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Kaweco Ebonit Sport Penna Stilografica 140° Anniversario

Nuovi modelli in arrivo o appena presentati.
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Kaweco Ebonit Sport Penna Stilografica 140° Anniversario

Messaggio da Esme »

Al di là dei gusti personali, la "preziosità" deriva anche dalla lavorazione, sia in fase di produzione del materiale che in fase di lavorazione del pezzo finito.

Le penne in ebanite e in celluloide sono ottenute attraverso lavorazioni meccaniche perché non permettono lo stampaggio.
Ci sono poi penne realizzate con plastiche che permettono lo stampaggio ma che per scelta sono invece realizzate meccanicamente.

Si tende anche a parlare di "resina" intendendo un materiale plastico più prezioso della semplice "plastica". Probabilmente grazie alla Montblanc... 🙂
Ma è una distinzione impropria: le plastiche sono prodotti a base di resina che viene, appunto, plastificata.
Quindi la distinzione andrebbe fatta specificando invece quale tipo di plastica è stata impiegata (poliammide, abs, ecc...), perché è quello che fa la differenza.
Sempre Montblanc ne ha dato un esempio: la sua "preziosa resina" non meglio identificata ha avuto un periodo in cui si spaccava solo a guardarla. Evidentemente era una plastica diversa da quella usata prima e dopo questo spiacevole periodo.
Anche le prime penne in poliammide o in polistirene hanno a volte presentato problemi dovuti all'instabilità del materiale.

Del resto anche una semplice colorazione fa un'enorme differenza.
Gli afol (Adult Fan of LEGO) sanno benissimo come certi colori di Abs rendano i pezzi molto fragili... 😅
Le penne in celluloide vintage (nitrato di cellulosa) ne forniscono un altro esempio: ci sono colori che non si trovano praticamente mai intatti, perché indipendentemente dai criteri di produzione e conservazione sono intrinsecamente instabili. Altri invece si conservano perfettamente.
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Roland
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Kaweco Ebonit Sport Penna Stilografica 140° Anniversario

Messaggio da Roland »

Quando uno compra una stilografica vintage non sa mai come la penna sia stata trattata dal suo proprietario originale e tantomeno da quelli successivi. E vero che ci sono colori in celluloide più "fragili" ma anche qua tutto dipende come i vari proprietari della penna l'hanno trattata negli anni /decenni seguenti. Si trovano molte Parker duofold in celluloide verde giada, solo che la maggior parte sono virate verso il marrone /nero. Le poche che si trovano con il colore originale intatto hanno ovviamente prezzi altissimi. Cosa ne possiamo dedurre, che il verde giada è un colore problematico o che la maggior parte dei proprietari di queste penne non le abbia trattate con il dovuto rispetto? Dopotutto erano oggetti di uso quotidiano quasi cent anni fa.

La celluloide è un bel materiale per stilografiche, come l'ebanite d'altronde. La celluloide poi ha delle proprietà particolari per cui la profondità di colore non si può riprodurre in nessun modo sia sulle penne in ebanite che in quelle in resina. E questo giustifica un pezzo un poco maggiore rispetto alla produzione in resina /ebanite.
sansenri
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Messaggio da sansenri »

Hologon ha scritto: lunedì 21 agosto 2023, 13:14 ertamente ci sono ebaniti di qualità diversa e nel giudizio mi riferisco a quella migliore, quella usata sicuramente nelle pipe che fumo e, suppongo/spero, nelle penne di cui parliamo. In tutte le ebaniti, anche le SEM, notoriamente utilizzate nelle pipe di qualità, il problema è il contatto con luce e aria: è questo che fa affiorare lo zolfo: a me non piace l’odore e non mi piace che in pochi mesi ci sia modifica del materiale, così come non mi piace il costo odierno di un materiale che non percepisco come nobile, ma comprendo che altri possano pensare diversamente e va bene così.
Ho anche un grosso dubbio sulla resistenza alle cadute: di bocchini per pipe in ebanite ne ho rotti diversi.
di pipe non so, di penne in ebanite abbastanza, dato che ne ho parecchie...
come dicevo, il leggero odore di gomma bruciata non mi disturba, deterioramenti in pochi mesi non ne ho mai visti, ma nemmeno in pochi anni. Solo qualcuna di quelle che ho acquistato usate a volte tendono ad aver perso la lucentezza esterna (ma parlo forse di una o due, e probabilmente perché erano state lasciate esposte, forse in vetrina). Neanch'io lo considero un materiale "nobile", tradizionale sicuramente sì, le conservo al buio, quasi tutte ognuna in un portapenne a sacchetto in stoffa. Non mi è mai capitato di romperne una, nemmeno nel davvero raro caso di cadute, in genere sto molto attento con le mie penne, e nelle occasioni in cui so di doverle strapazzarle scelgo le più robuste/resistenti.

