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18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Considerazioni su penne NOS
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- Snorkel
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Considerazioni su penne NOS
Salve.
Sono stato indeciso sullo scrivere questo post qui su: "Problematiche di settore" o su "Riparazioni" ma dato che il problema di fondo è legato al valore di una penna (o alla percezione dello stesso) mi sono deciso a scrivere qui:
Procedendo a braccio, volevo fare qualche considerazione sulle NOS e sul significato che questa parola ha per chi compra una penna vintage.
Ho visto foto di penne in vendita, sul forum o sui principali canali del settore che mostravano penne "NOS" in condizioni davvero mirabili...la penna sembrava uscita dalla linea di produzione. Probabilmente complici in questo anche i materiali di costruzione di penne che, anche al momento della vendita, negli anni '30 o '40 o '50 erano già riservate ad acquirenti di fascia media o alta (una placcatura in oro che non ha mai visto utilizzo può sfidare i secoli). resta il fatto che materiali più "degradabili" come guarnizioni o il materiale dei serbatoi non hanno superato i decenni con la stessa noncuranza, quindi mi chiedo: chi vende una penna NOS deve lasciarla così com'è?
Navigo cinque minuti a caso sulla baia con chiave di ricerca: "stilografica nos" e trovo tante offerte, ne apro una a caso e recita: " penna nuova, mai usata, mai aperta".
Come devo tradurre questa dicitura? Sto spendendo X euro per un oggetto che poi dovrò revisionare? di cui dovrò sostituire delle parti?
Un altro ancora (e lo fanno in molti) recita: " Pennino intinto per provarlo ma penna mai caricata", e come faccio a sapere se ci sono problemi con l'alimentazione, o, nel caso di una safety,nella tenuta dell'inchiostro all'interno del sistema fusto-tappo?
A questo punto non è meglio che magari li spendo per un modello magari usato ma che è stato ripristinato a condizioni di "come nuovo" reali, anche attraverso ri-doratura o sostituzione di materiali deperibili? Se un commerciante di cui mi fido mi dice che la penna è perfetta non dovrebbe valere per me come e più del semplice NOS?
Aggiungiamo al tavolo anche il fatto che un fondo di magazzino può anche essersi degradato per le condizioni di conservazione o per il semplice scorrere degli anni. Qualche tempo fa ho postato le foto di una Montegrappa extra in celluloide in condizioni irrimediabilmente irrecuperabili, e la penna era tecnicamente una NOS! cioè non era mai stata venduta, nè usata , nè tolta dal cassetto dove giaceva da sempre.
Al di là di questo estremo, ci sono NOS che hanno dei segni del tempo: un affioramento di ossido, una veretta allentata, ripristinare questi elementi fa decadere lo stato di NOS?
Vista dall'altro lato: se trovo una penna che so per certo non essere mai stata usata, e voglio venderla ricavandone il profitto maggiore possibile, devo lasciarla così com'è o devo portarla al miglior stato possibile, anche a costo di interventi più o meno massicci?
Spero di non aver gettato troppa carne sul fuoco e di essermi spiegato.
Ho cercato sul forum attraverso diverse parole chiave ma mi sembra che questo aspetto non sia stato mai trattato "pienamente", se mi è sfuggito qualche post identico chiedo scusa in anticipo!
Sono stato indeciso sullo scrivere questo post qui su: "Problematiche di settore" o su "Riparazioni" ma dato che il problema di fondo è legato al valore di una penna (o alla percezione dello stesso) mi sono deciso a scrivere qui:
Procedendo a braccio, volevo fare qualche considerazione sulle NOS e sul significato che questa parola ha per chi compra una penna vintage.
