Penne che scrivono sempre

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A Casirati
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Messaggio da A Casirati »

Per tornare in argomento: mi accorgo ora di aver dimenticato le mie Kaweco Sport Classic, Skyline ed Ice...
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Messaggio da merloplano »

Esme ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 20:43 Perché, sempre in base all'esperienza collettiva dei forum stilografici, ci sono marchi che hanno fatto pagare care le loro penne ma hanno prodotto tanti esemplari stizzosi, tanto da far disamorare i loro clienti?
mi fai 2 esempi di penne che hanno causato l'abbandono del marchio da parte dei clienti?

on topic:
perche' non regolate le penne in modo che scrivano sotto il proprio peso?


off topic:
non e' la mia esperienza che penne costose (400+ euro) abbiano difettosita' piu' elevate delle scolastiche. ad ogni modo, il cliente tipico delle penne di lusso (700+ euro) e' interessato a fornire indizi sul proprio estratto conto in meeting ad alto livello; al massimo le usa per firmare documenti. difficile riscontrare problemi con questo tipo di utilizzo e con limitata esperienza stilografica

chi dovesse prendere una penna costosa per usarla come strumento di scrittura, e trovarla non performante, potra' rivolgersi all'assistenza, ampiamente coperta dal costo della penna. come ha detto sansenri, lo scopo principale di penne simili non e' scrivere. aggiungo io, e' veicolare un messaggio. e quindi, promuovere una immagine vincente tramite pennini giganti, materiali esclusivi, fiocchi di neve, marketing, ha la priorita' sulla esemplare qualita' realizzativa

proprio l'esigenza di esclusivita' e' un'arma a doppio taglio: pochi esemplari significa serie piu' limitate e meno meccanizzate, quindi difettosita' piu' elevata. non e' ovviamente un caso che aurora nella gamma alta utilizzi lo stesso gruppo scrittura, e lo stesso faccia (diviso per fasce) pelikan nelle m. un pennino da produrre negli anni (investimenti rilevanti) implica un sistema a vite (o design conservativo e statico, i jap), anche se il marketing propone un by-product come un requirement

quando si ha la possibilita' di usare prodotti rodati (jowo, bock), l'utente che spende 300 euro si lamenta della ubiquita' di quelli che invece sono prodotti affidabili. il delta costo rispetto a penne entry-level con lo stesso gruppo scrittura (ma disponibile a diversi livelli di qualita') puo' essere investito in materiali migliori o in eccellente qualita' produttiva. conid faceva pagare 300 euro la penna piu' economica, in acrilico trasparente (quello di moonman c1). montava bock, controllava i pennini singolarmente, allegando alla penna la prova di spessore del tratto. il delta costo andava in clip ricavate dal pieno (funzionalmente uno spreco, non sono mica bracket), puntavano su alta ingegneria piu' che sull'immagine
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Messaggio da sansenri »

merloplano ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 21:59
sansenri ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 21:37 Con diverse penne a pistone e eyedropper sono abbastanza convinto che la "maggior vicinanza/abbondanza/disponibilità" di inchiostro giochi nel renderle sempre pronte, però potrebbero esserci altri fattori, la tipologia/conformazione dell'alimentatore, magari.
in base alla mia esperienza, conta solo il flusso. perfino la loom (con la peggiore alimentazione possibile, la cartuccia standard), scrive sotto il suo (non trascurabile) peso. e lo stesso fa (dopo regolazione) la 51a. a prescindere dall'alimentatore, un pennino puo' essere regolato per far scrivere una penna sotto il proprio peso: io lo faccio

per la ripartenza dopo sosta, conta la tenuta del cappuccio. poi e' chiaro, se la tenuta e' solo discreta ma il flusso abbondante, la penna ripartira'
conta solo il flusso però già considerate le altre condizioni (che influiscono)
voglio dire, se hai una eyedropper con pennino Bock M in acciaio e alimentatore in Ebanite
e hai una penna a converter con pennino Bock M in acciaio e alimentatore in plastica nel suo "housing"
i due pennini sarai costretto a regolarli in modo diverso per avere stesso flusso, immagino...
la eyedropper già di per se è una fontana, scrive sempre anche se il pennino ha i rebbi parecchio stretti.
nella converter invece spesso il pennino lo devi allargare un po' altrimenti lo devi "trascinare" sulla carta.

