Penne che scrivono sempre

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Messaggio da Mir70 »

Esme ha scritto: mercoledì 14 settembre 2022, 12:26 Ho appena scoperto una penna che è decisamente candidata.
Una umilerrima Universal, anni 60/70.
...
Esme, fino adesso non ho commentato proprio per evitare di posizionare al primo posto la Universal scolastica (tipo la Studio 65 e derivate) con l'economico pennino Wing-Flow con le punte ripiegate, perché mi sembrava irrispettoso verso le solite e più blasonate penne (Sailor, Pelikan, ecc...).
Ne ho due , una tutta nera e una verde-nera , acquistate agli inizi e caricate con due diversi inchiostri. Dimenticate inchiostrare in un cassetto e ritrovate a distanza di cinque o sei mesi , hanno subito ripreso a scrivere. E scrivono pure bene ! Hanno sempre scritto bene (motivo per il quale ne ho due).
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Messaggio da edis »

Perché quando parlate del buon funzionamento di una penna scolastica o economica lo fate sempre facendo un riferimento al fatto che ci sono penne che costano di più? Faccio fatica a stare dietro a questo modo di ragionare.

Nel mio elenco (mi cito perché ho aperto il post) assieme a penne che costano €200, ce n'è una che costa €28 ed un una che costa €20 sui cui ho montato un pennino che costa €100.

Le penne scolastiche scrivono perché sono progettate per la scuola, e quindi il R&D di chi le produce si focalizza sul fatto che non si debbano fermare e che i componenti siano assemblati in modo brutalmente robusto. Non offrono però la varietà di materiali, pennini, sistemi di caricamento, estetica delle penne che chiamate blasonate.

Vi divertireste a scrivere sono con una scolastica, o a guardare solo scolastiche? Io no.

E comunque, i pennini di acciaio della Lamy hanno spesso bisogno di tuning, molto spesso... E sono pennini scolastici ;)
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Mir70
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Messaggio da Mir70 »

edis ha scritto: mercoledì 14 settembre 2022, 22:49 ...
Le penne scolastiche scrivono perché sono progettate per la scuola, e quindi il R&D di chi le produce si focalizza sul fatto che non si debbano fermare
...
E' proprio questo il punto che mi sconcerta: immagino che qualcosa progettato per non fermarsi mai , possa soffrire molto di più le lunghe fermate (per le quali appunto non è stato progettato) e , viceversa , qualcosa progettato per lavorare poco nel tempo e quindi con lunghe fermate, possa patire il lavoro protratto lungamente nel tempo.

Per il discorso economiche vs. costose, mi pare lecito attendersi che oggetti molto più costosi offrano prestazioni migliori rispetto a quelli più economici , non ci trovo nulla di strano.
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Messaggio da edis »

Mir70 ha scritto: mercoledì 14 settembre 2022, 23:05 Per il discorso economiche vs. costose, mi pare lecito attendersi che oggetti molto più costosi offrano prestazioni migliori rispetto a quelli più economici , non ci trovo nulla di strano.
Sono segmenti diversi, non ha senso paragonarli.
Delle penne costose si pagano caratteristiche che le economiche non hanno. Una volta sistemata la costosa che non funziona come dovrebbe, resta una penna diversa rispetto all'economica.

Credo che le scolastiche siano progettate per rimanere nel cassetto anche tutta l'estate per poi ripartire il primo giorno di scuola.

Forse qualcosa mi sfugge. Mi viene in mente una mia amica che andò in Scozia da Pescara su una Ferrari Challenge perché il marito voleva riportarsela a casa dalla casa delle vacanze e mi raccontò che il viaggio fu un incubo: vibrazioni, sedile scomodo, cintura di sicurezza tipo di camicia di forza. Avrebbe viaggiato più comoda su un'utilitaria, ma il paragone Ferrari vs utilitaria ha senso? Io sono felice della mia Sailor Profit che scrive benissimo ma non ho bisogno di paragonarla alla Homo Sapiens, sono due cose diverse. E il bronzo della HS fra 10 anni sarà intatto mentre, qualora dovesse durare così a lungo, temo che gli anellini della Sailor saranno sgrugnati.
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Messaggio da Aerd68 »

Tra le poche che ho, quasi tutte economiche, Twsbi Eco EF.

