Perchè un ferrogallico e non invece un inchiostro "normale" ?

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novainvicta
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Perchè un ferrogallico e non invece un inchiostro "normale" ?

Messaggio da novainvicta »

Premetto che a porre il seguente quesisto mi spinge la mia curiosità e la voglia di colmare lacune in materia.
Orbene, attualmente cosa spinge ad usare in una stilografica un inchiostro ferrogallico al posto di un normale inchiostro avente proprietà indelebili, resistenza e altro che lo possano far usare per documenti da archivio ? In concreto, al di là del gradimento cromatico, cosa mi dovrebbe convincere ad usare un Salix o Scabiosa (cito a caso due ferrogallici che quì usano in molti) e non invece un Koh-I-Noor Dokument o uno degli innumerevoli Noodler's (cito questi perchè da me usati) che mi solleverebbero eventualmente da problemi nell'uso continuato; ci sono altre qualità salienti che hanno i ferrogallici e non invece gli altri inchiostri?
Ho cercato invano delle risposte esaurienti in altre discussioni ma non è escluso che non sia stato bravo nella ricerca.
Grazie .
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Giuseppe
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Messaggio da Ghiandaia »

Oltre alle caratteristiche di permanenza e resistenza all'acqua, l'unica altra cosa che rende i ferrogallici desiderabili, per me, è l'ottimo comportamento che hanno quando si scrive su carte di di qualità inferiore alla media. Spiumano meno, trapassano meno, allargano meno il tratto.
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Messaggio da Maruska »

Preferisco i ferrogallici ai pigmentati, onde evitare intasamenti. Il ko-i-noor non lo conosco e dei noodler's ho solo x-feather blue e non ci vado pazza. I De Atramentis allargano il tratto, idem i Platinum, quindi per me Salix.
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Perchè un ferrogallico e non invece un inchiostro "normale" ?

Messaggio da bcontrario »

Ghiandaia ha scritto: sabato 18 febbraio 2023, 15:52 Oltre alle caratteristiche di permanenza e resistenza all'acqua, l'unica altra cosa che rende i ferrogallici desiderabili, per me, è l'ottimo comportamento che hanno quando si scrive su carte di di qualità inferiore alla media. Spiumano meno, trapassano meno, allargano meno il tratto.
condivido e, ovviamente, non é poco
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Messaggio da Koten90 »

Maruska ha scritto: sabato 18 febbraio 2023, 17:13 Preferisco i ferrogallici ai pigmentati, onde evitare intasamenti. Il ko-i-noor non lo conosco e dei noodler's ho solo x-feather blue e non ci vado pazza. I De Atramentis allargano il tratto, idem i Platinum, quindi per me Salix.
Penso dipenda molto dalle penne che si usano. Tu ami le Pelikan che hanno quasi sempre un flusso piuttosto abbondante e Salix può aiutare anche in questo senso. Usando le Pilot, che sono più contenute, il Salix diventa straziante e preferisco nettamente qualcosa di più lubrificante.
Da tenere in considerazione che i ferrogallici sono meno aggressivi di una volta, ma hanno comunque un pH molto acido (mi pare che Salix arrivasse a pH 3!), mentre molti dei Noodler's vantano pH neutro che non si discosta molto da 7. Può essere una considerazione inutile, ma temo che a lungo andare (anni o decine di anni) l'esposizione ad acidi possa intaccare plastiche e pennini in acciaio (temo sia lo stesso motivo per cui il Baystate Blue tenda a macchiare così tanto).
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Messaggio da Pettirosso »

Tutto esatto anche secondo la mia esperienza: la scelta dipende dalla penna e dalla carta usate, secondo i criteri indicati sopra.
Vorrei ancora aggiungere, visto che si è parlato anche dei Kooh-I-Noor, che hanno un'altra caratteristica molto interessante: aiutano moltissimo le penne che hanno problemi di ripartenza dopo qualche giorno di inutilizzo.
Da tenere presente!
Giuseppe.
novainvicta
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Messaggio da novainvicta »

Finora le qualità espresse di un ferrogallico sembrano appieno essere negli inchiosti standard da me citati. Addirittura, per esempio, l' X-Feather, sia blue che nero, scrive ovunque e bene persino sulla carta scottex, e se si vuol ovviare all'unico inconveniente del lungo tempo di asciugatura basta un goccia di tensioattivo; il Koh-I-Noor, come già citato, ed anche l' El Lawrence fanno scrivere le penne più recalcitranti ed hanno anche doti di ombraggiatura con pennini da medio in sù.
Per usare una frase cara a Camilleri oserei dire che "mi sono fatto persuaso" dell'uso superfluo degli inchiostri ferrogallici (acquistati in calamai e non fatti in casa perchè in quest'ultimo caso interverrebbe la convenienza economica) nelle stilografiche se non per quella soddisfazione personale di ricollegare idealmente l'uso odierno alla "bella epoque" della penna stilografica .
Questa è una mia considerazione ma non vi nego di avere una sottile soddisfazione se ci fossero altre caratteristiche che possano indurmi a provare simili inchiostri.
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Messaggio da riktik »

L’inchiostro ferrogallico non solo resiste all’acqua ma sappiamo resistere alla luce ed al passare dei secoli. Sempre che sia desiderabile far leggere ai posteri tutto ciò che scriviamo.
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Messaggio da sansenri »