Penso che potrei provare, cercando di ottenenre dalle due penne la stessa prontezza di scrittura, e scambiando poi i pennini tra le due penne, e vedere che succede...
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Messaggio da Esme »

merloplano ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 22:48 mi fai 2 esempi di penne che hanno causato l'abbandono del marchio da parte dei clienti?

La mia evidente reticenza a fare nomi è dovuta a due motivi.
Il primo è che voglio proprio mantenere il discorso su un piano speculativo.
Tu, come Sanseri, Casirati, Mir (e forse altri, mi scuso se ho dimenticato) avete suggerito abbastanza concordemente quale può essere un problema alla base, cioè che l'interesse è rivolto a qualcosa che poco c'entra con la scrittura.
Il che tra l'altro mi porterebbe a dire: ma perché allora non si limitano a "rivestire" penne che funzionano? E qui la risposta in realtà me l'hai data tu, con una interessante riflessione.
Il secondo motivo è conseguente al primo: se facessi nomi scoppierebbe il solito vespaio e la discussione diventerebbe inutilmente partigiana e sterile. Già visto e no, grazie. 🙂
merloplano ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 22:48 on topic:
perche' non regolate le penne in modo che scrivano sotto il proprio peso?

Qui mi sento di dover citare Maruska, che ha ben chiarito il concetto.
Una penna nuova deve scrivere come si deve, e una stilografica deve farlo senza pressione. Se non lo fa è difettosa, e torna da dove è venuta.
Paradossalmente posso accettarlo da penne scolastiche, prodotte in serie in grandi numeri. Ma non da penne di costo ragguardevole. L'errore capita, ma la garanzia esiste per quello.
La regolazione la faccio sulle mie penne vintage (la stragrande maggioranza), ben sapendo che per qualcuna non c'è speranza, ma in questo caso entrano in gioco altri fattori.
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Messaggio da Esme »

edis ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 21:18 Ciao Esme, grazie per il messaggio di chiarimento, ora ho capito e perdonami se ci sono voluti tutti questi andarianda, ma davvero non pensavo ti riferissi alle esperienze dei forum, e quindi alle esperienze degli altri.
Le discussioni servono a questo. 🙂
edis ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 21:18 A me, però, il verde anni 70 piace quindi qualora decidessi di disfarti di questa Universal, mandami un messaggio 😉
😁
Prenotata dal figlio per disegnare (in effetti dá una sensazione di grande controllo).
Per ora la sto usando assiduamente. Ha un modo di scrivere per me ipnotico, non so come definirlo altrimenti, l'attenzione mi si fissa sul pennino e non sul verde. Non vedo l'ora di finire il Myosotis per provarla con tonalità che mi soddisfino di più.
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Messaggio da merloplano »

sansenri ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 22:57
merloplano ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 21:59 in base alla mia esperienza, conta solo il flusso. perfino la loom (con la peggiore alimentazione possibile, la cartuccia standard), scrive sotto il suo (non trascurabile) peso. e lo stesso fa (dopo regolazione) la 51a. a prescindere dall'alimentatore, un pennino puo' essere regolato per far scrivere una penna sotto il proprio peso: io lo faccio

per la ripartenza dopo sosta, conta la tenuta del cappuccio. poi e' chiaro, se la tenuta e' solo discreta ma il flusso abbondante, la penna ripartira'
conta solo il flusso però già considerate le altre condizioni (che influiscono)
voglio dire, se hai una eyedropper con pennino Bock M in acciaio e alimentatore in Ebanite
e hai una penna a converter con pennino Bock M in acciaio e alimentatore in plastica nel suo "housing"
i due pennini sarai costretto a regolarli in modo diverso per avere stesso flusso, immagino...
la eyedropper già di per se è una fontana, scrive sempre anche se il pennino ha i rebbi parecchio stretti.
nella converter invece spesso il pennino lo devi allargare un po' altrimenti lo devi "trascinare" sulla carta.