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Messaggio da Mir70 »

Perdonami Edis, ma la discussione non riguardava penne che scrivono sempre ?
edis ha scritto: lunedì 12 settembre 2022, 21:40 ...
penne che scrivono "sempre e per sempre" e comunque, su qualsiasi carta, con quasi tutti gli inchiostri, sul treno, sul divano, sulla panchina, in metro, alla scrivania, supina e bocconi.
...
quindi secondo me ha senso paragonare anche segmenti diversi, poco importa se la doratura della veretta rimarrà tale nei secoli dei secoli o se il fusto non è in celluloide arco di trionfo. Poi la bellezza è altra cosa, certo.
Con riferimento al tuo paragone automobilistico, qui si sta valutando se la macchina si mette in moto al primo giro di chiave (o alzata di levetta) in estate o in inverno, al mare o in montagna. Poco importa la potenza del motore o la bellezza della carrozzeria e delle rifiniture interne.
Oppure ho inteso male io.

P.S. Edis, ma i compiti "estivi" non li facevi ? :D (scherzo eh...)
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Messaggio da Esme »

edis ha scritto: mercoledì 14 settembre 2022, 22:49 Perché quando parlate del buon funzionamento di una penna scolastica o economica lo fate sempre facendo un riferimento al fatto che ci sono penne che costano di più? Faccio fatica a stare dietro a questo modo di ragionare.
Di cosa si sta parlando?
Di penne stilografiche, mica di soprammobili.
Le penne stilografiche devono scrivere, DOPO possono anche esssere belle, pregiate, ecc.
Non ho fatto riferimento al fatto che ci siano penne che costano di più, ma al fatto che ci siano penne che, pur costando di più, scrivono da cane. Cosa piuttosto ridicola, perché significa che tutto il budget è stato speso per qualità che nulla hanno a vedere con la scrittura.
Del resto se esistono penne come la Venere di Milo o la Viking...

Nessuno vorrebbe una Ferrari che non parte, o che ogni due per tre si spegne, a meno che non abbia una Ferrari che usa solo per parcheggiarla davanti casa per farla ammirare. Che, intendiamoci, è un uso di cui uno è liberissimo, ma che non ha nulla a che vedere con le automobili.

Poi.
Che le penne costose rimangano belle e inalterate per sempre e quelle scolastiche no, perdonami ma mi fa sorridere.
La penna di cui stavo parlando, e le sue sorelle, hanno una cinquantina d'anni e mi sono state date in uno stato pietoso.
Eppure una volta ripulite paiono nuove.
E così tante altre scolastiche.
Sappiamo benissimo, invece, che ci sono molte penne blasonate che non reggono il passare del tempo.
Per quanto riguarda i pennini Lamy, secondo me si ragiona sull'anedottico. Con i numeri di penne che sforna la Lamy, se ci fossero tutti questi problemi sarebbe già fallita.
Anedotticamente, tutte le Lamy che possiedo o che ho posseduto avevano pennini perfetti.
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Mir70 ha scritto: mercoledì 14 settembre 2022, 21:26 Esme, fino adesso non ho commentato proprio per evitare di posizionare al primo posto la Universal scolastica (tipo la Studio 65 e derivate) con l'economico pennino Wing-Flow
Di quel tipo, tipicamente con il caricamento a siringa, ne ho un po' e hai ragione, sono ottime scrittrici, anche loro annoverabili tra quelle che scrivono sempre.
Tra l'altro le trovo anche divertenti da vedere.

Quelle che ho appena scoperto dovrebbero essere un po' più recenti, direi più 70 che 60, e sono a cartuccia, curiosamente anche quelle con la finestrella. Mi erano parse un po' più scarse di quelle a siringa, ma mi sbagliavo.
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Messaggio da edis »

