Inchiostri e temperatura

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maylota
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Messaggio da maylota »

Mentre comperavo un inchiostro mi sono soffermato su una frase in fondo alla sua descrizione:

Please notice: The experience of using a fountain pen ink depends heavily on the context. Type of the fountain pen, size of the nib, quality of the paper but also the writing style and even the temperature of the environment may all have a strong influence on the ultimate experience of a fountain pen ink.

Tutto abbastanza logico e ovvio (anche se ripeterlo non fa mai male) ma... la "temperatura ambientale"? E' possibile che abbia "un grosso influsso sull'esperienza d'uso di un inchiostro stilografico"?

Mi vengono in mente i Noodler's Polar ink che non si congelano a -20, ed in quel caso è per evitare che le boccette o i serbatoi esplodano se l'inchiostro si ghiaccia. Ma a parte questo caso? Forse che col caldo gli inchiostri sono meno viscosi e quindi scorrono meglio?
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Bons

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Messaggio da Bons »

maylota ha scritto: sabato 19 giugno 2021, 23:40 Forse che col caldo gli inchiostri sono meno viscosi e quindi scorrono meglio?
No, è che, col caldo, pure gli inchiostri sudano e risultano un po' annacquati.🥵
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shinken
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Messaggio da shinken »

Esiste anche il problema opposto.
Col freddo potrebbero congelare, e per questo esistono inchiostri resistenti al freddo tipo i Polar della Noodler.
Luigi, tabaccaio in Genova.
Quarantadue è la risposta!
Bons

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Messaggio da Bons »

E si, a temperature particolarmente basse gli inchiostri tremano per il freddo e la calligrafia ne risente. 🥶

Non so se il produttore dell'inchiostro in questione abbia voluto fare sfoggio di conoscenze tecniche o abbia voluto mettere le mani avanti, fatto sta che ha dimenticato i cicli lunari, il pH della pelle, le correnti monsoniche, le macchie solari e il segno zodiacale dell'utilizzatore. 🧐
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ricart
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Messaggio da ricart »

Per ora li hanno profumati in futuro chissà forse li renderanno potabili e miracolosi per fare plin plin :lol:

mandi
Riccardo

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie (G.U.)
Bons

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Messaggio da Bons »

ricart ha scritto: domenica 20 giugno 2021, 12:04 Per ora li hanno profumati in futuro chissà forse li renderanno potabili e miracolosi per fare plin plin :lol:

mandi
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Ciao, sono Alex Del Piero e bevo l'inchiostro "Plin Plin Blue".
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Messaggio da maylota »

Sono veramente molto contento che questo thread segni dopo una breve assenza il ritorno di Bons e delle spirito goliardico!

Se però ci fosse anche qualcuno che avesse un parere sul perchè la temperatura di un inchiostro influenza l'esperienza di scrittura, al di là dei casi estremi della spedizione Artica e del trekking nella Death Valley, leggerei il suo parere volentieri :D
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Messaggio da francoiacc »

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Messaggio da Monet63 »

maylota ha scritto: domenica 20 giugno 2021, 15:17 Sono veramente molto contento che questo thread segni dopo una breve assenza il ritorno di Bons e delle spirito goliardico!

Se però ci fosse anche qualcuno che avesse un parere sul perchè la temperatura di un inchiostro influenza l'esperienza di scrittura, al di là dei casi estremi della spedizione Artica e del trekking nella Death Valley, leggerei il suo parere volentieri :D
Anche io sono contento!
Tornando a palla, la temperatura non è in grado di creare variazioni rilevabili praticamente, ma solo (eventualmente) a livello strumentale.
Variazioni realmente percepibili sono talvolta possibili nel caso la materia colorante sia una sospensione (pigmento + legante), e solo con determinati leganti. Temperature particolarmente elevate possono indurre più velocemente del normale una certa evaporazione, se non si usa molto la penna, con conseguente cambiamento dell'inchiostro, ma questo succede a prescindere, specialmente in penne critiche sotto quell'aspetto.
Gli inchiostri, ad eccezione dei pigmentati che prevedono un pigmento e un blando legante e quindi sono sospensioni (con tutte le implicazioni del caso), sono soluzioni principalmente di un solvente (tipicamente acqua) e un soluto (il colorante). Ritengo che anche un inchiostro ai pigmenti non sia sensibile in modo avvertibile alle variazioni di temperatura, purché non estreme.
In caso di umidità eccezionalmente alta, il comportamento su carta può effettivamente variare, ma la causa è l'igroscopicità della carta.
In un solo caso mi è capitato di utilizzare la stilografica all'aperto in inverno, molti anni fa, quando abitavo a Parma. Era periodo di Natale, c'erano -17°C e il problema fu la carta, non l'inchiostro (Aurora Black).
:wave:
L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
Bons