Ho visto foto di penne in vendita, sul forum o sui principali canali del settore che mostravano penne "NOS" in condizioni davvero mirabili...la penna sembrava uscita dalla linea di produzione. Probabilmente complici in questo anche i materiali di costruzione di penne che, anche al momento della vendita, negli anni '30 o '40 o '50 erano già riservate ad acquirenti di fascia media o alta (una placcatura in oro che non ha mai visto utilizzo può sfidare i secoli). resta il fatto che materiali più "degradabili" come guarnizioni o il materiale dei serbatoi non hanno superato i decenni con la stessa noncuranza, quindi mi chiedo: chi vende una penna NOS deve lasciarla così com'è?
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Come devo tradurre questa dicitura? Sto spendendo X euro per un oggetto che poi dovrò revisionare? di cui dovrò sostituire delle parti?
Un altro ancora (e lo fanno in molti) recita: " Pennino intinto per provarlo ma penna mai caricata", e come faccio a sapere se ci sono problemi con l'alimentazione, o, nel caso di una safety,nella tenuta dell'inchiostro all'interno del sistema fusto-tappo?
A questo punto non è meglio che magari li spendo per un modello magari usato ma che è stato ripristinato a condizioni di "come nuovo" reali, anche attraverso ri-doratura o sostituzione di materiali deperibili? Se un commerciante di cui mi fido mi dice che la penna è perfetta non dovrebbe valere per me come e più del semplice NOS?
Aggiungiamo al tavolo anche il fatto che un fondo di magazzino può anche essersi degradato per le condizioni di conservazione o per il semplice scorrere degli anni. Qualche tempo fa ho postato le foto di una Montegrappa extra in celluloide in condizioni irrimediabilmente irrecuperabili, e la penna era tecnicamente una NOS! cioè non era mai stata venduta, nè usata , nè tolta dal cassetto dove giaceva da sempre.
Al di là di questo estremo, ci sono NOS che hanno dei segni del tempo: un affioramento di ossido, una veretta allentata, ripristinare questi elementi fa decadere lo stato di NOS?
Vista dall'altro lato: se trovo una penna che so per certo non essere mai stata usata, e voglio venderla ricavandone il profitto maggiore possibile, devo lasciarla così com'è o devo portarla al miglior stato possibile, anche a costo di interventi più o meno massicci?
Spero di non aver gettato troppa carne sul fuoco e di essermi spiegato.
Ho cercato sul forum attraverso diverse parole chiave ma mi sembra che questo aspetto non sia stato mai trattato "pienamente", se mi è sfuggito qualche post identico chiedo scusa in anticipo!
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- Snorkel
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Considerazioni su penne NOS
Faccio un esempio: ho una Aurora 88 duocart che uso normalmente.
Nel cassetto del nonno di mio cugino trovo una Aurora 88 duocart laminata oro con il suo astuccio, le cartucce, il portacartucce anch'esso laminato e il prezzo ancora attaccato sopra, condizioni perfette, NOS. So dalla storia che mi raccontano che si tratta di un regalo mai "consumato" la penna è vergine.
Mettiamo che io ho già duecento penne, oppure ho già quel modello, oppure mi piace scrivere solo con le tre-quattro penne che uso, o qualsiasi altro motivo per cui a me non interessi particolarmente tenermi questa particolare penna.
A questo punto, nell'ottica di una rimessa sul mercato, per farla arrivare a chi apprezzerà e adorerà e (se lo desidera) darà finalmente espressione all'anima di questa aurora, scrivendoci, cosa dovrei fare?
Dovrei lasciarla esattamente com'è e lasciare ad altri il piacere di verificare tenute, funzionamenti ed efficienza oppure dovrei "revisionare" la penna e garantire al futuro possessore una penna realmente perfetta e funzionante? Nel secondo caso sto aumentando o abbassando il mio potenziale guadagno?
e se la penna fosse una più modesta penna col fermaglio in ottone, magari sempre NOS ma che per il passare del tempo ha un pò di ossidazione sul fermaglio e il serbatoio cristallizzato...dovrei lasciarla così, che non scrive o dovrei ripulire il fermaglio e sostituire il serbatoio di inchiostro ripulendo il fusto? In altre parole ripristinarla?