Esme ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 1:10 Di cosa si sta parlando?
Di penne stilografiche, mica di soprammobili.
Le penne stilografiche devono scrivere, DOPO possono anche esssere belle, pregiate, ecc.
Non ho fatto riferimento al fatto che ci siano penne che costano di più, ma al fatto che ci siano penne che, pur costando di più, scrivono da cane. Cosa piuttosto ridicola, perché significa che tutto il budget è stato speso per qualità che nulla hanno a vedere con la scrittura.
Del resto se esistono penne come la Venere di Milo o la Viking...
Sì, di penne stilografiche, lo so di cosa parlavo quando ho aperto il post 😅
Quello che a me continua a non essere chiaro è perché non si possa dire: la Universal funziona bene, e basta, e sembra invece necessario sottolineare che è umile ma funziona, mentre penne più costose non - . Quando ho letto la tua risposta io ho capito che: le tue penne "blasonate" non funzionano bene come la Universal; tra le tue penne, solo 3 Universal ritrovate in un cassetto scrivono sotto il loro stesso peso, ma non riesci ad usarle, pur essendo molto performanti, perché hanno dei colori che proprio non ti piacciono. Se la scelta di usare o meno una penna è condizionata anche da quanto ti piaccia il colore, mi confermi che è giusto che poi esistano penne che hanno una serie di caratteristiche che sono attrattive.
Ma le penne costose che non scrivono, perché non le hai fatte sistemare?
Io ho aperto questo post facendo una domanda ben precisa, ma se mi siedo al tavolo, come si dovrebbe fare, le mie penne scrivono tutte e di tutte mi piace come scrivono, dai € 20 in poi. Mi è capitato con Pilot e con Pelikan di dover usare la garanzia per il funzionamento del pennino, ora scrivono tutte.
Esme ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 1:10 Nessuno vorrebbe una Ferrari che non parte, o che ogni due per tre si spegne, a meno che non abbia una Ferrari che usa solo per parcheggiarla davanti casa per farla ammirare. Che, intendiamoci, è un uso di cui uno è liberissimo, ma che non ha nulla a che vedere con le automobili.
Io ho però raccontato di una Ferrari funzionante, non era una metafora la mia, era un esempio concreto, infatti la macchina in questione ha fatto Pescara-Aberdeen e ho sentito la mia amica che stava male (per davvero) a causa delle "vibrazioni" subite così a lungo. La Ferrari è una macchina costosa, ma non è comoda per fare tutto. Comunque il marito la teneva in garage, e quando si è trasferito a Londra l'ha venduta assieme al resto del parco macchine perché non le usava più dato che a Londra è più comodo girare coi mezzi, e che Ferrari e Aston Martin e Delta HF integrale non sono, appunto, macchine da gita fuori porta.
Esme ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 1:10 Poi.
Che le penne costose rimangano belle e inalterate per sempre e quelle scolastiche no, perdonami ma mi fa sorridere.
La penna di cui stavo parlando, e le sue sorelle, hanno una cinquantina d'anni e mi sono state date in uno stato pietoso.
Eppure una volta ripulite paiono nuove.
E così tante altre scolastiche.
Sappiamo benissimo, invece, che ci sono molte penne blasonate che non reggono il passare del tempo.
Per quanto riguarda i pennini Lamy, secondo me si ragiona sull'anedottico. Con i numeri di penne che sforna la Lamy, se ci fossero tutti questi problemi sarebbe già fallita.
Anedotticamente, tutte le Lamy che possiedo o che ho posseduto avevano pennini perfetti.
Le penne "blasonate" che ho preso usate, o sul mercatino del forum o online, sembravano nuove anche dopo 60 anni, io posso raccontare solo quello che è capitato a me.

Paiono nuove ma, appunto, non ti piacciono...
No sui pennini Lamy non parlo per aneddotica, parlo di interventi reali sui pennini, compreso uno OM d'oro che ho riallineato io e ora rientra anche nel mio elenco di penne che scrivono sotto il loro stesso peso.
Quello che scrivo riguarda sempre penne che ho e le cose che mi sono capitate con queste penne, non parlerei né citerei mai una cosa che non è capitata a me, tipo le celluloidi che si disintegrano.
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Messaggio da Esme »

edis ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 7:29 Quando ho letto la tua risposta io ho capito che: le tue penne "blasonate" non funzionano bene come la Universal
Edis, mi sa che ti devi rileggere il mio primo intervento, e anche quello dopo, secondo me hai letto di fretta. 🙂
Non ho proprio mai detto che SOLO le Universal mi funzionano o siano le migliori, sarebbe una scemenza.
Ho presentato una penna che risponde all'oggetto del post.
Solo alla fine, dopo una prolissa disamina, ho accennato una domanda, per altro non nuova.

