste limitazioni, dato che sono solito scrivere almeno 20 pagine al giorno. Ho quindi deciso di rivenderla, ma ho scoperto che sul mercato dell’usato non è ben quotata, quindi, tenuto conto del prezzo di listino, dovrei quasi regalarla. Morale della favola, ho preferito toglierla di mezzo e riporla nella sua scatola. Non posso neanche vederla!
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Messaggio da fabiol »

Purtroppo in questi ultimi anni moltissime aziende, sia di beni che servizi, considerano la qualità e l'assistenza sempre più dei meri costi da tenere con i più bassi valori possibili.
Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
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Messaggio da Esme »

Al di là di molti punti anche condivisibili ma su cui ho poca esperienza perché riferiti a una tipologia di penne che non mi interessa, provare una penna stilografica per intinzione e dire "non funziona" mi sembra però un po' tranchant.
Una stilografica non è una cannuccia ad intinzione, il pennino è solo uno dei componenti di una sinergia complessa, e nemmeno il più rilevante.
Prima di aver scritto per almeno una ricarica mi pare prematuro dire "non funziona".
Certo, si può dire "non mi piace", "non è come mi aspettavo", "non la sento", e di conseguenza e legittimamente restituirla.
Come dicevo ho penne di altro genere (vecchiette per lo più): tra di loro ce ne sono diverse che per intinzione fanno parecchio schifo, ma caricate sono perfette.

Se si prende una penna per scriverci veramente, credo si debba anche metterne in conto il rodaggio, soprattutto nel caso di penne realizzate in modo tendenzialmente artigianale.
"È tutta colpa di Esme" [Bons]

"Sarò più entusiasta di incoraggiare il pensiero fuori dagli schemi quando ci saranno prove di un pensiero all'interno di essi." [sir Terry Pratchett]
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Messaggio da Alpha7 »

Esme ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 12:00 Al di là di molti punti anche condivisibili ma su cui ho poca esperienza perché riferiti a una tipologia di penne che non mi interessa, provare una penna stilografica per intinzione e dire "non funziona" mi sembra però un po' tranchant.
Una stilografica non è una cannuccia ad intinzione, il pennino è solo uno dei componenti di una sinergia complessa, e nemmeno il più rilevante.
Prima di aver scritto per almeno una ricarica mi pare prematuro dire "non funziona".
Certo, si può dire "non mi piace", "non è come mi aspettavo", "non la sento", e di conseguenza e legittimamente restituirla.
Come dicevo ho penne di altro genere (vecchiette per lo più): tra di loro ce ne sono diverse che per intinzione fanno parecchio schifo, ma caricate sono perfette.

Se si prende una penna per scriverci veramente, credo si debba anche metterne in conto il rodaggio, soprattutto nel caso di penne realizzate in modo tendenzialmente artigianale.
Mi sono limitato a riportare quanto accaduto. Provata per intinzione non scrive.
Ora, non sono un un grande esperto ma neppure mi definirei inesperto. Sempre per quella che è la mia esperienza se la penna non scrive per intinzione con un alimentatore zeppo di inchiostro significa che i rebbi sono stretti e, infatti, ho notato che non vi è "luce" all'estremità della punta. Premendo un po', ma decisamente troppo per una scrittura "normale", allora l'inchiostro fluiva perché così i rebbi si allargano meccanicamente.
Una stilo dovrebbe scrivere con il suo solo peso e questa non lo fa, neppure lontanamente.
Ne deduco - senza alcuna presunzione - che il pennino ha un problema e ho più di qualche dubbio che il rodaggio possa risolverlo. Comunque per mia natura non ritengo di avere la verità in tasca e se mi sbaglio sono ben felice di imparare qualcosa che non so.
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Maruska ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 23:01 Non è colpa degli acquirenti è colpa dei produttori: ci sono acquirenti che comprano le penne per puro collezionismo, conoscevo un signore che comprava Visconti Van Gogh di continuo, ma non ne ha mai usata una, quindi Visconti con questa persona andava tranquillo, già con me non va tranquillo, gliene ho rispedito indietro due. Poi forse ci sono acquirenti dalla "bocca buona" che se il pennino gratta non fa niente, se salta non fa niente, se, se, se.... e tanti altri se. Poi ci sono gli acquirenti che non si accontentano e mandano le penne indietro. Ora bisognerebbe sapere qual è la percentuale di acquirenti facili e di acquirenti difficili. Un controllo qualità è doveroso da parte di un produttore, sia che venda a persone facili sia che venda a persone difficili. Ma forse non è conveniente e si spera negli acquirenti che comprano, ma che non scrivono.
Mi sembra che Lei, negandola, abbia confermato la mia tesi.

Sapere qual é la percentuale di "acquirenti facili" e di "acquirenti difficili" non é difficile.
-Il mercato delle penne di lusso di alcune marche é costituito in stragrande maggioranza da collezionisti ("acquirenti facili").
Queste aziende danno ai loro clienti ciò che essi vogliono: materiali pregiati, estetiche inebrianti, nuovi modelli, edizioni limitate etc.
Perché dovrebbero spendere soldi nel controllo della qualità di scrittura per penne che nella maggioranza dei casi non verranno mai inchiostrate?
-La minoranza costituita dagli utilizzatori rassegnati (anch'essi "acquirenti facili")
ormai accetta tale difettosità come caratteristica intrinseca del prodotto e ritiene normale il fatto di dover mandare in assistenza una penna nuova.
-Coloro che effettuano il reso delle penne difettose ("acquirenti difficili")
sono così pochi da costituire una sparuta minoranza anche all'interno di un mercato di nicchia:
é evidente che il danno arrecato da questi ai fatturati delle aziende é nullo o trascurabile.
Se le percentuali fossero diverse queste aziende avrebbero già chiuso i battenti e portato i libri in tribunale.