Spero che gli esempi chiariscano: stiamo parlando di penne "di passaggio" che non desideriamo tenere per noi.
Nel cassetto del nonno di mio cugino trovo una Aurora 88 duocart laminata oro con il suo astuccio, le cartucce, il portacartucce anch'esso laminato e il prezzo ancora attaccato sopra, condizioni perfette, NOS. So dalla storia che mi raccontano che si tratta di un regalo mai "consumato" la penna è vergine.
Mettiamo che io ho già duecento penne, oppure ho già quel modello, oppure mi piace scrivere solo con le tre-quattro penne che uso, o qualsiasi altro motivo per cui a me non interessi particolarmente tenermi questa particolare penna.
A questo punto, nell'ottica di una rimessa sul mercato, per farla arrivare a chi apprezzerà e adorerà e (se lo desidera) darà finalmente espressione all'anima di questa aurora, scrivendoci, cosa dovrei fare?
Dovrei lasciarla esattamente com'è e lasciare ad altri il piacere di verificare tenute, funzionamenti ed efficienza oppure dovrei "revisionare" la penna e garantire al futuro possessore una penna realmente perfetta e funzionante? Nel secondo caso sto aumentando o abbassando il mio potenziale guadagno?
e se la penna fosse una più modesta penna col fermaglio in ottone, magari sempre NOS ma che per il passare del tempo ha un pò di ossidazione sul fermaglio e il serbatoio cristallizzato...dovrei lasciarla così, che non scrive o dovrei ripulire il fermaglio e sostituire il serbatoio di inchiostro ripulendo il fusto? In altre parole ripristinarla?
Spero che gli esempi chiariscano: stiamo parlando di penne "di passaggio" che non desideriamo tenere per noi.
- jebstuart
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Considerazioni su penne NOS
Di tanto in tanto riemerge il problema delle NOS.
Io colleziono soprattutto (ma non solo) NOS, e lo faccio per il piacere di possedere un oggetto giunto del passato in una sorta di capsula del tempo. E' un piacere contemplativo (e costosetto), che può essere condiviso o meno.
E' logico che chi "contempla" le NOS non saprà mai se siano tali anche sul piano del funzionamento, o se lo stato di nuovo si fermi solo all'aspetto estetico. Ed è altrettanto logico che sia disposto a spendere di più per un oggetto in fondo privo di garanzie.
Di contro, chi aborrisce l'idea di mantenere inutilizzata una penna, può rivendicare un particolarissimo jus primae noctis e inchiostrare allegramente lo strumento, godendosi il piacere di coglierne i primi vagiti, oltre che di attuarne il collaudo.
Uscendo dal terreno strettamente tecnico-valutativo, però, credo che il comportamento di fronte ad una NOS sia una discriminante che divide nettamente in due il mondo dei collezionisti, e che sia inutile che chi sta da una parte tenti di calarsi nei panni di "quelli di là", e meno che mai che provi a tirarseli sulla sua sponda.
Il NOS-pensiero dei collezionisti va insomma preso per quel che è, senza pretendere di interpretarlo o censirlo
Io colleziono soprattutto (ma non solo) NOS, e lo faccio per il piacere di possedere un oggetto giunto del passato in una sorta di capsula del tempo. E' un piacere contemplativo (e costosetto), che può essere condiviso o meno.
E' logico che chi "contempla" le NOS non saprà mai se siano tali anche sul piano del funzionamento, o se lo stato di nuovo si fermi solo all'aspetto estetico. Ed è altrettanto logico che sia disposto a spendere di più per un oggetto in fondo privo di garanzie.
Di contro, chi aborrisce l'idea di mantenere inutilizzata una penna, può rivendicare un particolarissimo jus primae noctis e inchiostrare allegramente lo strumento, godendosi il piacere di coglierne i primi vagiti, oltre che di attuarne il collaudo.