Quello che ho chiesto è: se delle umili penne scolastiche riescono a scrivere sempre e senza incertezze, e se questo succede con quasi tutte le penne scolastiche (scolastiche, non genericamente a buon mercato), perché diavolo ci sono penne blasonate che non lo fanno? Qual è il problema, visto che non può essere l'economicità di produzione?
Era una semplice riflessione, mica ho detto che tutte le penne blasonate non funzionano.

Il bello e brutto non c'entra nulla con il fatto che scrivano.
Che scrivano senza far dannare è il requisito sine qua non.
Si sta parlando di penne che scrivono sempre (al tavolo in condizioni normali, non mi pare che nessuno abbia parlato di condizioni estreme). O abbiamo capito male?

Ho una sola penna che uso nonostante faccia qualche capriccio pur avendola sistemata, ma perché ha un valore affettivo.
Le altre o scrivono come penne "per bene" oppure ciao ciao.
Dato che prediligo le vintage, e so come metterci mano, me le sistemo. Se fossero penne nuove non lo farei, ritornerebbero da chi le ha prodotte. E se non tornassero a posto, ciao ciao penna e produttore.

Ora, le penne fallate capitano e non è un dramma.
La qualità si basa sulle percentuali.
Le penne scolastiche hanno grossi numeri di vendita, se ne trovo una che non scrive, questo è anedottico. Per cui una decina di pennini di Lamy da sistemare sono anedottici, esattamente come i miei che scrivono tutti benissimo.
Le penne con costi nettamente superiori sono spesso prodotte in numero limitato. Quindi quando le lamentele iniziano a essere molte iniziamo ad uscire dal campo anedottico.
In più se tiro fuori certe cifre, ho tutto il diritto di arrabbiarmi se la penna non è stata controllata e non scrive decentemente, o ancora di più se devo imbarcarmi in trafile assurde per avere un esemplare che funzioni.
Ad esempio, per quanto non apprezzi le Montblanc esteticamente, apprezzo il fatto che siano penne che scrivono come devono e che nel caso di problemi la cosa venga risolta.
Montblanc o Lamy non cambia: i clienti sono soddisfatti.
Altre case invece sappiamo bene che hanno chiuso i battenti anche per l'insoddisfazione di chi acquistava.
Poi ci sono i marchi che vivono di penne ad edizione limitata inusabili. Sostanzialmente dei soprammobili.
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Messaggio da merloplano »

Esme ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 1:10 Che le penne costose rimangano belle e inalterate per sempre e quelle scolastiche no, perdonami ma mi fa sorridere.
La penna di cui stavo parlando, e le sue sorelle, hanno una cinquantina d'anni e mi sono state date in uno stato pietoso.
Eppure una volta ripulite paiono nuove.
E così tante altre scolastiche.
proseguo la mia recente linea editoriale: fatti non pugnette (ovvero metto foto a supporto). sezione sostituita da lamy in garanzia, 1 anno di uso. la blu va in quella direzione, ma la uso meno
abc red.jpg
Esme ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 1:10 Per quanto riguarda i pennini Lamy, secondo me si ragiona sull'anedottico. Con i numeri di penne che sforna la Lamy, se ci fossero tutti questi problemi sarebbe già fallita.
Anedotticamente, tutte le Lamy che possiedo o che ho posseduto avevano pennini perfetti.
abc.jpg
9 pennini (manca l'A) in acciaio e 2 in oro (non lo ho sfilati, finora). ho messo le mani a 6 in acciao (1.1 ed A quasi non scrivevano, e francoiacc, se ricordo bene, tolse la linguetta all'alimentatore per aumentare il flusso del suo 1.1, la soluzione era passare lamella tra i rebbi), quello in oro della accent non e' buono come quello della dialog, entrambi M. perfetti solo 1 M in oro e 1 B nero, ottimi altri 2.
11 pennini per un singolo acquirente forniscono una indicazione significativa: assumo la distribuzione di difetti normale tra tutti gli acquirenti (naturalmente, esiste la possibilita' che io sia paperino e tu gastone). piu' facile credere che la nostra definizione di perfetto sia diversa. tipicamente questa tiene conto anche del prezzo pagato. piu' hai esperienza, piu' sviluppi la capacita' di notare (ed apprezzare) le sfumature, e quello che era perfetto non e' piu' tale

faccio l'avvocato del diavolo: se 11 occorrenze sono aneddotiche, ti chiedo: delle "penne costose che scrivono da cane", hai comprato altri 10 esemplari? anzi, di piu'?