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Messaggio da Bons »

maylota ha scritto: domenica 20 giugno 2021, 15:17 Sono veramente molto contento che questo thread segni dopo una breve assenza il ritorno di Bons e delle spirito goliardico!
Grazie caro. :D
Però a me non è sembrata così breve, sarà che mi siete mancati.
Però ero già rientrato un paio di giorni fa in un'altra discussione. ;)

Per rispondere seriamente alla tua domanda, vivo in una zona con escursioni termiche che possono andare dai -30 ai +30 ma la stilografica, solitamente, la uso indoor dove le temperature ambientali restano più o meno tra i +18 e i +24 e i sei gradi di variazione non mi portano variazioni sensibili nelle caratteristiche degli inchiostri.
Ultima modifica di Bons il domenica 20 giugno 2021, 15:49, modificato 1 volta in totale.
Bons

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Messaggio da Bons »

Monet63 ha scritto: domenica 20 giugno 2021, 15:33 Anche io sono contento!
Anche io sono contento di rileggerti. :wave:
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Messaggio da maylota »

Bons ha scritto: domenica 20 giugno 2021, 15:41
Però a me non è sembrata così breve, sarà che mi siete mancati.
Però ero già rientrato un paio di giorni fa in un'altra discussione. ;)
Non è stata breve in termini assoluti ma un battito di ciglia se paragonata all'ultradecennale storia del forum? ;)
Bons ha scritto: domenica 20 giugno 2021, 15:41
Per rispondere seriamente alla tua domanda, vivo in una zona con escursioni termiche che possono andare dai -30 ai +30 ma la stilografica, solitamente, la uso indoor e le temperature ambientali restano più o meno tra i +18 e i +24 e i sei gradi di variazione non mi portano variazioni sensibili nelle caratteristiche degli inchiostri.
6 gradi si escursione stando sempre in casa probabilmente non cambiano molto, ma io la sensazione che le penne d'inverno scrivano peggio l'ho spesso avuta.
Non tanto alla scrivania, quanto se sei in giro ed entri in locale al chiuso e devi scrivere. Tipico esempio quest'inverno con i registri covid: alcune stilo che allora sembravano dei cani adesso con 30+ gradi mi sembrano perfette....
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Messaggio da Esme »

Monet63 ha scritto: domenica 20 giugno 2021, 15:33
specialmente in penne critiche sotto quell'aspetto.
Quali sono le criticità più rilevanti?
Pensavo fosse solo una questione di cappuccio aerato, perchè a casa mia l'evaporazione e il cambio di tonalità accade sempre, in estate molto velocemente (al massimo 30°).
Bons

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Messaggio da Bons »

maylota ha scritto: domenica 20 giugno 2021, 15:53 Tipico esempio quest'inverno con i registri covid: alcune stilo che allora sembravano dei cani adesso con 30+ gradi mi sembrano perfette....
Anche le mie penne scrivono malissimo con la mascherina. 😷

Non mi capita mai di utilizzare la penna appena entrato in un ambiente chiuso, c'è sempre il tempo per acclimatarsi.
Però, a subire gli eventuali effetti del freddo sarà l'inchiostro, la penna o tutt'e due insieme? 🤔
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Messaggio da Monet63 »

Esme ha scritto: domenica 20 giugno 2021, 16:38
Monet63 ha scritto: domenica 20 giugno 2021, 15:33
specialmente in penne critiche sotto quell'aspetto.
Quali sono le criticità più rilevanti?
Pensavo fosse solo una questione di cappuccio aerato, perchè a casa mia l'evaporazione e il cambio di tonalità accade sempre, in estate molto velocemente (al massimo 30°).
Il cappuccio ha una sua valenza particolarmente elevata, ma influisce anche l'alimentatore in sé. Ad esempio, esiste un gruppo scrittura Schneider (quello montato sulla Ceod per intenderci, comune a molti modelli) che rispetto a un altro gruppo sempre Schneider (quello montato sulla Base) è più problematico e tende a far seccare l'inchiostro, anche se il cappuccio non fa passare aria, mentre la Base il problema non ce l'ha.
Di contro esistono alimentatori teoricamente molto dotati sotto quell'aspetto, come quelli montati sulle vecchie Parker Sonnet, mortificati da un sistema di chiusura progettato male; chiudendo la presa d'aria sul cappuccio della vecchia Sonnet, la penna è in grado di mantenere freschi in punta la maggior parte degli inchiostri, diventando - a mio avviso - una delle penne più piacevoli del mondo.
E infine esistono inchiostri fortemente problematici, che seccano anche in una Preppy, come il Vampire Red di Private Reserve o il Grape di Diamine (e altri che probabilmente non conosco).
:wave:
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