Uscendo dal terreno strettamente tecnico-valutativo, però, credo che il comportamento di fronte ad una NOS sia una discriminante che divide nettamente in due il mondo dei collezionisti, e che sia inutile che chi sta da una parte tenti di calarsi nei panni di "quelli di là", e meno che mai che provi a tirarseli sulla sua sponda.
Il NOS-pensiero dei collezionisti va insomma preso per quel che è, senza pretendere di interpretarlo o censirlo
Mauro
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- Snorkel
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Considerazioni su penne NOS
Ti ringrazio ma quelli sono solo degli esempi, il post ha un punto di vista diverso: capire come comportarsi con le penne NOS di cui ci si potrebbe magari volere liberare
- maxpop 55
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Considerazioni su penne NOS
Secondo me una nos va pulita, lucidata, sistemata, e resa operativa il problema se usarla o meno viene lasciato all'acquirente.
Vendere una nos in condizioni non perfette è inutile, non è nos, è una penna non usata dall'uomo ma dal tempo e dalle condizioni del luogo dove è stata stipata.
Vendere una nos in condizioni non perfette è inutile, non è nos, è una penna non usata dall'uomo ma dal tempo e dalle condizioni del luogo dove è stata stipata.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Considerazioni su penne NOS
Concordo al 100%, è esattamente il mio pensiero. ma a questo punto una penna così la posso presentare ancora come Nos (che a questo punto corrisponde al massimo a: "mai inchiostrata")? oppure questo termine è usato a sproposito, almeno quando vuole indicare "condizioni perfette" (salvo quelle penne che dopo 70 anni sono pronte all'uso...ma a parte qualche safety o cartuccia per tutte le altre c'è il discorso serbatoio gomma, e poi sughero e guarnizioni...maxpop 55 ha scritto: ↑martedì 19 febbraio 2019, 8:55 Secondo me una nos va pulita, lucidata, sistemata, e resa operativa il problema se usarla o meno viene lasciato all'acquirente.
Vendere una nos in condizioni non perfette è inutile, non è nos, è una penna non usata dall'uomo ma dal tempo e dalle condizioni del luogo dove è stata stipata.
- analogico
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Considerazioni su penne NOS
Per me una penna NOS dovrebbe non essere stata mai usata, smontata, manipolata in alcun modo, fatta salva la pulizia esterna.
Diversamente è una NOS ricondizionata / restaurata .
La differenza in ogni caso va specificata, e va specificato il tipo di ricondizionamento /restauro effettuato, onde evitare di ritrovarsi il gommino di una siringa ipodermica al posto del sughero o delle guarnizioni.
Il serbatoio in gomma, che inevitabilmente si deteriora , serve solo se con la penna ci si vuol scrivere, diversamente è meglio non metterlo del tutto, tanto anche quello nuovo si deteriorerà prima o poi.
Quando collezionavo fotocamere d’epoca avevo il problema delle guarnizioni.
in sostanza dei pezzi di materiale spugnoso/gommoso che servono ad evitare infiltrazioni di luce dalle intercapedini del corpo macchina.
Questi col tempo si deteriorano e vanno a formare un pasticcio colloso che imbratta le parti, e può essere anche pericoloso se si infila tra i meccanismi dell’otturatore.
Al principio diventavo matto per sostituirle spendendo denaro e soprattutto un sacco di tempo inutilmente tanto poi inevitabilmente dopo qualche tempo la situazione si ripresentava.
Finchè un giorno ho finalmente realizzato che quelle macchine mai più al mondo avrebbero scattato una foto , e quindi decisi di ripulire solo i residui collosi delle vecchie guarnizioni senza sostituirle affatto, con grande risparmio di tempo e denaro.
Diversamente è una NOS ricondizionata / restaurata .