piuttosto, chiediamoci perche' penne economiche che scrivono male sono lapidate senza complimenti (io le riparo, nel limite delle mia capacita'). quelle costose invece "hanno carattere/personalita' ", "vanno domate", "vanno conosciute per apprezzarne il carattere" etc etc
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Messaggio da edis »

Esme ha scritto: mercoledì 14 settembre 2022, 12:26 Ho appena scoperto una penna che è decisamente candidata.
Una umilerrima Universal, anni 60/70.

Ce l'avevo da un po', assieme a sorelle molto simili, ma solo perché erano in lotto con un paio di penne che mi interessavano, e non l'avevo inchiostrata.
Ieri volevo provare la Lamy 25, che pensavo fosse a regime ma che ha ancora bisogno di revisione, e così mi sono trovata una cartuccia di H. Myosotis aperta. Dove diavolo la metto?
Così mi sono ricordata di queste Universal e ne ho presa una.
😮

A parte che è partita all'istante, appena inserita la cartuccia.
Ma scrive in modo incredibile.
Tratto fine, senza incertezze, molto scorrevole con un leggerissimo feedback.
Non ha problemi a scrivere solo con il suo peso, e nemmeno con quello perché scrive anche a pennino in su, almeno fino a quando c'è inchiostro nell'alimentatore.
In reverse è un extra fine, ugualmente molto scorrevole e senza incertezze.

Ha un solo difetto: è verde, di un verde che proprio non mi garba.
Le sue sorelle, con pennino e alimentatore identici, invece sono arancio salmone, con finestrella azzurra. Non mi garbano molto nemmeno loro. 😔

Rimane la solita domanda: se penne scolastiche riescono in genere a scrivere così bene, ma perché diavolo non lo possono fare penne blasonate?
Ciao Esme, ti rispondo da qui così cerco di capire, perché probabilmente ho letto male ma a questo punto mi devi aiutare tu ☺️

Si sta parlando di penne che scrivono sotto il loro peso, e citi tre Universal scolastiche, addirittura scrivono a testa in giù finché non si vuota l'alimentatore. Purtroppo di queste tre penne non ti piacciono i colori.

Io non leggo altre penne citate. Chiudi con un quesito: perché penne blasonate non scrivano come le scolastiche. Non ci sono i nomi delle blasonate, ma immagino che tu stia parlando di penne blasonate che sono o sono state nella tua collezione, che non hanno scritto o in questo momento non scrivono come le tre Universal. Ho capito male?
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Messaggio da merloplano »

Esme ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 10:21 Ora, le penne fallate capitano e non è un dramma.
La qualità si basa sulle percentuali.
e sulla distribuzione
Le penne scolastiche hanno grossi numeri di vendita, se ne trovo una che non scrive, questo è anedottico. Per cui una decina di pennini di Lamy da sistemare sono anedottici, esattamente come i miei che scrivono tutti benissimo.
Le penne con costi nettamente superiori sono spesso prodotte in numero limitato. Quindi quando le lamentele iniziano a essere molte iniziamo ad uscire dal campo anedottico.
esempio numerico per vedere se siamo allineati. pelikan produce 10M di twist e 1M di m600. difettosita' identica, 1ppm (magari). stesso numero di acquirenti, 1M, quindi 10 twist e 1 m600 a testa. se le distribuzioni sono normali per tutti gli acquirenti (nel caso dalla twist, la m600 e' singola) avremo 1 acquirente con m600 difettosa e 10 acquirenti con 1 twist difettosa. se hai un acquirente di twist con 5 twist difettose (il paperino), concludi che sia aneddotica (perche' per definizione, la difettosita' e' 1ppm per entrambi i modelli). io invece per definizione assumo che la distribuzione (la sfiga) sia uguale per tutti gli acquirenti, e concludo che la difettosita' non sia identica tra i due modelli. entrambe le strade sono possibili, ma la seconda e' piu' probabile