Penso che potrei provare, cercando di ottenenre dalle due penne la stessa prontezza di scrittura, e scambiando poi i pennini tra le due penne, e vedere che succede...
quanto dici e' corretto, ma stai mischiando 2 concetti: il parametro che permette alla penna di scrivere sotto il suo peso e' il flusso. null'altro (almeno, questa e' la mia esperienza, confortata dalla logica). la regolazione del pennino che permetta quel flusso dipende ovviamente dal tipo di alimentazione, come rilevi. ma il primo punto e' il cosa, il secondo e' il come
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Messaggio da Mir70 »

merloplano ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 10:17 ...
il parametro che permette alla penna di scrivere sotto il suo peso e' il flusso. null'altro
...
Flusso che immagino non debba essere necessariamente abbondante , considerando che penna dal flusso magro (o comunque calibrato) come per gli EF , F e MF ad esempio di Sailor, acciaio o oro non è importante) scrivono correttamente sotto il loro peso. O no ?
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Messaggio da edis »

Mir70 ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 10:54 Flusso che immagino non debba essere necessariamente abbondante , considerando che penna dal flusso magro (o comunque calibrato) come per gli EF , F e MF ad esempio di Sailor, acciaio o oro non è importante) scrivono correttamente sotto il loro peso. O no ?
No non deve: le mie due Leonardo scrivono su cartaccia anche con inchiostri molto liquidi e funzionano bene allo stesso su Rhodia e Tomoe River. Le due Sailor e la Lamy non proprio su tutte le carte, ma è una loro caratteristica quella di essere più abbondanti, in particolare zoom e Fude hanno bisogno di un flusso maggiore per come sono costruiti.
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Messaggio da edis »

Esme ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 9:20 Prenotata dal figlio per disegnare (in effetti dá una sensazione di grande controllo).
Per ora la sto usando assiduamente. Ha un modo di scrivere per me ipnotico, non so come definirlo altrimenti, l'attenzione mi si fissa sul pennino e non sul verde. Non vedo l'ora di finire il Myosotis per provarla con tonalità che mi soddisfino di più.
Meglio così perché sicuramente non sarei stata di in grado di apprezzarla ☺️ dopo avere acquistato qualche penna vintage, ho avuto conferma che non sono fatta per oggetti del passato.
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Messaggio da Mir70 »

edis ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 11:28 ...
Le due Sailor e la Lamy non proprio su tutte le carte, ma è una loro caratteristica quella di essere più abbondanti, in particolare zoom e Fude hanno bisogno di un flusso maggiore per come sono costruiti.
Bene.

Lo zoom mi attira non poco...
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Messaggio da merloplano »

Mir70 ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 10:54
merloplano ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 10:17 ...
il parametro che permette alla penna di scrivere sotto il suo peso e' il flusso. null'altro
...
Flusso che immagino non debba essere necessariamente abbondante , considerando che penna dal flusso magro (o comunque calibrato) come per gli EF , F e MF ad esempio di Sailor, acciaio o oro non è importante) scrivono correttamente sotto il loro peso. O no ?
corretto, e mai scritto il contrario. ho fornito scan di penne cinesi, tipicamente magre (pag2)
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Messaggio da merloplano »

Esme ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 9:12
merloplano ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 22:48 mi fai 2 esempi di penne che hanno causato l'abbandono del marchio da parte dei clienti?

La mia evidente reticenza a fare nomi è dovuta a due motivi.
Il primo è che voglio proprio mantenere il discorso su un piano speculativo.
Tu, come Sanseri, Casirati, Mir (e forse altri, mi scuso se ho dimenticato) avete suggerito abbastanza concordemente quale può essere un problema alla base, cioè che l'interesse è rivolto a qualcosa che poco c'entra con la scrittura.
Il che tra l'altro mi porterebbe a dire: ma perché allora non si limitano a "rivestire" penne che funzionano? E qui la risposta in realtà me l'hai data tu, con una interessante riflessione.
Il secondo motivo è conseguente al primo: se facessi nomi scoppierebbe il solito vespaio e la discussione diventerebbe inutilmente partigiana e sterile. Già visto e no, grazie. 🙂
merloplano ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 22:48 on topic:
perche' non regolate le penne in modo che scrivano sotto il proprio peso?

Qui mi sento di dover citare Maruska, che ha ben chiarito il concetto.
Una penna nuova deve scrivere come si deve, e una stilografica deve farlo senza pressione. Se non lo fa è difettosa, e torna da dove è venuta.
Paradossalmente posso accettarlo da penne scolastiche, prodotte in serie in grandi numeri. Ma non da penne di costo ragguardevole. L'errore capita, ma la garanzia esiste per quello.
La regolazione la faccio sulle mie penne vintage (la stragrande maggioranza), ben sapendo che per qualcuna non c'è speranza, ma in questo caso entrano in gioco altri fattori.
ho staccato l'argomento, proseguo qui l'offtopic
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Messaggio da edis »

Mir70 ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 11:54 Lo zoom mi attira non poco...
Compare nell'elenco che apre il post quindi inutile dire che io lo trovo spettacolare. Ho in programma una recensione Zoom& Fude Sailor a breve. Se vuoi più dettagli subito, scrivimi pure!
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Messaggio da Ste003 »

Mi ero perso questa interessantissima discussione: le penne che scrivono sempre sono le uniche che ho tenuto, proprio perché scrivono sempre!!
Niente di che, tutte molto comuni e banali, come gli inchiostri che le stesse sparano.