Esme ha scritto: martedì 22 agosto 2023, 9:34 Al di là dei gusti personali, la "preziosità" deriva anche dalla lavorazione, sia in fase di produzione del materiale che in fase di lavorazione del pezzo finito.

Le penne in ebanite e in celluloide sono ottenute attraverso lavorazioni meccaniche perché non permettono lo stampaggio.
Ci sono poi penne realizzate con plastiche che permettono lo stampaggio ma che per scelta sono invece realizzate meccanicamente.

Si tende anche a parlare di "resina" intendendo un materiale plastico più prezioso della semplice "plastica". Probabilmente grazie alla Montblanc... 🙂
Ma è una distinzione impropria: le plastiche sono prodotti a base di resina che viene, appunto, plastificata.
Quindi la distinzione andrebbe fatta specificando invece quale tipo di plastica è stata impiegata (poliammide, abs, ecc...), perché è quello che fa la differenza.
Sempre Montblanc ne ha dato un esempio: la sua "preziosa resina" non meglio identificata ha avuto un periodo in cui si spaccava solo a guardarla. Evidentemente era una plastica diversa da quella usata prima e dopo questo spiacevole periodo.
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Del resto anche una semplice colorazione fa un'enorme differenza.
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Le penne in celluloide vintage (nitrato di cellulosa) ne forniscono un altro esempio: ci sono colori che non si trovano praticamente mai intatti, perché indipendentemente dai criteri di produzione e conservazione sono intrinsecamente instabili. Altri invece si conservano perfettamente.
perfetto! aggiungiamo a chiarimento (la questione è stata velocemente menzionata prima) che l'ebanite non è una plastica.
E' gomma vulcanizzata in presenza di zolfo (e altri materiali stabilizzanti e coloranti) ma non fa parte della storia della plastica.
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maylota
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Messaggio da maylota »

Letti i post precedenti, resto del mio personale parere che nel 2023 il materiale più interessante per una nuova penna è l'ebanite, visto che la celluloide non la fanno più (a parte che micro produzioni a prezzi da collezionista iper danaroso) e il variegato mondo della plastica/resina/"come la si vuol chiamare" (e dintorni) è oggettivamente molto bello ma altrettanto molto sfruttato :angel:
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Messaggio da novainvicta »

Sostalzialmente d'accordo sulle valutazioni in merito all'ebonite che rimane il materiale di base attualmente da me preferito (non voglio entrare nel discorso sulla sua "ristrutturazione" e sul suo mantenimento, argomento questo più volte ampliamente sviscerato in questo forum).
Però, appassionato dai "nuovi" materiali, mi sono sempre chiesto come mai la bakelite è sempre stata poco, attualmente pressochè mancante, impiegata nella costruzione delle stilografiche ? Eppure, forse da profano, ritengo che le sue qualità, financo di costruzione, possano deporre a suo favore . O no ?
Cosa ne pensate .
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Messaggio da maylota »

novainvicta ha scritto: martedì 22 agosto 2023, 16:30 Però, appassionato dai "nuovi" materiali, mi sono sempre chiesto come mai la bakelite è sempre stata poco, attualmente pressochè mancante, impiegata nella costruzione delle stilografiche ? Eppure, forse da profano, ritengo che le sue qualità, financo di costruzione, possano deporre a suo favore . O no ?
Cosa ne pensate .
A leggere il wiki ( https://www.fountainpen.it/Materiali#Bachelite ) sembra che sia un materiale utilizzato a inizio 900 ma poi non molto approfondito anche perchè era iniziata la moda dei colori sgargianti (un po' la stessa di adesso....) ed era un materiale difficile da colorare. Però si può fare trasparente...
Magari con un po' di studio e tecnologia, viene fuori qualcosa di nuovo? Del resto ho visto che Penlux si è messa a fare penne anche in PMMA (plexiglass :shock: ) tornito, quindi una certa "fame" di materiali nuovi sembra oggettivamente esistere.