La differenza in ogni caso va specificata, e va specificato il tipo di ricondizionamento /restauro effettuato, onde evitare di ritrovarsi il gommino di una siringa ipodermica al posto del sughero o delle guarnizioni.
Il serbatoio in gomma, che inevitabilmente si deteriora , serve solo se con la penna ci si vuol scrivere, diversamente è meglio non metterlo del tutto, tanto anche quello nuovo si deteriorerà prima o poi.
Quando collezionavo fotocamere d’epoca avevo il problema delle guarnizioni.
in sostanza dei pezzi di materiale spugnoso/gommoso che servono ad evitare infiltrazioni di luce dalle intercapedini del corpo macchina.
Questi col tempo si deteriorano e vanno a formare un pasticcio colloso che imbratta le parti, e può essere anche pericoloso se si infila tra i meccanismi dell’otturatore.
Al principio diventavo matto per sostituirle spendendo denaro e soprattutto un sacco di tempo inutilmente tanto poi inevitabilmente dopo qualche tempo la situazione si ripresentava.
Finchè un giorno ho finalmente realizzato che quelle macchine mai più al mondo avrebbero scattato una foto , e quindi decisi di ripulire solo i residui collosi delle vecchie guarnizioni senza sostituirle affatto, con grande risparmio di tempo e denaro.
Antonio
Essere moderni vuol dire affaccendarsi nell’ Incurabile.
(Emil M. Cioran)
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Interessante anche la tua posizione Analogico
Ma a questo punto per te, in un'ottica di acquisto cosa vale di più, una NOS "pura" o una ricondizionata?
- LucaC
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A mio parere vale di più una nos che possa scrivere, ricondizionata con gli stessi materiali usati al tempo della sua nascita. Ad esempio se aveva la guarnizione in sughero deve essere ancora in sughero...
- analogico
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Se compro una penna per collezione preferisco una NOS conservata.Arenaldiel ha scritto: ↑martedì 19 febbraio 2019, 11:41
Interessante anche la tua posizione Analogico
Ma a questo punto per te, in un'ottica di acquisto cosa vale di più, una NOS "pura" o una ricondizionata?
Ma le definizioni contano il giusto, bisognerebbe sempre constatare le condizioni.
Le penne restaurate o ricondizionate, sono sempre un'incognita.
Che tipo di restauro è stato fatto, conservativo? sono stati sostituiti dei pezzi, con quali ricambi e in che maniera?
Sono stati utilizzati collanti, o prodotti non adeguati?
Basta seguire un pò l'argomento per rendersi conto di quante penne circolino con pezzi non coerenti, pennini sostituiti, cappucci improbabili, fermagli autocostruiti, insomma c'è di tutto e di più e senza una certa dose di conoscenze è difficile capire bene le cose, e la fregatura è sempre in agguato.
Certo poi se a uno va bene tutto basta che scriva , allora è un altro discorso.
Molto tempo fa affidai alle cure di un tecnico del settore un penna Aurora NOS che non riuscivo a far scrivere (ai tempi desideravo che tutte le mie penne scrivessero).
Il tecnico probabilmente capì al volo che io ero più che altro desideroso che la penna scrivesse bene ed infatti mi venne restituita che scriveva alla perfezione con tanto di ricevuta e certificazione dei lavori effettuati.
Ero contentissimo , poi col tempo e l’esperienza ho capito che la penna era stata modificata o massacrata se preferite, riducendo, non so perché, l’escursione dello stantuffo e sostituendo la testa dello stesso con un materiale non meglio identificato, oltre ad alcuni segni sul fusto ben visibili, seppure in controluce.
Ora io al tempo avrei potuto rivendere la penna come NOS ricondizionata da professionista del settore e avrei potuto anche allegare la ricevuta, ma se l’eventuale compratore fosse stato uno “imparato” me l’avrebbe giustamente tirata dietro, se invece l’avesse comprata uno che non vedeva l’ora di inchiostrarla e scriverci , quasi certamente ne sarebbe stato entusiasta visto che scriveva e scrive ancora magnificamente.