Il controllo qualità é un fase produttiva molto onerosa;
la sua "doverosità" da parte del produttore é un concetto molto bello ma che fa a pugni con la massimizzazione del profitto.
Le fette di mercato ipotizzate sopra ci confermano che evidentemente é più economico "aggiustare" gli esemplari che tornano in assistenza
piuttosto che controllare che tutte le penne che escono dalla fabbrica scrivano.

Questa situazione, inverosimilmente, invece di creare, come in altri settori, un "danno reputazionale"
(flessione degli utili derivante da una percezione negativa dell'immagine dell'azienda da parte di clienti)
diviene occasione per gli "utilizzatori rassegnati" per esaltare l'eccellente servizio post vendita dei produttori di soprammobili a forma di stilografica.
Bisogna ringraziare la Marca X per avermi rifilato una penna che non scrive o scrive male,
di cui mi sono immediatamente dovuto privare per mandarla due mesi in assistenza,
e che finalmente ora esegue in maniera autonoma complicati interventi di neurochirurgia della colonna vertebrale...ah, no, scrive...

La colpa é dei produttori? I produttori danno al mercato quello che il mercato chiede cercando di massimizzare i profitti!
La colpa é dei consumatori che continuano ad acquistare quelle penne!
Bons

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Messaggio da Bons »

Che ardite e profonde analisi senza un solo dato su cui appoggiarle.
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Esme ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 12:00 Al di là di molti punti anche condivisibili ma su cui ho poca esperienza perché riferiti a una tipologia di penne che non mi interessa, provare una penna stilografica per intinzione e dire "non funziona" mi sembra però un po' tranchant.
Una stilografica non è una cannuccia ad intinzione, il pennino è solo uno dei componenti di una sinergia complessa, e nemmeno il più rilevante.
Prima di aver scritto per almeno una ricarica mi pare prematuro dire "non funziona".
Certo, si può dire "non mi piace", "non è come mi aspettavo", "non la sento", e di conseguenza e legittimamente restituirla.
Come dicevo ho penne di altro genere (vecchiette per lo più): tra di loro ce ne sono diverse che per intinzione fanno parecchio schifo, ma caricate sono perfette.

Se si prende una penna per scriverci veramente, credo si debba anche metterne in conto il rodaggio, soprattutto nel caso di penne realizzate in modo tendenzialmente artigianale.
La mia Leonardo é stata provata con converter, cartuccia, lavata, riprovata, niente!
Già il fatto che una penna vada lavata per scrivere bene
é indice del fatto che siano presenti dei residui di lavorazione che ostruiscano il passaggio dell'inchiostro.
E' troppo nel 2022 chiedere che una penna stilografica scriva appena uscita dalla scatola?
Suvvia, non stiamo parlando di meccanica quantistica o di scissione dell'atomo ma di gravità e capillarità!

L'artigianalità deve essere un valore aggiunto e non una scusa per giustificare dei difetti di produzione.
Premesso che l'artigianalità di queste penne riguarda esclusivamente la parte estetica,
mentre il gruppo scrittura (Bock o JoWo) é un prodotto strettamente industriale,
sarei curioso di sapere quanto la realizzazione artigianale incida sul costo di una Leonardo/Visconti/Montegrappa etc.
rispetto ad una meno cara Platinum Izumo Urushi o Pilot 845 Urushi (entrambe scrittrici impeccabili dotate di pennino proprietario).
p.s. il costo del lavoro in Giappone non é a buon mercato ed il loro prezzo include in più anche spedizione internazionale e dazi

https://www.youtube.com/watch?v=buHAZgaQrOc

Mi sembra qui in Italia siamo rimasti all'artigianalità dell'unico stussicadenti ricavato a mano dal troncio della Val Clavicola
uguali, precisi identici a quelli fatti a macchina.... :lol:
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Ciao Alpha7,
secondo me devi semplicemente rimandarla indietro chiedendo la sostituzione.
I pennini JoWo (credo che il tuo esemplare ne abbia uno di tale marca) godono di buona reputazione sull'affidabilità, inoltre, come hai correttamente scritto, la sostituzione del pennino è cosa che si fa in un attimo, in particolare sulle Leonardo.
Personalmente ho due "momento magico" e scrivono bene, e con i JoWo ho anche due TWSBI eco, anch'esse ok (anzi, fantastiche).
Sul discorso generale comunque concordo, sarebbe bello che le penne - in particolare quelle non proprio economiche - venissero controllate prima di metterle in commercio.
A me è capitata una Lamy Safari difettosa (rebbi disallineati), e l'ho mandata indietro, me l'hanno semplicemente cambiata con un altro esemplare, che va perfettamente. Avrei potuto provare a sistemarla io, ma visto che era nuova, pagata al 100%, anche se è una penna che costa poco ho richiesto un esemplare funzionante da subito. Le "sistemazioni" sono disposto a farle su oggetti usati, il nuovo deve essere conforme alle specifiche, altrimenti torna dal costruttore/venditore.
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