Ghiandaia ha scritto: sabato 18 febbraio 2023, 15:52 Oltre alle caratteristiche di permanenza e resistenza all'acqua, l'unica altra cosa che rende i ferrogallici desiderabili, per me, è l'ottimo comportamento che hanno quando si scrive su carte di di qualità inferiore alla media. Spiumano meno, trapassano meno, allargano meno il tratto.
concordo! è uno dei pochi motivi per cui uso a volte i ferrogallici (perché altrimenti non avrei eccessivi motivi), sulla carta più penosa spesso risolvono.
qui un piccolo esempio su una carta quasi assorbente (è il retro di un post it, quelli non di marca, che per risparmiare non vengono collati sul retro del foglio) che uso come test:
l'inchiostro più chiaro è Pelikan Royal blue, e spiuma di brutto, pur essendo un inchiostro secco di suo!
l'inchiostro più scuro è KWZ IG #5, che oltretutto è solo un ferrogallico parziale, nel senso che a detta di Konrad stesso, è una miscela di ferrogallico e inchiostro classico per dargli più colore.

Lo scarabocchio è fatto con due pennini identici (M200 M), quindi abbastanza spessi di tratto e abbondanti di flusso
l'IG contiene già molto lo spiumaggio
P1140573-3.jpg
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Messaggio da Nepgdamn »

nessuno che parla dell'odore caratteristico di quegli inchiostri :lol:

sono particolarmente sensibile agli odori degli inchiostri, togliere il cappuccio dalla penna e sentire quell'odore metallico mentre scrivi è una sensazione molto bella. poi, come è già stato detto, per la carta stampata, solitamente, funzionano alla perfezione evitando lo spiumaggio
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Messaggio da balthazar »

Nepgdamn ha scritto: domenica 19 febbraio 2023, 0:19 nessuno che parla dell'odore caratteristico di quegli inchiostri :lol:

sono particolarmente sensibile agli odori degli inchiostri, togliere il cappuccio dalla penna e sentire quell'odore metallico mentre scrivi è una sensazione molto bella. poi, come è già stato detto, per la carta stampata, solitamente, funzionano alla perfezione evitando lo spiumaggio
I KWZ li puoi tranquillamente sniffare :) ma danno dipendenza.
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Messaggio da dueeffe »

L'inchiostro ferrogallico, quello che proviene dal mondo delle idee, è il peccato originale.

Le incarnazioni attuali (ad uso e consumo per le nostre penne stilografiche), sono delle - seppur ottime - rivisitazioni, atte ad evocare nostalgici ricordi. Nella maggior parte inesistenti, per noi che alla fine non l'abbiamo realmente vissuto in pieno, il ferrogallico.

Qualcosa di reale, invero, vi è nella formulazione odierna.
Ma di gran lunga incompleto...parziale, irrisolto.

Scrivo ed affermo, prendendomi tutte le responsabilità del caso, che l'inchiostro ferrogallico vero, tradizionale, non è materia d'uso per le penne stilografiche.

Chi vuole affrontare l'esperienza, dovrà per forza di cose crearselo dalle antiche formulazioni, ed usarlo con pennini da calligrafia.
Invero io, creerei un calamo, ad uopo.
Anzi, in passato l'ho pure fatto.


In questo caso l'acquistare prodotti è un sacrilegio.
Se vogliamo "svegliare" antichi rituali, è bene che il tutto sia fatto con le dovute accortezze.

Salutoni,

Fabio.
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Messaggio da valhalla »

novainvicta ha scritto: sabato 18 febbraio 2023, 21:03 Finora le qualità espresse di un ferrogallico sembrano appieno essere negli inchiosti standard da me citati. (...)
A parte l'X-feather (sinceramente le mie esperienze coi Noodler's mi han fatto decidere che la vita è troppo breve per usarli) è difficile trovare un'inchiostro indelebile che scriva bene su carte problematiche *e* che asciughi in fretta, mentre coi ferrogallici si ha l'imbarazzo della scelta.

E poi c'è il piacere di vedere il colore che cambia mentre si sta scrivendo, che secondo me è pari o anche superiore a quello del profumo.
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Messaggio da novainvicta »

valhalla ha scritto: sabato 11 marzo 2023, 19:42
novainvicta ha scritto: sabato 18 febbraio 2023, 21:03 Finora le qualità espresse di un ferrogallico sembrano appieno essere negli inchiosti standard da me citati. (...)
............

E poi c'è il piacere di vedere il colore che cambia mentre si sta scrivendo, che secondo me è pari o anche superiore a quello del profumo.
Forse questa è la sola proprietà evidente che mi porterà a provare il KWZ Gummiberry anche se, in minima parte, lo si nota anche con i KOH-I-NOOR Document .
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Messaggio da Augusto67 »

Come dice Fabio, il ferrogallico "vero" ha in più il miracolo della reazione chimica che da quasi trasparente lo rende, a contatto con la carta, scuro, in qualche secondo. Per questo anche quelli fatti a partire da galle o simili e imbottigliati sono in qualche modo soltanto l'ombra del ferrogallico ruspante. Il composto di un bel liquore tannico e solfato ferroso (o ferrico, di chimica so nulla, ma mi pare funzionino entrambi) nel tempo diventa scuro, quindi certo scrive, ma è assai meno scenografico e dubito che la resistenza all'acqua sia la stessa. Proprio oggi ho riprovato a farlo "fresco", ed è sempre uno spettacolo, che mi ricorda quando da piccolo scrivevo col succo di limone e scaldavo il foglio per far apparire il messaggio. Sto pensando di farmi un necessaire da scrivania, per preparare ogni volta la quantità che serve. La risposta quindi è: il ferrogallico perché - se fatto a mano e fresco di mistura - è semplicemente magico!
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