credo che il principiante, quello che fa i grossi numeri di vendita, si accontenti della twist, purche' lasci una linea colorata dietro di se' (io ho fatto elementari e medie con antimacchia e auretta, e non capivo nulla di queste cose). questi utenti non appaiono nelle statistiche, semplicemente comprano altra penna (in genere la rompono prima, ricordo di aver rotto almeno 4 penne, da piccolo). viceversa, chi spende di piu' da un lato ha piu' esperienza, dall'altra e' spinto (lo fai notare) ad attendersi il top (anche quando paga 350e, non 1000e) e non e' disposto a comprare una seconda m600 (la sua sfigata l'ha gia' presa, quindi ha tutto a favore)
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Messaggio da Esme »

edis ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 10:32 Io non leggo altre penne citate.
Non ho scritto nomi perchè era un interrogativo generico.
Infatti non ho scritto "LE penne blasonate" (che sarebbe una scemenza) ma "penne blasonate", che ha significato di "alcune penne blasonate".

Il mio post riguardava quella penna Universal.
A margine una domanda.
Ci sono penne costose o estremamente costose che non scrivono decentemente.
Siamo su un forum di penne stilografiche, ci sono moltissimi post a riguardo.
Ora, la domanda GENERICA è: dato che non dovrebbe essere un problema economico, come mai?
Questo è il succo della perplessità: se non può essere un motivo economico, qual è il motivo? Alcuni hanno avanzato ipotesi a riguardo, ipotesi interessanti.
Nessuno, mi pare, ha detto "le penne blasonate/costose fanno schifo a prescindere" (quello lo lasciamo alla Gingiao c. p.® di Bons 🙂)
merloplano ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 10:25 faccio l'avvocato del diavolo: se 11 occorrenze sono aneddotiche, ti chiedo: delle "penne costose che scrivono da cane", hai comprato altri 10 esemplari? anzi, di piu'?

piuttosto, chiediamoci perche' penne economiche che scrivono male sono lapidate senza complimenti (io le riparo, nel limite delle mia capacita'). quelle costose invece "hanno carattere/personalita' ", "vanno domate", "vanno conosciute per apprezzarne il carattere" etc etc
Fai bene a fare l'avvocato del diavolo. 🙂
Le nostre singole esperienze sono comunque anedottiche (tolti i riparatori e i venditori), ma il forum nel suo complesso, e gli altri forum internazionali, forniscono uno sguardo più oggettivo.
Ci sono marchi che nel tempo e nei numeri hanno perso la fiducia dei compratori, quantomeno di quelli che le penne le usano per scrivere, nonostante producessero penne di alta fascia.
Come mai?
Io la risposta non la conosco, altrimenti non mi farei la domanda.
L'ultima tua domanda la condivido e mi pare complementare alla mia.
Però per quella avrei una prima parziale risposta: non è facile ammettere di aver speso molti soldi per una penna che non funziona come si deve, soprattutto se ci piace.

Comunque: stiamo andando fuori dal seminato (come sempre 😁) e non è bello, forse sarebbe meglio aprire un 3d apposito.
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merloplano ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 10:50 esempio numerico per vedere se siamo allineati.
[...]

credo che il principiante, quello che fa i grossi numeri di vendita, si accontenti della twist, purche' lasci una linea colorata dietro di se' (io ho fatto elementari e medie con antimacchia e auretta, e non capivo nulla di queste cose). questi utenti non appaiono nelle statistiche, semplicemente comprano altra penna (in genere la rompono prima, ricordo di aver rotto almeno 4 penne, da piccolo). viceversa, chi spende di piu' da un lato ha piu' esperienza, dall'altra e' spinto (lo fai notare) ad attendersi il top (anche quando paga 350e, non 1000e) e non e' disposto a comprare una seconda m600 (la sua sfigata l'ha gia' presa, quindi ha tutto a favore)
Puó essere. Ma un principiante dovrebbe avere maggiori problemi, e se la penna non funziona sempre e senza rogne ritorna alle biro.
Uno esperto no. Forse cambia modello/marca.
Mi pare che nel produrre penne scolastiche ci sia generalmente attenzione a questa criticità.
Mentre non tutti i marchi di fascia alta storicamente hanno avuto la percezione di questo problema. Perché?
"È tutta colpa di Esme" [Bons]

"Sarò più entusiasta di incoraggiare il pensiero fuori dagli schemi quando ci saranno prove di un pensiero all'interno di essi." [sir Terry Pratchett]
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