-pelikan 150 M - caricata con un sepia per esclusivi usi lavorativi dove è richiesto un tratto enormemente largo per i miei gusti ed un colore scuro… ovvero scrivere tichek sulle ricette!
-pelikan 150 EF , finta extrafine perché in germania è tutto più grande, rilascia un bellissimo color arancio creato dalla kwz che, se non fosse per il nauseabondo odore, userei più spesso…
-leonardo dna con elastico EF che mi delizia col suo tic tic tic caricata col più bel colore del suo genere: ancient copper diamine
-leonardo mz con un EF sputa color verdigris, che a me piace chiamare “color sale di rame (II)” perché mi ricorda il francese e a me la grandeur infastidisce
-sailor procolor 500 ‘sakura’, col suo chiodo di misura F gratta la carta per rilasciare il color melanzana o uva nera del grape ice pop…
-aurora 88, il massimo del tratta M che tollero mi delizia con il montblanc palm green, altrimenti anonimo su tratti sottili
-pelikan 400nn col mb toffee brown:
è il meno peggio che ho che la fa andare come ****** comanda…
-pelikan mk20 M: ci metto quello che capita dei rimanenti, consuma troppo, è troppo un tratto troppo largo e in questo momento sta sprecando o centellinando a seconda dei punti di vista un costosissimo asa-gao.
Mi restano 2 inchiostri: o compro 2 penne o li scarico nel lavandino regalandoli al mondo.
🐗 Stefano 🖋️
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Messaggio da sansenri »

merloplano ha scritto: venerdì 16 settembre 2022, 10:17
sansenri ha scritto: giovedì 15 settembre 2022, 22:57

conta solo il flusso però già considerate le altre condizioni (che influiscono)
voglio dire, se hai una eyedropper con pennino Bock M in acciaio e alimentatore in Ebanite
e hai una penna a converter con pennino Bock M in acciaio e alimentatore in plastica nel suo "housing"
i due pennini sarai costretto a regolarli in modo diverso per avere stesso flusso, immagino...
la eyedropper già di per se è una fontana, scrive sempre anche se il pennino ha i rebbi parecchio stretti.
nella converter invece spesso il pennino lo devi allargare un po' altrimenti lo devi "trascinare" sulla carta.

Penso che potrei provare, cercando di ottenenre dalle due penne la stessa prontezza di scrittura, e scambiando poi i pennini tra le due penne, e vedere che succede...
quanto dici e' corretto, ma stai mischiando 2 concetti: il parametro che permette alla penna di scrivere sotto il suo peso e' il flusso. null'altro (almeno, questa e' la mia esperienza, confortata dalla logica). la regolazione del pennino che permetta quel flusso dipende ovviamente dal tipo di alimentazione, come rilevi. ma il primo punto e' il cosa, il secondo e' il come
In realtà non è che io stessi confondendo i concetti.
Concordo sul fatto che conti il flusso.
Cercavo di andare oltre per affrontare nella pratica il problema su alcune penne che non ne vogliono sapere di scrivere sotto il loro stesso peso.
Ossia il come non è secondario. Allargare i rebbi è solo uno degli approcci, ma almeno per mia esperienza a volte non risolve, anzi a volte allarga il tratto ma non risolve la questione del flusso…
A volte mi sono trovato a dover proprio sostituire il converter e in alcuni casi, pochi per fortuna, a mettere mano all’alimentatore. Sulle penne a pistone i problemi di flusso insufficiente si sono rivelati per fortuna rari, e risolti allargando un poco i rebbi. Forse in effetti lo dicevamo in modo chiaro all’inizio, se la penna è già a punto, e manca quel minimo di flusso in più, agire sui rebbi dovrebbe bastare. È che a volte non è solo quello il problema, ma non è facile capirlo.
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