Antonio
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A questo punto vorrei capire quanto è condiviso il tuo pensiero.analogico ha scritto: ↑martedì 19 febbraio 2019, 12:17 Se compro una penna per collezione preferisco una NOS conservata.
Ma le definizioni contano il giusto, bisognerebbe sempre constatare le condizioni.
Le penne restaurate o ricondizionate, sono sempre un'incognita.
Che tipo di restauro è stato fatto, conservativo? sono stati sostituiti dei pezzi, con quali ricambi e in che maniera?
Sono stati utilizzati collanti, o prodotti non adeguati?
Basta seguire un pò l'argomento per rendersi conto di quante penne circolino con pezzi non coerenti, pennini sostituiti, cappucci improbabili, fermagli autocostruiti, insomma c'è di tutto e di più e senza una certa dose di conoscenze è difficile capire bene le cose, e la fregatura è sempre in agguato.
Certo poi se a uno va bene tutto basta che scriva , allora è un altro discorso.
[...]
Giusto il discorso di dichiarare che tipo di intervento si è fatto e che materiali sono stati usati.
Magari uno propone la penna intonsa e poi se, richiesto, può anche intervenire dopo.
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e se faccio ri-dorare un fermaglio? sto intaccando il concetto di NOS?
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Quello che viene definito "restauro conservativo", come detto da Antonio (Analogico).
A mio modesto avviso non lo stai intaccando; stai distruggendo lo status di "NOS".Arenaldiel ha scritto: ↑martedì 19 febbraio 2019, 13:29 e se faccio ri-dorare un fermaglio? sto intaccando il concetto di NOS?
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la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
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Se vuoi poterla definire NOS, secondo me è così che ti dovresti comportare; neanche inchiostrare il pennino (per quest'ultimo punto ammetto che è una posizione estremista)Arenaldiel ha scritto:
Nel cassetto del nonno di mio cugino trovo una Aurora 88 duocart laminata oro con il suo astuccio, le cartucce, il portacartucce anch'esso laminato e il prezzo ancora attaccato sopra, condizioni perfette, NOS. So dalla storia che mi raccontano che si tratta di un regalo mai "consumato" la penna è vergine.
[EDT-CUT]
A questo punto, nell'ottica di una rimessa sul mercato, per farla arrivare a chi apprezzerà e adorerà e (se lo desidera) darà finalmente espressione all'anima di questa aurora, scrivendoci, cosa dovrei fare?
Dovrei lasciarla esattamente com'è e lasciare ad altri il piacere di verificare tenute, funzionamenti ed efficienza
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Sono d'accordo con le considerazioni di Analogico e Rolex Hunter.
Detto questo, dal tuo post di presentazione evinco che tu sia un antiquario o un rigattiere e ti chiedi quale possa essere la strategia migliore per vendere una penna. A mio modesto parere dipende dal genere di clientela alla quale ti rivolgi:
Detto questo, dal tuo post di presentazione evinco che tu sia un antiquario o un rigattiere e ti chiedi quale possa essere la strategia migliore per vendere una penna. A mio modesto parere dipende dal genere di clientela alla quale ti rivolgi:
- Un acquirente occasionale e non collezionista, magari un curioso o un turista che frequenta i mercatini domenicali: quasi sicuramente preferisce acquistare un prodotto funzionante e revisionato, anche a scapito dell'originalità delle parti.
- Collezionista smaliziato: NOS o restauro conservativo
- Collezionista low budget, riparatori smanettoni, etc: se il costo dei materiali e della manodopera incidono pesantemente sul prezzo finale avrai difficoltà nel venderla a chi normalmente è abituato a tirare sul prezzo. Nel frattempo tu hai impegnato tempo e soldi.