(Edit: confido nella bontà Agostana dei moderatori nel valutare questo colossale OT in un thread dedicato alla bella Kaweco Sport ebanite)
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Messaggio da mastrogigino »

maylota ha scritto: martedì 22 agosto 2023, 18:26
novainvicta ha scritto: martedì 22 agosto 2023, 16:30 Però, appassionato dai "nuovi" materiali, mi sono sempre chiesto come mai la bakelite è sempre stata poco, attualmente pressochè mancante, impiegata nella costruzione delle stilografiche ? Eppure, forse da profano, ritengo che le sue qualità, financo di costruzione, possano deporre a suo favore . O no ?
Cosa ne pensate .
A leggere il wiki ( https://www.fountainpen.it/Materiali#Bachelite ) sembra che sia un materiale utilizzato a inizio 900 ma poi non molto approfondito anche perchè era iniziata la moda dei colori sgargianti (un po' la stessa di adesso....) ed era un materiale difficile da colorare. Però si può fare trasparente...
Magari con un po' di studio e tecnologia, viene fuori qualcosa di nuovo? Del resto ho visto che Penlux si è messa a fare penne anche in PMMA (plexiglass :shock: ) tornito, quindi una certa "fame" di materiali nuovi sembra oggettivamente esistere.

(Edit: confido nella bontà Agostana dei moderatori nel valutare questo colossale OT in un thread dedicato alla bella Kaweco Sport ebanite)
La Bakelite "moderna" dovrebbe essere la Mikarta...
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Messaggio da RisottoPensa »

mastrogigino ha scritto: martedì 22 agosto 2023, 20:29 La Bakelite "moderna" dovrebbe essere la Mikarta...
Concordo , dal wiki si vede che la bakelite fa parte di speciali resine che servono per indurire i materiali
https://it.wikipedia.org/wiki/Resine_fenoliche

La mikarta da quanto ho capito tende ad ingiallire come la formaldeide usata per la bakelite
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Messaggio da Esme »

La bachelite è un polimero termoindurente.
È stata sviluppata per avere elevata resistenza, veniva modellata a pressione e aveva riempitivi di rinforzo (vari tipi di fibre tra cui l'amianto) che la rendevano scura e opaca.

Dal brevetto della bachelite è stata poi sviluppata la catalina, e spesso i due termini vengono usati come sinonimo anche se non è esatto. Ci sono stati anche altri tipi di plastiche fenoliche derivate dalla bachelite, ma la catalina era la più usata.
La base era la stessa, ma veniva colata e non aveva riempitivi di rinforzo. Per questo era translucida e poteva essere colorata a piacimento.
E infatti gli oggetti in catalina, soprattutto i gioielli, sono in genere coloratissimi.
Però la catalina è molto meno resistente della bachelite, e nel tempo ha dimostrato problemi di conservazione del tutto analoghi alla celluloide (restringimento, viraggio di colore, fessurazione).

Credo che un punto a sfavore di bachelite e catalina per quanto riguarda la produzione di penne, fosse un maggiore costo di lavorazione rispetto alla celluloide.
Per altri oggetti, invece, la catalina era di gran lunga la preferita.

Quando poi si è iniziato a usare materiali come la lucite e le prime poliammide, più economiche e "facili", la catalina e la celluloide sono state via via abbandonate.

Devo dire che la catalina mi piace parecchio per oggetti di arredo o come gioielli. Non possiedo penne in quel materiale, ma mi piacerebbe provarne per capire la differenza di sensazione rispetto alla celluloide.
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Messaggio da Ste003 »

OT: wancher fa una penna in bachelite, se non ricordo male…
"Non esprimerti mai più categoricamente di quanto tu sia in grado di pensare"
Niels Bohr
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